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Rassegna alcol e guida del 23 maggio 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

CORRIERE ADRIATICO


Si scatenano vandali e ubriachi
Il medico di guardia assediato chiama i carabinieri. Protestano anche i residenti
Mondolfo Per diversi cittadini è stata una nottata non proprio divina bensì da incubo. Il day after di ogni festa del vino o notte bianca che sia è fin troppo spesso il giorno della conta dei danni, delle polemiche e segnalazioni da parte di residenti che non hanno chiuso occhio e sono stati costretti ad assistere a scene assolutamente da censurare.
Come durante Mondolfo di vino, la festa che si è tenuta sabato e ieri nel centro storico, organizzata dall’associazione I Tre colli. Nel fiume di gente che ha invaso Mondolfo c’è chi ha alzato fin troppo il gomito e durante la serata non sono mancati atti vandalici di ogni genere e schiamazzi. Sabato è stata la giornata peggiore in tal senso.
Circa ottomila persone hanno riempito fin dall’ora di cena le diverse cantine che proponevano musica, menù con piatti tipici annaffiati da tanto vino e altri alcolici. Col passare delle ore, stando alle segnalazioni, in alcune zone la situazione è degenerata. Un bicchiere dietro l’altro e qualche ragazzo ha perso il controllo non trovando di meglio che ribaltare e prendere a calci bidoni della spazzatura, rompere recinzioni, urinare sulle porte, danneggiare auto in sosta, urlare a squarciagola sotto le abitazioni. Nei pressi dell’ex ospedale Bartolini dove era allestita una delle cantine si sono verificati i maggiori problemi.
Per la dottoressa Annamaria Verrocchio che sabato sera prestava servizio nella sede della guardia medica, situata proprio all’interno del Bartolini, è stata una notte da incubo tanto che si è ritrovata costretta a chiamare due volte i carabinieri per quanto all’esterno stava accadendo. Atti vandalici e addirittura giovani ubriachi che davanti alla telecamere si sono esibiti in gesti osceni e parolacce. Per paura del peggio la dottoressa si è rintanata all’interno dei locali spegnendo anche la luce. Alla seconda richiesta di intervento poi le forze dell’ordine sono rimaste a controllare la zona per evitare che tornassero gli scalmanati. I carabinieri, come riferisce la stessa dottoressa, hanno avuto molte chiamate durante la serata per situazioni simili. Non sono mancate proteste di residenti che riferiscono di giovani che hanno spaccato tirandoli a terra bicchieri e bottiglie di vetro. Un aspetto che merita una riflessione considerando che la prima misura di sicurezza che si applica in feste simili, tramite apposita ordinanza del sindaco, è quella di servire bevande solo in bicchieri di plastica o carta con il divieto di asportare bottiglie. (*) Evidentemente qualcuno non l’ha rispettata. A confermarlo è il presidente dell’associazione I Tre colli, Francesco Campetti. “Purtroppo qualche bar non ha rispettato l’ordinanza - afferma - non sicuramente le cantine. Di questo situazione sono molto arrabbiato perché noi cerchiamo con tutte le forze di far sì che la festa si svolga senza problemi. E’ pur vero che da quanto mi è stato riferito non ci sono stati atti vandalici rilevanti, se poi su ottomila persone una decina si rende protagonista di gesti cretini non si può etichettare negativamente una festa. Ciò non toglie che chi si è lamentato ha ragione. Noi abbiamo fatto tutto il possibile, mettendo a disposizione etilometri, pullman e un’area per dormire”.
Marco Spadola  

(*) Nota: ovviamente il problema non sta nei contenitori, ma nel contenuto. Avessero distribuito solamente analcolici in bicchieri di vetro non sarebbe successo niente.


CORRIERE ADRIATICO

 


Cronaca di una notte da incubo: “Ho paura”
Mondolfo La dottoressa Annamaria Verrocchio sabato notte era di servizio presso la guardia medica di Mondolfo, nell’ex ospedale Bartolini. Ai locali si accede attraverso una piazzetta sul retro di piazza Bartolini, sulla quale sabato e domenica sono state allestite le tavolate per gli avventori di Mondolfo di vino. Alle 3.54 di ieri la dottoressa ha inviato la seguente lettera di allarme all’email del Corriere Adriatico. “Questa notte, qui c’è stata una festa: Mondolfo di vino - scrive Annamaria Verrocchio -. Lascio a voi immaginare cosa può succedere quando ai ragazzi si consente di bere, anzi addirittura li si incoraggia creando una situazione favorevole. Vorrei tanto che qualcuno venisse qui a fotografare lo scempio e i resti di atti vandalici perpetrati nell’area antistante la porta a vetri che mi separa dall’esterno. Bidoni dei rifiuti svuotati, recinzioni divelte, porta e pareti utilizzati come orinatoi, gesti osceni e parolacce rivolti alla telecamera. La sede della guardia medica si trova nell’ex ospedale Bartolini, l’ingresso è posteriore in un vicolo cieco, io sono l’unica occupante di tutto l’edifico. Sono stata costretta a rivolgermi ai carabinieri. Ora c’è una loro auto sulla piazza, perchè mentre svolgo il mio lavoro di medico, ho paura. Allora mi chiedo per la seconda volta, perchè anche lo scorso anno la situazione è stata molto simile, anche se meno grave, quale possa essere il razionale che fa sì che una persona responsabile possa autorizzare questo tipo di manifestazione. Il movimento di denaro che genera questa istigazione allo stato di ebrezza (volendo usare un eufemismo) è tale da giustificare gli eccessi che ne derivano? Chi ha organizzato e chi ha autorizzato la manifestazione ha deliberatamente o solo superficialmente ignorato le conseguenze della stessa? I carabinieri non sono riusciti, dopo la prima chiamata da me effettuata intorno alle 23, a tornare prima della mia seconda chiamata alle 2.40, a controllare come li avevo esortati a fare perché impegnati in altri analoghi e numerosi interventi. Come può un amministratore accorto ignorare che c’è un medico, che invece di lavorare serenamente ha dovuto barricarsi nel timore di aggressioni? Sono sicura che, sicuramente in buona fede, il problema non sia stato assolutamente preso in considerazione”.


ALTOFRIULI

 


Tolmezzo, dibattito aperto sulla vita notturna
di David Zanirato
Quiete pubblica, autorizzazioni per la musica nei locali, danneggiamenti, etilometri e somministrazione di alcol ai minori. L’animazione e la vita notturna anche nella “sopita” Tolmezzo fa discutere.
23/05/2011 - Se per un verso la richiesta dei giovani negli ultimi anni ha visto la promozione di diversi spunti interessanti grazie all’iniziativa di alcuni intraprendenti esercenti ed associazioni che promuovono appuntamenti aggregativi, dall’altro inevitabilmente si pone il problema di quanti in centro storico ci risiedono o gestiscono alcune attività e che si trovano a fare i conti a volte con troppi decibel nei timpani od ancor peggio dei postumi di sbronze. Nel mezzo il coacervo di leggi e regolamenti che le forze dell’ordine sono chiamate a far rispettare.
Le lamentele dalle due barricate crescono, per questo l’amministrazione comunale, come preannuncia l’assessore al commercio Aurelia Bubisutti, ha deciso di promuovere per il prossimo 31 maggio un tavolo di confronto ristretto con le forze dell’ordine locali, Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, Polizia Municipale e probabilmente anche un esponente della Magistratura. L’obiettivo è quello di fare chiarezza sull’interpretazione delle norme in vigore e sulle responsabilità dei vari soggetti in questione, al fine di promuovere un “Codie Comportamentale” comune per gestori e fruitori, soprattutto i giovani, nel quale specificare a cosa si va incontro se si commette determinati atti.


TRENTINO

 


La Polizia di Stato festeggia i 159 anni della fondazione e fornisce i dati sull’attività degli ultimi dodici mesi
Reati in calo, l’alcol resta un problema
Diminuiscono gli arresti, ma aumenta il numero di sanzioni e patenti ritirate
La città è più sicura ma la gente non ne ha la percezione

TRENTO. La Polizia di Stato festeggia oggi il 158º anniversario della sua fondazione e, come di consueto, anche la Questura di Trento ha fornito i dati sull’attività compiuta negli ultimi dodici mesi. Un numero salta subito agli occhi ed è quello riferito al numero di reati, che hanno fatto registrare un sensibile calo, passando dai 17395 dell’anno precedente ai 15152. In netto aumento, invece, il numero delle contravvenzioni - 13951 contro 12618 - e le patenti ritirate: 420 rispetto alle 354 del 2009.
Dati riferiti all’opera che quotidianamente gli uomini della Polizia svolgono su molteplici fronti, con diverse specializzazioni. È opportuno ricordare, infatti, che nel bilancio dei dodici mesi viene presa in considerazione l’attività, oltre che del personale in servizio alla Questura di Trento, anche quella svolta dai commissariati di Riva del Garda e Rovereto, dalla Sezione della Polizia Stradale di Trento e dai distaccamenti di Cavalese, Malè e Riva, dal Compartimento della Polizia Postale, dalla Polizia Ferroviaria del capoluogo e di Rovereto, dal Centro addestramento Alpino di Moena e dalla Squadra Nautica di Riva, che svolge servizio nelle acque del Garda.
Tranquillizzante, dicevamo, il quadro descritto dai numeri, anche se forse la percezione della gente resta tutt’altro che ottimista. «La causa di questa sensazione - spiega il questore Giorgio Iacobone - va forse cercata nell’atteggiamento di diffidenza che i trentini hanno nei confronti degli stranieri. Ritengo che una maggiore apertura porterebbe ad una percezione migliore e più realistica della realtà». Le richieste di soccorso pubblico arrivate al 113 sono passate dalle 14160 dei dodici mesi a cavallo tra il 2009 e il 2010 alle 11008 dell’ultimo anno.
Le persone arrestate sono state 212 (contro le 344 dell’anno precedente) e di queste 67 sono finite in carcere per reati legati alla droga. I denunciati sono stati 950 contro i 1134 dell’anno prima. Nella lotta agli stupefacenti la quantità di sostanze sequestrata conferma quanto le forze dell’ordine hanno modo di verificare ogni giorno sul territorio: l’eroina sta prepotentemente invadendo il mercato: quasi 11 i chili di «ero» sequestrati mentre l’anno precedente erano stati “solo” quattro. Per quanto riguarda i sequestri di altre sostanze ecco i numeri: poco più di 245 grammi di cocaina (contro i 1262 dell’anno prima), 599 i grammi di hashish (3465 grammi nel 2009/10) e 2695 grammi di marijuana contro gli 85 precedenti.
Il valore della refurtiva recuperata ammonta a 3422 euro (27 mila era il valore della merce ritrovata dell’anno prima) mentre il denaro sequestrato supera i 23 mila euro contro i 145 mila del 2009/10. Aumentano i passaporti rilasciati e rinnovati che passano da quasi 16 mila a poco meno di 18 mila.
Le dolenti note, invece, arrivano dalla Polizia Stradale, sempre più impegnata nella lotta all’abuso di alcol tra chi guida. Le pattuglie di vigilanza stradale sono state 3439, le contravvenzioni sono aumentate di oltre mille unità - 13951 contro 12618 - e con esse sono aumentati anche i proventi passati da un milione e 114 mila euro a un milione e 516 mila. I controlli al tasso alcolemico hanno compiuto un balzo notevole superando di gran lunga i circa 17 mila del 2009/10 e arrivando ai 29327 degli ultimi dodici mesi. Sono 420 gli automobilisti rimasti a piedi e senza patente mentre il dato precedente s’era fermato a quota 354. Duecentonovantacinque sono invece le carte di circolazione sequestrate. Gli incidenti stradali rilevati dalle pattuglie sono stati 307 e purtroppo 5 di essi hanno avuto esito mortale.
La Polizia ferroviaria ha eseguito 1742 scorte su treno, ha rintracciato 5 minori ed elevato 62 contravvenzioni al regolamento. Senza sosta la lotta alla pedopornografia online: sequestrati 13 computer, 349 cd rom-dvd, 12 hard disk, 25 videocamere. Sempre nel vastissimo universo di internet e dell’e-commerce, inoltre, la Polizia postale è stata impegnata in numerose indagini dopo aver raccolto querele di utenti truffati online.


COMUNICAZIONE DI LUCIANA ORSETTI – ASSOCIAZIONE LA STANZA DEL FIGLIO

Vi volevo aggiornare sull’effetto che la pubblicazione da parte vostra della mia lettera ha suscitato. Come voi giustamente mi avevate informata e come del resto immaginavo anch’io, tra tanti indirizzi ai quali inviate la vostra rassegna stampa ci sono anche molte associazioni che si occupano delle vittime dalla strada e alle quali va tutta la mia gratitudine. Ma è proprio da alcune di queste associazioni che ho ricevuto delle telefonate piene di risentimento e piuttosto svalutanti nei confronti del mio lavoro che da anni faccio nel silenzio e nella gratuità più assoluta. Ma il punto non è questo, anzi colgo l’occasione per ringraziarle per avermi dato modo di poter esprimere un concetto molto importante per chi come noi si occupa di queste problematiche che purtroppo spesso viene disatteso.
Non esiste un dolore più devastante della morte di un figlio ed è un dolore universale nel senso che a tutte le latitudini di questo pianeta provoca i medesimi effetti. Il copione è sempre quello, drammaticamente uguale. E’ vero anche che chi opera nell’ambito di un’associazione che si occupa delle vittime della strada si è ritagliato uno spazio specifico e lavora essenzialmente in questo ambito. Da parte mia, quando vedo che qualche genitore il cui figlio è stato una vittima della strada e ce ne sono tanti, ha uno specifico bisogno di aiuto, come per esempio quello dal punto di vista legale non esito ad indirizzarlo all’associazione che opera nella mia città. Io non vedo il problema, ma c’è, esiste, perché noi, da esseri umani quindi essenzialmente fragili e imperfetti tendiamo a pensare che ciò che facciamo noi sia migliore di ciò che fanno gli altri. E’ una visione piuttosto miope della realtà che dovremmo cercare di superare. Ormai sono tanti anni che mi occupo di questi genitori e puntualmente mi ritrovo ad affrontare una problematica del genere. Le associazioni con impronta religiosa svalutano e mettono in cattiva luce altri tipi di associazioni pensando che la propria via sia la migliore da seguire, quelle specifiche delle vittime della strada si possono anche permettere di fare irruzione nella mia associazione nel bel mezzo di una discussione di gruppo e dire ai genitori presenti che ciò che stanno seguendo non è la via giusta. Queste modalità mi hanno sempre lasciata sconcertata, pur non attribuendo loro particolare importanza anzi cogliendo l’occasione ogni volta per riflettere sul servizio che offro e dove eventualmente potrebbe   essere migliorato. Non dobbiamo dimenticare che noi, tutti, ci occupiamo di vittime, di genitori di vittime e per vittima dovremmo intendere le vittime della strada, le vittime delle violenze,le vittime delle malattie, le vittime dell’avidità di ricchezze come quei ragazzi che scompaiono dai gommoni, inghiottiti dal mare, anch’essi “vittime” appunto dell’avidità di uno stuolo di scafisti!
Mi è stato detto, piuttosto energicamente, di “aprire “la stanza del figlio” e lasciare uscire questi genitori a fare le loro proteste, a mettere le foto dei loro figli per le strade, ma “la stanza del figlio” non deve essere inteso come un luogo fisico, con quattro pareti e una porta, è un luogo simbolico, un posto molto al riparo che i genitori ricavano dopo una adeguata elaborazione del lutto, all’interno del loro cuore, un utero per così dire mentale dove sistemare il proprio figlio e continuare ad avere con lui una comunicazione costante, silenziosa ma molto gratificante, dovunque essi vadano e dovunque decidano di stabilirsi. I genitori che hanno perso un figlio hanno tutti delle caratteristiche in comune che li contraddistinguono e li rendono riconoscibili ma non dobbiamo dimenticare che   anche prima di questo drammatico avvenimento erano genitori, con la loro specifica personalità. Come psicologa vi posso assicurare che chi vuole essere aiutato, cerca da sé il tipo di aiuto che vuole ricevere e per fortuna può scegliere su una vasta gamma. L’importante è cercare di restituire questi genitori alla vita, a prescindere dai mezzi che si adoperano perché ognuno di noi deve rovistare dentro di sé e tirare fuori le risorse che ha e impiegarle al meglio,nella causa di cui si fa portavoce.
So, per esperienza, che queste mie considerazioni difficilmente riescono a farsi aprire la porta a quelle persone che nobilmente hanno deciso di occuparsi di questi genitori in difficoltà perchè fanno fatica a rintracciare quel filo comune che ci lega tutti nel nostro intento. Ciò, lo confesso, mi crea dispiacere ma poi, per consolarmi e continuare nella mia strada mi ripasso a memoria un episodio che mi è accaduto qualche hanno fa che è paradossale ma molto esplicativo perché sintetizza forse tutto ciò che ho voluto esprimere con questa lettera. Ho contattato una casa editrice di una grande città del nord che aveva avuto sempre parole di apprezzamento per i miei scritti chiedendo se potevo mandare il manoscritto del mio secondo libro. Hanno accettato con entusiasmo ma la risposta è stata” Complimenti per come è riuscita a spiegare in modo semplice e accessibile a tutti… ecc, ecc… ma noi non possiamo procedere alla pubblicazione perché ci siamo impegnati con un’associazione che si chiama” Figli in cielo”. Bene la mia risposta è stata” Perché, pensate che i figli di cui mi occupo io siano all’inferno?”
Io però, nonostante tutto, continuo ad essere fermamente convinta che le associazioni di volontariato che si occupano di questi genitori hanno dalla loro parte una forte dose di coraggio, un innato senso alla sfida che impiegano nelle situazioni più disperate come quella delle morte di un figlio, una carica di ostinazione che non li fa arrendere di fronte alle tante difficoltà che si incontrano, e che perciò   col tempo anche noi miglioreremo e ci apriremo all’idea che tutto ciò che succede nel mondo è anche un pochino nostro, ci appartiene, ci tocca, perché siamo tutti legati l’uno all’altro durante questo nostro tragitto e se ci teniamo per mano cammineremo più sicuri. Grazie per avermi ascoltato.
Dott. Luciana Orsetti - www.lastanzadelfiglio.com,

LA SICILIA

Processo per direttissima per lo studente universitario italoromeno   
Enna. Lunedì 23 Maggio 2011 - Processo per direttissima per lo studente universitario italoromeno, F. B. di 24 anni, che venerdì mattina, nel parco della villa Torre di Federico, a Enna, ha tentato di violentare una ragazza di 13 anni, che in quel momento si trovava assieme a un’amica in preda a ebbrezza alcolica, avendo bevuto qualche birra. Lo studente universitario, che frequenta una delle facoltà dell’Università Kore, è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile, coordinati dal dirigente Giovanni Cuciti, grazie alla descrizione che ne hanno fatto sia la tredicenne che la madre, che sostanzialmente ha evitato che si compisse pienamente lo stupro.
Infatti il ritardo della ragazza aveva preoccupato la madre che aveva fatto una serie di telefonate con le quali ha saputo che la figlia assieme a un’amica si trovava all’interno della villa Torre di Federico. Quindi è andata a prenderla arrivando nel momento cruciale, ha chiamato il 113, poi ha accompagnato la figlia al pronto soccorso dell’ospedale, ha presentato denunzia e assieme alla figlia ha riconosciuto lo studente universitario, la cui famiglia abita a Delia.
Questa mattina, nel corso del processo per direttissima a porte chiuse si potranno avere altri dettagli su quanto avvenuto nel parco della Torre di Federico perché sono molte le domande che meritano risposte a cominciare da chi ha venduto le bevande alcoliche alle due tredicenni e quante di queste bevande sono state ingurgitate; ma su questo gli agenti hanno avviato indagini nei bar e supermercati che si trovano vicino la villa. Come mai l’amico dello studente universitario si è allontanato, subito dopo avere incontrato le due ragazzine? Come mai la compagna non è intervenuta per evitare la violenza sessuale e non abbia chiamato aiuto visto che vicino l’uscita della villa ci sono tanti negozi?
F. g.

CITTA’OGGI

Lecco, cerca di attraversare il lago a nuoto: disperso
Si sarebbe gettato in acqua ubriaco, dopo aver lanciato una sfida Voleva attraversare a nuoto il lago di Pusiano (Como). Ora è disperso. Protagonista della vicenda è un 25enne originario della Bielorussia, ma residente a Seregno (Monza Brianza).
23 Maggio 2011 - Dopo una notte di bagordi, sabato sera il giovane ed alcuni amici avrebbero raggiunto la spiaggia di Bosisio Parini, sul versante della provincia di Lecco del bacino.
Il 25enne avrebbe, quindi scommesso di riuscire a raggiungere la sponda opposta a nuoto.
Completamente ubriaco, si sarebbe tuffato nel lago che misurava 16 gradi di temperatura. Avrebbe nuotato per un significativo tratto della pozza d’acqua e poi sarebbe sparito alla vista degli amici che si trovavano sulla spiaggia.
Allertato il 118, sono partite le ricerche con le unità di sommozzatori. Il corpo del giovane, tuttavia, non è ancora stato avvistato.

CORRIERE ADRIATICO

Aggredito per gelosia
Peruviano ferito con una bottiglia rotta durante una festa in casa
Macerata Doveva essere una festa all’insegna dell’allegria e della spensieratezza. Ma alla fine, complice qualche bicchiere di troppo, è stata sfiorata la tragedia. E’ successo nella notte tra sabato e domenica in contrada Potenza. Nel capannone vicino a una casa in cui abita una famiglia di peruviani era stata organizzata una festa. Musica, balli e tanto alcol. Quando erano all’incirca le sei del mattino, un peruviano avrebbe rivolto un apprezzamento a una connazionale. Parole che non sono state affatto gradite dal marito di quest’ultima V.L.R.P., 24 anni, che ha risposto sferrando un pugno. Tra i due ci sono stati momenti di autentica tensione. Poi è intervenuto un amico del marito della donna, P.L.B.I., 22 anni, che si è presentato con in mano il collo di una bottiglia di vetro rotta, utilizzata come arma. L’uomo che aveva rivolto il non gradito apprezzamento, è stato dunque colpito al braccio, venendo ferito. A quel punto è stato chiamato il 113 e sul posto sono intervenuti gli agenti della Volante dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura di Macerata. Al loro arrivo, sul tavolo, c’erano molte bottiglie di alcolici. E ciò ha fatto subito capire agli agenti che molti dei partecipanti alla festa erano su di giri. Il personale della Volante ha ricostruito l’accaduto e ha fatto scattare le manette ai polsi dell’uomo che aveva colpito il connazionale con il collo di una bottiglia di vetro. L’arresto è scattato per l’ipotesi di reato di lesioni gravi. Ai danni del marito della donna oggetto degli apprezzamenti, il quale ha sferrato un pugno, è invece scattata una denuncia a piede libero per l’ipotesi di reato di lesioni semplici. La persona aggredita ha dovuto fare ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso dell’ospedale civile di Macerata, i quali hanno riscontrato lesioni guaribili in pochi giorni.
Si è trattato di una lite per gelosia. Una parola poco gradita a una donna ha fatto accendere la miccia. Dalle parole si è immediatamente passati ai fatti. Poi la situazione è letteralmente degenerata e le conseguenze dell’accaduto sarebbero anche potute essere ben più gravi. Provvidenziale il tempestivo intervento della polizia, che ha sedato gli animi. Il peruviano finito in manette, che a sua volta si è ferito a una mano durante la colluttazione, dovrà ora comparire davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Macerata per l’udienza di convalida dell’arresto. In quella sede avrà la possibilità di dare la sua versione dei fatti e delineare i contorni della vicenda.
Daniel Fermanelli

LECCEPRIMA

Ubriaco al volante: era in prova, finisce in arresto
Un 29enne di Taviano è finito in carcere. Verso la fine di aprile fu fermato dai carabinieri ebbro, mentre stava svolgendo manovre pericolose. Era in prova ai servizi sociali, finisce in carcere
TAVIANO (lunedì 23 maggio 2011) – Era stato trovato sbronzo in auto, per le vie di Gallipoli. E fin qui, nulla di veramente anomalo, atteso che il consumo di alcool è purtroppo sempre più diffuso fra la popolazione giovanile. Il problema, per Marco Tenuzzo, 29enne di Taviano, è che quello che comporterebbe per un qualsiasi automobilista incauto una denuncia a piede libero, con ritiro immediato della patente, a lui è costato l’arresto.
Tenuzzo, infatti, era in affidamento in prova ai servizi sociali, a seguito di una precedente condanna. Il fatto per cui oggi è scattata la traduzione presso il carcere di Lecce, risale al 24 aprile scorso. Quel giorno, i carabinieri di Gallipoli si misero in allerta, dopo aver visto un’autovettura procedere in maniera pericolosa. Tenuzzo, alla guida, avrebbe svolto alcune manovre poco ortodosse.
Messisi alle calcagna del 29enne e bloccatolo prima che rischiasse magari di schiantarsi da qualche parte, sottoposto all’etilometro, risultò avere un tasso di alcool nel sangue pari a 1,24 grammi litro. Di fatto, nel suo caso, una palese violazione delle prescrizioni previste dal regime di prova ai servizi sociali. La segnalazione in Tribunale ha fatto scattare il provvedimento, eseguito oggi dai carabinieri della stazione di Nardò.

AGRIGENTO NOTIZIE

Ubriaco si schianta contro un muro in contrada Crocca   
Si è schiantato frontalmente con la sua auto contro un muretto di cinta di una villetta, in contrada Crocca, distruggendo la parete e finendo in ospedale in prognosi riservata. Protagonista un 34enne di Favara, A.I., queste le iniziali del nome, denunciato dai carabinieri della Tenenza di Favara per guida in stato d’ebbrezza alcolica.
Sul luogo dell’incidente, avvenuto venerdì pomeriggio alle 15.30 circa, sono infatti intervenuti i militari dell’Arma che, unitamente ai sanitari del 118, hanno dapprima prestato soccorso al 34enne. Una volta giunto all’ospedale, però, A.I. è stato sottoposto al test per verificare il tasso alcolemico nel sangue: il risultato è stato di 1,9 grammi per litro. I carabinieri lo hanno, dunque, denunciato a piede libero per guida in stato d’ebbrezza alcolica e gli hanno ritirato la patente di guida.

IRPINIANEWS

Rissa ed aggressione a forze dell’ordine: arrestato 21enne polacco
Avellino, lunedì 23 maggio 2011 - Gli agenti della sezione Volanti hanno tratto in arresto un 21enne, di nazionalità  polacca, perchè¨ responsabile di rissa, violenza ed oltraggio a pubblico ufficiale. L’episodio ha avuto luogo nella tarda serata di sabato, allorquando gli agenti sono intervenuti nel centro città  a seguito di segnalazione di lite in atto. Sul posto il 21enne è stato subito bloccato. Tuttavia, in preda ad un forte stato di agitazione dovuta all’assunzione di alcol, dopo aver avuto una violenta lite con altri coetanei avellinesi, il giovane ha inveito all’indirizzo degli agenti intervenuti, tentando di divincolarsi ed arrivando aggredire gli operatori di Polizia. Il polacco è stato allora condotto in Questura. Data la presenza di precedenti penali a suo carico, è stato infine trasferito presso la locale casa circondariale.

PUNTO INFORMATICO

Alcol e droghe? Colpa di Internet
Secondo una ricerca USA i minori che abusano di alcol sono quelli che passano più tempo in Rete. Colpa del condizionamento indotto. E un altro studio mette sotto accusa la vendita online di farmaci pericolosi agli universitari
Roma - Era già stato sottolineato qualche tempo fa e ora ci sarebbe anche uno studio scientifico a ribadirlo: la correlazione tra consumo di Internet e assunzione di alcool e droga è evidente. Lo sostiene una ricerca statunitense del Weill Cornell Medical College, secondo la quale gli adolescenti che fanno uso di alcolici spendono più tempo davanti al computer rispetto ai loro coetanei astemi.
I risultati arrivano da un sondaggio anonimo condotto su 264 teenager di età compresa tra i 13 e i 17 anni e pubblicato sulla rivista scientifica Addictive Behaviors.
Secondo l’autrice, la dottoressa Jennifer Epstein, sebbene non siano stati stabiliti fattori specifici collegati al consumo di alcolici e all’uso del computer da parte dei minorenni, sembra che questi ultimi abbiano esperienza con contenuti relativi al bere nel corso delle attività svolte online. "L’esposizione al materiale pubblicitario relativo ad alcolici oppure la visione di video che mostrano giovani consumare bevande ad alta gradazione potrebbero rafforzare lo stimolo a concedersi al bicchiere", sostiene Epstein, professore di salute pubblica presso l’istituto.
Un vecchio discorso, insomma, simile al binomio, ormai comune, tra videogiochi e violenza. E dunque: se i videogame violenti stimolano nei ragazzi pulsioni omicide, allora la visione di un video che mostra giovani intenti all’uso di alcool e droghe spinge i coetanei a compiere le medesime azioni. Una specie di evoluzione della teoria del comportamentismo ai tempi dei social media.
Secondo Epstein, è importante che i genitori controllino l’uso del computer da parte dei propri figli dal momento che questi ultimi cominciano a utilizzarlo in età precoce. Uno strumento consigliato è l’uso di un filtro che blocchi determinati contenuti non graditi.
Il discorso in parte è diverso per il consumo di droghe. Secondo alcuni ricercatori del Massachusetts General Hospital e della University of Southern California, gli stati federali che hanno conosciuto, dal 2000 al 2007, un’enorme espansione dell’Internet veloce hanno aumentato sensibilmente i ricoveri ospedalieri per uso di droghe.
La ricerca, in questo caso, non assume l’uso del computer come stimolo e il consumo di droga come risposta. Il problema riguarda, invece, il proliferare in Rete di farmacie illegali che vendono con leggerezza farmaci il cui abuso può risultare letale.
Secondo Dana Goldman, autrice della ricerca, un esempio di tale dinamica è la circolazione massiccia di sostanze illegali "smerciate" online nei campus statunitensi. I farmaci più richiesti sono gli antidolorifici narcotizzanti come Percocet e Oxycontin, venduti da farmacie online che spesso ignorano i requisiti di rilascio rispettati da quelle fisiche.
Ad avvalorare i risultati ci sarebbe la rilevazione sulla mancata crescita del consumo di droghe che non sono disponibili in Rete. Gli studi successivi dovrebbero dimostrare, secondo i ricercatori, le procedure di vendita dei farmaci online e indagare il problema delle farmacie all’estero che ubbidiscono a una giurisdizione diversa da quella statunitense.
Cristina Sciannamblo

LA GAZZETTA MARTESANA

Ubriachi e «spacconi» ai giardinetti

 

 

 

Martedì, 24 Maggio 2011
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