(ASAPS) TEHERAN – A vederla, non sembra nemmeno tanto brutta:
stiamo parlando della Samand, l’ultima auto uscita dalla
stanza dei progetti della “Iran Khodro”, l’unica
fabbrica automobilistica degna di nota presente in Iran e che
punta alla conquista di un’ampia fetta di mercato del medio
oriente, ove è già apprezzata. Alcuni modelli, in
passato, sono stati esportati anche in Unione Sovietica. Ma stavolta,
il lavoro appare ben fatto, e la Cina – nuova temibile partner
commerciale – ha puntato una consistente parte dei propri
investimenti a Teheran. Così, grazie ad un accordo sottoscritto
nella sede della compagnia cinese Youngman Automobile Group, la
società iraniana comincerà a produrre un proprio
modello nella Repubblica popolare, a partire dal 2006, mentre
già nel secondo semestre di quest’anno entrerà
in produzione in Iran. Dalla Cina sono stati stanziati ben 60
milioni di dollari, necessari alla riproduzione della catena di
montaggio Samand. Nei primi 12 mesi di lavorazione, saranno prodotti
almeno 20mila esemplari, prima di un restyling e di un incremento
produttivo, che porterà all’assemblaggio di almeno
12mila vetture all’anno. Una bella fetta di mercato, quello
cinese, in vorticosa ascesa, che potrebbe essere così sottratto
agli appetiti di molte aziende automobilistiche occidentali, che
forse si erano fatte ammaliare dalla possibilità di trasportare
nel paese comunista le catene di montaggio di veicoli ormai obsoleti.
Niente di più sbagliato, dunque, e chi ci avesse fatto
un pensierino è senz’altro caduto nell’errore
più comune: sottovalutare la Cina. Nelle ultime settimane,
però, le aspirazioni automobilistiche iraniane erano già
state rilevate con l’interesse proprio della Iran Khodro
per rilevare una parte della casa britannica MG-Rover, in crescente
crisi dopo la spaccatura con la BMW e dopo il fallimento di una
join venture proprio con la cinese Shanghai Automotive Industry.
(ASAPS).
|