SEGNALAZIONE ACAT VERSILIA
BELLUNOPRESS JULIENEWS Proibizionismo dell’alcool a Portici "L’ordinanza del sindaco di Portici (NA) che vieta la vendita di bevande alcoliche ai minori di 16 anni, unito al divieto di vendita di superalcolici sul territorio cittadino dalle 24.00 alle 7.00 è inutile e dannosa. Sono ormai decine i Comuni italiani che si affidano a misure del genere, sanzionando comportamenti assolutamente legali con provvedimenti che incidono soltanto sulla geografia del consumo di alcool e sui metodi di assunzione, provocando maggiori problemi di quelli che si intenderebbe risolvere. (*) Mentre la ’Global Commission on drug policy’ dichiara il totale fallimento delle politiche proibizioniste nel mondo, il sindaco Cuomo tenta "The Noble Experiment”, mettendosi la coscienza a posto a buon mercato, ai danni dei cittadini, degli esercenti e in definitiva, della salute pubblica.". Così Rodolfo Viviani presidente associazione radicale “Per la Grande Napoli”. (*) Nota: spesso si grida al proibizionismo anche per provvedimenti che non lo sono. La vendita di bevande alcoliche ai minori di sedici anni non è mai stata legale, semplicemente da qualche tempo è stata fatta chiarezza sulla interpretazione dell’art. 689 dl codice penale. Tra parentesi questa rassegna, l’Aicat e l’Alia possono rivendicare di aver contribuito alla diffusione del parere del ministeri dell’Interno e ci sono segnali che diversi comuni e prefetture hanno recepito la direttiva. Se fosse proibizionismo vietare la vendita di alcolici ai minori di sedici anni lo sarebbe anche il divieto di guidare automobili a quell’età. Nel nostro Paese il numero di persone in possesso di patente di guida e il quello di coloro che consumano alcolici è lo stesso (35,5 milioni). I guidatori causano poco più di quattromila morti all’anno, i bevitori circa trentamila. Come mai regolamentare, limitare o sospendere la libertà di guidare non è considerato proibizionismo, mentre limitare la libertà di bere si? CORRIERE DI AREZZO Quindicenne caduto dal tetto dell’Obi Si cercano risposte dalle telecamere. Da chiarire dove i ragazzi hanno comprato da bere. MONTEVARCHI, 15.06.2011 - ( mi.bo. ) Quindicenne caduto dal tetto della Obi, proseguono le indagini per capire quello che affettivamente sia successo in una vicenda che ancora presenta parecchi punti oscuri. Le condizioni del ragazzo, sempre ricoverato al Cto di Firenze, restano stazionarie: non è mai stato in pericolo di vita e gli accertamenti effettuati lunedì hanno permesso di tracciare un quadro clinico più chiaro della situazione, il quale ha indotto i sanitari a trattenere il ragazzo ancora per un po’ sotto osservazione. Gli inquirenti dal canto loro stanno indagando sul fatto alla ricerca dei tasselli necessari a completare il mosaico della vicenda. Proprio in questo senso si stanno visionando le immagini delle telecamere a circuito chiuso del centro commerciale per vedere se in qualche modo le riprese potranno aiutare a fare maggiore chiarezza sull’episodio. Fra le cose che si vuol capire ci sono anche le ragioni del fatto, ossia se l’essere saliti sul tetto dell’Obi sia stato solo un episodio o una prova di coraggio, oppure se sia una specie di moda fra i gruppi di giovanissimi montevarchini che va avanti da parecchio tempo e che sia venuta alla luce solo per quello che è successo domenica sera. Altro aspetto sul quale fare luce è capire come i quattro ragazzi, che pare avessero alzato un po’ il gomito, si siano procurati da bere e se lo abbiano acquistato in qualche bar: se così fosse il titolare non avrebbe rispettato il divieto di vendita di bevande alcoliche a giovani di età inferiore ai sedici anni. Quanto successo purtroppo conferma quello che le ricerche svolte da Sert e alte organizzazioni impegnate nel campo della prevenzione dicono da tempo, ossia che il consumi di alcol fra giovanissimi negli ultimi anni sia cresciuto a dismisura, fino ad arrivare a toccare livelli preoccupanti IL PICCOLO DI TRIESTE ALLA GUIDA UBRIACO IN CENTRO CITTA’ SU AUTO NON SUA, FERMATO DALLA POLIZIA Mercoledì 15 Giugno 2011 - Alle prime luci dell’alba personale della Squadra Volante della Questura ha denunciato in stato di libertà alla competente autorità giudiziaria per guida in stato di ebbrezza un uomo, P.K., nato nel 1980 in Kossovo e residente in città. Durante il controllo del territorio, un equipaggio della Questura ha notato nei pressi di piazza Garibaldi un’autovettura che procedeva con una incerta andatura, nel cui interno il volume dell’autoradio era altissimo. Gli operatori hanno cercato di fermare il mezzo guidato dall’uomo, ma questi ha posto l’autovettura al centro della carreggiata al fine di non permettere il sorpasso. Una volta effettuata questa manovra in sicurezza, gli operatori hanno fermato il veicolo nei pressi dell’ospedale infantile Burlo Garofolo e hanno invitato l’uomo a scendere. Una volta identificato, è stato sottoposto al test alcolometrico, il cui esito è stato positivo. Motivo per il quale è stato denunciato e l’autovettura, intestata a un suo connazionale, è stata sequestrata essendo priva di copertura assicurativa. GOMARCHE Pergola: colpisce con una pianta il vicino di casa ed aggredisce i Carabinieri, arrestato Mercoledì 15 Giugno 2011 - "Violazione di domicilio, lesioni personali, minacce aggravate, nonché violenza e resistenza a pubblico ufficiale", le accuse rivolte dai Carabinieri di Pergola e di Monte Porzio ad un 34enne serbo arrestato nel corso dei servizi di controllo del territorio predisposti dal Comando della Compagnia di Fano per la prevenzione e la repressione dei reati contro il patrimonio e la persona. N.D., 34enne serbo regolarmente residente a Pergola dove lavora come operaio, tornando a casa da una serata trascorsa a bere in un bar cittadino in evidente stato di ubriachezza, ha suonato insistentemente alla porta di una famiglia di romeni con i quali, in passato, aveva avuto alcuni screzi per motivi condominiali. Aperta la porta, notando l’uomo in stato di ubriachezza e di grave alterazione, l’operaio romeno di 47 anni e suo nipote di 24 hanno tentato quindi di chiudere la porta ma il 34enne è riuscito ad introdursi nell’abitazione con violenza. Una volta dentro, il serbo ha afferrato una pianta che ha poi rotto in testa al 47enne mentre i cocci hanno ferito alla mano e ad un fianco il nipote. Uscito immediatamente dall’abitazione, N.D. è stato rintracciato dai Carabinieri, giunti sul posto, all’interno della propria abitazione. L’uomo, in stato di alterazione psicofisica, non appena aperta la porta di casa, ha così aggredito i militari che, dopo una breve colluttazione, sono riusciti ad immobilizzarlo ed a trarlo in arresto. Sottoposto a giudizio per direttissima, ha ottenuto una condanna a 12 mesi di reclusione. Per i due romeni, tanto spavento ed una prognosi di 7 giorni per il più giovane e di otto giorni per il 47enne. Sudani Scarpini IL MESSAGGERO (Pesaro) CANTIANO - Completamente sbronzo, si è avventato con un punteruolo contro le fiancate d...
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