LO METTO IN PRIMA FILA COSI’ E’ PIU’ VISIBILE… UNA PRIMA RISPOSTA A VASCO ROSSI L’HO TROVATA IN QUESTO SETTIMANALE DIOCESANO VERONA FEDELE Ubriachi al volante: «Pene più severe» Basta! Quante volte è stato detto? L’ultima davanti alla bara di Alberto Benato, neanche un mese fa. Un’auto guidata da un ubriaco l’ha ucciso quando non aveva ancora compiuto diciotto anni. Ancora un ubriaco al volante. Ancora una bomba vagante che poteva colpire chiunque, in qualsiasi momento, su qualsiasi strada. E ha colpito in Salita Santa Lucia, piombando su un gruppo di ragazzi che sul ciglio della strada si stavano salutando dopo una serata passata insieme. A chi toccherà ora? Già, perché i "basta!" non sono sufficienti a fermare questa infame roulette russa. Balordi ubriachi continuano impunemente a guidare auto sulle strade seminando lutti e disperazione. Non bastano né la rabbia, né i pianti, né la legge vigente a fermarli. Solo la paura di una pena esemplare, figlia di una legge molto più severa, potrebbe mettere fine ad uno stillicidio indegno di un Paese civile dove è più forte il messaggio della pubblicità che incoraggia a bere che quello dello Stato che dovrebbe scoraggiare chi col cervello obnubilato dall’alcol si mette al volante diventando praticamente un assassino. C’era ancora molta disperazione per la morte di Alberto qualche sera fa quando l’Associazione italiana familiari e vittime della strada si è riunita nella sala parrocchiale di San Giovanni Evangelista (erano presenti anche i genitori del ragazzo) per chiedere la fine di una epidemia vigliacca e assurda che, mettendo ormai a rischio la vita di chiunque, va assolutamente fermata. Per questo è stata presentata una proposta di legge elaborata dagli avvocati Guariente e Paolo Guarienti, Vittorio Ciccorini e Fabio Porta e che i nuovi parlamentari veronesi saranno invitati a fare propria. Vi si chiede di modificare le attuali norme del Codice penale, del Codice di procedura penale e del Codice della strada, ritenute troppo permissive nei confronti di quanti si mettono alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Chi ubriaco o drogato investe, uccidendo o procurando lesioni gravi, oggi viene condannato per omicidio colposo, lo stesso reato che si applica all’automobilista che investe una persona provocandone la morte da sobrio. Rischia da uno a cinque anni, ma quasi sempre, dopo la sospensione della patente per qualche mese, torna in circolazione, e non avendo pagato a sufficienza per perdere il vizio di ubriacarsi, ridiventa un pericolo pubblico. Un domani, qualora la proposta dell’Associazione venisse presa in considerazione, la pena dovrebbe arrivare fino a dodici anni, che significa galera assicurata. Chi poi si dovesse rifiutare di sottoporsi all’accertamento etilometrico, come è successo nel caso dell’investitore di Alberto, oggi può cavarsela con una sanzione pecuniaria, seppur molto salata (può raggiungere i 12mila euro in caso di incidente provocato) e basta. Paga e finisce tutto lì, mentre l’Associazione chiede l’arresto da sei mesi a un anno. «Non vogliamo demonizzare chi al ristorante beve qualche bicchiere di vino» spiega l’avvocato Guariente Guarienti. «Tutti però dovrebbero capire l’importanza di avere nel proprio gruppo di amici almeno una persona che nell’occasione astenga dal bere e si possa così mettere alla guida». Nessuna nuova legge potrà restituire Alberto ai propri cari, ma, come hanno detto papà Stefano e mamma Patrizia, «vogliamo che nessun’altra famiglia provi il dolore che abbiamo dentro noi». Solo a Verona dall’inizio dell’anno i morti per incidenti stradali sono stati venticinque. Basta poco per uccidere ed essere uccisi, ma se poi chi si mette al volante è ubriaco basta un niente. Da gennaio nella nostra città sono state ritirate più di ottocento patenti a conducenti sorpresi con nel sangue quantità di alcol superiori ai limiti fissati dalla legge. Una cifra spaventosa se si pensa che solo chi viene fermato viene sottoposto a controllo. Quanti saranno quelli che circolano impunemente e che da un momento all’altro potrebbero uccidere? Altre ottanta patenti sono state ritirate a persone che si trovavano sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Dobbiamo dedurne che viviamo in una città di alcolisti e di drogati? Se così fosse, oltre a inasprire le pene per chi ammazza, bisognerebbe chiedersi che cosa fare per combattere le piaghe che sono a monte del problema. Non basterà certamente il provvedimento regionale (eludibilissimo) che proibisce la vendita di alcolici dalle due di notte alle sei del mattino. A. Gon. OTTIMA SCELTA AD OSTIGLIA! LA GAZZETTA DI MANTOVA Oggi riapre la piscina comunale Vietati gli alcolici 22 giugno 2011 — pagina 23 sezione: Nazionale OSTIGLIA L’impianto della piscina comunale, in gestione per sei anni alla società "Ostiglia Nuoto", terminati i lavori di manutenzione alle vasche a al verde, apre stamattina. La prima novità è l’orario continuato: dalle 9.30 alle 20.30 dal lunedì al venerdì, sabato e domenica dalle 9.30 alle 19.30. Altra novità introdotta dal regolamento è evidenziata al punto 1: il divieto di introdurre e consumare all’interno dell’impianto qualsiasi tipo di bevanda alcolica. Norma in linea con i principi della società di nuoto che da anni educa i ragazzi all’attività sportiva e sana. «E’ un segnale forte che voglio mandare ai ragazzi – dice il presidente dell’Ostiglia Nuoto Stefano Rovesta – nell’ottica dello spirito che da sempre ci contraddistingue, nel voler educare e formare i giovani con criterio, con lo sguardo al divertimento "sano" e dello sport, che non ha certo bisogno dell’alcol. Da qui la nostra scelta che proporrà in alternativa iniziative diverse ogni settimana, con happy hours analcolici e degustazioni di prodotti tipici». Confermato il personale. E non da ultimo i prezzi calmierati, come da convenzione, che aumenteranno rispetto agli anni scorsi, di un euro, ma che restano i più bassi della provincia: 5 euro per gli adulti e 3,50 il biglietto ridotto. Biglietti per over 60, al prezzo di 4 euro. Gli abbonamenti avranno validità tre mesi: per adulti (10 ingressi), 45 euro; per ragazzi (10 ingressi), 30 euro. Previsti anche quelli di 20 ingressi. Nella fascia oraria dalle 12 alle 14 e dalle 18 fino alla chiusura nei giorni dal lunedì al venerdì per chi volesse entrare in vasca il prezzo è 4 euro. La tariffa giornaliera per i lettini è di 1 euro. Agevolazioni per scuole e società sportive. La piscina resterà aperta tutto l’anno. Anche per la stagione estiva sarà disponibile al pubblico la vasca interna coperta. La palestra di via San Rocco, annessa alla piscina resta in gestione al Comune, e per le società sportive di basket e pallavolo non si profila alcun cambiamento. (p.m.) NEL LAZIO INVECE SI PROMUOVE UNA SOSTANZA CONTENTE DROGA WINENEWS LA PROMOZIONE DEL VINO SI DEVE FARE IN OGNI LUOGO POSSIBILE, ANCHE AL SUPERMERCATO. PERCHÉ LA GDO DISTRIBUISCE OLTRE IL 60% DELLE BOTTIGLIE COMMERCIALIZZATE. E IL FRASCATI DOC CI PROVA INSIEME A COOP ROMA - 23 GIUGNO 2011, ORE 10:50 La promozione del vino si deve fare in ogni luogo possibile, anche al supermercato. É La grande distribuzione è la più importante promotrice enoica italiana, basti pensare che incide nel mercato del vino con il 60% delle bottiglie commercializzate. Dato questo che non è sfuggito al Consorzio del Frascati che, dal 24 e 25 giugno, comincerà le sue attività promozionali in 20 Iper Coop Tirreno di Toscana e Lazio. La denominazione sarà presente in un apposito spazio dove, evidenziati da materiale pubblicitario e con l’ausilio dei sommelier, 50.000 persone potranno assaggiare i vini Frascati Doc, essere informati circa la prossima Docg ed eventualmente acquistare le bottiglie. Questo passaggio, al quale seguiranno altri nei mesi futuri, rientra nella progettualità di riposizionare il Frascati Doc nella gdo. Questo evento conferma la determinazione a rilanciare il Frascati con azioni dirette nei confronti dei consumatori ed ai sommelier impegnati sarà chiesto uno sforzo descrittivo dei vini, della loro storia, e dell’indubbio lavoro fatto per recuperare al meglio le qualità del vino Frascati, frutto dell’impegno di tutto un territorio. A MODENA IL COMUNE VIETA GLI ALCOLICI DALLE 20.00 ALLE 07.00. IN ITALIA C’E’ UNA GRANDE CONFUSIONE DI DIVIETI E DI PERMESSI. IN UNA STESSA CITTA’ CI SONO DEI BAR IN CUI PUOI BERE ED IN ALTRI IN CUI E’ VIETATO. VIAEMILIANET.IT Giro di vite contro l’alcol 23.6.11 – MODENA - Stop alla vendita di alcolici dalle 20 alle 7 del mattino. Dopo che la Corte costituzionale ha bloccato tutta una serie di ordinanze comunali, tra cui quella sulla vendita di alcolici, Modena ha trovato una soluzione che supera l’impasse. Nella stessa settimana in cui il Consiglio comunale ha approvato nuove norme contro l’accattonaggio e il contrasto alla prostituzione. Non è un giro di vite sulla movida modenese, ma lo sarà di sicuro su quei comportamenti che rischiano di farla degenerare in schiamazzi gratuiti, molesti e incivili. Dopo che la Corte Costituzionale aveva reso inapplicabili le ordinanze in materia del sindaco di Modena, l’amministrazione comunale ha dovuto cambiare strategia ed ha fatto confluire tutti quei provvedimenti “bocciati” nel regolamento di polizia urbana: parliamo della vendita di alcolici, dell’accattonaggio e della prostituzione. Il nuovo provvedimento viene poi rafforzato da ordinanze “contingibili e urgenti”, come richiesto dalla Consulta, circoscritte a spazi delimitati della città e a periodi ben definiti. Tra qualche giorno e fino al 31 ottobre non si potranno vendere bevande alcoliche di qualsiasi gradazione dalla 20 di sera alle 7 del mattino nelle aree pubbliche della zona Errenord – parco XX Aprile e in centro storico. Bar, negozi e ambulanti non potranno vendere alcolici per asporto o per consumo sul posto, mentre circoli e associazioni private potranno venderli solo ai soci e all’interno dei locali. Pizzerie, kebab, piadinerie potranno vendere bevande a bassa gradazione, non più di sei gradi – una birra per intenderci – dalle 20 alle 22. Dopodiché scatta il coprifuoco. Per le violazioni sono previste sanzioni amministrative fino ad un massimo di 500 euro e, in caso di recidiva dell’esercente, il sindaco può disporre la chiusura del negozio. E non è finita: fermo restando il divieto di vendere alcolici ai minori di 16 anni, la polizia municipale potrà avvalersi della facoltà prevista dalla legge e informare i genitori degli under 16 sorpresi con la bottiglia. Il Comune di Modena è tra i primi in Italia a dotarsi di una strategia che supera lo stop della Corte Costituzionale e ha deciso di passare all’azione anche in mancanza di un’apposita legge. Vanno in questa direzione anche il divieto di accattonaggio esteso non solo ai luoghi di cura ma anche ai centri commerciali e il contrasto alla prostituzione. di Sabrina Ronchetti ESPERTI INGLESI: DOPO 65 ANNI SI RIDUCE CAPACITA’ DI METABOLIZZARE AGI ALCOL: LIMITI PER ANZIANI ANDREBBERO ABBASSATI (AGI) - Londra, 23 giu. - I limiti per il consumo di alcol negli anziani dovrebbero essere abbassati rispetto a quelli consueti. Lo afferma un documento del Royal College of Psychiatrists britannico, secondo cui dopo i 65 anni le capacita’ di metabolizzare le bevande alcoliche si riduce, e queste possono anche interferire con i farmaci comunemente usati dagli anziani. Secondo gli esperti dopo una certa eta’ sarebbe meglio limitarsi a 1,5 unita’ al giorno, corrispondenti a un bicchiere piccolo di vino o a mezza pinta di birra. Al contrario, lo studio ha trovato un tasso sempre maggiore di dipendenza negli anziani, una vera e propria ’epidemia nascosta’ dovuta al fatto che questi, al contrario dei giovani, tendono a bere in casa e non in pubblico. "La visione tradizionale secondo cui l’alcolismo non e’ un problema degli anziani e’ sbagliata - si legge nel documento - anzi sarebbe il caso di porre l’attenzione su questo problema, e immaginare delle campagne ad hoc per questa fascia d’eta’". ANCHE LE DONNE CADONO NELLE BRACCIA DELL’ALCOL SEMPRE DI PIU’ GAZZETTA DI PARMA Abuso di alcol: in aumento le donne che bevono troppo Chiara Pozzati Bevono e non solo per dimenticare. Anche a Parma aumentano le donne che abusano di alcol per affogare solitudine, difficoltà, stress e depressione. Una dipendenza «subdola» che colpisce soprattutto la fascia d’età compresa tra i 46 e i 48 anni. A confermarlo le stime presentate dal dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl, guidato da Franco Giubilini. «Ovviamente si tratta di un dato parziale, riguarda unicamente il numero di donne che chiede aiuto ai servizi assistenziali - precisa Giubilini - ma parecchio significativo». La notizia emerge durante l’incontro di presentazione delle iniziative promosse in vista di domenica, Giornata mondiale contro la droga e le dipendenze in generale. Le manifestazioni, organizzate dal centro di solidarietà «L’Orizzonte» con il patrocinio e la collaborazione di Comune, Provincia, comunità «Betania» e dell’associazione di volontariato «Casa Aperta» prenderanno il via domani. «Per ora è ancora maggiore il numero degli alcolisti uomini (si parla di una percentuale che ammonta a 73,1% contro 26,9% donne), ma la differenza rispetto all’altra parte del cielo si sta assottigliando di anno in anno - assicura ancora Giubilini - La situazione è assolutamente contraria rispetto al problema della droga, in cui il divario tra uomini e donne che ne fanno uso è molto più accentuato (86, 1% contro 13,9%)». ALCUNI SORPRENDENTI DATI DEI CARABINIERI DEL SPILIMBERGHESE. TUTTO DIPENDE IN CHE ORARI SI SVOLGONO I SERVIZI DI CONTROLLO! MESSAGGERO VENETO Abuso di alcolici a tutte le ore di Manuela Boschian 22 giugno 2011 — pagina 25 sezione: Pordenone SPILIMBERGO Non è vero che a bere di più e a mettersi al volante in preda ai fumi dell’alcol sono i giovani. Così come non risponde a verità che si alzi il gomito soprattutto nelle ore notturne dei fine settimana. Il quadro emerso dai controlli effettuati da gennaio a oggi dai Carabinieri della Compagnia di Spilimbergo dice infatti tutt’altra cosa. Ovvero che la fascia d’età più negligente è quella che va dai 40 anni in su (l’età dei cosiddetti “padri di famiglia”); che si beve parecchio praticamente a tutte le ore del giorno; che il tasso rilevato più spesso dall’etilometro è quello che va da 1 a 1,5 grammi di alcol per litro di sangue (cioè da due a tre volte oltre il limite consentito di 0,50 gr/l). Questo, almeno per quanto riguarda il mandamento spilimberghese. Il bilancio è stato effettuato in questi giorni dalla Compagnia carabinieri di Spilimbergo, comandata dal capitano Francesco Dotto, sulla base di quanto messo a verbale negli ultimi cinque mesi e mezzo dai militari dell’aliquota Radiomobile, quelli più spesso impegnati in controlli stradali. Se i ritiri di patente per abuso di sostanze stupefacenti si sono rivelati contenuti, limitandosi a soli tre episodi, dall’inizio del 2011 a oggi vi sono state ben 59 “guide in stato di ebbrezza” (articolo 186 del Codice della strada) con conseguenze penali, alle quali se ne affiancano ulteriori 15 di natura amministrativa: «In sostanza – è il commento che arriva dal comando spilimberghese – in questo primo semestre vi è stata una media di oltre 10 patenti ritirate ogni mese per abuso di alcolici». Un dato che ha preso in contropiede gli stessi militari è quello relativo all’età dei conducenti che hanno violato il 186: «Coloro che maggiormente sono dediti al connubio tra abuso di alcolici e guida di veicoli non sono i giovani, bensì uomini di età superiore ai 40 anni. Solamente tre, in tutte le fasce d’età considerate, le conducenti sorprese in stato di ebbrezza». Trenta sono le patenti ritirate per alcolemia a persone dai 40 anni su; 13 a persone dai 30 ai 39; 15 dai 20 ai 29 anni; una tra i 18 e i 19 anni. Non meno sorprende l’incidenza oraria dei ritiri patente: l’analisi statistica ha evidenziato da un lato che tra la mezzanotte e le 4 del mattino sono state denunciate 20 persone, dall’altro che nel corso della mattina tra le 6 e le 12 sono state ritirate 7 patenti e addrittura 14 tra l’ora di pranzo e le 21. Per l’Arma, la morale è scontata: i controlli con l’alcoltest non solo continueranno in maniera capillare su tutto il territorio, ma saranno pure potenziati. INVECE NEL PAVESE C’E’ STATA UNA PIACEVOLE SORPRESA! LA PROVINCIA PAVESE Alcol-test, tutti sobri 22 giugno 2011 — pagina 44 sezione: Nazionale VIGEVANO Sorpresa: su cento automobilisti sottoposti al pre-test per verificare il tasso alcolemico, 97 erano perfettamente sobri, anche dopo aver passato la serata in un locale notturno. Un anno fa, la percentuale di ubriachi alla guida intercettati era di uno su dieci. E’ questo il dato notevole delle due serate di controlli (giovedì e venerdì) effettuate dalla polizia locale, in centro storico, in zona stazione e sulla circonvallazione esterna. Sono state quindi soltanto tre le denunce per guida in stato di ebbrezza, con sequestro della patente. Gli agenti hanno lavorato fra le 23 e le 4 del mattino, con pattuglie in divisa e in borghese, eseguendo appunto una serie di verifiche sugli automobilisti. Hanno utilizzato il pre-test che dà una prima indicazione di massima su un possibile superamento del livello consentito di alcol nel sangue: se dopo aver soffiato si accende una luce rossa, lo sforamento è più che probabile, se è giallo possibile, se è verde è da escludere. Per verificare il tasso alcolemico ci deve poi sottoporre all’etilometro. Il massimo tollerato dal codice della strada è di 0,5 grammi di alcol per litro di sangue. I vigili hanno verbalizzato anche diverse multe ( 400 euro) a prostitute di strada e loro clienti. Le pattuglie con pre-test e etilometro saranno ripetute periodicamente in città, anche per fare prevenzione. …QUESTO PURTROPPO ERA SFUGGITO AL CONTROLLO!!! LA PROVINCIA PAVESE Ubriaco alla guida abbatte un lampione e danneggia tre auto 22 giugno 2011 — pagina 40 sezione: Nazionale di Paolo Fizzarotti wSTRADELLA Ha provocato danni per decine di migliaia di euro, e gli è andata ancora bene: vista la violenza e la dinamica dell’incidente, lui e la sua ragazza avrebbero potuto agevolmente trovare la morte nelle lamiere accartocciate dell’auto. Protagonista del movimentato episodio notturno è stato S.D., un ragazzo di Stradella che compirà 21 anni a luglio. Il giovane ha completamente distrutto la Mini che gli era stata affidata da suo padre, ha buttato giù un palo della luce, ha danneggiato tre automobili in sosta, ha spaccato la recinzione e il muro esterno di tre case e ha rotto anche il marciapiede. Scenario del rocambolesco incidente è stata via Badia, a Stradella. Alla 2.15 del mattino il giovane stava accompagnando la sua ragazza a casa, prima di andare a sua volta a dormire. All’improvviso, mentre percorreva a forte velocità via Badia, S.D. ha perso il controllo della Mini. L’auto è sbandata, travolgendo tutto quello che si trovava davanti. Per prima cosa la Mini ha abbattuto un palo dell’Enel, che serviva per l’illuminazione stradale, lasciando al buio via Badia. Poi la macchina ha provocato gravi danni a un furgone Fiat Scudo bianco, a una Golf di colore verde e a una Fiat Punto rossa che erano regolarmente parcheggiate per la notte. La macchina (piccola, ma sportiva) ha danneggiato anche la recinzione esterna di tre case, ai numeri civici 2, 4 e 6 di via Badia e la sede stradale: la Mini ha terminato la sua corsa solo a una sessantina di metri dal punto del primo impatto. I due ragazzi, scossi ma illesi, sono usciti da ciò che restava della Mini. Subito dopo sono giunti i carabinieri del nucleo radiomobile di Stradella.Poichè nessuno era rimasto ferito, non è stato necessario chiamare il 118. Dato che l’alito di S.D. parlava chiaro, i carabinieri hanno sottoposto il giovane al test con l’etilometro, che ha dato esito positivo. Il giovane aveva un valore superiore alla quantità di 0,80 grammi di alcol per litro di sangue. S.D. è stato quindi denunciato per guida in stato di ebbrezza, con patente ritirata: c’erano infatti le aggravanti dell’incidente nelle ore notturne, dello stato di ebbrezza e dell’età inferiore ai 21 anni. L’auto, da demolire, è stata recuperata dal soccorso stradale Faravelli di Stradella. INIZIATIVE DI INFORMAZIONE E PREVENZIONE IL CORRIERE DELLE ALPI Le regole e i rischi legati al bicchiere di troppo 22 giugno 2011 — pagina 22 sezione: Provincia PEDAVENA. Non c’è mai sufficiente attenzione nel contrasto all’abuso di alcolici. Il comune di Pedavena organizzerà venerdì 1 luglio alle 20,30 un incontro intitolato «Quel bicchiere di troppo», per ragionare insieme sulle dinamiche che spingono i giovani (*) a bere oltre misura, confondendo la sbronza con il divertimento. La serata si svolgerà al centro culturale Silvio Guarnieri, di fronte alla piscina comunale. Durante la serata interverranno il vicecommissario della polizia locale di Feltre, Ennio Zannin, che approfondirà il tema del reato di guida in stato di ebbrezza, delle sanzioni e dei controlli sulla strada. L’infermiere Michele Paniz illustrerà ai presenti gli effetti causati all’organismo dal consumo eccessivo di sostanze alcoliche e la rappresentante dell’associazione Giovani rinati nella luce, Anna Attanasio, rifletterà sulla tragica morte di suo figlio in un incidente stradale causato proprio dall’alcol. Saranno proposte anche simulazioni di pronto soccorso, prove pratiche con l’etilometro, proiezione di immagini e video. Curerà la serata Federico De Giorgi. (*)Nota: abbiamo visto poco fa che non sono solo i giovani che bevono!!! CONSEGUENZE DEL CONSUMO DI VINO, BIRRA ED ALTRE BEVANDE ALCOLICHE CORRIERE DEL VENETO – PADOVA Uccise un ragazzo guidando ubriaco Esce dall’ospedale e lo arrestano L’incidente il 2 giugno, sulla tangenziale di Vicenza: ventenne ai domiciliari Giovedì 23 Giugno, 2011 VICENZA— E’ ai domiciliari Mirco Vendramin, il 22enne di Carmignano del Brenta che la notte del 2 giugno ha imboccato contromano la tangenziale centrando un’altra auto e causando la morte del 24enne al volante, Alex Di Stefano. La madre del giovane, disperata per la morte del figlio, si è poi tolta la vita. Vendramin, fin qui ricoverato al reparto di rianimazione con la propria ragazza, è stato dimesso ieri dall’ospedale e contestualmente gli è stato notificata la misura cautelare: rischio di ripetizione del reato e gravi indizi di colpevolezza già raccolti i motivi. L’accusa nei suoi confronti è di omicidio colposo aggravato. La posizione di Vendramin è delicata, tanto che il pm stava valutando la possibilità di accusarlo di omicidio volontario. Questo perché la notte della tragedia il giovane era sotto l’effetto di alcol sembra anche di droga, secondo l’esito dei prelievi eseguiti dopo il ricovero. Questo, per la procura, avrebbe (con) causato l’errore nella marcia e l’incapacità di evitare il sinistro. Deborah Camazzola, ragazza di Vendramin, è ancora ricoverata: le condizioni migliorano. La tragedia era avvenuta lungo la tangenziale che collega Vicenza a Torri di Quartesolo. Erano le 4 del mattino quando Alex Di Stefano, al volante della sua Mini, stava tornando a casa dopo una serata con amici. L’incidente all’altezza dello svincolo di Vicenza Est. Una Polo aveva imboccato la tangenziale nel senso di marcia opposto, percorrendola quindi da Torri in direzione Vicenza. Vendramin aveva già percorso 200 metri contromano. Non si sa se avesse capito il grave errore compiuto o invece non si fosse accorto ancora di nulla. Al fianco di Mirco c’era un’amica, Deborah Camazzola, 23 anni di Sandrigo. La Polo si è schiantata contro la Mini. L’urto è stato talmente violento da lanciare quest’ultima a cavallo del guardrail, mentre la 23enne seduta a fianco al guidatore della Polo è stata sbalzata fuori dall’abitacolo ed è stata trovata venti metri più avanti, riversa sull’asfalto in condizioni gravissime. I due ragazzi al volante, che in alcun modo erano riusciti a evitare il frontale, sono rimasti incastrati fra le lamiere delle scocche, semidistrutte. All’arrivo dei soccorsi per Alex Di Stefano ormai non c’era più nulla da fare: quando è stato estratto dalle lamiere era ormai senza vita. Mirco e la 23enne che era con lui sono invece stati ricoverati in condizioni gravissime a Vicenza. Vista la tarda ora in cui era avvenuto il sinistro e le modalità, erano stati disposti accertamenti. L’esito ha confermato i sospetti della polstrada: Vendramin non era lucido ma guidava ma sotto l’effetto di alcol e droghe. Dopo una notte senza fine, in cui aveva cercato di sopportare il dolore per la perdita di Alex, Carla Tessari, 48 anni, madre della vittima, si è tolta la vita. E’ stata trovata impiccata nel garage di casa, a Torri di Quartesolo. Romina Varotto LA TRIBUNA DI TREVISO Ferì gravemente il cognato, operaio arrestato 22 giugno 2011 — pagina 42 sezione: Provincia VITTORIO VENETO. Un ordine di carcerazione per un operaio moldavo, è stato eseguito nella serata di lunedì dai carabinieri. Sergiu Zavulan, 32 anni, residente in città, dovrà ora scontare una condanna a un anno e otto mesi per lesioni aggravate. Nel maggio 2007 era stato protagonista nel parcheggio di piazza XXV Aprile di una rissa con il cognato V.S., 46 anni. Sergiu Zavulan, che era ubriaco, aveva preteso che il cognato gli prestasse la macchina per fare un giro. Ne era nata una discussione che aveva fatto perdere il controllo al 32enne. Il giovane moldavo aveva colpito ripetutamente al volto il cognato fino a farlo cadere a terra svenuto. V.S. aveva riportato la frattura del setto nasale e un forte ematoma al cranio. Era stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico al cervello. Zavulan era già conosciuto alle forze dell’ordine. Nel 2004 era stato deferito, per ben due volte nel giro di un mese, per lesioni ai danni di un conoscente e di un gestore di un locale. In entrambe le circostanze il giovane era palesemente alterato dall’alcol. Il reiterato comportamento violento del giovane gli era costata la condanna emessa nel dicembre scorso dal Tribunale di Treviso. Sergiu Zavulan, che è regolare e sposato, lavorava come operaio in un mobilificio della zona. Da lunedì è nel carcere di Santa Bona. - Francesca Gallo CORRIERE DEL VENETO – TREVISO Ubriachi e violenti Passante aggredita Giovedì 23 Giugno, 2011 CASTELFRANCO— Notte di follia per due marocchini, arrestati dai carabinieri di Castelfranco. I due erano stati denunciati ad inizio serata, mentre disturbavano i passanti in piazza Giorgione: erano completamente ubriachi e cercavano di correre in bicicletta. Poco dopo mezzanotte, si sono fermati nella zona di via Verdi, di fronte ai plessi scolastici, e hanno importunato una donna: hanno fermato la sua auto, le sono saltati sul cofano e quindi hanno tirato calci alla portiera. A quel punto sono arrivati i militari, che li hanno scoperti mentre cercavano di rubare dentro l’istituto Nightingale. Hanno tentato di scappare, ma prima di venir ammanettati sono pure riusciti a mandare in ospedale due carabinieri e un metronotte. IL TIRRENO Rissa in piazza tre giovani arrestati 22 giugno 2011 — pagina 05 sezione: Empoli EMPOLI. Una rissa in piazza della Vittoria che ha coinvolto sei persone, tutte di origine nigeriana, e che si è conclusa con tre arresti. Forse a scatenare la violenza è stato il troppo alcol addosso ai protagonisti. Il gruppo si è affrontato a pugni e a calci nella piazza sotto gli occhi di decine di persone verso le 21, quando la piazza iniziava a riempirsi per la passeggiata serale. A intervenire sono stati i carabinieri di Cerreto Guidi. Tre immigrati sono stati bloccati dai militari mentre gli altri tre sono fuggiti quando hanno visto arrivare le due auto dei carabinieri. Gli arrestati hanno 26 anni, 31, 33. Due sono irregolari mentre il terzo è in regola con il permesso di soggiorno. L’immigrato di 31 anni, durante la lite, è rimasto anche ferito al volto ed è stato medicato al pronto soccorso del San Giuseppe per un pugno che ha rimediato su un occhio. Gli altri due se la sono cavata con graffi e piccole ferite. Sui motivi che hanno scatenato la rissa stanno indagando i carabinieri ma pare che siano banalità quelle che hanno portato i tre a picchiarsi. Probabilmente all’origine di tutto c’era appunto il troppo alcol. Ora i tre sono in caserma in attesa del processo per direttissima. LA REPUBBLICA.IT Milano, botte agli agenti e insulti razzisti in manette Mazzanti e Veggetti del ’GF9’ 23.6.11 - L’episodio in un albergo in via Benedetto Marcello: nel mirino dei due prima il portiere filippino, che aveva rifiutato l’ingresso a lei perché senza documenti, e poi i poliziotti: uno è stato morso Marco Mazzanti e Lea Veggetti, due dei protagonisti del Grande Fratello 9, sono stati arrestati a Milano dopo una serata di follia nella quale hanno anche insultato con epiteti razzisti un portiere d’albergo e aggredito gli agenti intervenuti, mordendone uno. Sia l’uno, 26 anni, il ’bello’ del Gf9, sia l’altra, di 40, sua ex nella casa e poi lasciata per un’altra gieffina, sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate, oltre che indagati per ingiurie aggravate dallo sfondo razziale. I due, che hanno dato vita alla concitata aggressione nell’hotel Due Giardini in via Benedetto Marcello, hanno poi trascorso la notte nelle camere di sicurezza della questura in attesa di essere portati davanti a un magistrato. La lite è scoppiata alle 4.30 dopo che Mazzanti aveva insistito perché la ex fidanzata potesse salire con lui, nella camera d’albergo, nonostante fosse sprovvista di documenti. Il custode filippino si è opposto scatenando l’ira dei due clienti, visibilmente alterati dall’alcol. E’ stata la donna a inveire per prima contro il portiere con epiteti razzisti. Le grida hanno svegliato un’ospite italiana di 34 anni, che è uscita dalla stanza per chiedere di moderare i toni. I due l’hanno insultata pesantemente e Mazzanti l’ha poi afferrata per un braccio costringendola con forza a rientrare in camera. Sul posto sono intervenute due volanti della polizia. E’ stato allora che la ex fidanzata ha iniziato a inveire anche contro gli agenti, colpendone uno prima con uno schiaffo e poi con un morso al braccio. Ci sono voluti quattro poliziotti, invece, per immobilizzare Mazzanti. "Io sono una famosa giornalista - ha poi gridato la Veggetti - domani questa storia finirà su tutti i giornali, vedrete". La movimentatissima notte si è conclusa con l’accompagnamento dei due in questura, dove sono stati trattenuti per ulteriori accertamenti. Due agenti sono stati accompagnati nel reparto infettivi dell’ospedale Niguarda. ASCA ROMA: SORPRESO UBRIACO ALLA GUIDA DI UN SUV, 31ENNE DENUNCIATO (ASCA) - Roma, 23 giu - I Carabinieri della Compagnia Roma Centro, nel corso di un controllo alla circolazione stradale, la notte scorsa, hanno denunciato a piede libero un cittadino italiano di 31 anni per guida in stato di ebbrezza. I militari hanno sorpreso l’uomo, in via Pinciana, alla guida di un lussuoso suv di sua proprieta’, dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo. Il 31enne sottoposto ad accertamento effettuato con etilometro, e’ risultato positivo, con un tasso alcolemico ben superiore a quello previsto dalla legge. Per lui oltre ad una multa salata, e’ scattato anche il ritiro della patente di guida. com-dab/cam/lv IN BARBA ALLE DICHIARAZIONI DI VASCO ROSSI, CONTINUA LA BATTAGLIA PER MODIFICARE IL CODICE DELLA STRADA IL TIRRENO Pene più aspre per chi provoca incidenti 22 giugno 2011 — pagina 03 sezione: Livorno LIVORNO. «Chi sbaglia deve pagare, non ci sono mezze misure. L’incidente in cui è stato ucciso mio marito mi ha rovinato la vita... Deve essere fatta giustizia per lui e per tutte le vittime della strada». È passato oltre un anno da quando Riccrado Cervelli, 62 anni, ormeggiatore ed ex atleta, morì in scooter travolto da un’auto guidata da una ragazza che invase la corsia opposta. Era l’aprile 2010 e da allora la vedova, Tiziana Savi, autrice del libro sulla Ciucia, non si dà pace: «Non sono più io, la vita che avevo prima ormai non esiste più. Mio suocero sta morendo di dolore, è ridotto a una larva umana, e i miei figli cercano di reagire come meglio possono. Quanto a me, poco dopo la morte di mio marito ho venduto la nostra casa di Nugola e sono tornata a vivere in Venezia, dove ero nata: non potevo più stare lì senza di lui». Per affrontare in qualche modo il dolore, Tiziana Savi ha deciso di fare della giustizia per le vittime della strada la sua battaglia. Ha iniziato lottando o ottenendo l’installazione di 4 autovelox sulla via delle Sorgenti, dove il marito aveva perso la vita (a Poggio ai Grilli). E ora sta portando avanti il progetto di legge per l’inasprimento delle pene per chi provoca un incidente mortale, alla guida sotto effetto di droghe e/o alcol. «Mi sono messa in contatto con i genitori di Lorenzo Guarnieri, il giovane fiorentino ucciso sulla strada a giugno 2010, e li sto aiutando a raccogliere adesioni. Per ora abbiamo duemila firme, dobbiamo arrivare a 5mila: ce la faremo». La battaglia per modificare la legge corre su facebook e la Savi si sta impegnando anche sul web per spargere la voce e raccogliere firme. I punti cardine del progetto sono l’egastolo della patente, cioè ritirarla a vita a chi guida ubriaco e sotto effetto di droghe, e più anni di carcere. Ma l’autrice della Ciucia si sta impegnando soprattutto sul nostro territorio: ho contattato Lorenzo Bacci, sindaco di Colle, e l’assessore alla programmazione e sviluppo del territorio, Roberto Menicagli. Inoltre, ha richiesto un incontro al primo cittadino di Livorno, Alessandro Cosimi, presidente dell’Anci Toscana. «Al nostro sindaco vorrei chiedere di sensibilizzare il territorio a questa tematica - dice la Savi - Basta con questo muro di indifferenza. E una volta passata questa legge ci muoveremo per punire anche chi provoca incidenti mortali per distrazione: tutti devono prendersi le proprie responsabilità». L.L. IL LAVORO DELLE FORZE DELL’ORDINE LA GAZZETTA DI MODENA Controlli anti-alcol: nella pattuglia anche lo psicologo 22 giugno 2011 — pagina 15 sezione: Nazionale Un suicida salvato dopo un controllo anti-alcol sulle strade, grazie al coordinamento delle forze dell’ordine e alla tempestiva segnalazione della famiglia. È una storia a lieto fine quella illustrata ieri nel corso di una conferenza stampa in Questura e che ha spinto i dirigenti a ribadire obbiettivi e metodi di lavoro delle pattuglie integrate dai sanitari del Sert. «L’aspetto repressivo è quello più visibile - ammette la dirigente Valeria Cesarale, - ma anche quello meno importante. Non cerchiamo le multe a tutti i costi, dall’una di notte sino all’alba, ma cerchiamo di trovare chi si mette alla guida in piena notte dopo aver bevuto abbondantemente, incurante delle conseguenze». «Se qualcuno vuole alzare il gomito non facciamo del moralismo - le ha fatto eco Eugenio Di Ninno, medico e dirigente dell’ufficio sanitario della Questura - L’importante è che scatti l’abitudine a non mettersi al volante in condizioni di incoscienza o di capacità limitate». Da questo punto di vista l’operazione dell’altra sera è stata da manuale. «Il Comune aveva chiesto di organizzare un servizio di controllo notturno sulla via Emilia, nella notte tra il 18 e 19 giugno - ha spiegato l’assessore di Castelfranco, Barbara Padovan - Spesso nel fine settimana la viabilità notturna diventa più che pericolosa per colpa di automobilisti incoscienti. I nostri vigili hanno aderito con entusiasmo». Su un centinaio di automobilisti fermati cinque sono risultati positivi all’alcol test e un diciannovenne è pure stato trovato sotto effetto di stupefacenti. In totale, da quanto è iniziata nel luglio scorso la campagna mirata di controlli, solo gli agenti di Polstrada e Polizia hanno sequestrato 120 patenti. Dopo il pre-test sono stati raccolti campioni organici con gli operatori del Sert ed è stato fatto il verbale per il sequestro della patente. Lo studente si è fatto accompagnare a casa dagli amici, ma non è mai rientrati. Pochi minuti dopo, attorno alle 4.50, è arrivata la telefonata dei genitori angosciati. Il loro figlio, rilasciato poco prima, aveva chiamato casa nel cuore della notte dicendo che era sui binari e che voleva farla finita per la vergogna. Nel giro di una mezzora era già stato controllato tutto il tratto ferroviario tra Modena e Bologna, grazie alla collaborazione di tutte le forze dell’ordine disponibili, carabinieri compresi; a poca distanza da Castelfranco è stato ritrovato l’aspirante suicida, che assieme a famiglia e operatori è stato riportato a casa. «Un caso da non sottovalutare - ha concluso Di Ninno - In media ci sono due, tre casi all’anno di questo tipo in tutta Italia. L’esperienza di supporto psicologico ci ha aiutato ma questo ci fa capire come in operazioni di controlli anti-alcol serva affinare le risposte e identificare per tempo i soggetti a rischio» LE VITTIME DEGLI INCIDENTI STRADALI SOTTO QUOTA 4000. ASAPS In Italia nel 2010 incidenti stradali in calo, finalmente si scende sotto quota 4.000 vittime, ma il nostro Paese non raggiunge l’obiettivo l’UE Roma Nel 2001 l’Unione Europea proponeva il dimezzamento dei morti sulle strade entro il 2010 L’Italia si ferma al -44% e si piazza al 13esimo posto tra i 27 Stati europei Secondo i dati ACI-ISTAT nel 2010 si sono registrati 207mila sinistri stradali (-3,9%, rispetto al 2009), con 3.998 morti (-5,6%) e 296mila feriti (-3,7%) (ASAPS), 22 giugno 2011- Cala l’incidentalità sulle strade italiane ma il nostro Paese non raggiunge l’obiettivo UE del dimezzamento della mortalità stradale entro il 2010, e si ferma al 44%. Secondo i dati Aci-Istat, elaborati sulla base dei verbali delle Forze dell’Ordine, lo scorso anno si sono verificati lungo la rete stradale italiana 207mila sinistri (-3,9%, rispetto al 2009) che hanno provocato 3mila e 998 morti (-5,6%) e 296mila feriti (-3,7%). Si tratta di un calo significativo che tuttavia non consente all’Italia di superare il 13esimo posto tra i 27 Paesi dell’Unione, con una riduzione di poco superiore alla media europea (43%). Segno meno anche per quello che riguarda l’indice di mortalità, rappresentato dal rapporto tra numero di morti e quello degli incidenti moltiplicato per 100, che scende dello 0,1 fissandosi all’1,9 nel 2010 rispetto al 2,0 dell’anno precedente. Ci piace evidenziare che per la prima volta in Italia si scende sotto quota 4.000 vittime mortali. Nel decennio 2001-2010 sulle strade del Vecchio Continente si sono registrati 102mila morti in meno, rispetto a quelli che si sarebbero conteggiati nel caso in cui i valori del 2001 si fossero mantenuti costanti, con un risparmio dei costi sociali di 176 miliardi di euro. Tra gli otto Paesi che hanno raggiunto l’obiettivo europeo ci sono la Lettonia e l’Estonia (-61%), la Lituania (-58%), la Spagna (-55%), il Lussemburgo (-54%), la Francia (-51%), la Slovenia e la Svezia (-50%) mentre il Portogallo si colloca quasi in dirittura d’arrivo (-49.4%). Oltre al nostro Paese, registrano una diminuzione dell’incidentalità superiore alla media europea, anche l’Irlanda (-48%), la Germania (-48%), il Regno Unito (-46%) e la Slovacchia (-44%). Il risultato italiano è stato comunque commentato positivamente dal presidente dell’ACI, Enrico Gelpi, che ha sottolineato come in quest’ultimo decennio in Italia, siano state salvate 14mila e 600 vite a fronte di un risparmio di quasi 25 miliardi di euro in costi sociali. Al raggiungimento di un risultato, in ogni caso importante, ha contribuito l’impegno delle Istituzioni, quello delle Forze dell’Ordine e di tutta la filiera della sicurezza stradale che trova nel conducente la sua componente più essenziale. Nel 2001, anno in cui fu promossa l’iniziativa, l’idea di ridurre del 50% i morti sulle strade sembrava pura utopia. I dati di oggi dimostrano invece che l’obiettivo è doveroso e raggiungibile. Per questo motivo occorre non abbassare la guardia aumentando gli investimenti nella formazione degli utenti della strada nell’innovazione infrastrutturale e nel prezioso lavoro di raccolta ed elaborazione dei dati sull’incidentalità. Proprio l’anticipazione delle statistiche del 2010, a pochi mesi di distanza dalla chiusura della rilevazione, rappresenta secondo Enrico Giovannini, presidente Istat, un primo concreto risultato dello sforzo per fornire informazioni di qualità sempre più tempestive a supporto dei decisori pubblici e della collettività. Di questa anticipazione di dati ci compiacciamo con l’Istat. Con l’auspicio che anche i dati definitivi siano anticipati rispetto al solito mese di novembre. Per questo motivo e nell’ottica di miglioramento delle informazioni e delle statistiche sulla sinistrosità, l’Istat ha stipulato lo scorso marzo un Protocollo di intesa con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Interno, il Ministero della Difesa, le Regioni e Province autonome, l’Unione delle Province e l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia per rafforzare la collaborazione interistituzionale al fine di fornire un quadro conoscitivo aggiornato e completo. Ci pare che la battaglia dell’Asaps per avere a disposizione in tempi brevi dati certi e credibili stia imboccando la strada giusta. (ASAPS)
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