Lorenzo Guarnieri
L’Agenzia Ansa recita così: "FIRENZE, 30 GIU - Ubriaco e positivo alla cannabis, mentre era alla guida di uno scooter si scontro’ con un altro motorino guidato da un diciassettenne, Lorenzo Guarnieri, che mori’. Per questo un fiorentino di 46 anni e’ stato condannato dal tribunale di Firenze a due anni e otto mesi di reclusione per omicidio colposo pluriaggravato. L’incidente avvenne nel giugno 2010 in zona Cascine a Firenze. Il giudice ha anche disposto la revoca della patente dell’imputato (ANSA)". Dietro a questa agenzia c’è un ragazzo di 17 anni che non c’è più, una famiglia distrutta, una madre che ha lasciato il lavoro, una comunità affranta che ha perso un adulto del futuro. C’è anche un uomo di 46 anni che consapevolmente si è messo alla guida con un tasso alcolico più di tre volte superiore al consentito, sotto l’effetto della cannabis e che ha invaso la corsia di marcia di Lorenzo, andando contromano e investendolo. Da padre e da cittadino italiano e europeo, faccio fatica a chiamare questa giustizia. Se l’omicida di mio figlio avesse borseggiato mio figlio rubandogli 100€ sarebbe stato arrestato immediatamente a condannato per direttissima a 1 anno e mezzo. Avendolo ucciso, guidando in quelle condizioni, non si è fatto un giorno di carcere e, in considerazione della pena così bassa, mai se lo farà. Io non vedo la proporzione fra le due cose, voi la vedete ? In Inghilterra la condanna sarebbe stata dai 6 agli 8 anni con arresto immediato. Ma oggi così è, non c’è giustizia per questo nel nostro paese. Per il nostro codice, nella testa di avvocati, procuratori e giudici, gli omicidi come quello ai danni di mio figlio, sono "omicidio di serie C", un reato "nano". Addirittura le questure non li contano come omicidi nel territorio. Gli addetti ai lavori non hanno ancora la percezione dello stato di alterazione provocato da alcol e droga alla guida. Lorenzo è stato ucciso perché era il primo della fila, ma potevano morire gli amici che lo seguivano. Poteva accadere a tutti. Chi guida in quel modo accetta il rischio di poter uccidere. Questa assenza di giustizia, anzi chiamiamola con il suo nome cioè "ingiustizia", è gravissima perché oltre a non svolgere la funzione "preventiva" che dovrebbe avere per evitare altri omicidi, toglie ai giovani la fiducia nello Stato, nella Giustizia. "Ma se non va in carcere chi ha ucciso mio fratello chi ci va ?". Questa è la domanda che mia figlia Valentina 17 anni continua a porre. Domanda che rimane sempre senza risposta. Allora, chiediamo cosa ognuno di noi può fare per cambiare, per dare ai nostri ragazzi la speranza di vivere in un paese più civile, che affronti in modo serio questa piaga della violenza Stradale. Togliamo l’aggettivo "colposo" a questi omicidi omicidi e chiamiamoli "omicidi stradali", eleviamo le pene minime (tanto i giudici si posizionano sempre vicino al minimo), facciamoli diventare omicidi di "serie A". Ogni anno si possono stimare in circa 1000 questi casi, quasi il doppio degli omicidi con arma da fuoco o da taglio. Non facciamo finta di niente. Insieme ad Asaps, Comune di Firenze e altre associazioni stiamo raccogliendo manifestazioni di consenso per l’introduzione del reato di "omicidio stradale" nel nostro ordinamento. Per leggere la proposta e firmare andate su www.occhioallastrada.it oppure www.omicidiostradale.it. Albert Einstein diceva "il mondo è quel disastro che vedete non tanto per i guai combinati dai malfattori ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare". Muoviamoci per rendere questo nostro paese più civile. A Lorenzo non serve più ma servirà a tutti gli altri ragazzi. Stefano e Stefania Guarnieri
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