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Spagna, protocollo operativo per il rispetto dei limiti di velocità: tutti, ma proprio tutti, in campo contro la trasgressione

 

Spagna, protocollo operativo per il rispetto dei limiti di velocità: tutti, ma proprio tutti, in campo contro la trasgressione

(ASAPS) MADRID – La Direzione Generale del Traffico spagnola (DGT), organismo alle dirette dipendenze del Ministro dell’Interno, ha imposto alle forze di polizia iberiche, un protocollo operativo per la prevenzione ed il rispetto dei limiti di velocità sulle strade della corona di Juàn Carlos.
Si tratta di una delle numerose fasi sperimentali che ha avuto inizio lo scorso 11 aprile e che si è conclusa lo scorso 24.
Il piano prevede che la Guardia Civil, la Polizia Nazionale e tutti gli organismi Locali – ad eccezione dei Paesi Baschi e della Catalogna, nei quali la DGT non ha poteri operativi in virtù di autonomie locali – debbano aver controllato almeno 1 milione e mezzo di veicoli, al ritmo di 100mila al giorno.
Doppi turni per tutti, dunque, tanto che la sola Guardia Civile ha dovuto raddoppiare letteralmente i propri sforzi, aggiungendo 1.900 nuovi itinerari a quelli già normalmente pattugliati.
Per integrare l’impegno sul fronte del controllo e della repressione, visto che tutti gli agenti hanno ricevuto la consegna della “tolleranza zero”, la DGT ha approntato centinaia di veicoli dotati di pannelli a messaggistica variabile, che sono stati dislocati sulle principali arterie del paese, con lo scopo di “mitigare” l’incidenza sulla sinistrosità di una delle principali cause di incidente, la velocità, appunto.
La pretesa, è quella di dissuadere – con il grande numero di controlli – i tanti conducenti spagnoli tentati dalla velocità.
Lo slogan, è tra i più semplici – “la strada non è una pista, controlla la tua velocità” – ed integra perfettamente quello lanciato alcune settimane fa, quando dalla stessa DGT era partita una massiccia campagna di sensibilizzazione dal titolo “non possiamo guidare per te”.
Dunque, come abbiamo già notato in molte altre occasioni, all’annuncio di severità, fanno eco anche gli appelli al rispetto delle norme, quelli che dovrebbero far leva sulla coscienza dei patentati. La DGT, sostiene infatti che la velocità rappresenta la seconda causa di incidente stradale, preceduta solo dalla distrazione.
Il problema, però, è che la velocità aggrava sempre le conseguenze di un impatto, e quindi la correlazione tra causa ed effetto diventa davvero stretta. I dati spagnoli, parlano chiaro: il 23% dei sinistri mortali registrati sulle strade iberiche nel corso del 2004 (706 eventi), hanno avuto come causa principale ed assoluta la velocità. Un trend che si è mostrato in aumento del 3% rispetto al 2003.
Un pericolo assoluto, facilmente evitabile con il semplice rispetto dei limiti: se fosse stato rispettato avrebbe fatto risparmiare almeno un migliaio di vite. Il rapporto “Sartre”, che è stato condotto in 20 diversi paesi dell’area europea, e che è stato realizzato intervistando i conducenti di ogni nazionalità, ha rivelato che il 50% di coloro che si mettono alla guida affermano di mantenersi nei limiti di velocità, mentre il 25% ammette di essere leggermente trasgressivo e solo il 16% riconosce di violare puntualmente il codice, almeno sotto questo aspetto.
Senza dubbio, il 73% pensa che la maggior marte dei conducenti oltrepassa sempre o spesso i limiti di velocità; ciò significa che anche se non lo riconoscono, anche loro – molto spesso – tendono a trasgredire.
Rispetto ai fattori di pericolo, l’inchiesta dice che la fascia d’età a maggior rischio è quella compresa tra i 25 e i 39 anni, che però non ha conseguito i livelli minimi di scolarizzazione: sono loro, quelli più soggetti a farsi male, molto malte, a premere troppo sul gas. Abitano in piccole città, e guidano spesso per andare al lavoro. Si dicono favorevoli all’innalzamento dei limiti di velocità e sono assolutamente contrari all’uso di radar o telecamere. (ASAPS)


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Martedì, 26 Aprile 2005
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