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Ginevra - Incidenti in motocicletta: "Sulle strade troppe vittime"
A lanciare l’allarme l’ultimo rapporto pubblicato da Oms e Banca mondiale
All’Italia spetta il triste primato

L’aumento della sinistrosità segue la tendenza a scegliere moto sempre più potenti e gli esperti avvertono: "Serve maggiore consapevolezza dei pericoli"

Foto Blaco-archivio Asaps


(ASAPS), 28 giugno 2011- Affascinante e pericolosa, la moto rimane un oggetto del desiderio da maneggiare con cura. Almeno a guardare il Rapporto sulla prevenzione degli incidenti stradali pubblicato da Oms e Banca mondiale che evidenzia come il 50% delle vittime coinvolte in sinistri stradali siano proprio motociclisti e ciclomotoristi.

Il 19% del totale europeo delle vittime su strada è composto da amanti delle 2 ruote, e nel solo 2009 si sono registrati oltre 6mila e 300 morti, il 15% delle quali ha riguardato proprio i conducenti di moto. In Italia la situazione è da bollino rosso. Nel nostro Paese infatti un quarto degli incidenti coinvolge proprio le moto e il 23% dei decessi che ogni anno avvengono sulle strade, ha per protagonisti i centauri.

A determinare il preoccupante fenomeno, la diminuzione dei motorini circolanti, quasi dimezzati negli ultimi 10 anni, l’aumento delle moto di grossa cilindrata, passate da 2 milioni e mezzo a 6 nello stesso arco di tempo, e l’ingresso nel mondo degli appassionati  delle due ruote, di una nuova fascia anagrafica di utenti costituita da quarantenni e cinquantenni.

A confermare l’allarme anche il report più recente sui sinistri stradali presentato a Bruxelles dall’European Transport Safety Council (Etsc) che ha evidenziato  un generale calo in Europa degli incidenti che coinvolgono i motorini e gli scooter, ma non altrettanto le moto.

Per questo gli esperti avvertono: "Serve maggiore consapevolezza dei pericoli". Secondo Alessio Pitidis, direttore del reparto ambiente e traumi dell’Istituto superiore di sanità (Iss)," Nonostante l’obbligo di indossare il casco sia diventata un’abitudine ormai diffusa tra i motociclisti e nonostante l’introduzione della patente a punti, sulle moto si muore cinque volte di più rispetto agli altri veicoli”. Nel 2009 in Italia, si sono registrati infatti 1124 decessi, 22mila 480 ricoveri ospedalieri, 258mila accessi al Pronto soccorso. "Il casco integrale ha ridotto le morti sul colpo e ha limitato le lesioni vertebrali alte, ma non i danni e gli esiti gravi - tiene a sottolineare Bruno Pesucci, primario dell’U. O. chirurgia maxillo-facciale del San Camillo di Roma, uno dei tre centri di riferimento regionale per le emergenze della strada - il distretto cranio-facciale è quello più colpito da fratture, isolate o più spesso multiple, craniche, mandibolari, mascellari, orbitali cui si aggiungono contusioni, abrasioni cutanee, emorragie interne e fratture degli arti". Per questo motivo oltre ad indossare il casco integrale è fondamentale che chi viaggia in moto sia protetto da un abbigliamento adatto.

La moto affascina, costa meno di un auto, si utilizza per lunghi percorsi e, soprattutto, è veloce. Ma per guidarla sono necessari esperienza e perfette condizioni fisiche. Il centauro infatti viaggia in un continuo stato d’allerta e deve reagire in pochi secondi a stimoli molteplici e improvvisi. Tuttavia, anche se l’errore umano è la prima causa di incidenti, solo nel 37% dei casi la colpa è del motociclista. Nella maggior parte dei sinistri la responsabilità è dovuta ad altri veicoli e nel 13% dei casi alle condizioni ambientali. (ASAPS)

 

Martedì, 28 Giugno 2011
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