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FRANCIA, FARI ACCESI, ANCHE DI GIORNO: IN ATTESA DEI DATI DELLA SPERIMENTAZIONE, SI FANNO SENTIRE I MOTOCICLISTI, PER NIENTE D’ACCORDO CON IL GOVERNO

FRANCIA, FARI ACCESI, ANCHE DI GIORNO: IN ATTESA DEI DATI DELLA SPERIMENTAZIONE, SI FANNO SENTIRE I MOTOCICLISTI, PER NIENTE D’ACCORDO CON IL GOVERNO

(ASAPS) PARIGI – È una campagna che non si ferma, quella della Sécurité Routière, l’istituto governativo francese che si occupa della sicurezza stradale, dedicata all’uso dei fari anche nelle ore notturne. Oltralpe, nel paese di De Gaulle, non è ancora un obbligo di legge e il ministro di Raffarin, Gilles de Robien, ha preferito convincere i conducenti della repubblica, prima di obbligarli con la forza del Code du Route, sottoposto negli ultimi anni ad una robusta rivisitazione, passata dalla riforma della patente a punti, che prevede una permesso in prova ai neopatentati, fino alle campagne mediatiche ed alle centinaia di postazioni radar fissi istallati sulle principali strade nazionali e dipartimentali.
Lo scopo, oltre a quello di ottenere la condivisione ed una progressiva maggior abitudine all’uso dei fari,  era anche quello di ottenere una sperimentazione, Tornando ai fari, la Sécurité Routière, ha raccomandato di tenerli sempre accesi, fuori dei centri urbani, a partire dallo scorso 31 ottobre, anche se l’argomento è stato spesso al centro di roventi polemiche, tra chi sostiene che le luci aumentano la sicurezza e chi invece obietta che all’accensione dei fari corrisponde solo un aumento di consumi di carburante, di inquinamento e di pezzi di ricambio (lampadine nuove).
L’unica protesta significativa, quella che ha mosso le piazze, è stata portata avanti dai “motociclisti in collera”, che hanno portato a sostegno della propria obiezione, il fatto che l’uso delle luci di giorno era l’unico modo che i centauri avevano di distinguersi dal resto dell’utenza stradale: la generalizzazione, secondo loro, li metterà nuovamente in una condizione di maggior pericolo. Nonostante timori e domande della partenza, però, i francesi sembrano aver risposto in maniera significativa alle raccomandazioni del governo, e ora si cominciano a tirare le prime somme.
Le differenze di adesione all’invito, via via registrate, sono dovute in molti casi alle condizioni climatiche. Proprio in questi giorni sono in corso le varie analisi dei dati raccolti, per determinare le conseguenze della misura richiesta all’utenza francese sulla sinistrosità registrata nel periodo preso in esame, dal 31 ottobre al 27 marzo.
Non è un lavoro facile, e nonostante l’impegno dei ricercatori, i risultati saranno disponibili solo nel prossimo autunno: alla luce di quanto emergerà, il governo deciderà se rendere obbligatorio l’uso dei fari 24 ore al giorno o se mantenere l’attualità normativa.
Non sarà però facile, far digerire un’eventuale modifica del codice della strada  ai motociclisti della FFMC, la Federation Francaise des Motards en Colere, che sono sempre sul piede di guerra. E in Francia, i motociclisti hanno un peso davvero notevole. (ASAPS)


Mercoledì, 20 Aprile 2005
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