(ASAPS) PARIGI
– Il primo sasso è stato lanciato da un settimanale, Le Canard
enchaîné, che nella sua edizione di mercoledì scorso
aveva pubblicato un resoconto piuttosto particolare circa l’attività
di un anno di radar, piazzati dal governo Raffarin sulle strade della
repubblica. In sostanza, per almeno 7mila infrazioni accertate a carico
di veicoli di alcune amministrazioni dello Stato, e dei servizi diplomatici,
non risultano essere state recapitate le « giuste »
contravvenzioni. A queste 7mila mancherebbe – secondo altre fonti
– un congruo numero di infrazioni accertare a carico di veicoli con
targa straniera. Una situazione davvero particolare, che secondo Rémy
Heitz, delegato interministeriale alla Sicurezza Stradale, sarebbe ai
limiti della legalità. Ma vediamo la situazione nel dettaglio :
la patata è diventata bollente lo scorso mercoledì, quando
l’organo di stampa francese ha pubblicato i dati di due diversi archivi
della società telematica che gestisce, per conto dello Stato, il
trattamento dei verbali di contestazione redatti a seguito degli accertamenti
radar. Uno dei due archivi, gestisce i dati relativi ai veicoli contravvenzionati
che sono risultati appartenere al corpo diplomatico, dal quali sono emerse
2.590 violazioni accertate e corredate di fotografie ; il secondo,
tratta invece il database che riguarda i veicoli delle varie amministrazioni
dello Stato, come auto blu, della Polizia Nazionale e della Gendarmeria,
e veicoli della Prefettura : a carico di questi veicoli, ci sarebbero
ben 4.400 verbali di contestazione destinati a restare in un cassetto.
In Italia, quando le fotocamere degli autovelox impressionano immagini
relative a veicoli delle forze di polizia o di soccorso, viene richiesta
ai conducenti una relazione, ed in base all’effettiva concomitanza
di servizi urgenti d’istituto viene deciso la prosecuzione dell’iter
o la sua archiviazione. In Francia, invece, le cose sembrano aver preso
una piega diversa ed Heitz non ci sta. Nell’intevista al settimanale,
però, lo stesso delegato annuncia che le cose sono cambiate e che
dallo scorso ottobre tutte le infrazioni contestate vengono inviate ai
rispettivi responsabili amministrativi, che dovranno indicare i relativi
conducenti. Le difficoltà, esattamente come in Italia, sono dovute
al fatto che i veicoli dello Stato, come quelli delle forze armate o delle
forze di polizia, hanno targhe emesse dai propri servizi interni di motorizzazione,
le cui banche dati non sono ovviamente accessibili come quelle civili.
Per superare i problemi con i veicoli diplomatici, sono stati già
presi accordi con il ministero degli esteri, ma l’immunità
diplomatica prevede anche l’esenzione dal rispetto delle regole più
comuni. E Le Canard enchaîné non si ferma qui : proprio
come « Striscia la Notizia » in versione carta stampata,
ha pubblicato anche le curiosità più particolari di questro
scandalo transalpino: infatti, secondo le proprie fonti, le auto della
Presidenza della Repubblica sarebbero state « flashée »
alleno 5 volte nei 12 mesi presi in considerazione, mentre il record assoluto
di velocità spetterebbe ad un’auto civetta della Polizia Nazionale
(DGPN), fotografata a 212 km/h in autostrada. Molti veicoli delle forze
di polizia sarebbero stati fotografati ad oltre 160 orari, ma in totale
avrebbero superato i limiti di velocità in ben 3.660 casi. Per
niente immuni dalla citazione, anche i gendarmi, militari e doganieri.
Sull’argomento è intervenuto il ministro dell’Interno,
che ha sottolineato come in caso di accertata violazione, vengano effettuate
indagini sulla condotta del responsabile e nel caso in cui l’eccesso
di velocità si dimostri gratuito sono sempre state intraprese sanzioni
disciplinari. Le circolari interne, del resto, richiamano gli agenti al
massimo rispetto della norma. Per quanto riguarda le cifre relative ai
diplomatici, la Cina è saldamente in testa con 155 infrazioni,
seguita dalla Russia con 124, il Marocco con 95 e l’Algeria con 80.
I più ligi al code du route, i brasiliani, con 16 multe, e gli
Stati Uniti, con 12. Di italiani, almenon stavolta, non si parla proprio.
Meno male. (ASAPS).
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