Foto archivio Asaps
Egregio Dott. Biserni, sono un dei "pochi" abitanti del Passo del Bracco, residente a Casa Marcone, l’abituale centro di ritrovo domenicale delle centinaia di motociclisti che, durante le belle giornate primaverili ed estive, ma gli "irriducibili" anche in autunno ed inverno, affollano la strada,ora statale, con i propri "ferri". Da anni chi Le scrive, congiuntamente a molti altri residenti (la conta delle firme, relative agli ultimi esposti presentati supera la quota di 500, da Trigoso di Sestri Levante fino a Mattarana di Carrodano), lamenta la dissenata e pericolosa presenza di alcune decine di centauri, indubbiamente "organizzati" al fine di correre e gareggiare i quali, mescolati ad altre decine, centinaia di moto turisti,percorrono questi bei luoghi panoramici non tanto per ammirare il paesaggio, transitando a moderata o, quantomeno, adeguata velocità, ma compiendo vere e proprie corse, oltre il limite della umana tollerabilità e della sicurezza stradale. Organizzati,si diceva, ed è ben poca cosa rispetto a quanto, chi abita sul "Passo" vede da anni; gli apripista della domenica mattina, con moto o scooter rigorosamente in regola, per verificare la presenza di Polstrada o Carabinieri: arrivano attorno alle 09.00. Successivamente sopraggiungono gli "anziani", coloro che hanno una moto potente, pronta a correre su una pista ma, per sopraggiunti limiti di età, e per quella "saggezza" accumulata da anni di esperienza sulla strada, simulacri del tempo che fù, sono portati ad esempio dei "nuovi", di coloro che saranno i centauri del domani. Dopo arrivano i "duri" coloro che sono riconoscibili per le moto elaborate,le pesanti tute in pelle, le saponette legate sulle ginocchie, i guanti, i caschi colorati. Sono i più pericolosi perchè godono della complicità, per quanto inconsapevole, degli altri bikers. Essi sono pronti a spegnere il motore all’arrivo di una pattuglia e nascondersi tra gli altri motociclisti, scudi umani in difesa dei propri "paladini", che sottacciono, anzichè denunciare, gli eventi, spesso minimizzando, dal loro punto di vista, ciò che avviene sulle strade. Per questi centauri la vita, anche la propria, è una sfida costante, alla quale non si sottrarrebbero per nessuna ragione al mondo. Ho visto centauri andare alla comunione dei propri figli e, appena terminata la cerimonia, afferrare il casco per andare a correre sul Bracco, anche per pochi minuti, anche solo per "esserci", una dipendenza per Loro, una allunicinazione per Noi. Le gare non finiscono mai, anche con un numero di pattuglie indubbiamente elevato come in queste prime settimane di primavera; le "vedette" danno istruzioni ai Piloti su dove e come correre,inviando messaggi, utilizzando il tam tam mediatico, con i "lamps", come la categoria definisce il proprio criptato codice di comunicazione, indicando la direzione sicura o l’allerta "sbirri", immortalandosi su You Tube o sui propri siti o blog, dove lo scempio domenicale, con dovizia di particolari, non è sottaciuto, ma anzi esibito, mostrato a chi, magari quel giorno, non ha potuto partecipare. I prodi eroi delle due ruote sono tanti, troppi, per consentire agli abitanti, ai turisti, ai locali pubblici che, complice la paura di attraversare il Bracco, ma anche i forti rumori, disertano le antiche osterie. Cosa possiamo fare? Perchè le forze dell’ordine, nonostante le notizie di ordinanze prefettizie, telelaser, autovelox, impegno di uomini e mezzi, non riescono ad arginare questo fenomeno? E’ strano come coloro che non abitano sul Bracco non riescano a rendersi conto della organizzazione che gestisce questi eventi. Eppure in altri luoghi in Italia e all’estero situazioni un tempo analoghe, sono ora fortemente ridotte; l’anno scorso nel Salento è stato inferto un duro colpo alla malavita organizzata che gestiva le scommesse sulla strada provinciale, oppure la vicina Toscana, il basso Piemonte, l’Emilia, regioni che hanno vissuto i problemi del "povero" Bracco reagendo con azioni decise, con la repressione, difendendo i Cittadini ed ottenendo risultati quantomeno efficaci: autovelox, tutor, strade scarificate a norma del CdS, bande rumorose, etc.,etc.. In Austria una moto viene posta immediatamente sotto sequesto, anche per una sola marmitta rumorosa! E qui, sul Bracco, le marmitte sono in larga misura fuori legge, le targhe inclinate, le gomme da pista! Perchè non si può percorrere la medesima "strada" austriaca? Perchè non è possibile ottenere delle bande rumorose nel tragitto di strada, tra Casa Marcone e la Baracca, ove vengono cronometrati i tempi di percorrenza. Perchè tra Villa Casaggiori ed il Bracco non vengono create isole con bande rumorose per garantire il rispetto dei limiti, troppo alti visti gli attuali attori di questa strada? Perchè gli anziani vengono impunemente derisi se "osano" osteggiare questi comportamenti, minacciati, anche attraverso siti internet, o addirittura malmenati per il solo "reato" di avere chiamato i Carabinieri, visto l’evidente stato di pericolo percepito o subito? Lo scorso 10 Aprile un anziano è stato malmenato, sulla strada, davanti a decine e decine di spettatori, ma nessuno di essi è intervenuto. Questo è un paese civile? E’ questo il rispetto per chi ha lavorato una vita ed ora è privo perfino della libertà di uscire dalla propria abitazione? Io temo che la situazione, affrontata sicuramente con impegno, ma con gli strumenti attuali, non potrà essere risolta in tempi rapidi: troppo prevedibile una pattuglia sulla strada ma, sopratutto, troppa connivenza nella categoria. Di certo, le persone "per bene" ci sono, c’è da augurarsi che siano sempre una di più degli incivili.
Giancarlo Sivori Comitato Colline del Bracco
La risposta del presidente dell’Asaps
Gentile signor Sivori, ho ricevuto la mail con la sua puntuale analisi della situazione che vivete sul passo del Bracco nei giorni festivi per il transito di motociclisti molto "disinvolti". Conoscevo il suo comitato per aver letto sui giornali e sui portali che si sono occupati dell’argomento. Conosco molto bene il problema oltre per l’attività che svolgo come presidente dell’Asaps anche per il fatto che pure nella nostra provincia di Forlì ci sono "santuari" dei motociclisti come il passo del Muraglione, dei Tre Faggi o dei Mandrioli. Proprio domenica qui a Forlì, di ritorno dalla "Mototagliatella", annuale motoraduno che si svolge a Predappio, è morto tragicamente un motociclista di 32 anni (è rimasto decapitato) dopo un violento urto contro un guard rail all’ingresso di una nuova tangenziale in città. Certo che rimane difficile coniugare la libertà di movimento dei veicoli con condizioni minime di sicurezza. So però che sul Bracco sono stati posti in essere sforzi concreti da parte delle forze di polizia per garantire condizioni minime di sicurezza. Credo che una costante vigilanza sia l’unico efficace antidoto. Controlli costanti sui vari aspetti connessi con i comportamenti dei conducenti e con le caratteristiche dei veicoli, sono essenziali. Mi rendo conto che in un passo pieno di curve non è facile l’utilissimo utilizzo del telelaser che garantisce interventi efficaci, come già è avvenuto in alcuni passi in provincia di Arezzo. Per quanto riguarda l’aspetto delle corse fra moto, molto difficili da contestare, mi domando se non potrebbero essere utili una serie di web cam posizionate su punti ideali del percorso per registrare le modalità dei passaggi. Rimane il fatto che poi anche in sede di impugnazione delle sanzioni scattano molte comprensioni "incomprensibili" da parte di qualche GdP. Sarebbe però interessante conoscere anche i dati della sinistrosità, in particolare quella grave, sul passo in questo anni. Un altro aspetto merita attenzione. Oggi la cultura, anche se di una parte minoritaria di motociclisti, rimane quella della velocità, della potenza, della piega. Dietro tutto questo c’è la spinta inesauribile dei modelli, che sono il prodotto dei grandi interessi economici sottostanti. Che sono molto potenti, glielo dice uno che spesso si è dovuto scontrare con i portatori di questi interessi. Distinti saluti.
Giordano Biserni
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