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Rassegna alcol e guida del 19 maggio 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

LA SICILIA

la morte di sonia sicari
Rischia undici anni di carcere Diego Pappalardo, il giovane di 22 anni che il 24 gennaio del 2009 investì e uccise Sonia Sicari, una ragazza di 21 anni che si trovava in macchina con altri amici al ritorno da una serata.
La condanna per omicidio volontario è stata chiesta, ieri mattina, dal pubblico ministero Miriam Cantone al giudice dell’udienza preliminare Laura Benanti davanti al quale si sta celebrando il processo con il rito abbreviato. Pappalardo è accusato di omicidio volontario (nei confronti di Sonia Sicari) e lesioni aggravate personali (nei confronti degli altri occupanti dell’auto sulla quale viaggiava la ragazza deceduta).
Il pm ha richiamato nella sua requisitoria la sentenza con la quale la Corte di Cassazione nel marzo scorso ha stabilito che - per chi uccide sulla strada - si debba parlare di omicidio volontario e non colposo. Per il pm, Pappalardo, che aveva bevuto e fumato cannabis, mettendosi alla guida sotto effetto di alcol e stupefacenti e dandosi alla fuga nonostante l’alt intimatogli dai carabinieri che avevano istituito un posto di blocco in via Fava (all’altezza di via Franchetti) avrebbe accettato «il prevedibile rischio di collisione con altri veicoli provenienti da altra direzione». E la collisione, infatti, si verificò all’incrocio tra via Roccaromana e via Lago di Nicito. Pappalardo attraversò l’incrocio a 135 km orari (il limite era di 50) e investì con la sua Mercedes la Ford Fiesta sulla quale c’era Sonia con altri quattro amici Salvatore Ponzo, Gianluca Longhitano, Stella D’Amico e Alberto Giuseppe Castiglione. Sonia morì. Gli altri riportato ferite più o meno gravi e tutti si sono costituiti parte civile al processo con l’avvocato Pietro Nicola Granata. Parti civili, ovviamente, anche i genitori di Sonia, il papà Salvatore e la mamma, Anna Nicotra, assistiti dall’avvocato Mario Savio Grasso. Diego Pappalardo, difesa dall’avvocato Carmelo Peluso che, ieri mattina, ha chiesto al gup una pena più mite per il suo assistito sostenendo la riqualificazione giuridica del reato da omicidio volontario in omicidio colposo. Il gup ha ascoltato le parti e si è riservato di decidere nella prossima udienza prevista per il 20 giugno.


MARKETPRESS.INFO

LO SPRITZZOSO PRESENTATO DA LA GIOIOSA, SI CONFERMA TRA LE BEVANDE PIÙ AMATE DAI GIOVANI, CHE LO SCELGONO PER GUSTARE UN PIACEVOLE APERITIVO IN COMPAGNIA DEGLI AMICI
Grande successo per lo Spritzzoso La Gioiosa, a pochi mesi dal suo lancio sul mercato, si è confermata subito una delle bevande con una bassa gradazione alcolica, più gettonate dai giovani, che risponde alle esigenze di un consumo responsabile. Con l’inizio della primavera e l’avvicinarsi della stagione estiva, il clima è ideale per godere di un aperitivo in un locale all’aperto o a casa con gli amici, gustando la più classica delle bevande che è ormai un must intramontabile. Lo Spritzzoso, venduto nella grande distribuzione e proposto in comode bottiglie da 20 cl in un’accattivante confezione da 4, può essere comodamente consumato a casa, come aperitivo prima di una piacevole cena tra amici. Ideale da bere in compagnia lo Spritzzoso La Gioiosa a base di vino bianco, con un tasso alcolico di soli 7 gradi, è un cocktail fresco e dissetante che incarna lo spirito della socialità e dell’aggregazione, nonché di un’antica tradizione nata proprio in Veneto. (*) Proponendo un giusto equilibrio tra dolce e amaro lo Spritzzoso risponde ai gusti dei giovani, ma anche degli appassionati di questa bevanda. Le sue caratteristiche vengono esaltate se viene servito con un po’ di ghiaccio e una fetta d’arancia. Diventa così dissetante che si sposa perfettamente con la calda stagione in arrivo. Una bottiglia di Spritzzoso da 20 cl, è molto pratica, in quanto consente, di realizzare due porzioni di questo elegante drink ottimo da condividere, senza sprechi. Se è vero che il 76% degli italiani sceglie di bere poco ma bene, come ha recentemente evidenziato l’indagine di Federvini, che ha misurato quali sono oggi tra i giovani di 5 paesi europei le condotte e gli stili di consumo più affermati, lo Spritzzoso è la bevanda ideale che risponde ai requisiti del target di riferimento: la moderazione e la qualità costituiscono un valore e un modo di avvicinarsi e vivere il consumo di bevande alcoliche tipicamente Mediterranei. Il gusto del bere prodotti di qualità è una caratteristica tipicamente italiana e, il modello italiano, rappresenta un esempio positivo di consumo responsabile. Così lo Spritzzoso prodotto da La Gioiosa ha già riscosso un grande successo sul mercato e un riscontro positivo dalla critica durante lo scorso Vinitaly, di Verona. Prezzo di vendita al pubblico della confezione da 4 bottiglie da 20 cl Euro 5,49.

(*) Nota: un articolo da leggere con attenzione, per il linguaggio che è stato utilizzato.
Ho evidenziato alcune parole in colore verde, guardate un po’ anche voi…
Questa bevanda è più alcolica della birra, la si propone per un consumo a stomaco vuoto.
Dopo avere letto un articolo come questo, se sei giovane e non bevi lo “Spritzzoso La Gioiosa” ti devi sentire proprio un cretino.

TRENTINO

Lettere
PIAGA ALCOL
Non bastano i pullman anti-incidenti
“Hanno bevuto talmente tanto da collassare nel corso della festa”. Notizie come questa, apparsa sul “Trentino”, e che si riferisce ai quattro giovani ricoverati in ospedale a Cles dopo aver partecipato alle “Notti maggio” di Coredo, ormai sono sempre più frequenti. E purtroppo è il nostro Trentino che detiene il record della percentuale più alta dei “bevitori della baldoria” nelle fasce di età tra i 19 e i 64 anni. Addirittura, come spiega il dottor Pancheri, direttore del servizio alcologia di Trento, sin dalla tenera età di 12 anni si “iniziano” i ragazzi a bere, e la conseguenza sarà che tra 15/20 anni avremo una generazione adulta con grossi problemi di alcol. Se da una parte fa molto piacere leggere che a Pozza di Fassa si è concluso in questi giorni con una festa, il progetto “alcooperiamo” avviato nelle valli di Fiemme e Fassa, per promuovere la sensibilizzazione alla pari tra studenti sui problemi legati al consumo di alcol, cui hanno partecipato una quarantina di studenti “peer leaders” incontrando oltre 650 loro coetanei, dall’altra fa molto pensare il fatto che nelle stesse valli di Fiemme e Fassa, ma un po’ in tutto il Trentino, si sia recepito il bisogno da parte dell’amministrazione di mettere a disposizione un vero e proprio servizio di pullman anti-incidenti nei fine settimana. Ma non solo, anche pullman o pulmini noleggiati con autista dai genitori per le serate dei loro ragazzi. Se il noleggio del pulmino, può essere considerato una soluzione per evitare gli incidenti, il rischio per la salute derivato dal consumo di alcol, può addirittura aumentare, in quanto c’è la tendenza ad indulgere di più di quanto si farebbe. L’unico modo per prevenire le conseguenze dell’alcol, tra le quali anche gli incidenti e le morti, è quello di ridurre in consumi e bere meno a tutela della salute.
Floriano Bernard Commissione sociale e sanità Ual

Risponde “IL TRENTINO”
Parliamo di una piaga che va affrontata una volta per tutte, ha ragione. Il pullman e il pulmino sono una risposta per così dire successiva - risposta comunque necessaria (non solo per evitare di perdere punti della patente) -, mentre è ora di fare vera prevenzione, cominciando da un diverso approccio culturale. Anche la mostra del vino potrebbe essere un’occasione per «insegnare» a bere (poco, ovviamente). (*)

(*) Nota: come dimostra questa risposta del giornale all’ottima lettera di Floriano Bernard, i primi a dover modificare il loro “approccio culturale” alle bevande alcoliche sono gli adulti, giornalisti compresi.

TRENTINO

«Il vino trentino deve essere unito»
Mellarini presenta la Mostra che apre domani e poi striglia il settore
Fronza ha fornito i dati sulla vendemmia: «L’uva raccolta è in calo del 4,5 per cento»
TRENTO. «Tutte queste polemiche hanno creato un danno d’immagine al vino trentino». Tiziano Mellarini trattiene a stento lo sdegno. Presentando la Mostra dei vini trentini che si aprirà domani al Castello del Buonconsiglio, l’assessore ha invitato per l’ennesima volta tutti i protagonisti del settore all’unità sostenendo che ormai il Trentino del vino è conosciuto soprattutto per la sua frammentazione. Intanto il presidente del Consorzio Vini Elvio Fronza ha dato i dati della vendemmia.
La Mostra del vino e della grappa del Trentino è alla sua settantacinquesima edizione. Sarà ospitata al Castello del Buonconsiglio, che si affianca a Palazzo Roccabruna. La rassegna si svolgerà dal 20 al 23 maggio, con la presenza di 42 cantine produttrici di vino e 24 distillerie che proporranno in degustazione 199 prodotti. Nelle sale delle Marangonerie, del Revolto e della Loggia del Romanino si potranno incontrare i produttori, mentre in Sala Mosaico si terranno gli “Incontri con l’Autore”, in cui il singolo produttore avrà l’occasione di raccontarsi, di descrivere l’azienda e i propri vini.
I 10 mila ettari di vigneti trentini nel 2010 hanno prodotto un milione e 250 mila quintali di uva. Di questi, 885 mila quintali sono di uve a bacca bianca e 365 mila quintali a bacca rossa. La produzione è in flessione del 4,5 per cento rispetto alla vendemmia 2009. Il calo interessa soprattutto le uve rosse, mentre è più contenuto per le bianche. Fronza spiega: «Insieme Chardonnay e Pinot grigio costituiscono il 55 per cento della produzione trentina. Le uve Terodelgo, invece, sono quelle rosse più importanti e arrivano all’8 per cento della produzione». L’avvocato presidente sostiene che il dato è indicativo: «Nonostante tutti gli stimoli che vengono dai vari organismi, i viticoltori continuano a coltivare Chardonnay e Pinot grigio perché la remunerazione che danno è buona rispetto ad altri vitigni». Dopo, ha parlato il presidente della Camera di Commercio Adriano Dalpez che, scomodando la sua passione per la musica, ha spiegato come la Mostra del vino deve servire a superare le divisioni e le polemiche: «In tutto questo periodo, hanno cantato le Erinni, ma è stato un canto stridulo, non armonico».
Poi, ha preso la parola Mellarini che già ha dovuto sudare sette camicie per arrivare ad organizzare l’appuntamento: «Mancano una decina di vignaioli, ma quelli importanti ci sono tutti», spiega. L’assessore, poi, torna a ripetere l’invito: «La Mostra dei vini è l’occasione per ripartire uniti, oltre la frammentazione, oltre le gelosie che ci hanno impedito di fare quadrato in un momento di crisi non solo del mercato, ma dell’economia in generale». Mellarini ha dato ragione a Fronza: «La base della nostra vitienologia è costituita dalle uve bianche».
L’unità, però, già non si trova a partire dal nuovo marchio di qualità dei prodotti trentini, di recente approvato non solo dalla Commissione europea, ma anche dalla giunta provinciale. Dalpez si trincera dietro un «no comment» carico di significato. Un no comment che non piace a Mellarini: «Mi stupisce il no comment di Dalpez perché la scelta del marchio è stata fatta in condivisione con la Camera di commercio che ha dato in fase conclusiva il suo assenso». Mellarini ha anche parlato della necessità di una politica più fantasiosa di promozione: «Subito dopo lo scandalo del metanolo era stato coniato lo slogan Trentino fa rima con vino. Serve un nuovo slogan». (*)

(*) Nota: accetto la sfida, ci provo io. “Enologia fa rima con chemioterapia”.

TRENTINO

TRA MOSTRA E PIAZZE
Il nostro vino è un monumento
Ecco quindi che in tempo di Mostra dei Vini giova ricordare che ci sono per lo meno due monumenti alla vite ed al vino, ossia due pergolati in bella mostra al centro di rotatorie a Romagnano, Mezzolombardo e Lavis. Tutto sommato abbelliscono e non sono estranei al paesaggio. Resta il fatto che il miglior “monumento” al vino è un buon calice sorseggiato con amici, magari accompagnato alla visita nel Museo etnografico di San Michele del settore dedicato alla storia ed ai cimeli della viticoltura e dalla vinificazione.
Anche la Mostra del Vino, giunta alla 75esima edizione, è per se stessa un “monumento” perché mette sul piedistallo i migliori vini, spumanti, grappe. In più, a possedere i cataloghi delle varie edizioni, si potrebbe ripercorrere la storia recente della produzione enologica nel Trentino. Un’originaria edizione della rassegna viene fatta risalire al 1882 e fu ospitata all’Istituto agrario di San Michele, ma la ripresa in grande stile avvenne nel 1926 quando nel giorno di San Giuseppe la rassegna si aprì nelle sale dell’attuale palazzo della Provincia, allora sede della Prefettura.
In quel giorno in piazza Dante, poco distante dalla palazzina Liberty, non mancò l’inaugurazione di uno specialissimo monumento, ossia la gabbia con dentro l’aquila, simbolo della città. Si racconta che da allora quell’aquila, e gli esemplari che poi seguirono, venne denominata “Beppina” perché presentata alla cittadinanza nel giorno di San Giuseppe.
Dopo la seconda Guerra mondiale nel 1948 la Mostra del Vino venne organizzata presso la sala della Camera di commercio ad iniziativa del neonato Comitato vitivinicolo. Vi parteciparono 42 cantine che esposero 117 vini. Nel palazzo di piazza Alessandro Vittoria la rassegna rimase ininterrottamente fino al 1981 per poi trasmigrare all’Hotel Trento e successivamente al Teatro Sociale, a palazzo Trautsmandorf dove il Comitato si era trasferito. Negli ultimi anni tutto si è spostato a palazzo Roccabruna, ma dal’edizione di quest’anno si sono aperte anche le porte del Buonconsiglio.
Proprio nel castello vi sono due straordinari “monumenti” al vino. Il primo è nel magnifico “Ciclo dei Mesi” nella Torre dell’Aquila dipinto prima del 1407 in stile gotico fiorito dal Maestro Venceslao per volere del principe vescovo Giorgio di Liechtenstein. Nel riquadro del mese di ottobre vi è raffigurata la vendemmia e la spremitura dell’uva. Il secondo monumento al vino nel Buonconsiglio è costituito dalle cinquecentesche “cantine clesiane” in larga parte scavate nella roccia e tutt’ora pronte per l’uso.
Tra un brindisi ed una degustazione, una visita a tutto il Buonconsiglio merita comunque, in attesa poi di risalire in auto (*) e sbirciare i nuovi monumenti in mezzo alle rotatorie.

(*) Nota: risalire in auto, ma non al posto di guida.

TRENTINO

Sabato la Giornata nazionale del vino
Iniziativa organizzata dall’associazione dei sommelier
TRENTO. Paradossi all’Italiana: siamo il maggiore produttore di vino al mondo, ma quasi l’80% dei consumatori italiani non ha ancora una conoscenza adeguata di questa bevanda. L’Associazione Italiana Sommelier individua in una migliore cultura del vino il fattore determinante per imparare a bere meglio e responsabilmente. E annuncia un’iniziativa concreta che si muove proprio in questa direzione: il 21 maggio 2011, in concomitanza con la Mostra del Vino trentino, in tutte le regioni d’Italia andrà in scena la prima “Giornata” pensata per parlare di un mondo di storia, cultura e tradizioni che si muove intorno al vino.
Ricominciare dalla cultura, educando al “bere bene” e al “bere consapevole”. (*) L’Ais interviene nel dibattito che anima il settore vitivinicolo nazionale e lancia un messaggio significativo: «Oggi, in Italia - afferma il neo Presidente dell’Ais, Antonello Maietta - solo 7 milioni di consumatori conoscono adeguatamente il vino e la cultura che c’è dietro. Gli altri che lo bevono lo fanno in maniera non del tutto consapevole e non sempre hanno gli strumenti necessari per avvicinarsi a questa bevanda nel modo giusto e responsabile. Solo mettendo la cultura al centro del “sistema vino” possiamo ricreare attenzione e curiosità verso questo prodotto, alimentando anche la ripresa dei consumi interni che nel nostro Paese non sono mai stati cosi bassi dal 1950». (**) Infatti, se da una parte il vino italiano corre oltre i confini nazionali confermandosi prima voce dell’agro alimentare - con un fatturato export 2010 di quasi 3,9 miliardi di euro e più di 2,5 miliardi di bottiglie tricolori stappate nel mondo - dall’altra bisogna registrare che i consumi interni sono scesi, per la prima volta, sotto la “storica soglia” dei 40 litri procapite.
Da qui l’idea della Giornata Nazionale della Cultura del Vino: appuntamento che andrà in scena il prossimo 21 maggio su tutto il territorio nazionale. Anche in Trentino, in occasione della Mostra, si terranno convegni e incontri per diffondere la cultura del vino.
Un progetto che vedrà impegnati in prima linea medici e ricercatori scientifici - coinvolti negli incontri - che evidenzieranno gli aspetti salutistici legati al consumo moderato di questo bevanda. (***) Ma anche storici e sociologi, impegnati a ripercorrere il profilo culturale del “nettare di Bacco”. Per finire con l’esercito dei 30.000 sommelier della scuola AIS ai quali spetterà il compito di mostrare il lato edonistico ed emozionale del vino, attraverso le moderne tecniche di degustazione.
L’Associazione Italiana Sommelier rinnova dunque il suo impegno per promuovere la cultura vitivinicola, che deve partire “dal basso”. E lo fa lanciando un forte messaggio alle istituzioni. Un dato infatti deve far riflettere: nelle scuole alberghiere italiane- è questa la denuncia lanciata dall’AIS - solo 5 ore nell’arco di un ciclo formativo vengono dedicate al vino, mentre, in Francia, questa bevanda è materia d’insegnamento già nella scuola dell’obbligo e gli studenti vengono portati in gita scolastica nelle maggiori aziende vinicole. Per questo, al centro delle strategie presenti e future dell’Ais c’è la volontà di intensificare la promozione della cultura del vino nei luoghi in cui si formano i sommelier: dagli alberghi ai ristoranti, dalle enoteche alle scuole.

(*) Nota: è vero che la gran parte degli italiani non ha una conoscenza adeguata del vino.
Questo problema deriva dal fatto che la comunicazione in questo ambito è affidata il più delle volte a persone che hanno l’interesse a promuoverne il consumo, in un palese conflitto di interesse.
La sensazione è che iniziative come quella descritta in questo articolo non aiutino affatto i cittadini ad essere adeguatamente informati.

(**) Nota: visto? L’obiettivo è aumentare le vendite, non aumentare l’informazione sul vino. Se ci fosse una migliore, corretta informazione sul vino, i consumi potrebbero ulteriormente calare…

(***) Nota: se l’interesse davvero è aumentare la conoscenza del vino, perché chiamare medici e ricercatori scientifici solo ad evidenziare gli effetti salutistici (discussi e discutibili) e non gli accertati ed indiscutibili rischi per la salute?

LA SICILIA

Un video per gli studenti
«Se bevete non guidate»
Dopo gli incidenti stradali che si sono verificati negli ultimi giorni nelle province di Agrigento e Caltanissetta, che hanno mietuto parecchie vittime, tra cui quello accaduto a Gela in cui è rimasto coinvolto il canicattinese Diego Cuscio, l’associazione famigliari e vittime della strada ritorna a fare sentire la sua voce. Con lo slogan «No alcool, No Droghe e No Distrazioni alla guida» parte la campagna divulgativa del cortometraggio «Il treno della vita», realizzato da un gruppo di giovani canicattinesi. Attore protagonista è Angelo Sferrazza. La regia è curata da Davide Difazio e la sceneggiatura da Giuseppe Matallano. «Vogliamo ricordare a tutti gli automobilisti, ancora una volta, che prima di mettersi alla guida della loro autovettura devono cercare di riflettere su alcune indicazioni che potrebbero salvargli la vita - spiega Pietro Benenati, presidente dell’associazione italiana famigliari e vittime della strada. - Suggerisco loro di non mettersi al volante dopo aver bevuto e abusato di sostanze alcoliche, di non guidare mentre si parla al telefono cellulare, di allacciare le cinture di sicurezza, di tenere i bambini sul seggiolino apposito dell’ auto, di indossare il casco per i motociclisti, di rispettare i limiti di velocità ed il Codice della strada e soprattutto di porre la propria attenzione solo e soltanto alla guida. L’incidente può essere prevenuto. Con il cortometraggio "Il treno della vita" vogliamo ricordare le vittime della strada e ribadire il no all’alcool, alle droghe e alle distrazioni alla guida». Sabato sera al Teatro Sociale di Canicattì, alla presenza dei candidati sindaci e del responsabile del Sert il dottore Alongi, verrà presentato il video. Poi sarà portato in tutte le scuole della provincia per sensibilizzare i giovani. «Bisogna far capire a tutti, a partire dai ragazzi, che il rispetto del Codice della strada - conclude Bennati - può salvare tante vite umane».
Valentina Garlandi

AVVENIRE

PARIGI
LA FRANCIA HA DECISO DI LEGALIZZARE L’ASSENZIO
La Francia torna ad autorizzare in via definitiva la denominazione «assenzio», la celebre bevanda dei poeti maledetti, per lungo tempo bandita dalle autorità francesi, in risposta alla concorrenza dei produttori della Svizzera che hanno cercato di appropriarsi di questo appellativo come indicazione geografica protetta. L’annuncio arriva dalla Federazione francese dei liquori e delle bevande alcoliche (Ffs), che si è battuta per ottenere il via libera delle autorità transalpine dopo l’annosa disputa con le autorità elvetiche. Il divieto di utilizzare la denominazione «assenzio» per commercializzare il liquore nei locali pubblici risaliva ad una legge del 1915.

ANSA

Calci e pugni a figli piccoli, arrestato
A Genova, bambini ricoverati al Gaslini in osservazione
(ANSA) - GENOVA, 19 MAG - Ha preso a calci e pugni i figli di due e tre anni facendoli finire in ospedale, al Gaslini, dove ora sono ricoverati in osservazione.
I carabinieri hanno arrestato l’uomo, un ecuadoriano di 40 anni, per maltrattamenti in famiglia e lesioni.
Gli inquirenti suppongono che fosse sotto l’effetto di alcol.
Il fatto e’ accaduto ieri sera in un’abitazione nel quartiere di Rivarolo, nel ponente genovese.

IL GAZZETTINO (Treviso)

Ladro, pirata, alcolizzato e ora pentito ma Talpo non sfugge alla condanna
MOGLIANO - Ha giurato che andrà al Sert per sconfiggere la dipendenza dell’alcol, si è detto disponibile a risarcire il danno ed è scoppiato in lacrime: «Ero ubriaco, è vero, ma non sono scappato, non mi ero reso conto di aver urtato un’auto». Luciano Talpo, 46 anni, arrestato venerdì dai carabinieri di Marghera dopo che aveva tamponato una Panda fuggendo senza prestare soccorso alla conducente, è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione e rimesso in libertà. A emettere la sentenza, al termine del rito per direttissima, è stato il giudice Stefano Manduzio che ha disposto anche il ritiro della patente fino a quando non sarà accertata la reale disintossicazione del "pirata della strada". L’accusa aveva richiesto il doppio della pena e gli arresti domiciliari. Talpo, visibilmente scosso, era difeso dall’avvocato Giorgio Pietramala, lo stesso che lo assistì quando, nel settembre 2009, il 46enne venne colpito accidentalmente dalla fucilata di un carrozziere moglianese durante un tentativo di furto. L’odioso episodio dell’incidente risale a 4 giorni fa quando sull’auto della signora, ferma al semaforo di via del Lavoratore a Marghera, è piombata quella di Talpo. Un colpo talmente violento da far sobbalzare in avanti la macchina e da provocare serie contusioni alla donna che però ha avuto la prontezza di spirito di annotare la targa della Fiat guidata dall’investitore, nonostante questi abbia continuato la sua marcia. Il fuggitivo è stato rintracciato poco dopo nei pressi di San Giuliano.

IL GAZZETTINO (Vicenza)

Ubriaco causò un incidente
75enne patteggia otto mesi
CARTIGLIANO - Causò un incidente e non si fermò: era ubriaco.
In Tribunale, Pietro Zonta, 75 anni, di Cartigliano, ha patteggiato 8 mesi e 15 giorni di reclusione (con la "condizionale") per guida in stato di ebbrezza e omissione di soccorso.
Il 19 giugno 2010, a Cartigliano, mentre era al volante della sua Citroen, l’uomo invase la corsia opposta e si scontrò con l’auto di una donna, M.T., cagionandole delle ferite. Invece di prestare assistenza tirò dritto, ma venne poi individuato.
All’anziano è stata sospesa la patente per 2 anni. (*)

(*) Nota: si tende a pensare che il problema alcol e guida sia una prerogativa dei giovani e degli stranieri, mentre, come dimostra ogni giorno questa rassegna, è una questione trasversale a tutti i conducenti.
Anche per questo è urgente un incremento dei controlli sulle strade nelle ore diurne.

LA PROVINCIA DI SONDRIO

«L’etilometro in quota "sballa"», minimo della pena per livignasco
Più che la tesi difensiva ha fatto breccia il basso tasso alcolemico registrato
Sondrio
L’etilometro in quota non funziona. E’ troppo sensibile alla pressione atmosferica. Ergo, il tasso alcolemico rilevato sopra i 2000 metri di altitudine va preso con le pinze. Anzi, non va considerato affatto. Questa la tesi sostenuta in aula ieri dall’avvocato Sara Muzio durante il processo a carico di Flavio Lazzeri, 46enne di Livigno, accusato di guida in stato di ebbrezza per essere stato trovato con un tasso pari allo 0,82 grammi/litro. Il legale del livignasco, ha prodotto in aula i dati rilevati in quei giorni - era l’agosto del 2009 - dall’Arpa, dati che dimostrano come vi fosse una pressione di circa 772,9 millibar, al di sotto dei parametri previsti dal tipo di etilometro utilizzato quella sera che funziona con una pressione compresa tra gli 850 e i 1025 mbar.
Secondo l’avvocato, quindi, l’etilometro - marca Drager 710, modello MKIII - quella sera avrebbe potuto non funzionare a dovere.
Di qui la richiesta di assoluzione per non aver commesso il fatto, mentre la pubblica accusa, sostenuta in aula dal pm Elvira Antonelli, ha puntato su una condanna a 24 giorni di arresto, più un’ammenda di 700 euro.
Il giudice Renato Buzi ha condannato l’imputato al minimo della pena: 5 giorni di arresto e 600 di ammenda, convertiti in 1250 euro da pagare oltre alle spese processuali (patente sospesa per sei mesi). Una sentenza - bene precisarlo - motivata più che dalla tesi difensiva, dal tasso alcolemico contenuto.
Ma torniamo ai fatti. Il Lazzeri la sera del 24 agosto del 2009 era a bordo del suo Mercedes Slk e stava salendo al Foscagno. Giunto in dogana, si è visto fermare da due finanzieri i quali - come hanno poi confermato in aula durante l’udienza di ieri - lo hanno trovato con occhi lucidi, alito "fortemente vinoso e con difficoltà di linguaggio". (*) Di qui la richiesta di un etilometro al Passo per eseguire un controllo del tasso alcolemico, prontamente fornito al passo da una pattuglia dei vigili urbani di Livigno. L’esame registrò un tasso pari allo 0,82, non esorbitante, ma comunque superiore (anche se di poco) a quanto consentito dal codice della strada.
L’imputato ha dichiarato di aver bevuto solo una "mezza birra" prima di mettersi alla guida della sua vettura e la difesa ha fatto leva - producendo i tabulati Arpa - sulla pressione atmosferica che avrebbe potuto influire sul funzionamento dell’etilometro, facendolo così "sballare".
Un fatto che il giudice Renato Buzi nel motivare la sua sentenza ha definito "irrilevante" ed ha sentenziato la condanna - tutto sommato lieve - basandosi sul tasso alcolemico registrato dalle due prove effettuate quella sera e dalle dichiarazioni dei due militari che si erano insospettiti vedendo l’atteggiamento del conducente. «Non vi è prova che una pressione atmosferica di poco inferiore a quella minima prevista dalle istruzioni d’uso dell’apparecchio, abbia potuto in concreto determinare l’errato funzionamento dell’etilometro. E in più - ha concluso il giudice Buzi - il tasso alcolemico registrato prova lo stato di ebbrezza ed è onore dell’imputato fornire eventualmente la prova contraria a tale accertamento, dimostrando vizi o errori di strumentazione o di metodo nell’esecuzione dell’aspirazione».
In passato, non sono mancati gli avvocati che per difendere i loro clienti hanno cercato di fare leva anche sulle temperature polari in cui spesso gli accertamenti vengono effettuati a Livigno, ma sino ad ora nessuno ha ottenuto "clemenza" in aula.
Antonia Marsetti

(*) Nota: che strani scherzi gioca l’al…titudine.

LA PROVINCIA DI SONDRIO

Guidano ubriachi, raffica di sentenze senza fare sconti
Quello al livignasco non è stato l’unico processo celebrato negli ultimi giorni per guida in stato di ebbrezza. Non passa giorno, infatti, senza che non ci siano sentenze per questo reato. E quelle pronunciate nelle ultime ore sono davvero pesanti.
Lorenzo Ruttico - del ’69 di Albosaggia - è stato condannato dal giudice Antonio De Rosa a quattro mesi di arresto e al pagamento di 1000 euro di ammenda (oltre alle spese processuali). L’imputato ha chiesto e ottenuto che la pena inflittagli venisse convertita in ore di lavoro e così il giudice ha trasformato l’arresto in 124 giorni di lavori di pubblica utilità da svolgersi presso il comune di Faedo. L’uomo era stato fermato a bordo della sua Peugeot la sera del 31 dicembre del 2010 e si era rifiutato di sottoporsi all’alcoltest. La patente gli è stata sospesa per sei mesi e l’auto invece confiscata.
E’ andata peggio a Isabella Cesari - sondriese del 1986 - condannata al pagamento di 11.920 euro di ammenda (che di fatto non dovrà sborsare in quanto le è stata concessa la sospensione condizionale). Dovrà però rinunciare definitivamente alla patente e all’auto - una Mercedes Classe A - che le è stata confiscata. Il tasso alcolemico registrato alla donna fermata a Sondrio il 7 giugno del 2010, era - pensate - di 1,81 grammi litro alla prima prova e di 1,72 alla seconda.
Posizione ancora più grave per Davide Bavieri, del ’71 di Sondrio, che ha invece patteggiato (beneficiando così dello sconto di un terzo sulla pena) a 128 giorni di arresto e al pagamento di 2992 euro di ammenda. Dovrà fare a meno della patente per due anni, mentre l’auto - una Bmw 330 - non gli è stata sequestrata in quanto non di sua proprietà. L’uomo è stato rinviato a giudizio in quanto provocò un incidente (la sera del 18 dicembre del 2009) e dagli esami del sangue che gli fecero in ospedale saltò fuori che in corpo aveva un tasso alcolemico di 2,75.

QUOTIDIANOSICUREZZA.IT

Corso di formazione per medici competenti
Roma – Si svolgera’ a Roma il 23 maggio 2011, il corso di formazione dal titolo “Uso/Abuso di alcol e lavoro: le criticita’ gestionali”. Il corso, organizzato dall’INAIL, ha come obbiettivo quello di fornire una formazione specifica, rivolta ai medici competenti, relativa alle condizioni di alcool dipendenza tra i lavoratori. L’evento fornira’ ai medici interessati una specifica conoscenza delle norme attualmente in vigore.
La “Legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati” n. 125 del 30 Marzo 2001, regolamenta il divieto di somministrazione e di assunzione di bevande alcoliche per determinate categorie di lavoratori. La stessa legge stabilisce al comma 2 che debbano essere effettuati per queste categorie lavorative “controlli alcolimetrici”, eseguiti, nello specifico, dal medico competente e dai medici del lavoro dei servizi di prevenzione della ASL.
Legge 125/01 articolo 15:
Comma 1: “Nelle attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l’incolumità o la salute dei terzi, individuate con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro della sanità, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, è fatto divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche”.
Comma 2: “Per le finalità previste dal presente articolo i controlli alcolimetrici nei luoghi di lavoro possono essere effettuati esclusivamente dal medico competente ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera d), del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni, ovvero dai medici del lavoro dei servizi per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro con funzioni di vigilanza competenti per territorio delle aziende unità sanitarie locali”.
Il successivo decreto legislativo 81/08, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, ha disposto inoltre visite mediche specifiche, finalizzate alla verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza.
D.Lgs.81/08: Art. 41 comma 4:
“Le visite mediche di cui al comma 2, a cura e spese del datore di lavoro, comprendono gli esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati al rischio ritenuti necessari dal medico competente. Nei casi ed alle condizioni previste dall’ordinamento, le visite di cui al comma 2, lettere a), b), d), e-bis) e e-ter) sono altresì finalizzate alla verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti”.
L’evento avra’ luogo, dalle ore 8,30 alle ore 18,15 presso la sede del Dipartimento Medicina del Lavoro ex ISPESL di Roma, in Via Urbana 167.
Per i medici competenti interessati l’iscrizione puo’ essere effettuata on line: www.ispesl.it/corsiDml , via fax: 06 94181 410 oppure via e-mail: corsi.dml@ispesl.it .
Il corso prevede un numero Massimo di 30 partecipanti, selezionato tenendo conto dell’ordine di arrivo delle domande di iscrizione. La quota di iscrizione è di € 215,00 + IVA.

COMUNICATI.NET

FUORI DAL SILB CHI SOMMINISTRA AI MINORI DI 16 ANNI
«Espelleremo dalla nostra associazione tutti coloro che operano in maniera criminale».
È questo il monito lanciato dal presidente Silb-Fipe, Maurizio Pasca, a tutti gli associati che somministreranno alcolici ai minori di 16 anni.
«Sono d’accordo con l’On. Mussolini che intende lanciare una task force per il rispetto tassativo del divieto di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di 16 anni, come stabilisce il codice penale sin dal 1930. Non è possibile assistere a scene come quelle documentate ieri sera dalla trasmissione televisiva Striscia la notizia - dice Pasca – perché l’operato scriteriato di pochi gestori danneggia l’immagine dell’intera categoria».
TGCOM

Madre e figlia si suicidano: padre e figlio le imitano
Ivrea: morto annegato il genitore, il giovane si è invece salvato
Tragedia senza fine in una famiglia torinese. Dopo il suicidio della madre e della figlia, a distanza di anni il padre e l’altro figlio hanno deciso di imitare il tragico gesto delle due donne di casa, gettandosi nel lago di Cascinette, vicino a Ivrea. L’uomo, 61 anni, è morto annegato, il figlio, 37enne, si è invece salvato. In una tasca dei suoi pantaloni la spiegazione del gesto: un articolo di giornale sul suicidio delle due donne.
Troppo forte il dolore. Troppo forte il peso da sopportare. Secondo quanto riferisce la Stampa, infatti, padre e figlio non sono più riusciti a riprendersi. Le due donne, affette da problemi psichiatrici, si erano tolte la vita molti anni fa e da allora per i due uomini l’esistenza era diventata insostenibile: hanno perso il lavoro e hanno iniziato ad avere problemi con l’alcol.
Anche mercoledì sera, secondo quanto riferito dagli investigatori, erano ubriachi. Hanno raggiunto il laghetto in auto e hanno saltato il terrapieno, gettandosi in acqua. Per il genitore, che non sapeva nuotare ed era affetto da un male incurabile, non c’è stato scampo. Pochi giorni fa aveva tentato il suicidio con i gas di scarico dell’auto, ma era stato fermato dai parenti.
Spinto dallo spirito di sopravvivenza, invece, il figlio ha reagito raggiungendo la riva a nuoto. Una volta uscito dal lago, è corso disperato dallo zio e ha chiamato i soccorsi per tentare di mettere in salvo anche il padre. Troppo tardi. I vigili del fuoco e i carabinieri, dopo alcune ore di ricerca, hanno recuperato il corpo senza vita dell’anziano. Il 37enne è stato quindi soccorso dagli operatori del 118 e trasportato nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Ivrea.
LEGGO (Padova)

Domenica notte avevano fatto irruzione…
Domenica notte avevano fatto irruzione nell’abitazione di Vittorio Gobbo, 72 anni, il pensionato di Bagnoli di Sopra. L’avevano picchiato e rapinato. Ora i carabinieri sono riusciti a identificarli e ad arrestarli. Si tratta di tre marocchini Madji Saidi, 27anni, Azziz Saidi, 28 anni e Khalid Touhami, 24 anni, trovati rispettivamente ad Agna, San Pietro Viminario e Cona. Sarebbero loro, secondo i militari, i responsabili della rapina. Gobbo era stato picchiato selvaggiamente dai rapinatori che, introdottisi in casa, l’avevano colpito alla testa con una pietra e una bottiglia, costringendolo ad un ricovero presso l’ospedale civile di Monselice, dove si trova tuttora.
Dalle testimonianze i carabinieri hanno ricostruito la dinamica del colpo. Intorno all’1 circa del 15 maggio, i tre marocchini si erano incontrati in un bar del paese ed avevano bevuto insieme alcune bottiglie di birra. In preda agli effetti dell’alcol ed essendo a corto di denaro, avevano deciso di andare all’abitazione della vittima, da loro conosciuta proprio al bar, per rubargli il televisore Lcd da poco acquistato.
Raggiunta la casa del pensionato, mentre uno di loro di loro faceva il palo, attendendo in strada a bordo dell’autovettura, gli altri due entravano nell’abitazione e aggredivano l’anziano lasciandolo agonizzante. Il 72enne, aveva chiamato il 112 col telefono. Poi era stato portato all’ospedale.
MARKETPRESS.INFO

ALCOL E GIOVANI: REALIZZATO PROGETTO INTERVENTO TRA VENETO, FRIULI E CARINZIA; ALLARME SPECIFICO PER RAGAZZE VENETE, PIU’ SONO GIOVANI E PIU’ BEVONO”
Venezia, 19 maggio 2011- L’alcol è la prima causa di morte in Europa per i giovani tra i 18 e i 25 anni. La situazione allarmante per quanto riguarda le regioni Veneto, Friuli-venezia Giulia e il land austriaco della Carinzia che hanno assieme realizzato il progetto A.dri.a (Alcohol Drinking Awareness), “Disagio giovanile e problemi alcool-correlati: conoscenza, innovazione e sperimentazione”, inserito nel programma transfrontaliero Interreg Iv Italia-austria, iniziato nel 2008 e terminato ora, presentato a Villa Manin di Passariano. Erano presenti ai lavori gli Assessori regionali ai servizi sociali del Veneto Remo Sernagiotto, del Friuli Vladimir Kosic e della Carinzia Christian Ragger. I dati a disposizione testimoniano le dimensioni davvero preoccupanti della situazione: i giovani consumatori di alcol tra gli 11 e i 18 anni nel Veneto sono pari al 24,5%, contro una media nazionale del 22,4%; nella classe d’età tra i 19 e i 24 anni lo scostamento è ancora più rilevante: i giovani maschi a rischio in Veneto sono il 38,3% contro il 25,3% della media nazionale, le giovani donne sono il 18,6% in Veneto contro il 10,4 in Italia. E’ stato sottolineato da parte degli operatori l’aspetto che riguarda specificamente le giovani venete: più sono giovani e più bevono, tanto che nella fascia 11-18 le ragazzine consumatrici di bevande alcoliche sono ben il 22,4% contro una media italiana del 13%. Per quanto riguarda il Friuli, tra gli 11 e 18 anni i maschi bevono in una percentuale del 20,8% e le donne del 14,1% e in quella dei 19-24 anni i maschi bevono nel 37,4% e le femmine nel 22,5%. Il land austriaco della Carinzia: il 6% dei ragazzi/e tra gli 11 e i 15 anni, e nella fascia d’età tra i 14 e i 17 anni segnalano una generale diminuzione dei giovani bevitori ma l’aumento del consumo di alcol. “Il progetto presentato dalle tre regioni – ha detto Sernagiotto - è un lavoro importante e diventerà senza dubbio uno strumento efficace per scambiare le conoscenze, fare il punto sull’efficacia dei servizi erogati nei territori, dar vita ad azioni comuni di promozione e protezione della salute. Fare rete è la strada maestra per prevenire il fenomeno del consumo giovanile di alcol. Una delle caratteristiche più interessanti del progetto oltre alla messa a punto di un comune sistema di qualità delle pratiche di prevenzione, cura e assistenza, è l’accoglimento e la realizzazione in ogni regione partner della metodologia della “Peer Education”, sono cioè i giovani stessi a svolgere un’azione educativa nei confronti dei loro coetanei. Sernagiotto ha ricordato le azioni d’intervento che caratterizzano il Veneto in quest’area: dalla presenza delle unità mobili nei luoghi d’aggregazione giovanile, all’utilizzo della comunicazione multimediale tra cui l’uso sistematico dei social network, secondo gli stili comunicativi delle nuove generazioni, e in particolare la creazione di una Webtv (www.Fuoritv.it ), che occupandosi di tendenze giovanili nell’area dell’intrattenimento, del divertimento e del consumo, arrivi, creando una comunità virtuale, ai temi della prevenzione. L’assessore ha concluso il suo intervento sostenendo che il problema dell’abuso nel consumo di alcol per i giovani e giovanissimi si lega purtroppo ad altre dipendenze, non ultima quella dal gioco d’azzardo e da internet “che devono essere prese in carico dalla famiglia – ha sostenuto - perchè dove tiene la famiglia e la comunità è dimostrato che le dipendenze sono meno diffuse”.
IL TEMPO (Abruzzo)

Nei guai barista di Penne. Grave intossicazione alcolica per i giovani
Vodka e Sambuca a due minorenni che finiscono all’ospedale
«Una Sambuca». E lui non si faceva pregare nel versare il superalcolico nel bicchiere, notoriamente il genere con il più alto ricarico commerciale. Solo che i clienti erano due minorenni, come i tanti che frequentavano il suo locale nel centro di Penne dove la carta d’identità era un optional neppure considerato. Il giorno della festa patronale, il 7 maggio, i carabinieri hanno effettuato alcuni controlli riscontrando che erano state servite al banco ben 12 dosi di alcolici del tipo vodka e sambuca a due giovani minorenni del luogo. Gli stessi che più tardi avevano dovuto ricorrere alle cure dei sanitari dell’ospedale civile per un principio di «grave intossicazione alcolica». Il titolare del bar paninoteca, noto ritrovo giovanile della città vestina, è stato deferito all’autorità giudiziaria per aver somministrato alcolici a minori determinandone un evidente stato di ebrezza. Nei confronti del locale è stata inoltre avanzata proposta di chiusura temporanea all’Ente comunale competente. I carabinieri hanno rivolto una particolare attenzione allo specifico fenomeno dell’abuso di sostanze alcoliche negli ambienti giovanili sia sotto il profilo della prevenzione che del contrasto alle illecite condotte di titolari di esercizi pubblici, ritenuti «privi di scrupoli nel consentirne il consumo a giovani minorenni, «in spregio alla vigente normativa e al comune senso di responsabilità».
CORRIERE DEL VENETO (Verona)

Tolta la patente al tassista ubriaco
VERONA -Si trovava al volante sotto l’effetto di droga e alcol quando, ai comandi del suo taxi, un 34enne originario di Rovereto investì un 58enne in via Manzoni per poi darsi alla fuga senza prestare il minimo soccorso all’uomo che giaceva a terra sotto gli occhi atterriti della moglie che lo accompagnava. Fu un episodio che destò clamore quello costato l’arresto al 34enne per mano dei vigili urbani di Verona: già condannato per quella vicenda a otto mesi con l’accusa di omissione di soccorso, ieri ha rimediato ulteriori due mesi e dieci giorni dal giudice Marzio Bruno Guidorizzi per le ipotesi di reato di guida sotto l’effetto di alcol e stupefacenti. Non solo, perché in aula l’imputato si è anche visto sospendere la patente per due anni e mezzo. Già l’anno scorso, dopo la direttissima, l’imputato era uscito dal carcere ottenendo gli arresti domiciliari, ma appena uscito da palazzo di giustizia era stato nuovamente arrestato su disposizione del tribunale di sorveglianza di Trento in quanto era risultato con precedenti penali. In trasferta a Verona, il 7 gennaio 2010 -stando alle accuse -guidando all’impazzata aveva seminato il panico fra i pedoni, investito di striscio un uomo ed era fuggito. Il tutto non in piena notte ma nel bel mezzo di un pomeriggio di autentica follia: la prima segnalazione alla polizia stradale era arrivata dal titolare di una stazione di benzina nei pressi della tangenziale che aveva visto un taxi compiere dei testa coda e quindi ripartire sgommando. Successivamente alcuni clienti del Punto Snai dello stadio Bentegodi avevano chiamato il 113 per denunciare la presenza di alcune persone che, scese da un taxi, si intrattenevano rumorosamente. Quindi era stata la volta di una donna che aveva raccontato spaventata come il marito, di 58 anni, fosse appena stato travolto da un taxi mentre attraversava via Manzoni.
CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (Napoli)

«Vodka, vodka e vodka Facile sballare a 18 anni»
Andrea Cannavale, ex pr, racconta la nuova movida
NAPOLI — Se c’è qualcuno che conosce bene il by night partenopeo, quello è Andrea Cannavale. Andrea, figlio dell’attore Enzo— scomparso soltanto due mesi fa — ha dettato per anni le regole, a Napoli, nel lavoro di «pr» . Ci spiega di non aver mai bevuto: tanto meglio. Sarà un osservatore «esterno».
Com’è cambiato il modo di bere nei locali napoletani rispetto al passato?
«Oggi esiste il fenomeno dei baretti. I ragazzi vanno al baretto, poi con gli amici a prendere l’aperitivo. Poi magari si cena, e si beve vino. Dopo si esce, si va nei locali, e si beve ancora. Tutte queste occasioni per assumere alcolici, alla fine della nottata diventano— scusate il gioco di parole— un cocktail micidiale».
Quali sono i cocktail preferiti dai più giovani?
«Su tutto regna la vodka, nelle varie combinazioni. Al primo posto nella classifica del gradimento ci metterei la Redbull e vodka. Si tratta di combinazioni dai sapori dolci, che risultano gradevoli ad una vasta platea di persone».
E poi?
«Vodka con prosecco, vodka e champagne, gin tonic e vodka».
Praticamente, la vodka per l’alcol, e il resto per aggiustare il sapore.
«Sì. I ragazzi possono berne cinque, sei, addirittura dieci nella stessa serata. Ovviamente si tratta di giovani con una buona disponibilità economica, perché una consumazione può costare anche venti euro, e un tavolino per una serata può arrivare a costarne anche 150».
Dieci cocktail in una serata. Parliamo di un problema grave, o no?
«Io ho sempre bevuto coca e succhi d’ananas. Quando uscivo con i miei amici ero sempre quello che guidava. Nonostante ciò, credo sia del tutto inutile dire ai ragazzi che non bisogna bere. Non staranno mai a sentirci. Bere è un modo per socializzare, per stare in allegria. Bisognerebbe piuttosto istruirli ad affidare una grossa responsabilità, la responsabilità delle loro vite nel ritorno a casa, alla persona del gruppo che non ha bevuto. Questo, credo siano disposti ad accettarlo. Non è vero che i giovani di oggi sono meno intelligenti rispetto alla nostra generazione. Anzi, sono molto più svegli».
Sarà vero, resta il fatto che bevono come spugne.
«Oggi il fenomeno dell’alcol fra i giovani sta allarmando tutto il mondo, in America e in altri Paesi ha superato quello della droga. Noi, paradossalmente, abbiamo un rapporto con l’alcol per nulla estremo. La verità è che quando si hanno diciott’anni, si hanno diciott’anni. Punto».
Negli ultimi tempi si parla anche di corse d’auto. Prima i cocktail, poi la corsa. Ti risulta?
«In maniera completamente incosciente, lo facevamo anche noi. La differenza è che nei nostri gruppi, il pazzo che guidava perlomeno non aveva bevuto. Anche nella follia, c’era una sorta di prudenza che oggi sembra scomparsa» .
I giovani del by night napoletano usano molti stupefacenti?
«Negli ultimi anni si è diffusa anche fra i giovanissimi la cocaina, è questo, oltre ad essere un dato evidente, è un grosso problema. Soprattutto quando viene mischiata all’alcol» .
Forse che l’unico modo per star sicuri è tenere i ragazzi chiusi in casa?
«Assolutamente no. Io sono a favore del by night. La movida è fatta in larga parte di bravi ragazzi, ci si diverte, nascono nuovi amori. Occorre però educare i ragazzi a vivere la notte, a conoscere il proprio corpo, a capire quanto alcol si può tollerare. E soprattutto, non vietare loro di bere, ma insistere sul concetto del guidatore sobrio. Poi può capitare la fatalità. E lì non puoi farci niente».
Stefano Piedimonte
JULIE NEWS

Fuorigrotta, semina il panico sfrecciando contromano: arrestato
Ieri mattina, gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Napoli e quelli del Commissariato di Polizia San Paolo, hanno denunciato in stato di libertà, M.R., 44enne napoletano, con precedenti di polizia, per i reati di guida in stato di ebbrezza, rifiuto di sottoporsi all’esame etilometrico, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.
L’uomo è stato sorpreso dai poliziotti mentre a bordo di una Suzuki attraversava nel senso di marcia opposto il sottopasso che da Via Cinthia conduce a Piazzale Tecchio.
In pochi istanti, la folle guida dell’uomo ha scatenato il panico tra gli automobilisti che percorrendo il sottopasso in senso ordinario si trovano di fronte la Suzuki che sfrecciava a tutta velocità. A questo punto, visto che l’uomo non si era fermato nemmeno al richiamo con l’altoparlante ed al suono della sirena della volante, per evitare gravi conseguenze i poliziotti hanno deciso di anticipare la Suzuki e far accostare sul lato della strada tutte le autovetture che imboccavano il sottopasso. Arrivata fuori il tunnel, l’autovettura è stata bloccata da un’altra autovettura della Polizia sopraggiunta dal lato opposto.
L’uomo che si è presentato in evidente stato di alterazione psicofisica, con l’alito fortemente vinoso e le pupille fortemente dilatate, ha aggredito i poliziotti che con grande difficoltà sono riusciti a bloccarlo. Nonostante immobilizzato ha poi continuato ad agitarsi lanciando frasi offensive e minacciose nei confronti degli uomini in divisa.
L’uomo è stato quindi condotto presso gli uffici di polizia di Via Tanucci dove, riportato alla calma, è stato denunciato. Prima di essere rilasciato gli sono state inoltre contestate numerose violazioni al Codice della Strada.
L’autovettura è stata consegnata al legittimo titolare, un amico del denunciato che gliela aveva prestata come rifugio notturno in quanto l’uomo dopo avere litigato con la moglie stava da alcuni giorni dormendo fuori casa.
IL TIRRENO

NOTTI BRAVE
Multati due volte la stessa sera
Avevano appena preso una multa all’interno di un pub di viale della Repubblica per ubriachezza molesta.
I due ventiquattrenni incuranti dei rischi hanno preso l’auto e se ne sono andati. Peccato che l’auto, poco più avanti, è stata fermata dagli stessi poliziotti che hanno denunciato il conducente con il ritiro della patente e sequestrato l’auto.
IL TIRRENO

A VERGAIO
Beve 12 birre Multa di 102 euro
PRATO. Infastidiva i passanti nei giardini di via Traversa di Vergaio, tra cui alcuni bambini. Quando i poliziotti sono arrivati, chiamati dai residenti per i comportamenti incivili e gli schiamazzi, si sono trovati davanti un gruppo di cinque giovani di varie nazionalità. Uno di questi, un ventenne pratese palesemente ubriaco, spavaldamente si è beato con gli agenti di aver bevuto 12 bottiglie di birra: una spesa a cui si aggiunge quella della contravvenzione di 102,68 euro spiccatagli all’istante per ubriachezza molesta.
IL RESTO DEL CARLINO (Rimini)

Investì e uccise la vicina di casa Guidava ubriaco e drogato

LIBERTA’

Quarto, ubriaco provoca un incidente e scappa con l’auto senza una ruota

LA TRIBUNA DI TREVISO

alcol e giovani, firmato il patto



© asaps.it
Venerdì, 20 Maggio 2011
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