Rassegna del 1 giugno 2011 OLIOVINOPEPERONCINO.IT Fiera di Polpenazze, a Giorgio Calabrese il premio “el torcol” La Fiera ha chiuso la sua 62esima edizione la sera di lunedì 30 maggio all’insegna di un grande successo di pubblico: oltre 30 mila presenze in 4 giorni. Assegnata al professor Giorgio Calabrese la quinta edizione del premio giornalistico El Torcol: dal convegno su etilometro e cultura del vino l’invito a sposare l’etica di un consumo moderato e ragionato senza rinunciare ad un alimento cardine della cultura alimentare mediterranea. (*) Chi ha paura dell’etilometro? Questa la domanda sulla quale si è conclusa lunedì sera, 30 maggio, la 62esima edizione della Fiera del Vino Garda Classico Doc di Polpenazze. E la risposta del professor Giorgio Calabrese, insigne figura di scienziato e di medico nutrizionista oltre che presidente nazionale dell’Onav, non si è fatta attendere: l’etilometro non deve far paura a chi persegue l’etica di un consumo moderato e ragionato di vino, e non deve essere motivo di rinuncia ad un alimento cardine della cultura alimentare italiana che, assunto nelle giuste dosi, può avere effetti molto positivi nella prevenzione di numerose patologie. Questo il messaggio emerso dalla serata conclusiva della Fiera del Vino Garda Classico Doc di Polpenazze, che ha chiuso all’insegna di un vero e proprio boom di presenze (oltre 30 mila i visitatori in 4 giorni), e sotto il segno del “torcol”: all’antico strumento di lavoro dei vignaioli è infatti dedicato il premio giornalistico lanciato dall’amministrazione comunale e dal Comitato Fiera. La quinta edizione è stata attribuita per l’appunto a Giorgio Calabrese, grande divulgatore televisivo della corretta e responsabile cultura alimentare, a coronamento di un talk show che ha riguardato gli effetti del del “giro di vite” che a partire dal 2008 ha caratterizzato il codice della strada nella sezione che concerne il rapporto tra guida ed assunzione di alcool. Una tematica di particolare rilevanza sulla quale si sono confrontati, oltre a Calabrese, il presidente di Bresciatourism e Federalberghi Lombardia Paolo Rossi, il direttore del magazine gastronomico Italia a Tavola Alberto Lupini, il consigliere Garda Classico e produttore vitivinicolo Alessandro Redaelli De Zinis e il comandante della compagnia dei Carabinieri di Salò Luigi Lubello. Aspre le critiche rivolte dal direttore Lupini alla legge che ha drasticamente limitato il consumo di alcool per chi guida, di fronte alla quale, come ricordato da Rossi e Redaelli, i consumatori si stanno ormai adattando, cambiando abitudini e chiedendo magari più vino a bicchiere e meno in bottiglia. (**) Dal comandante Lubello la disamina di una normativa che punta alla prevenzione, e che secondo Calabrese può essere rispettata senza sacrificare troppo il gusto della socialità e soprattutto separando nettamente il concetto di alcool da quello del vino. “L’acqua si beve, il vino si mangia perché è un alimento – ha ricordato il professore -. (***) Le prove non mancano: il limite del tasso alcolemico a 0,5 può essere rispettato anche bevendo due bicchieri di buon vino a pasto”. Condanna senza appello invece per l’alcool di bassa qualità, alla base della cosiddetta cultura dello sballo tra i giovanissimi. “Mai, mai l’alcool prima dei 17 anni – ha ammonito il professore -. Il consumo precoce non può che produrre cattivi consumatori che in età adulta saranno costretti a privarsi anche del vino”. (*) Nota: complimenti al Professor Calabrese, che tra i tanti titoli annovera quello di presidente nazionale dell’ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vini), e nel suo curriculum può vantare: il premio dell’Enoteca Italiana per l’importante contributo alla valorizzazione dell’enologia, il Premio Giovanni Dal Masso Vite d’oro, il Premio Gutturnium 2004 e il premio “Il matto” 2002 riconosciutogli dalle cantine Scrimaglio, il Premio Scrivi il paesaggio del vino 2003-2004, il riconoscimento dal 2000 di Ambasciatore Vinarius, la nomina a personaggio dell’anno per l’enogastronomia e la ristorazione 2009, nonchè di essere membro del Comitato Scientifico del Museo della Grappa delle Distillerie Franciacorta. Considerato quello che dice, è normale che i produttori di vino lo riempiano di onorificenze. Meno normale che non venga subissato di critiche da parte di chi si occupa della prevenzione delle sofferenze vinocorrelate, a partire da quelle drammatiche sulle nostre strade. Queste sue esternazioni dimostrano quanto sarebbe opportuno portare a zero (o al massimo a 0,2) il tasso alcolemico consentito per guidare. Il messaggio deve essere: “Chi guida non deve bere”: chi racconta cose diverse non fa un buon servizio alla sicurezza degli utenti della strada. (**) Nota: va ricordato come queste disposizioni “ampiamente criticate” salvino vite umane sulle nostre strade (e non solo lì). (***) Nota: meglio stendere un velo pietoso su queste ultime dichiarazioni.
IL GAZZETTINO (Pordenone) L’APPELLO Ciriani: basta terrorismo dell’alcol PORDENONE - (v.s.) «Imparare a bere Pordenone» è stato il motto di Alessandro Ciriani, presidente della Provincia, che in occasione della presentazione delle iniziative per i 60 anni della Cantina di Rauscedo, ha rivolto un auspicio ai ristoratori pordenonesi «affinchè nei locali pordenonesi ci siano anche vini rossi del territorio che oggi hanno raggiunto livelli qualitativi maggiori rispetto al passato». Il sostegno alla produzione vinicola pordenonese - che da sola copre la metà della produzione regionale qualificandosi come prima in termini di quantità in Friuli Venezia Giulia - passa anche per la promozione del vino come elemento attrattivo assieme ai prodotti alimentari. Soprattutto in un periodo di crisi crescente, dovuta anche a una «campagna che talvolta nei toni rasenta il terrorismo rispetto al vino». Bere bene e consapevolmente, incentivando il valore della degustazione,e non l’abuso alcolico, secondo Ciriani, forti della qualità e dell’eccellenza vitivinicola della provincia da far conoscere soprattutto ai giovani. (*) (*) Nota: esprimo la mia solidarietà a tutti coloro che, abitando in provincia di Pordenone, si ritrovano un presidente della provincia che dice cose del genere. Che altro si può dire?ASAPS.IT Asaps 20 anni on the road: la lunga strada verso la sicurezza, tra indifferenza e interessi di parte L’essenziale contributo alla professionalità e alla chiarezza di come stanno le cose su strada di Lorenzo Borselli “Per fare un uomo ci voglion vent’anni”. È la strofa di una canzone, dei Nomadi, alla quale ne seguiva un’altra, a chiusura del discorso: “per fare un bimbo un’ora d’amore”. E ancora: “per una vita migliaia di ore, per il dolore abbastanza un minuto”. È in quel minuto l’eziologia della nostra esistenza. Il minuto che rende tutto irreversibile e che sulla strada precede di pochi istanti lo stupore, la frenata, lo schianto e quello che ne consegue. L’Asaps è questo. È un’essenza, un’anima collettiva. È un patto stretto tra un manipolo di persone, la sortita di un commando trasformatasi in avanzata e poi in conquista. Le sue armi sono quelle di una comunicazione vincente, fin dal primo vagito forlivese, una rigida ripartizione dei comparti e una dirigenza appassionata e instancabile, che comincia a guardarsi attorno per passare il testimone ma che garantisce, dopo settemilatrecento giorni di vita (!!!), una continuità sostanzialmente senza uguali. Non dimentichiamoci, però, il condottiero. La parola, è vero, ha forti connotazioni militari, ma il ruolo di Giordano Biserni è questo. Un leader vero: piglio di stratega condito di una sana e sanguigna vis romagnola. La prova, schiacciante, è stata l’incredibile giornata di sabato 28 maggio, quando il gotha della comunicazione italiana legata a strade e motori è convenuto a Forlì per parlare appunto di sé stessa e per riconoscere al presidente Biserni un ruolo di indiscusso primato nella capacità di “trovare”, “trattare” e “dare” la notizia. Dunque, di comunicare. Sul palco dei relatori avevamo gente dello stampo di Mauro Tedeschini, ex direttore di Quattroruote e ora on the road su Isoradio, di Vincenzo Borgomeo, capo della pagina “Motori” di Repubblica, e di Nestore Morosini, ex redattore capo del Corriere della Sera e lanciatissimo sul web con una pagina dedicata di Virgilio. E poi grandi comunicatori come Pierluigi Visci, direttore del Quotidiano Nazionale, di Franco Fregni, direttore della Voce di Romagna o di Maria Patrizia Lanzetti, direttore de Il Corriere di Romagna. Da lontano, via Skype, è intervenuta anche Emanuela Falcetti, che di strada con noi ne ha fatta davvero parecchia. Una sorta di Musa radiofonica dell’Asaps attraverso gli interventi quasi quotidiani del presidente Biserni nelle sue trasmissioni di informazione e di sensibilizzazione. Un binomio forte fra due persone a cui non manca il coraggio. Tutti sono partiti dall’assunto che senza qualcuno che le cose riesca a dirle, loro non potrebbero scrivere proprio nulla. Ed ecco l’Asaps che oltre ad aver enormemente contribuito all’accrescimento culturale e professionale delle forze di polizia (tutte), ha assunto un ruolo di agenzia della sicurezza stradale, promuovendo innanzitutto la formazione di una mentalità del tutto sconosciuta, fino al 1991. La storia del sodalizio è nota e ci sembra inutile ripeterla: significherebbe sbagliare, puntare sulla notizia meno adatta e trasformare questo pezzo in un articolo celebrativo e nulla più. No! A noi interessa qualcos’altro. A noi interessa rivendicare il nostro ruolo: chiarire che se oggi si parla, ad esempio, di introdurre una quarta forma di omicidio stradale, è perché da anni lavoriamo a questo concetto. Alla fine, poi, abbiamo incontrato le persone giuste, alcune unite dal destino stradale alla nostra battaglia, ma se non avessimo – ad esempio – coniato moltissimi strumenti semantici e se non ci fossimo schiariti le idee in anni di battaglie tutte combattute sul terreno accidentato (e pericoloso) della comunicazione, gli amici dell’Associazione Lorenzo Guarnieri avrebbero avuto molte difficoltà in più. Siamo stati sfidati a singolar tenzone da molti professionisti della critica “a prescindere”, siamo stati offesi e derisi. Ma non abbiamo mai dovuto chiedere scusa, perché tutta la nostra ragione è lì: nei numeri che siamo riusciti a produrre, a cavare fuori dal deserto che si espande attorno a loro. Li abbiamo disaggregati, riuniti, spulciati. Il capire che a dirli così non serviva a nulla, perché non facevano impressione a nessuno, è stata una delle nostre intuizioni più fortunate. Per attirare l’attenzione sui ciclisti abbiamo dovuto dire che ogni anno ne muoiono tanti quanti ne servono a rimpinguare due gruppi del Giro d’Italia; per far capire la portata della guerra stradale, della sua incredibile cruenza, abbiamo dovuto sommare i bollettini del dopoguerra, uno per uno, e spiegare che città come Firenze sono state inghiottite dal nero del catrame, con 400.000 morti, senza lasciare nessuna apparente traccia; abbiamo dovuto associare tranquilli weekend estivi alle sciagure dell’aria, abbiamo messo a nudo le lobbies, abbiamo spiegato che le statistiche ufficiali sono falsate dall’incapacità di raccogliere i dati (come nel caso delle ebbrezze, che in Italia, unico caso al mondo, contribuivano al 3% scarso della mortalità, contro il 30% dell’intero globo). Abbiamo smascherato i falsi interessi e costretto i burattinai a muovere i fili con maggior attenzione. Non abbiamo ancora abbattuto l’aereo che riporta a casa una certa anfora, con brindisi a base di liquore, ma abbiamo minato le fondamenta di tante colossali menzogne pronte a scoppiare a loro volta, come subdole e micidiali mine antiuomo, all’inconsapevole passaggio di ogni utente della strada: bambino, anziano, uomo o donna. Se per vent’anni vi pare poco, in un paese come il nostro, allora potete fare a meno di noi. Ma, perdonate l’arroganza, non ci sembra sia così e per questo motivo resteremo saldi al nostro posto, finché potremo.AGI MORTI SU STRADE: RENZI, INTRODURRE REATO DI OMICIDIO STRADALE (AGI) - Firenze, 1 giu. - Una raccolta di firme per la presentazione di una legge di iniziativa popolare per introdurre modifiche al Codice della Strada e a quello di procedura penale. Obiettivo: introdurre il reato di ’omicidio stradale’, al posto di ’omicidio colposo’ per chi, alla guida, uccide qualcuno sotto l’effetto di alcol o droga. E’ la proposta di legge presentata oggi a Firenze dal sindaco Matteo Renzi, primo firmatario. La pdl e’ stata predisposta attraverso un lavoro comune fra Associazione Lorenzo Guarnieri, Associazione Gabriele Borgogni, Associazione amici e sostenitori della polizia stradale, Comune di Firenze, Polizia Municipale di Firenze e Aci Firenze. La proposta e’ stata anche presentata al Presidente della Commissione trasporti della Camera, Mario Valducci, che si e’ dimostrato disponibile a discuterla con le altre associazioni che si occupano di sicurezza stradale. Nel caso di lesioni gravi o morte provocate da un guidatore di un veicolo che si pone alla guida in condizioni di ebrezza (tasso alcol superiore a 0,8 g/l) e/o sotto l’effetto della droga la proposta di legge implica, oltre al nuovo reato di omicidio stradale, una pena che da 3-10 anni passa a 8-18 anni; da nessuna misura cautelare a arresto in flagranza di reato, e il cosiddetto ’ergastolo della patente’, ovvero, se verra’ introdotta la nuova legge a chi uccide sotto effetto di alcol e/o droga sara’ tolta definitivamente la patente dopo il primo ’omicidio’ "E’ assurdo - spiega Renzi - che un borseggiatore che viene colto in flagranza a rubare un portafoglio su un autobus viene arrestato, e chi uccide con l’auto ubriaco o drogato, non si fa neanche un giorno di galera". (AGI)TRENTINO Aperitivi al bando per i comunali Niente alcol durante la pausa pranzo per chi lavora in municipio ad Arco La circolare è stata inviata nei giorni scorsi a tutti i dipendenti e li obbliga ad avere un tasso alcolemico pari a zero GIANLUCA MARCOLINI ARCO. Il divieto vale per tutti, dall’impiegato dell’Urp al geometra dell’ufficio tecnico, passando per segreteria e ragioneria: durante la pausa pranzo, prima del rientro in ufficio, è assolutamente vietato il consumo di bevande alcoliche. Neppure un bicchiere di vino, una birretta o il digestivo di fine pasto. La circolare è stata inviata ai dipendenti del Comune di Arco. L’iniziativa prende spunto dalla normativa nazionale in materia di sicurezza sul lavoro che regola i comportamenti a tavola - e non solo lì - dei lavoratori impegnati in mansioni potenzialmente a rischio, come i muratori, gli autisti di mezzi pesanti e i conducenti di muletti e di altri apparecchi similari. Per tali categorie l’obbligo ad astenersi dall’assunzione di bevande alcoliche è perentorio. Sul posto di lavoro, al mattino quando inizia il proprio turno e nel pomeriggio, dopo la sosta per il pranzo, bisogna arrivarci perfettamente sobri, con un tasso alcolemico pari a zero. Per le altre mansioni la normativa non prevede l’obbligo ma l’opportunità di seguire queste indicazioni. Da qui la decisione del Comune di Arco di recepire tali regole. Ad ognuno dei dipendenti comunali, nei giorni scorsi, è stata fatta recapitare una circolare che li avvisa delle nuove disposizioni. Qualcuno ha strabuzzato gli occhi, ad altri è scappata una risata. Dal municipio fanno sapere che si tratta sostanzialmente di una mera formalità, per nulla dettata da situazioni contingenti e suggerita dagli stessi responsabili della sicurezza. Da adesso, però, niente più brindisi e aperitivi.QUOTIDIANO.NET I medici ad Amy "O smetti con l’alcool oppure rischi di morire" Winehouse in pericolo. I dottori della clinica The Priory, dove la cantante si cura costantemente, le hanno dato un ultimatum: "E’ una brutta realtà e lei doveva sentirselo dire" Londra, 31 maggio 2011 - Amy Winehouse dovrà seriamente prestare attenzione alla sua salute invece che continuare a ubriacarsi. I dottori della clinica The Priory, dove la cantante si cura costantemente, le hanno dato un ultimatum. Una fonte, rivela il The Sun, ha rivelato: “E’ l’ultima chance per Amy. I medici sono dovuti andare giù duramente per farle capire la situazione. E’ una brutta realta’ e lei doveva sentirselo dire”. Ma non è la prima volta che la cantante sente queste parole nella clinica di riabilitazione. Tra il 2007 e il 2009 aveva gia’ avuto delle restrizioni dal The Priory per cercare di stroncare la dipendenza dall’alcool. Importante era stato il contributo del padre Mitch e del compagno Reg Traviss. La solita fonte aggiunge: “Loro hanno paura per questa situazione”. Ora Amy spera di risolvere i suo problemi per affrontare al meglio le tappe estive del suo tour in Europa, tra cui compare anche l’Italia.CORRIERE DEL VENETO NEL PADOVANO Carabinieri indagati per la morte di un immigrato nel fiume Montagnana. Secondo il pm, durante una sagra i militari l’avrebbero caricato ubriaco su un’auto di servizio, poi immerso nell’acqua fino alla cintola e lasciato riposare PADOVA - Alcuni carabinieri in servizio a Montagnana (Padova), probabilmente tre militari, sarebbero indagati per la morte di un marocchino di 24 anni. Secondo l’accusa mossa dal procuratore aggiunto Matteo Stuccilli i carabinieri il 15 maggio avrebbero fermato Abderramhann Salhi nel corso di una sagra popolare a Montagnana. L’extracomunitario, ubriaco, sarebbe stato invitato ad allontanarsi. Il corpo del giovane, molto conosciuto nel paese, viene avvistato dal contadino mentre affiora nelle acque di un corso d’acqua il 23 maggio. Sul suo volto tumefatto anche una ferita alla testa provocata forse da una caduta. Gli atti dell’autopsia già effettuata sono stati, come indicano i quotidiani locali, secretati. Secondo alcune testimonianze i carabinieri avrebbero caricato il giovane su una vettura di servizio e da quanto si è appreso gli stessi militari lo avrebbero poi accompagnato sulla riva del canale per farlo rinsavire dall’eccesso di alcol immergendolo sino alla cintola e lasciandolo successivamente riposare. La magistratura intende ora capire se il comportamento dei militari sia stato corretto e se la morte dell’immigrato potesse essere evitata. (Ansa)IL GAZZETTINO (Treviso) Al volante in stato di ebbrezza, investe una donna e fugge… Gabriele Zanchin Al volante in stato di ebbrezza, investe una donna e fugge. Individuato e denunciato dalla Polstrada di Castelfranco l’uomo, un pensionato di 73 anni, ha messo assieme una lista chilometrica di violazioni che porteranno a un ancor più lungo corollario di conseguenze: ubriachezza al volante, guida pericolosa e omissione di soccorso si traducono infatti in ritiro della patente, sequestro della vettura, sanzioni amministrative e risvolti penali. L’incidente risale alla sera di lunedì quando, erano circa le 19.30, una donna di 38 anni, all’incrocio tra via Bergamo e via Feratine, viene letteralmente arrotata da un’auto e finisce all’ospedale di Montebelluna con fratture agli arti e al bacino per 90 giorni di prognosi, salvo complicazioni. Eppure stava attraversando la strada sulle strisce pedonali e nulla faceva supporre che l’auto in arrivo non si sarebbe fermata. Invece, non solo la 38enne viene urtata a scaraventata a terra, ma la Mercedes continua per la sua strada come nulla fosse. La povera donna si lamenta e alcuni passanti sbigottiti danno l’allarme. Se per lei si aprono le porte dell’ospedale montebellunese, per la polizia stradale che piomba sul posto si apre invece la caccia al pirata. Un’operazione non facile, cominciata dal ritrovamento di alcuni frammenti del veicolo: il vetro del fanale e la plastica della carrozzeria mettono gli agenti sulla pista pista giusta che viene diligentemente battuta raccogliendo anche diverse testimonianze. Dai reperti i poliziotti risalgono in breve al tipo di macchina, una Mercedes, mentre ulteriori indicazioni col passare dei minuti si rivelano sempre più preziose. Finchè davanti a loro non si materializza l’auto sospetta. Sono ormai le 22 ma la pista è -per così dire- ancora calda. E infatti, una volta entrati nel condominio di fronte al quale l’auto era parcheggiata, risalire all’autore dell’investimento diventa un gioco da ragazzi. L’uomo, che si era coricato, è ancora parecchio intontito quando i poliziotti si presentano alla sua porta. Ammette subito di essere transitato per la via del sinistro ma non di averlo provocato. Sottoposto all’esame alcolemico, risulta positivo con 0.94 g/l, praticamente il doppio del limite di legge. E in quel momento, per lui, iniziano i guai. CORRIERE DELLA SERA (Roma) Vinòforum, bere poco e bene Etichette laziali e da tutto il mondo alla prova dal 3 al 18 Sollevino i calici i seguaci di Bacco. Approda a Roma, per la sua ottava edizione, Vinòforum. Più di 10 mila metri quadrati di stand, nei giardini che si trovano tra il ministero degli Esteri e il lungotevere maresciallo Diaz, in cui il protagonista indiscusso sarà lui: il vino. Di tutti i colori (bianco, rosso e rosè) e di diverse provenienze: Lazio e altre regioni italiane, ma anche la Borgogna, con i vini della Maison Joseph Drouhin, la Loira e l’Australia con il Penfolds. Ma se al piacere di assaporare un buon bicchiere di vino è dedicata l’intera manifestazione, è pur vero che c’è qualcuno -soprattutto i giovani -che tra un assaggio e l’altro potrebbe non accorgersi di aver esagerato. Per loro, oltre alle auto messe a disposizione dall’organizzatore, Emiliano De Venuti, e che, come un vero e proprio servizio taxi, riporteranno a casa sano e salvo chi ha alzato un po’ troppo il gomito, anche un progetto denominato «Bere responsabile» , patrocinato dall’ assessorato comunale al Commercio e gestito in collaborazione con i carabinieri dei Nas. «Per evitare che, come purtroppo accade spesso -ha spiegato ieri il colonnello Antonio Concezio Amoroso alla presentazione, a cui erano presenti anche l’assessore capitolino al Commercio, Davide Bordoni e quello all’ Agricoltura della Provincia, Aurelio Lo Fazio - il termine vino sia associato a eventi negativi, come causa di incidenti stradali e atti violenti» . Ma anche, fa eco Daniela Scrobogna, delegata di Roma dell’associazione italiana Sommelier, che a Vinòforum organizza «L’arte del bere giusto. Corso sul vino in cinque lezioni» , «perché i giovani ne capiscano la qualità, senza sceglierli per il loro prezzo o per la gradazione alcolica» . Ampio spazio inoltre alle enoteche romane e laziali, alla gastronomia, al Birròforum, per gli amanti delle birre artigianali, e ai concerti live di musica jazz. E solidarietà: Vinòforum sostiene infatti la fondazione per la ricerca sulla Fibrosi cistica, una malattia genetica molto diffusa in Italia e fondata da Matteo Marzotto. Clarida Salvatori Vinòforum, lungotevere maresciallo Diaz (Farnesina), dal 3 al 18 giugno. Orari: da domenica a giovedì, dalle 19 alle 24; venerdì e sabato dalle 19 all’1. Ingresso (in cui è compresa una consumazione): 16 euro da domenica a giovedì; venerdì 20 e sabato 25 (in questi due giorni, con il biglietto d’ingresso, il visitatore ha diritto a 12 degustazioni). Info: 06.6383356 www.vinoforum.it LA PROVINCIA PAVESE lomello, ubriaco dopo l’incidente mortale - anna mangiarotti IL RESTO DEL CARLINO (Modena) Tanti premi solidali e campagna no-alcol IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia) Luigi, 22 anni senza alcol CORRIERE DELLE ALPI guidava in stato di ebbrezza un 52enne patteggia 1800 euro ALTO ADIGE l’assessorato: in alto adige si fuma poco però si beve molto festival del gusto, 100 mila in centro - valeria frangipane LA NUOVA SARDEGNA torna ubriaco e devasta la casa Rassegna del 2 giugno LA NAZIONE ROMA 02 giugno 2011 - È stato scarcerato il romeno che domenica scorsa ha travolto e ucciso, guidando ubriaco la sua auto, un ragazzino che andava in bici a Nettuno, vicino a Roma. In base alla decisione, presa dal Gip di Velletri, l’immigrato, che al momento dell’arresto è risultato positivo al test alcolemico, con un tasso alto il doppio del consentito, avrà l’obbligo di dimora dalle 18 alle 8 del giorno successivo. LA POLEMICA - La decisione è stata fortemente criticata dal segretario romano e dirigente della Fiamma Tricolore Destra Sociale, Stefano Tersigni. Per il romeno, che al momento dell’incidente aveva un tasso alcolemico il doppio oltre il limite consentito, è stato disposto l’obbligo di dimora dalle 18 alle 8. «È veramente uno schifo! Il romeno che ha travolto Mattia mentre era in bicicletta guidando ubriaco e senza patente ha scontato solo poche ore di carcere. La vita spezzata del giovane di Nettuno - sottolinea Tersigni - per la giustizia italiana non vale niente! Se fossi il padre di Mattia mi farei giustizia da solo, gli sparerei mentre si scola l’ennesima birra. Però in quel caso andrei in carcere a vita. Che schifo». Il pirata della strada che la sera di domenica scorsa ha travolto e ucciso Mattia, 16 anni, è stato arrestato dai carabinieri. Sentendosi braccato dai militari di Nettuno che erano sulle sue tracce, si è recato in caserma assieme ad altri suoi due amici romeni di 41 e 37 anni che erano nell’auto con lui al momento dell’incidente. Il romeno che era la guida del veicolo, una Ford Mondeo priva di assicurazione, è stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza. Gli altri due romeni sono stati denunciati per omissione di soccorso. Secondo una prima ricostruzione della dinamica, l’auto ha invaso la corsia opposta investendo e uccidendo il ragazzino che era in bicicletta. I carabinieri erano sulle tracce dei responsabili grazie ad alcune testimonianze ottenute nelle ore dopo l’incidente. red. on. TRENTINO Stop all’alcol, ristoranti allertati Il Comune avvisa i locali convenzionati: a pranzo niente birra o vino Il sindaco Mattei: «L’iniziativa fa parte del progetto sicurezza e non è frutto di una situazione specifica d’allarme» (*) ARCO. «Nessuna volontà vessatoria, solo il rispetto di una regola dettata essenzialmente dal buon senso. L’iniziativa fa parte del progetto sicurezza che il comune di Arco sta portando avanti da qualche anno». La firma in calce non è la sua, trattandosi di un atto amministrativo interno che fa capo a chi gestisce il personale, quindi al segretario, ma il sindaco Paolo Mattei condivide in toto il divieto ai dipendenti di assumere bevande alcoliche durante la pausa pranzo. La missiva è stata recapitata, qualche giorno fa, ad ognuno degli impiegati e degli operai presenti nella pianta organica comunale. La decisione ha lasciato letteralmente a bocca aperta i dipendenti ma fino ad ora non si sono registrate prese di posizione o contrarietà al provvedimento. Di certo la notizia, dopo la pubblicazione sul Trentino nell’edizione di ieri, ha fatto velocemente il giro della città. Impossibile non trovare qualcuno, nei bar o nei negozi, che non parlasse di questo. «Trattasi di un atto di organizzazione interna alla macchina municipale - commenta il sindaco Mattei - che comunque, come primo cittadino, condivido pienamente. E’ un’iniziativa che va vista nel disegno generale del progetto di sicurezza e ambiente che il Comune porta avanti già da un po’ e che è nostra intenzione implementare. La ratio della circolare è chiara: si vuole istruire e prevenire atteggiamenti non idonei e potenzialmente pericolosi. Qui non si tratta di controllare quello che fanno i dipendenti nel corso della giornata lavorativa, piuttosto si vuole indicare quelli che sono i comportamenti da seguire anche durante la pausa pranzo. Su di un punto, però, voglio essere chiarissimo: non è una decisione frutto di una situazione specifica, di un caso contingente o di un’emergenza. In altre parole, non lo facciamo perché abbiamo trovato qualcuno con la fiasca di vino sotto la scrivania. E’ uno strumento pensato esclusivamente come prevenzione». La circolare è stata trasmessa anche ai gestori dei ristoranti convenzionati con il Comune per i pasti di mezzogiorno: durante il pranzo non potranno servire bevande alcoliche ai comunali. Pena, in casi estremi di violazione della normativa perpetrata nel tempo, anche la cessazione della convenzione. Ovviamente tutto viene demandato principalmente al senso di responsabilità di ristoratori e impiegati: di certo l’amministrazione arcense non metterà gli agenti della Polizia locale alle calcagna del proprio personale, durante la sosta di mezzogiorno. «Nelle aziende questo divieto è già in essere da diverso tempo - conclude Paolo Mattei - ma ritengo sia una misura da applicare in ogni posto di lavoro. La sicurezza è un tema che merita tutta l’attenzione del mondo». (*) Nota: la riduzione del consumo di alcolici è il filo conduttore e il fine ultimo di tutte le attività prevenzione. Forse l’impatto di questa iniziativa non verrà mai quantificato, ma già da ora sappiamo che è una iniziativa giusta e senza controindicazioni. TRENTINO «No all’alcoltest ai dipendenti Ma l’ente pubblico sia vigile» TRENTO. Alcoltest a tutti i dipendenti comunali? Al Comune di Arco non ci sono arrivati poi così lontani visto che il sindaco, nei giorni scorsi, ha fatto recapitare a tutti i dipendenti una circolare interna nella quale li invita a non bere durante la pausa pranzo. «Credo si tratti di uno dei primi casi in Trentino, forse il primo - spiega il presidente del consorzio dei comuni Marino Simoni - anche se, in realtà, conosco le mense di molti comuni nei quali già oggi è vietato consumare bevande alcoliche. Nel mio comune, Transacqua, è così». Marino Simoni non auspica certo l’introduzione di un alcoltest pomeridiano per tutti i dipendenti comunali (cosa che sarebbe obiettivamente impraticabile) ma spiega che la posizione dell’ente pubblica deve essere quella di disincentivare il consumo di bevande alcoliche: «Io non sono un integralista, ma sono convinto che le amministrazioni un segnale forte devono darlo». (*) Come detto l’estensione a tutti i dipendenti di uno specifico divieto che oggi vale solo per alcune categorie (operai, muratori o autisti di mezzi pesanti) è improbabile, ma Simoni ammonisce: «Lavorare brilli dietro una scrivania può causare danni ancora più gravi». (*) Nota: è solo nei confronti degli alcolici che le misure per limitarne l’uso suscitano timori di integralismo e proibizionismo. Altre regole di sicurezza sul lavoro sono sicuramente più disagevoli che il non bere, ma non avendo a che fare con il piacere non vengono vissute come un’indebita ingerenza nella propria sfera privata. LA NAZIONE Alcoltest ai conducenti di bus Operazione sicurezza dei vigili Nuovi controlli della Municipale sui bus turistici, conducenti in regola con l’alcoltest. Violazioni solo sul fronte "Ztl bus" Firenze, 2 giugno 2011 - Giro di vite dei vigili urbani nei confronti dei bus turistici. Il comando della Polizia Municipale ha avviato una campagna di controlli anche nei confronti dei conducenti professionali per contrastare eventuali episodi di guida in stato di ebbrezza, in un’ottica di tutela della sicurezza per i turisti, italiani e stranieri sempre più numerosi in città. Il reparto motociclisti dei vigili urbani ha effettuato l’alcoltest su 73 conducenti di bus turistici, tutti in regola con le nuove norme del codice della strada, che per i guidatori professionali prevedono un tasso di alcol per litro di sangue pari a zero. I controlli della polizia municipale si sono concentrati nelle aree di sosta e di fermata riservate ai bus da turismo, in particolare Lungarno Pecori Giraldi e via Visconti Venosta. Violazioni sono state invece riscontrate nelle scorse settimane in relazione al rispetto della Ztl bus. Dall’inizio della primavera, infatti, la polizia di Quartiere del distaccamento Campo di Marte e il reparto della polizia ammInistrativa hanno sottoposto a verifica oltre 400 bus turistici per verificare il rispetto della Ztl bus. Al riguardo sono state accertate complessivamente 77 violazioni, di cui 15 nel parcheggio di Visconti Venosta. BRESCIA OGGI Novelli: «Raddoppiate le sanzioni per guida in stato di ebbrezza» IL COMANDANTE. La polizia Locale punta su qualità e sicurezza 02/06/2011 - Più controlli uguale più sicurezza. Il comandante della Polizia municipale Roberto Novelli punta più alla «qualità» che alla quantità delle multe. Saranno pure i divieti di sosta a fare i grandi numeri, ma «le sanzioni per quella infrazione sono in diminuzione costante dal 2008 - dice Novelli -, mentre sono in crescita tendenziale da un paio d’anni le multe ai parcometri». Per le Ztl bisognerà attendere la prossima classifica. L’apertura parziale dei varchi elettronici è avvenuta verso fine 2009 preso in esame dalla ricerca, dunque nel conto de Il Sole 24 ore pesano i dati a varchi chiusi. La parziale apertura ha ridotto le multe. Ma al di là di tutto, «negli ultimi anni abbiamo intensificato la vigilanza sui comportamenti che possono pregiudicare la sicurezza», dice Novelli. E spiega che le multe per guida in stato di ebbrezza sono raddoppiate. In crescita pure le sanzioni per mancato uso del casco e delle cinture di sicurezza, per l’uso di cellulari, mancata revisione e guida senza patente. MI.VA. LA VOCE DEL NORDEST Cronaca Dopo essersi ubriacata voleva gettarsi nel Sile a Treviso (*) Esclusa da sfilata scuola, 16enne salvata polizia su argine Treviso 02/06/2011- Esclusa dalla partecipazione ad una sfilata di moda organizzata dalla scuola, una ragazza trevigiana 16enne e’ stata messa in salvo dalla Polizia mentre, ubriaca, si sporgeva sull’argine del Sile E’ accaduto nella notte. La giovane e’ stata subito trasferita all’ospedale di Treviso dove e’ stata trattenuta per la forte quantita’ di superalcolici assunti. I genitori ed una amica hanno confermato che era molto provata dal fatto di essere stata esclusa - pare per una questione di peso - da una sfilata di moda promossa dalla scuola in cui e’ iscritta. CORRIERE DEL VENETO VENEZIA La ragazza è troppo bella due donne la picchiano (*) L’ucraina aveva attirato l’attenzione di alcuni uomini al bar. Frattura del naso, prognosi di venti giorni VENEZIA - I carabinieri hanno fermato due giovani veneziane che, alcuni giorni fa, avevano aggredito una ragazza ucraina colpendola a calci e pugni al Lido di Venezia. Le responsabili dell’aggressione, F.V. di 29 anni e B.V. di 27 anni, avrebbero compiuto il gesto perchè la ragazza ucraina, per la propria bellezza, aveva attirato l’attenzione di alcuni uomini in un bar dove loro stesse si trovavano. Durante l’aggressione le due veneziane, alterate dall’alcol, avrebbero anche lanciato contro la straniera un bicchiere da cocktail. La giovane aveva dovuto ricorrere alle cure ospedaliere per la frattura del naso e le escoriazioni dovute a cocci di vetro. Era stata dimessa con una prognosi di 20 giorni. (*) Nota: una ragazza vuole farsi male da sola perché non rientra nei canoni di bellezza, a un’altra le hanno fatto male perché invece ci rientrava troppo. In entrambi i casi gli alcolici hanno avuto un ruolo importante. Come dicono i produttori: ogni occasione è buona. IL GAZZETTINO (Treviso) LA RIBELLIONE Sorelle di 16 e 9 anni gli negano l’ingresso in casa e chiamano la polizia Il papà è ubriaco: lo chiudono fuori TREVISO Giovedì 2 Giugno 2011 - Terrorizzate dal padre, tornato a casa ubriaco, due sorelle di 16 e 9 anni hanno deciso di barricarsi in casa e hanno avvertito la polizia: temevano che, come accadeva spesso, l’uomo le avrebbe maltrattate, diventando «cattivo e minaccioso», per usare le parole riferite più tardi agli agenti. È accaduto qualche sera fa in un condominio di via Ca’ Zenobio. Quando la chiamata è giunta alla centrale operativa della Questura erano le 22.50: gli agenti intervenuti sul posto hanno tranquillizzato le bambine, figlie di genitori polacchi. Dell’uomo invece non c’era traccia. I poliziotti, per chiarire la faccenda, hanno quindi contattato la madre, infermiera professionale, che si trovava al lavoro e che ha subito confermato il racconto delle figlie. I poliziotti hanno intanto rintracciato il padre nel garage sotto il condominio: stava beatamente dormendo, annebbiato e messo ko dall’alcol, che aveva trangugiato in gran quantità poco prima con gli amici, in un bar poco distante. Redarguito dagli agenti, è stato invitato a rimanere nel box. È rientrato in casa soltanto a sbornia smaltita, con buona pace della sua famiglia.
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