Giovedì 18 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna alcol e guida del 9 giugno 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

REPUBBLICA MOTORI RIPRENDE IL COMUNICATO STAMPA DEGLI AUTORI DE “LA CASTA DEL VINO” ENRICO BARALDI ED ALESSANDRO SBARBADA


REPUBBLICA MOTORI

Sostanze alcoliche pericolose non solo per la guida dei veicoli
08 giugno 2011
Enrico Baraldi e Alessandro Sbarbada, i due autori del libro-denuncia "La casta del vino", documentano come l’alcol etilico contenuto nelle bevande alcoliche sia un potente cancerogeno
In Italia si registrano ogni anno oltre quattromila decessi a causa di incidenti stradali. Quello che però lascia stupiti è come sia tanto elevata la correlazione delle sostanze alteranti (alcol e droghe) nelle statistiche mortali tanto che una persona su tre coinvolta in un incidente mortale risulta sotto l’effetto di alcol. Secondo le analisi, il 30% degli incidenti gravi è associabile all’alcol, il 40% dei decessi di pedoni è causato da motocicli e ciclomotori e oltre il 80% di morti e feriti sono pedoni e motociclisti. Insomma una vera carneficina che vede l’alcol sul banco degli imputati con una pesante responsabilità nei confronti della sicurezza stradale. Un’altra pesantissima accusa sugli effetti delle sostanze alcoliche arriva dalla comunità scientifica internazionale e viene messa in risalto da Enrico Baraldi e Alessandro Sbarbada, i due autori del libro-denuncia "La casta del vino" (Stampa Alternativa). Non per demonizzare l’alcol ma nel loro volume gli autori documentano come l’alcol etilico contenuto nelle bevande alcoliche sia un potente cancerogeno, da tempo riconosciuto come tale dalla comunità scientifica internazionale.

Baraldi e Sarabada affermano poi: "Il professor Umberto Veronesi, tra le altre sue cariche presidente onorario dell’Osservatorio permanente sui giovani e l’alcol, che ha tra i suoi soci Assobirra, la Confederazione Italiana della Vite e del Vino e l’Unione Italiana Vini, continua a sottostimare questo pericolo. In altri paesi del mondo, nella giornata dedicata alla prevenzione dei tumori, viene affermato con convinzione di non fumare e di non bere alcolici per ridurre il rischio. In Italia si comunica di non fumare e di bere "moderatamente" - in tal senso si è più volte pubblicamente espresso Umberto Veronesi - , concetto del tutto fumoso e assolutamente non scientifico".
Secondo eminenti ricercatori l’alcol ha un ruolo diretto e dimostrato in almeno una dozzina di tumori e l’Istituto nazionale sul cancro francese denuncia come un solo bicchiere di vino al giorno aumenta il rischio di cancro della bocca e della gola del 168 %.
Nel libro viene poi riportato come il National cancer institute di Bethesda abbia analizzato le abitudini alimentari di circa 200.000 donne per un periodo di otto anni, rilevando che anche consumare 1-2 bicchieri al giorno di una qualunque bevanda alcolica aumenta del 32% la probabilità di sviluppare un cancro al seno, percentuale che sale al 51% se i bicchieri sono più di tre. Il tipo di tumore indagato è il più diffuso fra i tumori al seno e colpisce soprattutto le donne in menopausa.

"Ma già nelle ragazzine - sostengono gli autori - le bevande alcoliche espongono a una maggiore vulnerabilità riguardo alle lesioni benigne della ghiandola mammaria, le quali spesso hanno significato di lesione precancerosa. Questa la tesi di una ricerca della Washington University School of Medicine di St. Louis e della HarvardUniversity, diretta dal dottor Graham Colditz e pubblicata su"Pediatrics". D’altra parte bere anche solo tre bicchieri di vino a settimana aumenta del 30 per cento il rischio di recidiva del cancro al seno, mentre le donne astemie hanno meno probabilità di ricaduta. Questo è quanto emerso da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Kaiser Permanent Division of Research di Oakland (in California) presentato negli Usa in occasione del Simposio Santo Antonio sul cancro al seno".
Le fonti a cui fanno riferimento Baraldi e Sbarbada sono senza dubbio autorevoli e forniscono un quadro ben preciso della potenziale pericolosità sulla salute delle sostanze alcoliche ma ognuno è libero di fare le proprie scelte dopo essere stato debitamente informato (i due autori lamentano una certa "disinformazione" in merito).
Diverso è il discorso per quanto riguarda l’alcool e la guida dei veicoli, in questo caso non ci sono dubbi: se si oltrepassa il limite consentito dal Codice della strada sono guai seri anche perché in ballo, oltre alla propria, c’è la vita degli altri. (m. r.)


I VIGNAIOLI TRENTINI SI PREOCCUPANO DEL “MAL DI TESTA” DOVUTO AI SOLFITI PRESENTI NEL VINO E NON PENSANO ALL’ALCOL ETILICO CHE E’ UN POTENTE CANCEROGENO

IL TRENTINO

Arriva in Trentino il vino senza solfiti
Presentato al Vinitaly e alla Mostra del Buonconsiglio ha riscosso buon successo. L’esperto: «E’ più salubre»
Si chiama «Freewine» e lo produrrà la Cantina sociale di Roverè della Luna
ALESSANDRA DEFANT
GIOVEDÌ, 09 GIUGNO 2011
TRENTO. E’ comunemente risaputo che dal bere vino, in quantità magari non troppo moderate, possono derivare postumi poco piacevoli. Qualcosa che forse non tutti sanno, invece, è che a causare il “famigerato” mal di testa che colpisce coloro che hanno alzato il gomito, è l’anidride solforosa. Sebbene questa sostanza (alla quale si fa spesso riferimento utilizzando la parola “solfiti”) sia già in parte naturalmente presente nel mosto, si è soliti aggiungerne di artificiale durante le varie fasi di produzione. Sennonché, oltre a suscitare allergie ed intolleranze, i solfiti possono interferire con le caratteristiche organolettiche dei vini.
Per questo, negli ultimi anni, si è diffusa la convinzione che sia importante produrre vini con un contenuto di solfiti molto basso. Le ultime scoperte in campo enologico ed alcune innovazioni tecnologiche hanno permesso di rendere questa teoria una realtà; una realtà chiamata Freewine.
Freewine è un disciplinare di produzione, conseguito tramite un pioneristico protocollo tecnico di vinificazione ad adesione libera che si avvale del supporto scientifico del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e dell’Istituto di Biologia e Biotecnologie Agrarie del Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Pisa.
Tra i dodici produttori che hanno aderito al progetto Freewine, c’è la Cantina Sociale di Roverè della Luna, la quale ha prodotto, nel pieno rispetto del disciplinare, due vini senza solfiti aggiunti: il pinot grigio “Zero Wine Blanc” e la schiava “Zero Wine Rosè”.
Presentati ad operatori del settore e pubblico in occasione di Vinitaly 2011 e riproposti nella splendida cornice del Castello del Buonconsiglio durante la 75º Mostra Vini del Trentino (tenutasi tra il 20 ed il 23 maggio scorsi), gli Zero Wine - come dice l’enologo e responsabile del controllo produzione e qualità della Cantina di Roverè Carlo Alberto Gasperi - «sono vini a maggior contenuto di salubrità perché, a differenza di quelli tradizionali, non contengono solfiti artificiali aggiunti».
«Naturalmente - continua l’enologo - considerato che i solfiti sono di fatto conservanti aventi funzione antiossidante e antimicrobica, per compensarne la carenza è necessario non solo limitare il contatto del vino con l’ossigeno, ma anche adoperarsi al fine di massimizzare l’effetto degli antiossidanti già presenti nel vino stesso o comunque esistenti in natura. Ed è proprio su questi due principi che si basa il protocollo a cui aderiamo».
Che gli Zero Wine siano vini giovani, rivolti ad un pubblico giovane, lo si deduce d’altronde anche osservando la bottiglia; bottiglia che è valsa alla versione Rosé l’Etichetta d’argento all’International Packaging Competion di Vinitaly 2011.
Sempre a Vinitaly, lo scorso aprile, assieme agli Zero Wine è stato lanciato il concorso fotografico artistico “Prospettive alzo zero” che scadrà il 15 giugno prossimo. Le opere, che saranno sottoposte al vaglio di una giuria tecnica e di una giuria popolare dovranno rappresentare il mondo visto dal basso (bando di concorso su www.zerowine.it).

ANCORA CONTESTAZIONI NEI TRIBUNALI

CORRIERE ROMAGNA

Guida in stato di ebbrezza: traballa l’affidabilità dei test
Il gip dispone una perizia per valutare l’attendibilità delle procedure
di Carmelo Domini
RAVENNA. Il gip del tribunale di Ravenna, Anna Mori, ha disposto una perizia per stabilire la reale affidabilità dei metodi finora utilizzati nel rilevare il tasso alcolemico in caso di incidenti stradale.
Le conclusioni della perizia potrebbero riscrivere l’esito di centinaia di processi per guida in stato di ebbrezza, la maggior parte dei quali in corso per l’opposizione a decreti penali di condanna. Si profila dunque una svolta epocale dal punto di vista giudiziario, sempre che il perito ritenga inadeguati i metodi attualmente utilizzati nel Ravennate per rilevare la concentrazione di alcol nel sangue. Metodi che, per inciso, sono già stati cambiati nella vicina provincia di Bologna su richiesta della stessa procura.La decisione del gip è stata presa ieri nel corso del processo in abbreviato che vede imputata una 27enne ravennate per l’omicidio colposo (aggravato dallo stato di ebbrezza) di Bruno Camanzi, 70enne di Conselice morto il 3 luglio del 2009 sulla Bastia. Camanzi, i cui familiari sono già stati risarciti, venne (secondo l’accusa) travolto mentre era in sella a una bici da corsa. Stando ai rilievi eseguiti dai carabinieri della stazione di Santa Maria in Fabriago, la Golf guidata dalla ragazza speronò il 70enne mentre viaggiava nel suo stesso senso di marcia.La ragazza ne uscì illesa, ma venne comunque portata al pronto soccorso dove vennero prelevati campioni di urina e sangue. Gli esami rivelarono la presenza di tracce di cocaina e un livello di alcol etilico pari a 1,33 grammi litro. Una situazione che spinse la procura a indagarla per omicidio colposo aggravato dallo stato di ebbrezza e dalla guida sotto l’uso di sostanze stupefacenti.Quest’ultima accusa, però, cadde poco dopo. Ovvero quando il legale della ragazza - l’avvocato Giovanni Scudellari - presentò una perizia di parte affidata alla dottoressa Elia Del Borrello, responsabile del laboratorio di tossicologia forense dell’Università di Bologna. Il medico legale sottolineò come la positività alla cocaina fosse stata riscontrata solo sul campione di urina, dove tracce di metaboliti possono continuare a essere presenti anche a dieci giorni dalla sua assunzione. Il resto lo ha fatto l’ormai consolidata giurisprudenza in materia per la quale non basta la prova dell’assunzione di droga ai fini della colpevolezza, ma serve anche dimostrare che l’automobilista si trovasse al volante sotto una reale alterazione psicofisica. Da qui l’archiviazione dell’accusa legata alla cocaina. Restava, però, quella dell’alcol. Accusa più che mai pesante ai fini assicurativi, visto che la compagnia della ragazza dopo aver risarcito i familiari della vittima aveva comunque fatto sapere che, in caso di condanna per guida in stato di ebbrezza, si sarebbe rivalsa sulla 27enne. Ieri nuova udienza di fronte al gip Mori, dove l’imputata ha optato per il rito abbreviato condizionato alla testimonianza del proprio consulente tossicologico. Il medico legale ha gettato nuovi dubbi sulle pratiche attualmente adottate in provincia di Ravenna, ricordando come per tali problematiche la Regione Emilia Romagna abbia stilato un protocollo applicativo con la prefettura di Bologna, proprio su segnalazione dei tecnici, ma anche della stessa procura felsinea. E tali procedure - stando a quanto emerso ieri - non utilizzano più (per rilevare il tasso di alcol) la “vecchia” tecnica enzimatica, bensì quella molto più affidabile meglio conosciuta in ambienti scientifici come “gascromatografia”. Il tutto dopo aver eseguito sempre due prelievi per poter ripetere eventualmente l’esame in contraddittorio. L’udienza per il conferimento dell’incarico è stata fissata a fine luglio.

CONSEGUENZE DEL CONSUMO DI VINO, BIRRA ED ALTRE BEVANDE ALCOLICHE.

LA GAZZETTA DI REGGIO

«Più divieti alla vendita d’alcol»
08 giugno 2011 — pagina 18 sezione: Nazionale
Ha due amici in lacrime per la perdita dei rispettivi papà lungo quella maledetta strada, ma il giovane agricoltore Pietro Porcu, 29 anni, è rimasto particolarmente segnato dalla morte venerdì sera di Abderrahme Namiri perchè lui era là e ha visto com’è maturato l’incidente. E’ mosso da indignazione, non gli va giù quello che ha dichiarato l’automobilista in tribunale. «Ma come si fa a dire certe cose - vuole replicare al telefono con la “Gazzetta” - Mantovani andava forte e basta valutare dove la Golf è riuscita finalmente a fermarsi e dove è stato proiettato il corpo del povero Namiri. Posso parlare con cognizione di causa, non solo perché sono un testimone dello schianto, ma anche perché faccio rally e sono un ex pilota di moto. E la vittima era sulle strisce, inoltre non ha attraversato di corsa come dice l’investitore, lo conferma una persona che ha visto chiaramente l’urto. Ha trovato la morte una persona di cuore» di Tiziano Soresina wCADELBOSCO SOPRA Le polemiche sull’ennesimo incidente mortale causato da un persona alticcia al volante sono finite ieri al centro del settimanale incontro - in tribunale a Reggio - del procuratore capo Giorgio Grandinetti con i cronisti. E le parole del numero uno della procura sono nette: «Non c’è nulla da fare, le cose cambieranno solo se si arriverà al divieto assoluto della vendita degli alcolici in alcuni posti-chiave, come discoteche, night e locali nei pressi. Ma dietro alle bevute dei ragazzi c’è troppo business, il consumo degli alcolici non viene scoraggiato in alcun modo...». Valutazioni che hanno i toni dello sfogo, perché il procuratore capo dimostra d’avere già analizzato più volte questo tragico fenomeno delle stragi nel finesettimana. «Il legislatore ha lanciato un segnale forte su questo terreno - prosegue Grandinetti - visto che le pene sono state fortemente inasprite rispetto a quelle blande di anni fa. Siamo comunque davanti a fatti colposi, oltre l’intenzione. Omicidio volontario? Mi sembra iperforzato, alla base c’è una gravissima imprudenza. E’ indubbio che l’allarme sociale esiste, anche perchè i media sono molto attenti su queste vicende. Coltivare certi allarmi è utile per spingere verso controlli più severi contro chi beve e poi si mette alla guida. Il senso di insicurezza è forte, ma la realtà non mi sembra questa. C’è un aumento dell’attenzione, ma non dei casi mortali. Quello che purtroppo cresce in maniera esponenziale - conclude il procuratore della Repubblica - è il consumo di alcol». Ieri, in tribunale, l’avvocato difensore Claudio Bassi ha presentato la documentazione a supporto di un’istanza tesa ad ottenere il permesso lavorativo per l’operaio gualtierese 34enne Manuel Mantovani, ora agli arresti domiciliari per aver investito e ucciso lungo via Marconi il marocchino 61enne Abderrahme Namiri, con l’aggravante che il giovane era alla guida con un tasso alcolemico quasi tre volte superiore al consentito. Ma la ricostruzione in aula dell’incidente da parte dell’operaio non è piaciuta alla famiglia Namiri. «Ha chiesto scusa? Tutto inutile, doveva pensarci prima - afferma amaramente Nora Namiri, figlia 24enne della vittima - e non bere. Mia madre ha assistito alla tragedia e sappiamo bene come sono andate le cose. Non è vero che mio padre ha attraversato la strada correndo e come fa a dire che guidava a velocità moderata? L’impatto è stato tremendo, il parabrezza bucato, il corpo di mio padre sbalzato di una cinquantina di metri. Non mi sembrano le conseguenze di una velocità sui 60-70 chilometri orari come ha detto Mantovani al giudice. Inoltre mio padre ha attraversato sulle strisce». Ieri è giunto ai familiari il nulla-osta per i funerali da parte del pm Maria Rita Pantani: l’autopsia non è stata richiesta, la salma partirà per il Marocco appena saranno ultimate le pratiche con il Consolato. La famiglia si è rivolta all’avvocato Enrico Della Capanna per essere tutelata in questa dura vicenda. «Mio padre era un uomo buono - aggiunge con un groppo in gola la figlia Nora - che si era veramente integrato in Italia. Ha lasciato in tutti noi un grande vuoto».

http://www.poliziadistato.it/articolo/view/22869/

Reggio Emilia: tenta di uccidere con una mannaia
Verso le ore 00.40 di questa notte la Sala Operativa inviava due Volanti della Polizia in Via F.lli Bandiera n.14/3, in quanto era stata segnalata dal "118" una persona con ferite da arma da taglio al volto.
Arrivati sul posto in effetti rintracciavano all’ingresso del palazzo un uomo extracomunitario in evidente stato di alterazione psicofisica dovuta all’abuso di bevande alcoliche con una ferita sanguinante alla mano sinistra e provvedevano a bloccare il soggetto poiché sicuramente coinvolto.
Sul pianerottolo del secondo piano dello stabile, davanti alla porta dell’interno 15, vi erano due persone, una delle quali a torso nudo imbrattata di sangue con una vistosa ferita alla guancia sinistra e l’altro con una ferita alla mano e indicavano come autore del fatto il soggetto già bloccato dagli agenti all’ingresso.
L’aggressore veniva identificato per SELVARAJHA Bavirajh, nato in Sri Lanka il 20.06.1982. clandestino sul territorio nazionale.
Il ferito al volto K.K. un uomo di 30 anni in regola e il ferito-soccorritore R.R. di anni 32 entrambi dello Sri Lanka. Il ferito -soccorritore raccontava che poco prima al termine di una festicciola a base di bevande alcoliche a cui i tre avevano partecipato all’interno dell’appartamento, il SELVARAJHA Bavirajh in preda ai fumi dell’alcol e presumibilmente a causa di un’offesa rivolta alla sua famiglia, aveva afferrato dal lavello della cucina una mannaia e colpiva con un fendente il viso del K.K., tagliandogli la guancia all’altezza dello zigomo sinistro e provocandogli una lunga e profonda ferita con abbondante fuoriuscita di liquido ematico. Questi al fine di proteggersi dai fendenti si faceva scudo con le proprie mani , causandosi di conseguenza delle ferite da taglio alla mano sinistra. Il soccorritore R.R. si frapponeva tra i due per evitare che l’esagitato colpisse nuovamente il ferito poiché continuava a roteare minacciosamente la mannaia verso la sua testa e nell’intento di disarmarlo R.R. riportava una ferita da taglio al palmo della mano sinistra che comunque non gli impediva di togliergli il grosso coltello che lanciava in un angolo della stanza.
Solo allora il SELVARAJHA Bavirajh si dava alla fuga abbandonando l’appartamento, ma proprio in quel momento gli agenti facevano ingresso nello stabile insieme al personale del 118.
Da un primo sopralluogo si poteva capire che il tutto era avvenuto nel locale soggiorno-cucina che si presentava agli operatori completamente imbrattato di sangue e sul pavimento ancora la mannaia utilizzata, in acciaio e di circa 30 cm che veniva sequestrata dal personale della Polizia Scientifica arrivato sul posto
Stante la flagranza e la gravità del fatto, il SELVARAJHA Bavirajh al termine degli accertamenti veniva tratto in arresto per il reato di TENTATO OMICIDIO, in quanto la sua condotta solo casualmente non aveva cagionato la morte della vittima, grazie anche all’azione dell’amico-soccorritore intervenuto in sua difesa, che riusciva a bloccare e disarmare l’esagitato interrompendo così l’ evolversi della brutale aggressione

CORRIERE DEL VENETO – VERONA

«Mi pesta» : e fa arrestare il convivente
Giovedì 9 Giugno, 2011
VERONA -Due giorni fa lei, veronese, aveva fatto scattare le manette ai polsi del proprio convivente albanese, nonché padre del loro figlioletto, al termine di quello che non ha esitato a denunciare ai carabinieri come l’ennesima aggressione fisica ai suoi danni. Non solo, perché il giovane ieri durante l’udienza per la convalida del provvedimento restrittivo era chiamato a rispondere oltre che di maltrattamenti tra le mura domestiche anche delle ipotesi di reato diminacce e violenza privata. In udienza l’indagato ha comunque preferito avvalersi della facoltà di non rispondere e il gip Paolo Scotto di Luzio (a condurre l’inchiesta è invece il pm Beatrice Zanotti) ha deciso di concedergli gli arresti domiciliari: non certo in casa con la donna che l’ha fatto arrestare, bensì dal padre. Restando in tema di maltrattamenti in famiglia, ieri all’ex Mastino, sono stati due i mariti chiamati a rispondere e condannati per le presunte violenze domestiche «riservate» alle rispettive compagne. Nel primo caso, il gup Isabella Cesari ha inferto un anno a un imputato che «con condotte reiterate, consistite nel minacciare nel corso dei colloqui in carcere la moglie e la figlia con le frasi "quando esco di qui pareggiamo i conti... ti ammazzo, non ti preoccupare che ti uccido, vi ammazzo tutti...» , cagionava loro un perdurante stato di ansia e paura, un fondato timore per l’incolumità loro e dei loro cari nel momento in cui avesse finito di scontare in carcere la condanna per maltrattamenti commessi in loro danno» . Il tutto, secondo la magistratura, «con l’aggravante di aver agito in stato di ubriachezza abituale» . Per quanto concerne la seconda condanna, il giudice monocratico Raffale Ferraro ha inferto un anno e sei mesi a uno srilankese accusato di «percosse selvagge alla moglie, spesso davanti al figlio minore» e «in preda all’alcol» . La donna sarebbe stata «prima spogliata, poi picchiata» oltre che «falsamente accusata di abbandono del tetto coniugale in occasione di un viaggio nella tarda d’origine» . Storie diverse, violenze simili nel loro squallore. Purtroppo..(*). La. Ted.

(*)Nota: … dove il comun denominatore sono sempre le bevande alcoliche!!!

ALTO ADIGE

Il rapimento era una sbronza
9.6.11.- BOLZANO— La polizia di Bolzano ha risolto il «giallo» di un presunto rapimento che si temeva fosse avvenuto la scorsa notte in viale Trento ai danni di un pachistano: si trattava di un falso allarme. Un testimone aveva allertato la polizia, sostenendo in buona fede di aver visto un gruppo di uomini caricare su un furgone il pachistano, probabilmente dopo averlo picchiato. Il veicolo sarebbe poi fuggito verso il centro. «In realtà— spiega Giuseppe Tricarico, a capo della squadra volante della questura — il pachistano era completamente ubriaco ed era stato soccorso dai suoi amici, che lo avevano caricato su un’auto per accompagnarlo a casa» . Il testimone, indicando il numero di targa di un furgone che nulla c’entrava con l’episodio, aveva così involontariamente contribuito a complicare gli accertamenti. «Non c’è stato alcun pestaggio» conclude Tricarico. Anzi, la presunta vittima, cioè il pachistano, è stato denunciato dagli agenti in quanto trovato in possesso di un documento non valido.

INIZIATIVE DI PREVENZIONE ED INFORMAZIONE

IL TRENTINO

Contro l’alcol l’invito ai giovani registi
8.6.11.- VAL DI CEMBRA
Il Comune di Segonzano comunica la riapertura dei termini di iscrizione al progetto “Effettialcollaterali” rivolto ai ragazzi dai 15 ai 29 anni residenti in val di Cembra. Il progetto offre la possibilità ai ragazzi, con l’aiuto di professionisti ed attraverso momenti di riflessione, di partecipare ad un laboratorio cinematografico per la realizzazione di un filmato sull’abuso di alcol. Domande entro il 12 giugno. Info: 0461 686103.

ROMAGNAOGGI

Cesenatico, ai nastri di partenza "Notti sicure"
9 Giugno 2011 - 13.02 (Ultima Modifica: 09 Giugno 2011)
Le notti a Cesenatico saranno all’insegna del divertimento e della sicurezza. E’ infatti ai nastri di partenza la quattordicesima edizione del progetto "Notti Sicure", promosso dal Ser.T. dell’Ausl di Cesena, in collaborazione con l’Assessorato al Turismo del Comune di Cesenatico, insieme alle associazioni economiche Confcommercio e Confesercenti Cesenate. Notti Sicure nasce nel 1998 come uno dei primi progetti di prevenzione e riduzione dei comportamenti a rischio all’interno della Regione.
L’iniziativa si propone di accrescere la sicurezza del divertimento e dei momenti di aggregazione che caratterizzano la vita notturna della città, prevenendo fenomeni di abuso di sostanze ed i rischi ad esse correlati. Il progetto verrà formalizzato con la sigla della Carta di Notti Sicure 2011 da parte del sindaco di Cesenatico Roberto Buda, del Direttore del, Ser.T. di Cesena Michele Sanza, del Presidente di Confcommercio Giancarlo Andrini, dal Presidente di Confesercenti Cesenate Fabrizio Albertini e dei gestori dei locali notturni di Cesenatico che aderiscono al progetto. Nella Carta di Notti Sicure sono elencate 10 "norme comportamentali" che ogni pubblico esercizio dovrà rispettare per garantire la realizzazione del progetto sottoscritto.
In questo contesto nasce inoltre la campagna informativa "Se guidi non bevi", promossa dal Ser.T. Cesena, che fornisce anche quest’anno un punto di informazione e prevenzione notturno davanti ai principali luoghi di aggregazione notturni. Il Ser.T. sarà presente, nei giorni 1-10-29 luglio e 6-20 agosto, sul territorio del polo della notte di Cesenatico, con l’utilizzo di un camper trasformato in punto di contatto per i giovani, proponendo loro il test dell’etilometro per valutare il livello di alcolemia ed evitare che si mettano alla guida in condizioni di pericolo. Per il Ser.T. l’obiettivo 2011 è superare i 2632 contatti significativi avuti con i giovani nel corso delle 43 uscite sul territorio nel 2010.
Il Comune di Cesenatico promuove il progetto Notti Sicure, organizzando mercoledì 10 luglio alle 24 al Batija, lo spettacolo "The Best Show". Protagonista sul palco sarà il gruppo "Street Fighter Hip-Hop Dancer", i migliori dancer di performance hip-hop. Lo spettacolo si inserisce all’interno dell’evento "THE WEEK", un insieme di incontri, stage, workshop dedicati al mondo dell’hip-hop in programma a Cesenatico dal 10 al 17 luglio, organizzato da Try srl con il contributo di Gesturist Spa e il patrocinio del Comune di Cesenatico.

IL LAVORO DELLE FORZE DELL’ORDINE PER FAVORIRE LA SALUTE DEI CITTADINI

LA GAZZETTA DI MANTOVA

Strage di patenti tra ubriachi e drogati al volante dell’auto
08 giugno 2011 — pagina 16 sezione: Nazionale
VIADANA Maxi controlli sulle strade della Bassa e strage di patenti. Nei guai una decina di giovani denunciati dai Carabinieri della Compagnia di Guastalla . I militari dell’Arma, nella sola notte tra domenica e lunedì, hanno fermato una decina di conducenti tra ubriachi e drogati. Bilancio: 6 persone denunciate in stato di libertà per guida in stato d’ebbrezza alcolica; una persona denunciata per guida sotto l’influenza di stupefacenti: 5 conducenti segnalati quali assuntori di stupefacenti; 6 grammi di hascisc e 3 di eroina sequestrati; 7 patenti ritirate agli utenti sorpresi condurre i rispettivi veicoli in stato d’ebbrezza; un centinaio di punti patente decurtati. I denunciati sono: 4 reggiani, un mantovano ed un modenese), che hanno un’età compresa tra i 21 e i 55 anni. Tutti avevano un tasso alcolemico compreso tra i 0,8 ed 1,5 g/l. I cinque segnalati per stupefacenti sono tutti residenti nel reggiano ed hanno un’età compresa tra i 24 ed i 47 anni. A questi dati va aggiunto il controllo di alcune centinaia di autovetture ed automezzi in occasione dei controlli i cui conducenti sono stati tutti sottoposti all’alcooltest. «I numeri - spiegano dal Comando carabinieri di Reggio - preoccupano in quanto, sebbene il problema alcol e droga sulle strade si stia affrontando e sviscerando in tutte le sedi per cercare di contenere gli aspetti deleteri del fenomeno, pare proprio che la sensibilità al problema non sia ancora stata raggiunta».

MESSAGGERO VENETO

Alcol alla guida in un anno 2.361 patenti ritirate
08 giugno 2011 — pagina 21 sezione: Nazionale
Le patenti ritirate dai carabinieri per guida in stato di ebbrezza sono più che raddoppiate: da 1.120 a 2.361. I controlli effettuati con l’etilometro sono passati da 7.879 (nel periodo da giugno 2009 a maggio 2010) a 11.786 (da giugno 2010 a maggio di quest’anno), ma quelli effettuati con i cosiddetti “precursori” che consentono un primo controllo molto più rapido privo però di alcun valore ai fini normativi, sono stati molti di più. Le multe per il mancato rispetto del codice della strada invece sono diminuite: da 12.004 a 9.927 con altre 1.071 patenti ritirate. Per quanto riguarda le armi invece, i Cc ne hanno sequestrate 167, 87 delle quali da sparo mentre le persone arrestate per reati inerenti al possesso di armi sono state 15 e 45 quelle denunciate. I controlli nelle aziende e nei cantieri sono stati 23, le infrazioni rilevate in materia di sicurezza del lavoro 8 e 7 le persone deferite all’autorità giudiziaria. Per “dialogare” con i cittadini i carabineri hanno anche organizzato 37 conferenze nelle scuole dove hanno incontrato 3.479 studenti. In aumento infine le telefonate al 112 che dal 17 luglio dell’anno scorso è diventato il numero unico per le emergenze a livello europeo. Fino a oggi sono state 78.861, 254 al giorno.

LA GAZZETTA DI REGGIO

Alcol e droga: multati e denunciati sette automobilisti
08 giugno 2011 — pagina 19 sezione: Nazionale
Nel corso dei posti di blocco effettuati la scorsa notte, i carabinieri di Guastalla hanno fermato anche due giovani, sorpresi alla guida di auto che non avrebbero dovuto circolare. Infatti, le due vetture in questione erano state sottoposte, in precedenza, a sequestro per violazione del codice della strada ed erano state a loro affidate per la custodia. Questo, però, non significava affatto che i due proprietari potessero utilizzarle e che le stesse auto potessero circolare, anzi. Ora per i due sono guai: sono stati denunciati per sottrazione di cosa sottoposta a sequestro. Le auto sono state nuovamente sequestrate, ma naturalmente ora affidate ad altri. GUASTALLA Alcol e droga “corrono” sulle strade reggiane. E’ quello che viene da pensare guardando i risultati dei controlli eseguiti dai carabinieri della compagnia di Guastalla sulle vie della Bassa. In una sola nottata di accertamenti, i militari hanno portato alla luce uno scenario che pone più di un interrogativo sulla sicurezza che troviamo ogni volta che ci mettiamo alla guida o camminiamo per strada. Tra le 22 di domenica e le 4 di lunedì, in sole sei ore di attività, i carabinieri hanno denunciato sette persone, tutte perché trovate alla guida in stato di ebbrezza. Sette le patenti ritirate per questa ragione. Una persona era al volante sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Cinque automobilisti sono stati trovati in possesso di droga e sono stati segnalati in quanto assuntori: in tutto, sono stati sequestrati sei grammi di hascisc e tre di eroina. I punti patente decurtati per varie violazioni al codice della strada sono stati un centinaio in tutto. E devono far pensare anche i dati anagrafici degli automobilisti sorpresi in condizioni di guida fuori legge. I sette denunciati (quattro reggiani, un mantovano e un modenese) hanno un’età che va dai 21 anni ai 55: non si può dunque dire che la piaga sia rappresentata solo dai più giovani. Inoltre, i tassi alcolemici superiori ai limiti di legge rilevati vanno da 0,8 a 1,5 grammi per litro (dunque fino a ben tre volte il limite massimo consentito). I cinque segnalati per droga, tutti reggiani, hanno un’età che va dai 24 ai 47 anni. E’ un bilancio che fa riflettere quello della notte di accertamenti da parte dei carabinieri di Guastalla. Mettersi alla guida nonostante si abbia ecceduto con gli alcolici sembra essere un’abitudine che non conosce confini o limiti di età. Il risultato, però, è che così facendo si mettono a repentaglio le vite degli altri e la propria. Allarmante allo stesso modo è la facilità con cui chi assume stupefacenti decida di guidare. Nemmeno il rischio di vedersi ritirara la patente o di rischiare sanzioni salate sembrano deterrenti sufficienti a far decidere di lasciare l’auto in garage e, al massimo, di farsi accompagnare da chi è in condizioni migliori. Da parte loro, i carabinieri così come le altre forze di polizia continueranno a monitorare le principali strade, ma anche le quelle meno trafficate, con l’obiettivo di fermare chi potrebbe essere pericoloso e garantire un po’ più di sicurezza. (el.pe)

LA REPUBBLICA

’Per ubriachi e drogati al volante pene severe e molta prevenzione’
08 giugno 2011 — pagina 5 sezione: PALERMO
ALTA velocità, mancato uso del casco, alcol e droghe sono tra le principali cause che provocano il susseguirsi d’ incidenti stradali gravi e purtroppo, spesso anche mortali. Le continue campagne preventive del Comando della polizia municipale, in collaborazione con le altre forze dell’ ordine, non sempre bastano a contrastare la diffusa violazione delle norme del codice della strada, constata Vincenzo Messina, vicecomandante della polizia municipale di Palermo. Un’ efficace prevenzione passa soprattutto dall’ analisi di dati oggettivi, quali numero di sinistri, tipologia di veicoli coinvolti, entità delle lesioni, fasce orariee frequenza. «L’ elaborazione di dati e statistiche rappresenta uno degli strumenti fondamentali per la valutazione dei piani d’ intervento per la sicurezza stradale. Rispetto al 2010, il numero degli incidenti mortali è diminuito da 42 (in tutto l’ anno) a 14 (da gennaio al 6 giugno 2011)». Di recente è stata presentata in commissione trasporti alla Camera la proposta di legge per introdurre il reato di "omicidio stradale" e punire chi si mette alla guida dopo aver assunto alcol e sostanze stupefacenti. Ritiene che una pena equa per il danno provocato rappresenti un atto di prevenzione? «Sarebbe un deterrente psicologico che potrebbe contribuire a salvare la vita di molte persone, soprattutto giovani. Ma di certo, una volta applicato, non basterebbe a rendere giustizia e a cancellare la morte di un ragazzo, di un giovane padre». Che consiglio si sente di dare ai giovani che non rispettano il codice della strada? «L’ inasprimento di una pena non vale mai quanto una vita. Ci si può divertire anche indossando il casco e non alzando il gomito». - ARIANNA ROTOLO

LA GUIDA SOTTO L’EFFETTO DI SOSTANZE STUPEFACENTI E ALCOL NON DOVREBBE ESISTERE: CHI BEVE NON GUIDA!

IL TRENTINO

Guida sicura, il prof è una donna
08 giugno 2011 — pagina 28 sezione: Cronaca
SAN MICHELE. Il sogno nel cassetto di molti appassionati di automobilismo: guidare con Gabriella Pedroni, la campionessa trentina di Formula 3000. E questo sarà possibile per cinquanta giovani tra i 18 e i 29 anni che risiedono nei comuni di Faedo, Nave San Rocco, Roverè della Luna, San Michele all’Adige, Mezzocorona e Mezzolombardo. Il prezzo, poco più che simbolico è di 35 euro. Iscrizioni entro il 18 giugno all’info point del Piano Giovani a Mezzolombardo, vicino all’Istituto Martini. Lo sportello è aperto il venerdì dalle 20 alle 22 e il sabato dalle 10 alle 11 e 30.
L’iniziativa, approvata dal Tavolo delle politiche giovanili della Rotaliana, è stata promossa e voluta dall’assessore alle attività sociali di San Michele, Nicola Chistè: «Troppi sono gli incidenti che strappano alla vita giovani ragazzi. Il progetto proposto dal Comune di San Michele vuole, quindi, porsi come una misura educativa nel tentativo di prevenire il verificarsi di simili disgrazie aiutando a maturare la consapevolezza che la macchina non è un bel giocattolo, ma può diventare uno strumento molto pericoloso che va, quindi, guidato con grande attenzione».
Il progetto si articola in due fasi, una teorica e una pratica. Nella parte teorica verranno trattate le tematiche inerenti la dinamica del veicolo, la perdita di aderenza, l’utilizzo corretto dei sistemi di sicurezza, la posizione di guida, la guida sotto effetto di sostanze stupefacenti e alcol.
La parte pratica si svolgerà a bordo di un’autovettura con un istruttore del calibro di Gabriella Pedroni e allo scopo sarà utilizzato il piazzale antistante la sede municipale di San Michele all’Adige. I partecipanti impareranno la corretta posizione di guida, come impugnare il volante, il trasferimento di carico, sottosterzo, sovrasterzo, frenata differenziata e frenata evitando l’ostacolo. Gli esercizi verranno ripetuti più volte e corretti immediatamente su suggerimento dell’istruttore che si trova a bordo.
Ma non mancherà di richiamare un folto pubblico la parte conclusiva, domenica 26 giugno, presso la sala consiliare del Municipio. E’ prevista infatti una giornata di sensibilizzazione e di avvicinamento alla tematica della guida sicura, alla quale potranno partecipare tutti i cittadini. Sarà presente un simulatore di ribaltamento utilizzato per l’addestramento degli automobilisti. - Vittorio Nardon

ANCORA SUi BOTELLON

PRIMADANOI.IT

Botellòn, il secondo atto è stato cancellato....o solo rimandato?
9/6/2011 8:50:00
PESCARA. Il secondo Botellòn sulla riviera di Pescara è stato annullato? E’ stato solo rimandato? O forse si terrà ugualmente ma gli organizzatori preferiscono un profilo più basso?
La risposta potrà darla solo il tempo che svelerà se Pescara ospiterà un nuovo raduno di giovani amanti della bevuta in compagnia. Di fatto dopo le polemiche dei giorni scorsi la pagina su Facebook dedicata all’evento dell’8 luglio è sparita. In rete si sussurra che l’appuntamento sia stato cancellato proprio in conseguenza delle proteste del Comune (il vice sindaco Fiorilli aveva parlato di una spiaggia ridotta a latrina) e c’è chi protesta e rivendica il diritto di incontrarsi e stare insieme in compagnia, magari anche bevendosi una birra.
«Con tutti i problemi e le inefficienze che ha pescara, ora quello che non va bene è il botellon??», ci si domanda sui social network. «Ragà è stato fantastico, una delle più belle sbornie della mia vita!! però se vogliamo che si ripeta, 2 considerazioni fondamentali: 1) dobbiamo risolvere il problema dell’immondizia, perché se lasciamo lo schifo di sabato non ce lo consentiranno mai più. 2)portare la musica trasformerebbe il botellon in un vero e autentico rave, e sappiamo tutti come vanno a finire le cose in questi casi. quindi riflettiamo bene..»
In poche ore il secondo atto del Botellon previsto per i primi di luglio aveva ricevuto già oltre 4 mila adesioni e a quel ritmo c’era il rischio di dover fronteggiare una marea umana.
Intanto Splendora Rapini del servizio di Alcologia dell’Asl di Pescara riflette su quanto accaduto lo scorso fine settimana in città e invitano quanti hanno commentato in maniera entusiastica la recente manifestazione giovanile a leggere le risultanze della recente indagine del Censis. «L’alcol danneggia la stabilità emozionale», sottolinea Rapini, «le prestazioni cognitive, il meccanismo di controllo degli impulsi, fa saltare completamente i freni inibitori, favorisce comportamenti aggressivi e trasgressivi, con tutto ciò che ne consegue. Forse giova ricordare che l’alcol è la prima causa i morte dei giovani tra i 15 e i 29 anni, cioè muore 1 giovane su 4, causa 60 tipi di malattia e il 10 per cento di tutti i tumori. 4 milioni di italiani praticano il binge drinking almeno una volta l’anno, di cui quasi un milione e mezzo giovani di 15-24 anni, mezzo milione ragazzi fino a 15 anni. E’ l’ubriacatura veloce, scolarsi più di sei bicchieri uno dietro l’altro, fuori pasto e nei luoghi di aggregazione. Lo sballo arriva rapidamente», continua Rapini, «perché a quest’età l’organismo non riesce a metabolizzare l’alcol. E’ una modalità di assunzione assai dannosa, perché il cervello del giovane è particolarmente vulnerabile, essendo la sua maturazione completa non prima dei 25 anni. Dunque,danni a livello cognitivo (soprattutto della memoria), emozionale (con pesanti e pericolose perdite del controllo dell’impulso) e sessuale, danni sempre più frequentemente documentati da reperti autoptici, che segnalano l’esistenza nel cervello dei giovani, deceduti spesso per incidenti stradali (l’alcol vi concorre per il 40%), di vere e proprie lesioni anatomiche alcol-correlate».

CORRIERE DEL VENETO – TREVISO

Raduno alcolico: in migliaia in centro a Treviso
TREVISO— Giovedì 9 Giugno, 2011- Il fenomeno arriva dalla Spagna, ma si sta diffondendo rapidamente tra i giovani di tutta Italia. E’ la festa del botellon: gli inviti partono da facebook, ci si ritrova in piazza dove ognuno porta qualcosa da bere, preferibilmente alcolici. Poi, si balla e si canta in compagnia. Un evento che a Padova, potere dei social network, ha richiamato 10 mila persone in prato della Valle. Venerdì 24 giugno il popolo del web si è dato appuntamento a Treviso, nella decisamente meno capiente piazza Indipendenza. A 12 giorni dall’evento sono già mille i partecipanti che si sono iscritti on line. Un numero destinato sicuramente a lievitare. A Padova, per fronteggiare l’invasione, rumorosa ma pacifica, sono state emesse ordinanze ad hoc ed è stato predisposto un imponente servizio d’ordine. Prevedibile che anche il capoluogo della Marca si debba attrezzare. Il vicesindaco Gentilini, nostalgico dell’Ombralonga è disposto ad accettare il botellon, ma solo ad una condizione: «Deve essere coinvolta l’amministrazione in questo genere di eventi. Ben vengano i giovani in piazza, ma deve essere organizzato tutto, come accadeva per l’Ombralonga» . Ma lo spirito dell’evento, come pubblicizzato sulla pagina facebook, sta proprio nel passaparola e nella spontaneità dell’incontro. Al bando l’ufficialità e il ritrovo in bar e locali pubblici. «Se arrivano dei ragazzi con le bottiglie di vino da casa, allora non ha senso come manifestazione» chiosa il vicesindaco. Il numero degli iscritti lievita di ora in ora. «A Treviso ci arresteranno tutti» è il post scherzoso di un ragazzo sulla rigidità dell’amministrazione comunale. «Svegliamola, questa città…» scrive un altro utente. Intanto gli organizzatori sulla pagina dell’evento si prodigano con le raccomandazioni: «Vi preghiamo affinchè il prossimo anno non abbiano pretesti per non farcelo rifare, di munirvi di sacchi della spazzatura e non andare in coma etilico» . La nuova Ombralonga è pronta a sbarcare in città. Sebastiano Pozzobon

CORRIERE FIORENTINO

Il locale alternativo mette al bando l’alcol

© asaps.it
Venerdì, 10 Giugno 2011
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK