CORRIERE DEL VENETO (Vicenza) BRESCIAOGGI IL DELITTO DEL LUNGOLAGO. Gioacchino Farruggio, il ristoratore di 46 anni, arrestato della Polizia per l’omicidio dell’ex lavapiatti Imad El Kaalouli, è stato interrogato in procura L’insulto, l’alcol e poi gli spari mortali Vittima e omicida stavano trattando la liquidazione. Il 46enne è entrato nel locale per una penna ma è uscito con la pistola sotto un tovagliolo È impresso negli occhi stravolti di Gioacchino Farruggio ogni singolo fotogramma della tragedia che si è consumata martedì pomeriggio tra i tavoli del ristorante «Il Gattopardo» di Desenzano. Una tragedia scoppiata durante una trattativa economica, ma alimentata soprattutto da uno sgarbo alla moglie, oltre che da una buona dose di alcol. Con la faccia stravolta, l’aria di chi è precipitato di colpo in un incubo imprevisto, gli occhi sconvolti di chi ha conosciuto l’orrore, il ristoratore 46enne arrestato per l’omicidio dell’ex dipendente il 19enne Imad El Kaalouli, è stato portato in procura per essere interrogato dal sostituto procuratore Claudia Moregola. Jeans, polo bianca a righe blu, scarpe di tela senza stringhe, Farruggio è arrivato in procura scortato da quattro agenti di polizia penitenziaria: ha atteso per qualche minuto, seduto su una seggiola, gli occhi puntati nel vuoto, come se stesse rivivendo ogni istante della follia che l’ha fatto finire in carcere, le pupille a mettere a fuoco la rabbia che aveva provato quando la moglie era stata offesa, le orecchie tese a risentire le sue parole e l’ultima frase pronunciata dall’ex dipendente, poi il fragore degli spari. DOPO UN QUARTO D’ORA di attesa l’omicida si è seduto davanti al pm, ma ha scelto di non rispondere, si è limitato a nominare gli avvocati difensori Alberto Scapaticci e Tiziana Scepi, poi gli agenti l’hanno riscortato in carcere dove è rinchiuso dall’altro pomeriggio per omicidio volontario. Le indagini degli uomini del commissariato di Desenzano diretti da Salvatore Borgesano e della squadra Mobile di Brescia coordinati da Riccardo Tumminia proseguono per trovare altri riscontri alla prima ricostruzione effettuata grazie alla testimonianza della consulente del lavoro (41anni) chiamata dal ristoratore, Giuseppe Farruggio, titolare del locale e figlio dell’omicida e della moglie di Gioacchino. Il 19enne era arrivato al ristorante per trovare un accordo sulla risoluzione del rapporto di lavoro. Un rapporto che era stato troncato perchè tra il lavapiatti e Farruggio ci sarebbero stati alcuni screzi: il ristoratore contestava al 19enne di essere stato sgarbato con la moglie, di aver anche mostrato i muscoli e i pugni quando era stato ripreso. «Avevo paura per mia moglie e il figlio» ha detto Farruggio ai poliziotti. Nonostante la ruggine che si era depositata sul rapporto la situazione pareva tranquilla, l’ex lavapiatti, la consulente e i Ferruggio si sono seduti ai tavoli esterni. Stavano chiudendo la trattativa: il 19enne doveva incassare 1.200 euro. Gioacchino Farruggio si è alzato per entrare nel locale a prendere una penna ma è uscito con la pistola stretta in pugno, coperta con un tovagliolo. Il 19enne ha visto l’arma: «Mi vuoi sparare?». Una frase che non è piaciuta a Farruggio che ha replicato: «Se sei un uomo vieni dentro». Il marocchino non se lo è fatto ripetere, si è alzato e ha seguito il 46enne per qualche passo e la pistola ha cominciato a sparare. Imad El Kaalouli ha avuto solo il tempo di girarsi, ma non è riuscito a fuggire: i colpi, almeno sei, l’hanno raggiunto al petto e al fianco. Farruggio è rimasto nel locale. Quando sono arrivati i poliziotti era ancora lì, la 7,65 illegale appoggiata sul tavolo. «L’ho comprata dai marocchini» ha detto ai poliziotti che sul rapporto l’hanno descritto «scosso, agitato, alito vinoso, pupille dilatate e arrossate». Lo stesso sguardo stravolto di ieri. CORRIERE.IT FORUM “L’OGGI E IL DOMANI DELLA RICERCA” – a cura di Umberto Veronesi Scrive Giovanni resveratrolo Gentilissimo professor Veronesi: ho sentito parlare del resveratrolo contenuto nel vino rosso e dei suoi molteplici benefici, ma so anche che occorrerebbe bere almeno 4 litri di vino (praticamente rovinare il fegato) per assumerne la quantità giornaliera ideale, che Lei sappia ci sono altri metodi per assumere tale sostanza oppure degli integratori, ma sopratutto è vero che il resveratrolo è un antitumorale?. Grazie per tutto quello che rappresenta. Cordialità. Risponde Umberto Veronesi Caro Giovanni, è stato osservato in molti studi scientifici che il resveratrolo è una sostanza in grado di contrastare la crescita di alcuni tumori, poiché interferisce direttamente con le cellule tumorali ed è in grado di perturbare molti processi essenziali allo sviluppo e alla progressione della malattia. Si tratta di un ormone vegetale, prodotto dalla vite per proteggersi ambiente esterno, che effettivamente è presente in alte concentrazioni in particolare nel vino rosso. Questo perché il lungo processo di macerazione della buccia degli acini nel vino permette di estrarne grandi quantità; inoltre l’assenza di ossigeno nella bottiglia previene l’ossidazione delle molecole di resveratrolo e l’alcol contribuisce ad aumentarne la concentrazione. Nei modelli di tumori animali il resveratrolo si è dimostrato efficace per prevenire lo sviluppo del cancro alla mammella, al colon e all’esofago. In alcuni di questi studi, viene somministrato a piccole dosi per via orale e la sua concentrazione nel sangue varia tra 0,1 e 2 micromoli per litro, una quantità che può essere raggiunta tramite un consumo moderato di vino rosso. D’altra parte, come dicevo, vari studi epidemiologici hanno dimostrato che il consumo moderato di vino, oltre a ridurre il rischio di morte per malattie cardiovascolari (secondo un recente studio danese la riduzione è del 40%), riduce anche la mortalità associata al cancro (secondo lo studio citato, del 22%). Non so dove lei abbia tratto l’informazione dei 4 litri di vino al giorno; ciò che dicono gli studi è che uno o due bicchieri di vino da 125 ml per gli uomini e un bicchiere per le donne ogni giorno sono una quantità sufficiente a prevenire la comparsa di alcuni tumori e delle malattie coronariche. (*) (*) Nota: a credere che un po’ di vino possa far bene alla salute a motivo del resveratrolo che vi è contenuto sono rimasti solo alcuni produttori (pochi), alcuni medici amici di produttori (pochi) e il professor Veronesi. Pare proprio che tutti gli autorevolissimi studi che dimostrano il contrario per misteriosi motivi vengano occultati ai suoi occhi. Boh. LEGGO (Venezia) Litiga con la moglie, si ubriaca… SPINEA - Litiga con la moglie, si ubriaca e per un’ora e mezza prende a pugni e sberle la donna e i figli piccoli, di 2 e 3 anni, mandando quest’ultimo all’ospedale con un forte colpo in faccia, appena sotto l’occhio. E’ quanto accaduto martedì sera poco dopo le 20. L’uomo, un operaio moldavo 33enne regolare in Italia, dopo la lite con la moglie s’è ubriacato. Non c’ha più visto, e ha cominciato a picchiare anche i figlioletti. Sono stati i residenti di via Matteotti, allarmati dalle urla che provenivano dalla casa della famiglia moldava, a chiamare i soccorsi. Sul posto è arrivata un’ambulanza, e la donna e i bimbi si sono rifugiati all’interno, mentre l’operaio tentava di entrare nel mezzo del Suem. L’uomo, all’arrivo dei carabinieri, si è scagliato contro i militari, ma è stato placcato e arrestato. LA SICILIA (Catania) caltagirone: perizia psichiatrica Omicidio Montemagno «Erano ubriachi, ma...» La perizia dello psichiatra Gioacchino Gugliotta non sembra lasciare margini («I due - ha scritto il consulente del giudice - avevano una capacità di intendere scemata dall’alcol, ma non annullata»), ma c’è da giurare che la difesa continuerà a giocarsi sino in fondo, insieme a quella della preterintenzionalità (l’omicidio come evento oltre le intenzioni degli aggressori), anche la carta della seminfermità. Il processo con il rito abbreviato a Mirko Nigido e William Saporito, i due giovani di 26 e 22 anni arrestati dalla polizia per avere massacrato a calci e pugni e con un tronco d’albero - davanti all’ufficio postale, la notte fra il 31 gennaio e il 1° febbraio scorsi - il 50enne Giovanni "Maurizio" Montemagno, si avvia rapidamente alla conclusione. L’udienza di ieri mattina è stata rinviata al 16 luglio per permettere alla difesa di esaminare più compiutamente la relazione stilata dallo psichiatra. Ma sabato 16 luglio, davanti al Gup Marcello Gennaro, si procederà "a oltranza", con l’esame del perito, la requisitoria del Pm Sabrina Gambino, gli interventi delle parti civili (avvocati Carmelo Garziano e Roberto Sardella) e dei difensori, gli avvocati Morena Cundari per Saporito e Mauro Lombardo per Nigido. Dopo qualche giorno le eventuali repliche e, infine, la sentenza, che potrebbe essere emessa entro il 20-22 luglio. Intanto, stamani, alle 12, al municipio, il sindaco Francesco Pignataro consegnerà alla vedova i soldi (poco più di 1700 euro), raccolti grazie a un’iniziativa di solidarietà lanciata da una televisione privata. M. M. IL GAZZETTINO (Padova) un mese in obitorio «Diteci com’è morto» RABBIA Nessuna novità dall’inchiesta e i genitori del giovane ancora bloccati in Marocco: il visto tanto promesso non è ancora arrivato. Da qui la manifestazione di ieri mattina Tornano a chiedere verità e giustizia. Perché il cadavere del loro amico e connazionale, Abderraham Sahli, 25enne marocchino trovato morto il 24 maggio lungo le rive del fiume Frassine, da oltre un mese giace su uno dei tavoli dell’obitorio di Padova. I genitori non sono ancora potuti arrivare per identificarlo e riportarlo, con loro, in Marocco. Problemi burocratici, legati alla concessione del visto per venire in Italia, martedì ne hanno bloccato la partenza. E allora gli amici di Abderraham, ieri mattina, sono ritornati a manifestare la loro rabbia e indignazione in piazza Antenore. Solo qualche settimana fa, dicono gli fosse stato promesso, in un incontro avuto con i vertici della Prefettura, che per far arrivare a Padova i genitori di Abderraham non ci sarebbero stati problemi. Che le procedure dell’iter burocratico per ottenere il visto temporaneo sarebbero state quantomeno snellite visto che il cadavere di loro figlio giaceva ancora in obitorio. Invece niente da fare, e il viaggio per arrivare a Padova è stato rimandato. Ma la delegazione dei residenti marocchini di Montagnana, sostenuta dagli esponenti dell’Associazione Razzismo-Stop, chiede anche sia fatta luce sulle cause che hanno portato alla morte del 25enne marocchino. Una vicenda per cui è stata aperta un’inchiesta dalla Procura che attualmente vede indagati quattro carabinieri della stazione di Montagnana. Alcuni testimoni avrebbero raccontato agli inquirenti che per far riprendere gli extracomunitari fermati e trovati «alticci» i carabinieri sarebbero soliti gettarli nel Frassine. «Li buttavano in canale per farli svegliare - ha ribadito Faisal, 26 marocchino residente a Montagnana - Ma Abderraham, che quella sera non era ubriaco, non sapeva nuotare». Poi Faisal ha aggiunto però anche un altro particolare che potrebbe gettare nuove ombre sulla vicenda: «Alcune persone che abitano vicino alla caserma dei carabinieri di Montagnana ci hanno riferito di aver visto entrare Abderraham accompagnato da due agenti, quindi prima di essere gettato nel fiume. A questo punto vogliamo sapere se il nostro amico, quando è uscito dalla caserma era ancora vivo». Intanto Marina Infantolino, legale che segue l’Associazione Razzismo-Stop, nei prossimi giorni si recherà in Marocco per cercare di sciogliere i nodi burocratici che stanno impedendo alla famiglia Sahli di giungere a Padova per riprendere il cadavere del figlio. «Su un caso del genere dovrebbe essere fatta chiarezza assoluta - ha dichiarato Luca Bertolino, portavoce di Razzismo-Stop - invece qui sembra quasi si voglia mettere tutto a tacere. Delle indagini non si sa nulla. Non vorremmo l’inchiesta finisse in una bolla di sapone con l’archiviazione. Forse qualcuno vorrebbe non se ne parlasse più, invece la cosa è stata troppo grave per finire nel dimenticatoio». «Inoltre - ha concluso Bertolino - dalla Prefettura erano arrivate promesse precise in merito all’arrivo dei genitori di Abderraham. Che però non sono state mantenute». CORRIERE ADRIATICO Rossi “E’ stato sdoganato l’eccesso” Fano “Lo scorso sabato, mentre a Fano era già in corso la Notte Bianca - commenta Davide Rossi, vicepresidente della Provincia - ero a Montalfoglio, delizioso borgo di San Lorenzo in Campo a discutere, assieme a 500 persone di cui molti giovani, di modello di sviluppo economico e dell’esigenza di spiritualità dell’Occidente nell’ambito di “Spiritualia-Ville e Castella”. Dopo il dibattito cena e bel concerto degli “Obelisco Nero”, molto partecipato. Alle 23 e 30 sono arrivato a Fano ed ho fatto un giro. C’era gente che passeggiava e si divertiva tranquillamente ma anche tanta musica a volume insostenibile, ragazzi che bevevano, urlavano e vomitavano, sporcizia e bottiglie ovunque. Era la Notte Bianca. Che differenza con il bel clima che avevo lasciato a Montalfoglio “Parlo da amministratore pubblico e dico che gli enti pubblici debbono promuovere e finanziare eventi culturali e divertenti come Ville e Castella o il Borgo in Festa e non le Notti Bianche. Le poche risorse finanziare devono essere utilizzate per iniziative culturali di qualità. Questo è il loro dovere. “Il format Notte Bianca nasce a Roma con sindaco Veltroni. Ma era un’iniziativa che mirava a far fruire la città e i suoi beni ed attività culturali approfittando della magia della notte. Poi, questa modalità si è diffusa in tutta Italia, ma della cultura si sono perse le tracce e sono rimasti solo lo sballo e l’alcol a fiumi. La Notte Bianca è lo sdoganamento istituzionale dell’eccesso. Si offre una zona franca nella quale, con la benedizione dei Comuni, ci si può ubriacare ed impedire a chi abita lì di poter riposare. L’unico vantaggio che vi si ricava e che per una sera alcuni baristi fanno un incasso record. Altre finalità positive pubbliche non ve ne sono. Quando si rende lecito l’eccesso c’è sempre qualche imbecille che, in preda ai fumi dell’alcol, non capisce più quando deve fermarsi. “L’episodio dello stupro è sconvolgente. La vita di una ragazza è stata rovinata, forse per sempre. Ma anche non si fosse verificato questo tragico fatto, avrei detto comunque stop alle Notti Bianche, in tutte le salse, trimalcioni compresi. Non può un ente pubblico promuovere eventi nei quali il bilancio, bene che vada, è di risse, decine di ragazzi al pronto soccorso per coma etilico, la città ridotta a un immondezzaio. Lancio un appello: i Sindaci rinuncino alle Notti Bianche una volta per tutte”. (*) (*) Nota: considerazioni sacrosante, che però non possono valere solo per le notti bianche, ma anche per tutte le feste organizzate nel nome dell’alcol (Feste del Vino, Feste della Birra…). CORRIERE ADRIATICO Continuano le attestazioni di condanna dell’episodio di sabato notte. Invito delle associazioni al sindaco “Cambiare strada è l’unica risposta” Fano Continuano ad arrivare in maniera incessante le attestazioni di condanna da parte di esponenti politici locali e nazionali, ma anche dalle associazioni del territorio. Il grave fatto avvenuto alla Notte bianca mette d’accordo destra e sinistra nel riflettere su quanto accaduto e sul futuro della Notte bianca. Secondo l’onorevole della Lega Nord Luca Rodolfo Paolini “la violenza di gruppo accaduta a Fano è anche drammatico frutto della ‘cultura dello sballo’. Se poi succede qualcosa, l’immancabile risposta è: ho perso la testa, non so perché l’ho fatto, non mi ricordo”. Significativo che a definire il nostro Paese “malato di buonismo, lassismo, perdonismo, sociologismo” sia un deputato componente della Commissione giustizia della Camera che sottolinea come, “a forza di capire e comprendere, tutto si perdona e il reo paga poco o nulla. E se imitassimo gli Stati Uniti, dove vige la regola del tre – è la provocazione di Paolini -: le prime due volte lo Stato ti comprende e di aiuta, al terzo reato, come si dice, buttano via la chiave?”. Gli fa eco il collega di partito, il consigliere regionale umbro Gianluca Cirignoni, capogruppo della Lega Nord, che confida “in una punizione esemplare per i responsabili di un atto così ignobile”. Teodosio Auspici di Sinistra Unita chiede le dimissioni del sindaco e dell’assessore Santorelli perché “non basta condannare dopo, occorre pensare prima. Lo stupro di branco è solo la punta di un iceberg. Già da un po’ di anni la Notte bianca trasforma in un alcova a cielo aperto la nostra città, in cui ogni vicolo oscuro, ogni anfratto è testimone di rapporti sessuali non si sa bene se consenzienti o no dato il tasso alcolico dei protagonisti, né se si svolgano tra maggiorenni o minorenni”. Margherita Campanella segretaria de La Destra rileva come esistano nella nostra città “zone ad alto rischio per la sicurezza, assai poco sottoposte a controlli, quartieri di cui si conosce l’esatta entità del problema ma si preferisce chiudere gli occhi, perché forse in essi si trovano locali che contribuiscono ad animare la movida fanese estiva”, e stigmatizza “l’organizzazione di eventi dove l’abuso di alcol finisce col divenire l’essenza stessa della festa”. Hadar Omiccioli di Fano a 5 stelle lancia la proposta di una “Notte bianca veramente a 5 stelle, dove magari le stelle sono gli artisti, le opere d’arte e non gli ubriachi. Suggeriamo pertanto di non abolire tout court l’evento, ma di limitarlo al centro storico e in alcuni punti caratteristici e tradizionali del lungomare” Secondo il Circolo Nuova Fano “il format della Notte bianca va rivisto e corretto evitando le strumentalizzazioni politiche, ma non dimentichiamo che se continuiamo a considerare la famiglia come un’inutile sovrastruttura sociale da demolire verranno a mancare solide barriere per arginare l’umana bestialità”. Un’emergenza educativa messa in luce anche dal sociologo Maurizio Tomassini di Rete sociale che chiede con forza un confronto aperto tra amministratori, forze dell’ordine, associazionismo e cittadini, su sicurezza locale e giovani generazioni Francesco Amaduzzi, presidente dell’associazione “La Famiglia” Consultorio cattolico, Maria Pia Ambrosiani, presidente Movimento per la Vita di Fano, Girolamo Martino, presidente Centro di Aiuto alla Vita di Fano, firmano una lunga nota di riflessione su quanto accaduto, al termine della quale si rivolgono al primo cittadino perché rifletta sul futuro della Notte bianca: “Tocca a noi, caro sindaco, con coraggio cambiare strada e chiudere questa esperienza che fa felici solo i venditori di ‘anestetici’; non sapremmo dire nulla a questa nostra ragazza; non saremmo capaci di patetiche scuse ma ad ognuno tocca prendere il cambio e innescare la retromarcia ognuno nel ruolo in cui è. E’ l’unica dignitosa risposta da dare”. SENZACOLONNE.IT Botellon, 200 ragazzi in piazza BRINDISI – Lambrusco a profusione, decine di lattina di birra e numerose comitive di amici: ha riscosso un buon successo il botellòn brindisino. Chi si aspettava che centinaia di giovani si sarebbero ritrovati in piazza Santa Teresa per far scorrere litri di alcool, forse, sarà rimasto deluso, ma l’evento, a dir la verità, ha rischiato di non vedere luce. Già nel primo pomeriggio di ieri, infatti, gli organizzatori di quella che era stata preannunciata come una bevuta di massa nel cuore del centro storico brindisino, avevano deciso di fare marcia indietro, cancellando il gruppo facebook (“botellòn Brindisi”) attraverso il quale avevano lanciato l’iniziativa. Brindisi, insomma, non è Valencia, Roma, o una di quelle città in cui il botellòn richiama quasi ogni settimana orde di giovani. Quando Daniele Gianniello e Fabrizio Gioia hanno capito che si sarebbero potuti cacciare nei guai, hanno deciso di annullare la serata, rinviandola a data da destinarsi. Il richiamo della bevuta in compagnia, però, è stato irresistibile, e decine di amici, grazie a un rapido passaparola, si sono dati comunque appuntamento per le 22 di ieri, presso piazzale Lenio Flacco. Da lì, attorno alle 22 e 45, hanno deciso di trasferirsi nella location originaria di piazza Santa Teresa, scolandosi alcuni bicchieri di vino in assoluto spirito di amicizia. Nessuna intemperanza, nessun disordine. I ragazzi, più di duecento, hanno stappato bottiglie fino alle prime ore della notte, senza creare particolari fastidi ai residenti del posto. (*) (*) Nota: quando io facilito il consumo di vino, birra e altri alcolici aumento il livello del rischio. Non sempre ad un maggiore rischio corrisponde un danno, a volte è solo questione di fortuna. A leggere i commenti, quando va bene sembra che queste siano belle e sane iniziative conviviali, quando va male tutti si accaniscono con critiche feroci. L’ARENA di Verona «Volò dalla finestra per fuggire alle botte» TENTATO OMICIDIO. Nuovi particolari sull’aggressione di domenica Stava fuggendo dall’aggressione degli amici romeni conosciuti forse nella serata di sabato. E forse per questo motivo, è precipitato dal secondo piano della casa di via Peschiera alle Golosine, facendo un volo di 8 metri. Ma non si esclude anche una spinta dei suoi amici. Ora la vittima è fuori pericolo di vita, ha ripreso conoscenza e ha raccontato ai carabinieri le fasi dell’aggressione. Sono queste le novità emerse in queste ultime ore sul tentato omicidio, verificatosi domenica nell’appartamento di Asandei Catalin Bogdan, 27 anni. Fino ad oggi è lui l’unico arrestato e ora è in carcere per l’aggressione al connazionale C. P., 34 anni. Durante l’udienza di convalida di martedì, Bogdan, assistito da Simonetta Favero e Paolo Franchetti, ha ribadito che con il tentato omicidio non c’entra niente. Sono stati gli altri due connazionali ad aggredire la vittima, appena arrivata a Verona da Lione in Francia. Lo stesso connazionale ferito avrebbe confermato ai carabinieri che Bogdan non lo avrebbe aggredito. La versione del giovane arrestato, però, non ha fatto breccia nel giudizio del gip Donati che oltre a convalidare l’arresto ha disposto per lui la misura della custodia cautelare. Ieri i carabinieri, coordinati dal maggiore Melchiorre e dal tenente Zanella, hanno rivelato anche il ritrovamento di un sacchetto in un terreno vicino all’appartamento, contenente bottiglie piene o rotte di superalcolici, gettata dall’indagato. Gli inquirenti ritengono che la lite sia sorta a causa dell’ abbondante consumo di alcol dei romeni. Nelle prossime ore, interverrà anche il servizio della scientifica dei carabinieri sia con il luminol che con altri strumenti utili per risalire sia alle tracce ematiche che alle impronte, lasciate dai romeni su pavimento, bottiglie e bicchieri. G.CH. LA SICILIA Ospedale Medico picchiato in corsia perizia sull’aggressore CASTROFILIPPO. (c.v.) Sarà una perizia psichiatrica a stabilire se Salvatore Casella, 26 anni di Castrofilippo arrestato venerdì notte dai carabinieri perché aveva aggredito un medico del pronto soccorso dell’ospedale di Canicattì e spaccato mobili e suppellettili sia in grado di intendere e di volere. E’ questo quanto deciso ieri dal giudice monocratico del Tribunale di Agrigento Mosti, davanti al quale si sta svolgendo il processo a carico del pregiudicato. Poi l’udienza è stata rinviata al prossimo 5 luglio. Ieri, il legale di fiducia di Salvatore Casella, l’avvocato Lillo Sferrazza, ha chiesto che al suo assistito attualmente rinchiuso al Petrusa di Agrigento, vengano concessi gli arresti domiciliari presso una comunità di recupero per tossicodipendenti. Il giudice si è riservato di decidere. Salvatore Casella venerdì sera si era recato al pronto soccorso del "Barone Lombardo" in preda ai fumi dell’alcool e forse anche di droga aveva aggredito un medico e distrutto alcuni arredi che si trovavano all’interno dell’ospedale. Il giovane era stato arrestato dai carabinieri della locale compagnia dopo la richiesta d’intervento partita dalla struttura sanitaria cittadina che si trova in contrada "Giarre". Salvatore Casella, che soltanto un paio di mesi addietro è stato dichiarato seminfermo di mente dal giudice Valerio D’Andria, farfugliava ed aveva chiesto di essere visitato. Poi all’improvviso era andato su tutte le furie iniziando a colpire con calci e pugni il medico di turno al pronto soccorso e spaccando tutto quello che trovava lungo la propria strada. Il medico raggiunto dalla furia del "caminante" aveva riportato ferite ed ecchimosi giudicate guaribili in pochi giorni dai colleghi che lo avevano visitato BRESCIAOGGI IL METEO. Ieri il termometro ha superato i 32° creando problemi nelle persone anziane. Gran lavoro per gli operatori del «118» Caldo e malori a raffica, ma arrivano altri temporali A Saviore dell’Adamello con l’eliambulanza soccorso escursionista punto da un insetto Temperatura oltre i trentadue gradi.Caldo che sfianca nonostante l’aria condizionata in macchina, nei negozi e nei supermercati sempre più affollati soprattutto dalle persone anziane e da chi ha bimbi. Corsa in piscina, anche durante la pausa pranzo, o sui laghi. E se capita va bene anche una fontana per rinfrescarsi. D’altro canto siamo quasi a luglio e in estate fa caldo. MALORI. Ieri a metà pomeriggio un operatore del «118» quantificava in una ventina gli interventi effettuati per malori. Tutti risolti bene. Solo un paio particolarmente seri, ma l’intervento medico ha scongiurato il peggio. Ad essere colpiti maggiormente dal caldo gli anziani e chi ha problemi di diabete o cardiaci. La raccomandazione è quella di non uscire di casa nelle ore di maggior caldo, di evitare alcolici (*) e bevande ghiacciate e consumare frutta e verdura. E se non si sta bene è meglio chiedere un parere al medico di famiglia o rivolgersi al «118» se si sta proprio male. Tra gli interventi quello alle 15 a Saviore dell’Adamello per soccorrere un escursionista punto da un insetto. E’ stato ricoverato per accertamenti a Esine. Per il caldo malori in città e in provincia. LE PREVISIONI. Strascichi di maltempo sull’Italia: oggi una perturbazione di origine atlantica porterà condizioni di instabilità prima sulle regioni settentrionali e poi su quelle centrali. Ieri alle 18 i primi temporali in Vallecamonica. In serata pioggi anche sul resto della provincia e in città. Sulla base delle previsioni disponibili il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso un allerta meteo. Gli esperti prevedono anche oggi piogge e temporali, localmente molto intensi, anche sul Bresciano. Le piogge, secondo i meteorologi, potranno essere accompagnate da forti raffiche di vento, grandinate e fulmini. IL DIPARTIMENTO della Protezione civile da ieri pomeriggio è in costante contatto con le prefetture, le Regioni e le strutture locali. Si prevede anche un abbassamento delle temperature. Non ci sarà afa. Ma presto il caldo tornerà. Siamo in estate. (*) Nota: nei mesi estivi i medici suggeriscono sempre di non consumare bevande alcoliche, per proteggersi dal caldo. Intanto gli altri si occupano di organizzare le feste del vino e della birra. BRESCIA OGGI DESENZANO DONNA UBRIACA DÀ IN ESCANDESCENZE E FERISCE CARABINIERE M.Z., una desenzanese di 45 anni è stata arrrestata dai carabinieri nella mattinata di martedì per aver infastidito gli avventori di un bar di piazza Matteotti a Desenzano e per aver colpito con un pugno un carabiniere dopo una breve colluttazione. La donna era ubriaca. Ieri mattina il processo: condanna a 4 mesi, pena sospesa. IL GAZZETTINO (Treviso) La lite in famiglia rischia di degenerare… La lite in famiglia rischia di degenerare: pensionato 74enne avrebbe minacciato di utilizzare le armi che aveva in casa contro la familiare. La 35enne, terrorizzata, segnala l’avvenuto ai carabinieri che in casa dell’uomo trovano due fucili e diverso munizionamento detenuti illegalmente. Per l’anziano scatta la denuncia per detenzione illegale di armi comuni da sparo: ora rischia una pena da un minimo di uno fino ad otto anni e una multa da 206 a 1.549euro. Il diverbio risale a qualche giorno fa, all’origine della lite ci sono delle controversie familiari, tensioni irrisolte nell’ambito familiare stretto, forse anche questioni di denaro. Al culmine della lite tra le 35enne e il 74enne, l’anziano avrebbe brandeggiato e minacciato di utilizzare contro la donna le armi che aveva in casa. La lite si placa, ma la paura rimane. Così nella giornata di martedì, a distanza di qualche giorno dai fatti, la donna decide di rivolgersi ai carabinieri di Conegliano raccontando l’accaduto. La segnalazione è stata approfondita dai militari dell’Arma, per fugare ogni pericolo di azione violenta o di ripercussioni nei confronti della 35enne. Sempre nella giornata di martedì, i carabinieri della stazione di Conegliano coordinati dal luogotenente Valter Buso e dal capitano Valerio Marra, hanno provveduto ad effettuare un sopralluogo concluso con il sequestro delle armi. Nell’abitazione privata del 74enne italiano, vedovo e abitante a San Vendemiano i carabinieri hanno trovato un fucile doppietta calibro 12 marca «Fratelli Marocchi» e un secondo fucile doppietta senza marca calibro 12 con riduttore per calibro 36 montato sulla canna sinistra. Sequestrate anche 25 cartucce calibro 36 e 5 cartucce calibro 28. Le armi erano custodite in un ripostiglio ed accantonante dietro un mobile, mentre le munizioni sono state rinvenute all’interno di un armadietto. Armi detenute illegalmente dall’anziano che ha due precedenti di polizia per guida in stato di ebbrezza a dieci anni di distanza uno dall’altro, poichè sprovvisto di apposita autorizzazione rilasciata dall’autorità di pubblica sicurezza. L’anziano avrebbe spiegato ai militari di utilizzarle di tanto in tanto. Ora, mentre è al vaglio la dinamica del litigio, l’uomo è stato denunciato in stato di liberà alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Treviso per detenzione illegale di armi comuni da sparo. AGI SALUTE Secondo studio Usa probabilita’ di ferirsi aumenta del 57% VUOTI MEMORIA PER ALCOL, PIU’ A RISCHIO INCIDENTI (AGI) - Washington, 30 giu. - L’alcol vi provoca spesso vuoti di memoria? Attenti, perche’ allora avete una probabilita’ maggiore di avere incidenti sotto l’influenza di un bicchierino di troppo. Secondo una ricerca durata due anni e condotta su 800 studenti universitari e oltre 150 studenti laureati in cinque universita’ americane, sia ragazzi che ragazze che avevano sperimentato nel mese precedente anche solo uno o due ’black-out alcolici’ nella loro memoria, aumentavano di circa il 57 per cento la probabilita’ di ferirsi in qualche incidente causato dal troppo bere. Lo studio, comparso sulla rivista Injury Prevention, e’ stato condotto nell’ambito del College Health Intervention Project Study (CHIPS) e ha riguardato soggetti che avevano dichiarati problemi con l’alcol. In 28 giorni, i volontari avevano consumato una media di 82 drink nel caso maschile e 59 in quello femminile. I ’blackout alcolici’ consistono nell’incapacita’ di ricordare eventi e non sono legati alla perdita di coscienza ma semplicemente al consumo eccessivo di alcolici. Ricerche precedenti hanno indicato che l’alcol altera la comunicazione fra i neuroni dell’ippocampo che intervengono nella formazione della memoria. Ma, secondo appunto lo studio coordinato da un gruppo di scienziati della University of Wisconsin, questi fenomeni potrebbero avere anche portare ulteriori eventi sgradevoli, rendendo piu’ vulnerabili, in un secondo momento, agli infortuni e agli incidenti. Nel 2001, sono stati circa 600 mila gli studenti universitari americani che sono risultati feriti in incidenti causati dal troppo bere, e 2000 i morti nel 2005 in circostanze dello stesso genere. IL GAZZETTINO (Rovigo) IL CASO L’episodio è avvenuto a Milano protagonisti Mazzanti e Veggetti Marco e Lea, notte selvaggia I due patteggiano per la “rissa” in un hotel anche con la polizia Hanno patteggiato sei mesi di reclusione, pena sospesa, nel processo per direttissima in tribunale a Milano, Marco Mazzanti, 26 anni, ferrarese di Zocca di Ro, ed ex portiere del Rovigo, e Lea Veggetti, 40 anni, di Lendinara, sua ex fidanzata. I due nel 2009 erano balzati alla cronaca per la partecipazione di Mazzanti al Grande fratello. La fidanzata era stata a sua volta coinvolta nella trasmissione. A portare i due davanti al giudice la rissa che avevano scatenato a Milano il 23 giugno, quando erano arrivati alle 3.40 nell’hotel I due giardini, dove Mazzanti aveva prenotato una camera e successivamente aveva telefonato avvertendo che si sarebbe presentato con un’amica. Il portiere di notte, un 52enne di origine filippina, aveva chiesto i documenti, che però aveva solo Mazzanti. Il concierge aveva spiegato che senza questi non poteva far salire in camera la Veggetti, scatenando la violenta reazione dei due, visibilmente in preda all’alcol. Proprio la donna aveva inveito contro il portiere insultandolo con epiteti razzisti. La situazione era trascesa con Mazzanti che aveva insultato una cliente dell’hotel, obbligandola con la forza a rientrare nella sua stanza. All’arrivo degli agenti delle Volanti la Veggetti aveva schiaffeggiato un agente e ne aveva morso un altro a un braccio, mentre altri quattro poliziotti avevano immobilizzato il suo ex. A questo punto i due aspiranti vip erano stati arrestati. Dopo il patteggiamento Mazzanti e Veggetti hanno dichiarato di essere «dispiaciuti. Non siamo razzisti e siamo già stati puniti per quanto accaduto. A differenza di quanto riportato dai media, desideriamo puntualizzare che siamo stati noi per primi a chiamare le autorità. La polizia aveva il solo scopo di identificare in mancanza di un documento di identità. Qualsiasi cosa abbia aggravato la situazione a oggi continua per noi a non avere una spiegazione: non siamo personaggi così noti dai quali trarre pubblicità. Un lavoro regolare e la frequentazione di un’accademia lasciano poco tempo alle scorribande notturne. In questura sono seguite 40 ore di reclusione e un processo per direttissima: abbiamo scelto di patteggiare non per un’ammissione di colpa, ma per porre fine al più presto a questa disavventura». IL GAZZETTINO (Vicenza) Elisabetta Pace, 24 anni… BASSANO - (B.C.) Elisabetta Pace, 24 anni, di Bassano, è stata arrestata per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale: ha, fra altre cose, morso un agente. Martedì, alle 4.20, il gestore del bar del monte Crocetta, alla Ss. Trinità, ha chiamato il "113". L’uomo dal letto (vive sopra il locale) sentiva urla e schiamazzi, tintinnii di bottiglie e strisciare di sedie e, oltre a non poter dormire, temeva per le suppellettili del bar. È arriva una "volante". Già sulla rampa che sale al monticello i poliziotti hanno notato una ragazza dentro a una macchina. Hanno tentato di capire chi fosse e cosa facesse, ma era ubriaca e li ha pure presi a male parole. Nel piazzale del locale hanno incontrato tre giovani, anche loro assai su di giri, che si sono subito innervositi, scagliando insulti e minacce. Uno di loro non aveva documenti. In qualche modo i 4 sono stati condotti in Commissariato e qui è successo il patatrac. Quando si è trattato di verbalizzare la situazione sono partite grida, spinte, pedate sui muri. La più accesa è stata Elisabetta, che, in un crescendo di intemperanze, ha dato un ceffone a un agente e un morso a un altro. A questo punto è stato inevitabile l’arresto. I suoi tre amici - P.F., 20 anni, L.A.L., 20 anni, e A.B., 21, tutti di Bassano - sono stati denunciati per disturbo della quiete pubblica e oltraggio. Tutti e quattro riceveranno una sanzione per ebbrezza. Elisabetta Pace ha trascorso la notte in guardina e al mattino è stata processata per direttissima: ha patteggiato 4 mesi e 20 giorni, coi doppi benefici. La giovane ha già alla spalle episodi simili. IL GAZZETTINO (Padova) LA NOVITÀ Il Comune ha stipulato una convenzione con il Tribunale per le pene alternative Ubriachi in auto ai "lavori forzati" L’assessore Verlato: «Abbiamo scelto le attività che abbiano un alto valore educativo» Ti pizzicano ubriaco mentre guidi o sotto l’effetto di stupefacenti? Rischi di finire a servire alle cucine economiche o a potare per qualche mese le aiuole in qualche giardino pubblico. Negli Stati Uniti o in Gran Bretagna è una prassi consolidata da qualche decennio. Ne sanno qualcosa vip del calibro di Naomi Campbell, Boy George o Paris Hilton che, per le loro intemperanze, sono finiti per qualche settimana a fare gli spazzini, gli imbianchini o le donne delle pulizie. Una prospettiva che ora si potrebbe materializzare anche a Padova. Il tutto in virtù del decreto legge 274 del 2000 e degli articoli 186 e 187 del Codice della strada (quelli relativi alla guida sotto l’effetto di alcol o droga) che prevedono "che l’imputato o il condannato svolga - nei limiti e con le modalità previste dalle citate disposizioni - lavoro di pubblica utilità consistente nell’attività non retribuita a favore della collettività". A dare un effetto pratico a questa opzione ha provveduto martedì scorso l’assessore alle Politiche sociali Fabio Verlato che ha fatto approvare dalla giunta il via libera alla sottoscrizione di una convenzione con il Tribunale di Padova. Convenzione a cui faranno seguito degli accordi operativi con una serie di associazioni che operano sul territorio e che potranno avvalersi di questi "lavoratori socialmente utili". Verlato ci tiene a sottolineare che il progetto è lontano anni luce da una sorta di "lavori forzati" imposti ai multati. «Nello scegliere le attività da far svolgere a chi opta per questa "pena" alternativa - spiega l’esponente del Partito democratico - Abbiamo cercato di individuare delle attività che abbiano un altro valore educativo e che possano in qualche modo arricchire chi le svolge». Ampio lo spettro delle proposte, tra queste l’asilo notturno del Torresino, vari servizi di accoglienza soprattutto per i senza fissa dimora, l’assistenza degli anziani in case di riposo (l’Ira) e appunto le cucine popolari. Non è esclusa neppure la cura del verde pubblico e magari la custodia di qualche parco cittadino. ASAPS.IT Manu grazie Emanuela Falcetti lascia le trasmissioni radiofoniche Istruzioni per l’uso e Falcetti on the road della Rai La gratitudine dell’Asaps alla conduttrice che per prima ha sdoganato la comunicazione pressoché quotidiana sui temi della sicurezza stradale (Asaps) Come tutte le cose c’è un inizio e una fine. Ma fosse stato per lei - Emanuela Falcetti - sarebbe rimasta ancora abbracciata al suo microfono che da oltre 20 anni la costringe ad alzatacce in ore impossibili per condurre dalle 6 alle 7, in diretta su Rai Radio 1 la sua storica Istruzioni per l’uso, alla quale si è aggiunta, da un anno a questa parte, l’altra trasmissione più specifica per la circolazione e la mobilità Falcetti on the road dalle 8 alle 9 su Isoradio 103.3. Emanuela mi intercettò verso la fine degli anni ’90 come "esperto" e commentatore dei temi legati alla sicurezza sulle strade e sulle modifiche al codice della strada. Da allora non mi ha mollato più. Insieme a me per le specifiche attività di competenza della Polizia Locale interveniva alternativamente il presidente dell’ANVU Luciano Mattarelli. Devo solo essere grato a questa giornalista grintosa (e fedele) come un docile pitbull e puntuale come un orologio svizzero, per avere sdoganato per prima, con una frequenza quasi quotidiana, i temi legati alla sicurezza stradale. Quante battaglie abbiamo affrontato insieme sulle onde, spesso mosse o molto mosse, di Rai Radio 1, come quelle sul casco, sulla Patente a punti, sul contrasto alla guida in stato di ebbrezza, sulla pirateria stradale, sugli incidenti ai bambini, solo per citarne alcune. Emanuela, a volte secca come una schioppettata a volte dolcissima, quasi materna, specie dietro le quinte quando si occupa dei problemi familiari di tutti i suoi ospiti in una sorta di condivisione in rete delle difficoltà di ognuno, col tempo aveva trasformato un rapporto di lavoro (il nostro ovviamente non retribuito) in una amicizia fatta di scambi di pensieri, di condivisione dei problemi ma anche delle soddisfazioni che non sono mancate, certificate dagli ascolti altissimi e dalle mail che noi stessi, ospiti "esperti" riceviamo dagli ascoltatori. Emanuela Falcetti è stata una sorta di musa ispiratrice della nostra associazione, quando ancora il brand Asaps non aveva il peso che ha oggi e se oggi l’Asaps è una sigla affermata, lo dobbiamo anche a questa giornalista dal piglio forte e sbrigativo, ma di una tenacia gladiatoria e di una onestà intellettuale che non ci è stato dato di incrociare troppo spesso. Ecco per questo noi oggi siamo amareggiati e delusi, perché una voce così liberà così attenta ai problemi quotidiani della società civile non si può spegnere in un due e due quattro solo perché la conduttrice ha aperto una vertenza con la Rai per mettere chiarezza, secondo la normativa vigente, alla sua condizione di giornalista precaria di lungo corso. Siamo oggi preoccupati innanzi tutto come cittadini, come utenti RAI e anche come professionisti della sicurezza stradale. Questa voce che si spegne (sulla RAI...) lascia un vuoto che non creerà certamente utili all’azienda, ma sicuramente creerà una sorta di spaesamento in quanti come noi si sono occupati seriamente di sicurezza sulle strade in questi anni. Da te Manu personalmente ho imparato molto, soprattutto ho imparato i tempi radiofonici (per forza, altrimenti come dici tu: mi segavi i nervi, ma prima te li avevo segati io...), ho imparato quali erano le cose importanti da dire in poco tempo. Attraverso te siamo arrivati a portare la nostra voce periferica nelle stanze che contano, dove ci hanno sentito e devo dire, onestamente, anche apprezzato. Per cui Manu oggi mentre il coro dell’Asaps intona il suo Grazie a te regina della comunicazione di servizio, voglio anche dirti forza! Chiusa una pagina se ne aprono altre, vedrai! Non eri tu che dicevi sempre: E non mollate!! Ora te lo diciamo noi Manu, non mollare!! Buona strada amica mia. Giordano Biserni IL POPOLO ON LINE Focone: Campagna "No alcol" La campagna "No alcol", impegno sul fronte della lotta ai rumori e incontro con il neo sindaco Claudio Pedrotti per sviluppare assieme un piano per il commercio pordenonese. Non mancano certo gli impegni al Gruppo Bar Ascom di Pordenone, guidato dal suo presidente Enrico Focone, che da sempre si è attivato su numerosi fronti, per venire incontro alle esigenze delle persone. Cominciamo con un tema che sta particolarmente a cuore alla nostra realtà territoriale, quello dell’alcol. "La nostra parte - dichiara Focone - la facciamo e continueremo a farla. Noi stiamo molto attenti a non somministrare alcolici ai minori di 16 anni. E cerchiamo di svolgere il nostro lavoro con coerenza e professionalità". Secondo il presidente del Gruppo, però, i problemi sono anche altri. "Se un giovane va al supermercato e con pochi euro si compra, ad esempio, una bottiglia di vodka, noi non possiamo farci niente". E’ un modo per dire di non stare sempre con i "fucili puntati" su una categoria oberata anche da troppe mansioni, essendo sempre a contatto con il pubblico. E comunque da diversi mesi, con l’entrata in vigore dell’ultima fase della legge sulla sicurezza stradale nella parte di contrasto alla guida in stato di ebbrezza, i locali che somministrano alcolici e la cui attività si protrae oltre la mezzanotte mettono a disposizione dei clienti i precursori per la rilevazione del tasso alcolemico e affiggeranno le tabelle indicative degli stessi tassi. All’osservanza di tale obbligo non sono tenuti gli esercizi che non effettuano trattenimenti danzanti e musicali e che cessano la loro attività entro le ore 24. "Le tabelle da esporre in un posto visibile ai clienti - sottolinea Focone - sono contenute in 3 manifesti da affiggere congiuntamente e sono corredate di ogni informazione anche sui sintomi correlati ai vari livelli di assunzione di bevande alcoliche. Le tabelle sono state fornite dall’associazione a tutti i soci interessati". Tabelle e precursori consentiranno di affrontare più serenamente la guida ed evitare, in caso di fermo delle forze dell’ordine, di incorrere nelle sanzioni previste per la guida in stato di ebbrezza. Il limite di legge da non superare per potersi mettere al volante della propria auto per non incorrere in forti ammende in caso di fermi da parte delle forze dell’ordine è quello di 0,5 grammi di tasso alcolemico. Un altro importante fronte in cui è impegnata la categoria riguarda la delicata questione dei rumori, specie nel centro storico cittadino e in piazza XX Settembre. La legge dice che le attività musicali possono essere svolte fino alle 23.30. "Il problema - rileva Focone - è che al cittadino può disturbare anche il livello della voce delle persone. Il tema-chiave è capire il livello di tolleranza. Noi rispettiamo l’orario e, comunque, cerchiamo di non tenere il volume della musica troppo alto. Però, non possiamo nemmeno essere troppo tartassati. Abbiamo tutti dei dipendenti, paghiamo l’affitto, ci sono tanti costi fissi. A volte, le feste dobbiamo promuoverle anche per questa ragioni. Insomma, ci vuole collaborazione e anche di questo intendiamo parlare con il nuovo sindaco, magari organizzando alcuni eventi assieme all’amministrazione comunale". Qualche autocritica? "Mah, è certo che una maggiore unità da parte della categoria consentirebbe di affrontare meglio i problemi. Superandoli prima". Maurizio Pertegato TGCOM Tentato suicidio per Jonathan Rhys Meyers L’attore ricoverato d’urgenza ha rifiutato i soccorsi dei paramedici Jonathan Rhys Meyers, l’attore che interpreta lo spietato Enrico VIII nella serie cult "The Tudors" ma anche il protagonista di "Match Point" di Woody Allen, è stato portato d’urgenza con l’ambulanza in ospedale. Si sospetta che si tratti di suicidio, come riporta il tabloid The Sun, causato dalle pillole che l’attore avrebbe inghiottito. I paramedici, che sono stati allertati da una chiamata, hanno trovato Jonathan Rhys Meyers accasciato sul pavimento e hanno dovuto chiamare anche la polizia perché non voleva essere soccorso. Una fonte vicina alla star del cinema e della tv ha dichiarato: "E molto triste e non fa altro che confermare il sospetto che abbia tentato di togliersi la vita". L’attore 33enne e sex symbol combatte da anni la dipendenza dall’alcol e proprio martedì scorso era stato ricoverato presso una struttura per disintossicarsi. Dopo le dimissioni però è scappato a casa senza rilasciare dichiarazione ai paparazzi che assediavano l’ingresso della clinica. Poi è calata la notte e qualcosa deve essere successo nella mente dell’attore. Le indagini sono in corso, per ora dall’ospedale non trapelano altre notizie. IL MESSAGGERO (Metropolitana) Per eliminare l’invenduto diecimila ettolitri di Frascati doc vanno in distillazione, m... LA NUOVA SARDEGNA assalto alla guardia medica: solo il gesto di un ubriaco LA NAZIONE (Umbria) In coma etilico dopo una festa di compleanno Migliorano le condizioni della sedicenne Anti-alcol, porte chiuse ai privati IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia) Domani sera «Bibemus ed Gaudemus» IL RESTO DEL CARLINO (Ancona) Evade e sbatte ubriaco con l’auto LA SICILIA Ubriaco demolisce 10 auto in sosta Ravanusa.
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