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RussiA - Russia, punizioni corporali contro alcol e droga. Frusta e sculaccioni per le patologie connesse alle dipendenze.

 

Russia, punizioni corporali contro alcol e droga.
Frusta e sculaccioni per le patologie connesse alle dipendenze.

(ASAPS) MOSCA – Ce lo saremmo aspettato prima della caduta del muro, ma ora la notizia – francamente – ci coglie di sorpresa. Soprattutto in un periodo storico in cui la lotta all’alcolismo ed alla tossicodipendenza si dibatte tra ciò che è dannoso e ciò che non lo è, come nel caso della bagarre scatenata all’indomani della rimozione dal sito istituzionale del ministero presieduto dall’onorevole Alemanno, di una brochure illustrativa sui danni arrecati dall’uso di alcolici. Comunque, così è: dalla Russia, oggi si con furore, è giunta la notizia di una rivoluzionaria scoperta sul come ottenere la guarigione di soggetti dediti a consumi di sostanze. Come si smette? È semplice, a suon di frustate sul sedere: per cominciare, la prime due settimane, trecento sculaccioni inferti a suon di frusta, per poi passare ad una sessione mensile. A mettere a punto la cura, però, non un consesso di eredi del barone de Sade, ma una psichiatra di Novosibirsk, Marina Ciukhrova, ed un ricercatore medico, Serghei Speranski,  da 20 anni alle prese con alcolizzati cronici e tossici. Non mancano già i guariti, pronto a giurare che dopo averle provate tutte, anche di forza, stavolta non si accosteranno più al negozio di liquori o allo spacciatore. Siamo davvero lontani, allora, dai tempi in cui gli antichi romani scudisciavano i condannati a morte sferrando colpi su colpi con il “flagrum”, che terminava con cordicelle alle quali erano appuntate punte di piombo o di osso, per aumentare l’effetto? Si direbbe di sì, anche se a sentire i ricercatori che hanno messo a punto “la cura”, l’umiliazione resta al centro della strategia. A loro giudizio, infatti, gli alcolizzati e drogati sarebbero in genere spinti ad assumere le terribili sostanze per una carenza di endorfine. Da profani, non siamo in grado di comprendere bene a cosa si riferisca la dottoressa, ma ci è sembrato di capire che “alla ridotta sensitività dello strato cutaneo”, farebbe assai bene una bella terapia di dolore, che aiuterebbe a far tornare la consapevolezza del proprio corpo e il ricorso a tale insolita terapia, avrebbe avuto ottimi risultati anche nella riabilitazione post infarto o dopo un altrettanto devastante esaurimento nervoso. I baroni della medicina, ovviamente inorridiscono, mentre noi, laicamente, sorridiamo ripensando a tanti soggetti incontrati nella nostra vita di poliziotti. Soggetti ai quali, una sculacciata, avrebbe fatto davvero comodo. Ovviamente, sorridiamo. (ASAPS).


Venerdì, 22 Aprile 2005
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