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Conducenti obesi e sottopeso alla guida: rischio globale. I rischi cui vanno incontro conducenti e passeggeri troppo corpulenti, e quelli eccessivamente magri, in auto.

Conducenti obesi e sottopeso alla guida: rischio globale. I rischi cui vanno incontro conducenti e passeggeri troppo corpulenti, e quelli eccessivamente magri, in auto.

(ASAPS) BRISTOL (GRAN BRETAGNA)– Immaginate un auto che va a sbattere, e poi pensate che al volante ci sia un passeggero che superi il quintale, uno che sia nella media del peso forma, diciamo 70 kg, ed uno magrissimo, pelle ed ossa.
Chi si farà più male, a parità di  impatto?
Ovvio, quello più corpulento e quello magrissimo. L’idea, fin qui semplice, ha dato il via ad una ricerca universitaria, condotta dal Dipartimento di Medicina Sociale dell’Università di Bristol (GB) e pubblicata sul numero di maggio dell’International Journal di Epidemiology.
Lo stage è stato effettuato in Nuova Zelanda da un gruppo di ricercatori guidati dal dottor Gary Whitlock, che ha raggiunto proprio questa conclusione: in caso di incidente, il rischio di lesioni per i grassi ed i secchi è decisamente più elevato, con un’aggravante in più per quelli in sovrappeso. A loro discapito, manco a dirlo, un’eccessiva predisposizione ai colpi di sonno. Per i più rinsecchiti, invece, il rischio maggiore è quello delle fratture.
Ma prima di entrare nel dettaglio, è opportuno fare alcune considerazioni sull’obesità, che in questi anni sta raggiungendo nel mondo “proporzioni da epidemia”, mostrandosi in preoccupante crescita sia nei paesi industriali che in quelli in via di sviluppo.
È una patologia definita “globale”, che incide in maniera estremamente negativa sulla salute umana, e che nella generalità dei casi aumenta notevolmente il rischio di malattie del cardiovascolari, di forme neoplastiche ai polmoni ed al colon, aumenta la possibilità di artrite e diabete. Scientificamente, il sovrappeso “è uno stato anormale caratterizzato dall’accumulo eccessiva di grasso nell’organismo, fenomeno indetto in realtà da un processo che – sulla carta – è semplicissimo: il numero di calorie consumate è maggiore di quelle bruciate.
Non sempre le cause di questo fenomeno sono uguali: a volte concorrono fattori casuali esogeni come un’eccessiva alimentazione o l’inattività motoria, o da precisi fattori endogeni, come disfunzioni glandulare e/o endócrine. Negli USA per esempio, nonostante tanti fustacchioni alla Colin Farrel (muscoloso interprete di S.W.A.T.) o di Angelina Jolie (la formosa ed atletica protagonista di Tomb Raider), il 63% degli adulti è in sovrappeso, mentre un buon 23% è da considerare obeso. Non suggono, negli States, i bambini, tanto che recenti ricerche hanno potuto accertare che 1 bambino americano su 5 è classificato in sovrappeso. In Italia, le cose non vanno meglio ed anche qui sono i giovani ed i giovanissimi considerati a rischio di un’epidemia – se così la si può chiamare – che ha come principale untore la cattiva abitudine alimentare, del troppo e del male, e la scarsa attività fisica.
Nel nostro paese, infatti, il 35% degli adulti sono in sovrappeso ed il 9% può essere considerato obeso.
Per i più giovani (dagli 0 ai 18 anni), si parla di cifre che oscillano dal 20 al 36%. Anche se sembra assurdo, poi, non si salvano dal grasso in più anche paesi in via di sviluppo, come Brasile ed Colombia, che vantano cifre attestate tra l’Italia e gli Usa, con rispettivamente il 36% e il 46% della popolazione è in sovrappeso, mentre in Cina si tocca il 20%. Proprio alcune espressioni vicine al movimento No Global hanno lanciato senza mezzi termini precise accuse ai giganti del fast-food, ai quali viene biasimato  il prezzo inferiore, rispetto a salutari  frutta e vegetali, di cibi  eccessivamente ricchi di zucchero e grassi. Non per niente, la Russia ha il 54% di persone in sovrappeso, il Regno Unito il 51% e in Germania il 50%. In Europa, in totale, sono in sovrappeso più della metà delle persone adulte tra i 35 e i 65 anni e dei bambini: in Francia il 21%, in Gran Bretagna il 17,2% e in Olanda l’8%.
Ma torniamo alla sicurezza stradale, che è il nostro campo: un cronico stato di obesità o una condizione patologica di sottopeso, comporta per guidatore [o passeggero, ndr],  un maggior rischio di lesioni negli incidenti stradali rispetto a persone di taglia media.
La lunga ricerca pubblicata sull’International Journal di Epidemiology ha preso in esame persone che sono rimaste uccise o che hanno riportato gravi ferite mentre si trovavano alla guida di un veicolo nel decennio compreso tra il 1988 e il 1998, in Nuova Zelanda. Il protocollo di studio ha previsto una catalogazione dei soggetti secondo quattro gruppi, in relazione alla massa corporea calcolata moltiplicando il peso per l’altezza.
I risultati hanno evidenziato che i guidatori più obesi sono risultati essere soggetti ad incidenti stradali, due volte di più rispetto a persone di taglia media: una spiegazione è stata data dal fatto che le persone sovrappeso mostrano una maggior predisposizione  a disturbi del sonno come l’apnea, che causa una pausa respiratoria rendendo difficile dormire per lunghi periodi, e che sottopone il soggetto affetto a maggiori rischi da colpo di sonno.
I più magri, che molti incidano per l’invidiabile silouette, sono invece più esposti a lesioni dirette da trauma, a parità di condizioni d’impatto, dei soggetti di media corporatura.
A loro discapito anche la scarsa attitudine delle cinture di sicurezza – progettate per persone più robuste – ad assolvere alla loro funzione in presenza di fisici così stentati.
Fonte:  University of Bristol, “Globalizzazione dell’obesità”  di Lilly Wolff,  www.ecplanet.com. (ASAPS).

 

Martedì, 10 Maggio 2005
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