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Rassegna alcol e guida del 4 luglio 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

COMUNICATISTAMPA.IT

Estate alcolica: in vacanza il boom della “sbornia”
Apporti ipercalorici e binge dirinking abbattono le attese di vita dei ragazzi La conferma da uno studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Taormina, 4 luglio 2011 - Si accorcia di anni, anche di decenni, l’attesa di vita per i giovani e i giovanissimi alla ricerca dello sballo da alcool, fenomeno che si dilata in maniera esponenziale soprattutto nei fine settimana e nei periodi di vacanza grazie alle maggiori occasioni di socializzazione e al controllo dei genitori che si allenta.
E la sbornia di ultima generazione ha anche un nome: si chiama binge drinking e consiste nel bere una grande quantità di alcol molto velocemente per ubriacarsi il prima possibile. Un eccesso già di per sé dannoso che, se ripetuto costantemente nel tempo - soprattutto in presenza di problemi come l’obesità o di altri aspetti caratteristici della sindrome metabolica che vedono al centro della problematica il fegato grasso -, diventa una vera e propria bomba ad orologeria in grado di accorciare sensibilmente le aspettative di vita.
La conferma arriva da uno studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e pubblicato sulla rivista scientifica Alcohol and Alcoholism, che ha preso in esame l’associazione e l’amplificazione dei danni al fegato generati da alcool e obesità insieme. Due concause che non si sommano, ma si moltiplicano esponenzialmente.
Secondo le ultime statistiche (ISS), in Italia a darsi alla bottiglia sin dalla tenera età è il 42% dei ragazzi e il 21% delle ragazze minorenni. L’alcool seduce anche i bambini: 18 su 100, decisamente al di sotto dei 16 anni, hanno adottato almeno un comportamento a rischio alcool-correlato.
E se i numeri sull’abuso di alcolici tra giovanissimi spaventano, non meno impressionanti quelli legati all’obesità e al sovrappeso, problemi che interessano ben 1 bambino su 3. E quando obesità e alcool si incontrano ne esce un mix pericoloso quanto quello creato dal suo opposto: il digiuno prolungato per incrementare l’effetto “sballo” da consumo di alcool, fenomeno (detto drunkoressia) particolarmente diffuso tra le ragazzine.
“Quello che stiamo osservando nei nostri ragazzi è il costante aumento della presenza di problemi al fegato cronici e progressivi (infiammazione, steatosi, fibrosi) che compromettono la struttura dell’organo stesso fino alla perdita totale della sua funzione – sottolinea Valerio Nobili, Responsabile Epatopatie metaboliche e autoimmuni dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù -. Nel nostro Paese si stima circa un milione di bambini con fegato grasso, ai quali vanno aggiunti quelli con sindrome metabolica e quindi a rischio di infarcire il fegato di grasso, nonché i ragazzi-bevitori, esposti allo stesso identico rischio. La risultante di questo processo sarà un impennarsi della spesa sanitaria per le cure richieste da questa patologia e un numero sempre più grande di adolescenti col fegato compromesso che saranno adulti malati e quindi ancor più bisognosi di cure mediche. È obbligo istituzionale e dovere morale di noi pediatri intervenire per arginare la pandemia ‘alcool e fegato grasso’”.
Nei giorni 8 e 9 luglio 2011 si terrà a Roma presso il Palazzo delle Esposizioni il primo convegno nazionale organizzato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù sulla “Sindrome Metabolica in pediatria”: esperti internazionali faranno il punto sullo stato dell’arte e metteranno in campo tutte le attuali conoscenze al fine di diramare linee guida nazionali per combattere questo dilagante fenomeno adolescenziale.
Servizio Comunicazione e Relazioni esterne Ospedale Pediatrico Bambin Gesù - Responsabile Marco Bagheri


IL TIRRENO

Alcol, stop agli under 16 e niente bottiglie di vetro a partire dalle 23   
Chi non rispetta la direttiva rischia multe fino a 5mila euro 
PIOMBINO. Sempre proibito l’alcol ai minori di 16 anni, e divieto di vendita di bevande in contenitori di vetro. È quanto prevede l’ordinanza del 28 giugno, scaricabile anche dal sito del Comune di Piombino. L’amministrazione torna anche quest’anno a ripetere i provvedimenti che limitano somministrazione e vendita di alcol. Per gli under 16 la regola vale sempre, disciplinata dal codice penale: mai bibite alcoliche, di qualunque gradazione siano.
«Purtroppo ritengo che ci sia molta, troppa confusione su questo argomento - spiega Alberto Tricoli, vicequestore, dirigente del commissariato di polizia piombinese - Andrebbe fatta una maggiore informazione e vedere in un secondo tempo come reagisce la cittadinanza».
 Per il vicequestore Tricoli «soprattutto bisogna fare chiarezza sui termini. Intanto per somministrazione si intende più in generale anche la vendita di bevande alcoliche. Così in questo senso i gestori di negozi, locali, supermercati, e ogni altro esercizio che opera nel settore, di fronte al legittimo sospetto di trovarsi di fronte alla richiesta di un under 16, hanno l’obbligo di richiedere i documenti e quindi di verificare l’età del cliente».
«E’ bene sapere - conclude Tricoli- che di mezzo ci sono multe, provvedimenti eventuali a carico dei locali e in particolare sanzioni penali».
Se il cuore del provvedimento è legato al divieto per gli under 16, non sono comunque solo i più giovani a essere chiamati in causa dall’ordinanza comunale.
Infatti già a partire da ieri sera e fino al 15 settembre, dalle 23 alle 3 del mattino, su tutto il territorio comunale, sarà vietata la vendita per asporto di alcolici, nonché di ogni altra bevanda, contenuti in bottiglie di vetro, a chiunque, in questo caso senza distinzione d’età.
Il divieto comprende anche il commercio su area pubblica e la vendita attraverso distributori automatici. Chi non rispetta la direttiva rischia di dover pagare una multa da 500 a 5.000 euro.
I motivi della disposizione sono gli stessi della scorsa stagione: l’esigenza di garantire la massima sicurezza, in particolare per quanto riguarda la fascia più giovane della popolazione, la necessità di ottenere il controllo generale del tessuto urbano, infine quella che viene definita la garanzia del decoro civico.
Sono frequenti infatti gli episodi in cui i contenitori delle bevande per asporto vengono abbandonati a terra, creando non solo sporco, ma anche, nel caso di bottiglie di vetro, pericolo concreto per gli stessi cittadini.
Francesca Lenzi

CORRIERE ADRIATICO

Medici in trincea per le notti brave
Lavoro extra nel fine settimana proprio in coincidenza con l’arrivo dei rinforzi
Senigallia - Pronto soccorso in trincea nel weekend, con decine di interventi per prestare aiuto a ragazzi ubriachi. Numerosi i viaggi sabato sera in via Mattei dove diversi giovani, trovati fuori dalla discoteca, sono stati raccolti dalle ambulanze a terra, completamente sbronzi e al limite del coma etilico. Un ragazzo privo di sensi è stato raggiunto anche sul lungomare Alighieri, dove i vigili urbani hanno chiesto l’intervento dei sanitari. Anche lui aveva bevuto troppo. Altri casi si sono registrati anche in centro storico. Uno scenario già visto la scorsa estate. Lavoro extra proprio nel fine settimana dove sono arrivati i rinforzi. E’ partito infatti il 1° luglio lo studio ambulatoriale all’interno al reparto di emergenza, che si occuperà dei codici bianchi e verdi, lasciando i medici dei pronto soccorso concentrati sui gialli e rossi. Proprio nei giorni scorsi il direttore Franco Pesaresi ha incontrato le organizzazioni sindacali per discutere alcune questioni.
(…)

ASAPS  (da il Giornale di Vicenza)

«Giustizia per mio figlio ucciso in auto»
DRAMMA. Parla il padre Piero Di Stefano a un mese dall’incidente che costò la vita ad Alex L’indomani la moglie-madre disperata si tolse la vita Lo sfogo del papà del ragazzo travolto da una Polo contromano «Io e mia figlia siamo condannati all’ergastolo di un dolore infinito»

 

Il terribile schianto lungo la tangenziale sud: a sinistra la Mini Cooper rossa su cui viaggiava la vittima


«Voglio che sia fatta giustizia perché non ci siano altri Alex che devono pagare con la vita, altre famiglie distrutte per colpa di chi si mette alla guida dopo aver bevuto e ignorando le norme stradali».
Un mese. Trenta giorni di dolore «difficile da raccontare». E di psicologi, farmaci, notti insonni. Dopo un mese Piero Di Stefano, 50 anni, trova la forza per sfogare almeno un briciolo dei suoi sentimenti, con l’animo ancora devastato dalla doppia tragedia del 2 giugno: quella notte un’auto contromano in tangenziale, condotta da un giovane padovano, trovato positivo all’alcol e alla cocaina, gli ha strappato il figlio Alex, 24 anni; il giorno dopo, la moglie Carla, 48 anni, vinta dal dolore per la morte del figlio, si è abbandonata ad un gesto estremo «che forse solo una madre può capire». Resta Martina, la figlia 18enne, con cui provare ad essere ancora se stesso: papà premuroso, imprenditore orafo, allenatore di calcio appassionato, uomo forte e combattivo come tutti l’hanno conosciuto.
Di Stefano, che vita è, la sua, dopo quel 2 giugno?
Stravolta. Fino alla sera del 1 giugno eravamo una famiglia che si sedeva assieme a cenare e a discutere. Dal 3 giugno siamo solo io e Martina che ci dividiamo tra psicologo e psichiatra. Magari il dolore fosse fisico, passerebbe; questo dolore è così differente e ti consuma giorno per giorno.
Perché ha deciso di rendere pubblica la sua sofferenza?
Ho aspettato trenta giorni, per riordinare le idee. Spero che parlare serva ad evitare altre tragedie. Voglio che sia fatta giustizia. Non la solita giustizia italiana, dove c’è sempre un cavillo di troppo. E neanche una giustizia esemplare. Mi aspetto giustizia e basta, perché non ci siano altri Alex che devono pagare con la vita, perché non ci siano altre famiglie distrutte in questo modo.
Mirko Vendramin e la sua famiglia le hanno chiesto perdono. Che cosa si sente di dire?
Non voglio parlarne. Piuttosto vorrei porre una riflessione, in particolare a tutti i genitori: un genitore si sforza di crescere un figlio insegnandogli valori e regole, per tutelarlo contro le difficoltà della vita. Poi all’improvviso ti ritrovi con un ragazzo ubriaco e sotto l’effetto di stupefacenti che usa l’auto come un’arma imboccando la tangenziale contromano e stronca la vita di una persona innocente. E di conseguenza "uccide" un’altra persona, mia moglie, il cui unico "difetto", forse, è che voleva troppo bene ai figli. E di conseguenza condanna me e mia figlia ad un dolore che ci consuma, un ergastolo del dolore che faccio fatica a raccontare... Vorrei invece ricordare Alex e Carla...
Alex, uno sportivo come lei...
Era un ragazzo esuberante, amava la vita, era uno sportivo, si divideva tra palestra e motocross. Non fumava e se vedeva sua mamma farlo, la rimproverava, bonariamente. Aveva la passione per le auto d’epoca, tanto da averne restaurata una con pazienza.
La aiutava in azienda?
Sì, lavorava da anni, si applicava molto, nel lavoro manuale era un mostro. L’esperienza lo stava portando ad occuparsi del ramo commerciale e ormai avevo deciso di fargli prendere le redini dell’azienda a fine anno. Carla invece si occupava della contabilità, ma era un punto di riferimento per tutti. E in famiglia era il "cervello", non faceva mancare nulla, organizzava tutto lei. Quando ci siamo conosciuti, 34 anni fa, non avevamo neanche i soldi per la benzina del motorino. Dopo tanta fatica ci siamo costruiti il nostro futuro, la fabbrica, e poi la casa, il suo sogno. Ora mi toccherà vendere la casa e forse anche l’azienda, perché non so se ce la farò da solo. Penso alle famiglie dei miei dipendenti, vediamo.
Al suo fianco ora c’è Martina, sua figlia.
Penso a lei, adesso, è un cardine che mi dà la forza di andare avanti. Per fortuna siamo circondati dall’affetto di molti amici, e poi c’è con noi mia sorella con suo marito che ci hanno adottati».
Marco Scorzato


AGI

VITAMINE AUMENTANO TASSO ALCOLEMICO, ASSOLTO AUTOMOBILISTA
Chiavari (Genova), 4 lug. - Assolto dall’accusa di guida in stato di ebbrezza poiche’ stava seguendo una cura a base di vitamine che contenevano il 18% di alcol. Protagonista della sentenza assolutoria un pescatore ligure residente a Sestri Levante. L’imputato, ventitreenne, come emerso dal processo celebrato oggi a Chiavari, prima del controllo da parte dei militari aveva assunto due pastiglie omeopatiche che hanno una componente alcolica.
Le pastiglie omeopatiche di "VC 15 forte", insieme ad una birra bevuta dopo aver mangiato, avevano fatto registrare un tasso alcolemico pari a 0,87 grammi litro per il quale era scattata la denuncia e il ritiro della patente. Oggi, al termine dell’istruttoria dibattimentale, il giudice del tribunale chiavarese Antonella Bernocco ha assolto l’imputato confermando la richiesta dal pm di udienza, il vice procuratore onorario Alberto Caselli Lapeschi. 

(*) Nota: se continuiamo di questo passo tra un po’ verranno condannati per guida in stato di ebbrezza solamente coloro che hanno preventivamente firmato una dichiarazione in cui sostengono di aver volontariamente bevuto col preciso scopo di violare l’art. 186 del codice della strada.
Sarebbe interessante sapere come mai l’alcol contenuto nei farmaci (C2H5OH) viene considerato diversamente dall’alcol contenuto nella birra (C2H5OH). 

SALERNONOTIZIE

Minaccia ed aggredisce la ex convivente, arrestato 23enne rumeno a San Giovanni a Piro
Un 23enne O. C. L., di nazionalità rumena è finito ai domiciliari a San Giovanni a Piro perché responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesione personale, ingiuria, minaccia, violenza privata e danneggiamento nei confronti della ex convivente, una ragazza del posto italiana.
Il giovane da settembre 2010 a maggio 2011 sottoponeva a continui maltrattamenti, fisici e psichici, la propria convivente, ogni qualvolta ritornava a casa ubriaco. Espletate le formalità di rito, l’arrestato veniva tradotto presso la propria abitazione, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Vallo della Lucania.

LA NAZIONE

Picchia moglie e figlia in piena notte
L’uomo ha poi cacciato di casa la donna e la bambina di appena 6 anni. Spinte e calci anche ai poliziotti che l’hanno arrestato al Quartiere Toscana
Viareggio, 4 luglio 2011 - HA PICCHIATO la figlioletta di sei anni e la moglie, cacciandole poi di casa nel cuore della notte. Poi quando sono arrivati gli agenti, l’uomo — un marocchino di 41 anni, con un regolare permesso di soggiorno — ha prima cercato di «punirsi» colpendo con una testata la porta d’ingresso della sua abitazione al quartiere Toscana, quindi si è avventato sugli agenti: per i poliziotti c’è stata una razione di spinte e calci, prima che potessero immobilizzare l’uomo. Redouane R., 41 anni, è finito in manette accusato di violenza privata, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Oggi l’uomo sarà processato per direttissima dal giudice unico Gerardo Boragine nelle aule giudiziarie del tribunale di Viareggio.
L’ALLARME è scattato nel cuore della notte quando al centralino del 113 è arrivata la segnalazione di «una donna e una bambina che chiedevano aiuto», nella zona del quartiere Toscana. Che cosa ci facevano in mezzo alla strada a quell’ora le due creature? Insomma una situazione di non facile gestione, con tanti punti interrogativi da chiarire: gli agenti del reparto di prevenzione e crimine della Toscana (che fanno parte dei rinforzi tanto attesi da giorni) si sono catapultati nella zona, intuendo che alle spalle di quell’allarme c’era una storia di maltrattamenti in famiglia. «Mio marito — ha raccontato la donna, visibilmente scossa e provata per quel che le era accaduto — mi ha picchiato, ha colpito anche la bambina che non aveva fatto niente: poi ci ha cacciato di casa. E’ fuori di sé, ha bevuto qualcosa che gli ha fatto perdere la ragione...». Una testimonianza choc di fronte alla quale gli agenti hanno alzato il livello di attenzione visto che non conoscevano quali sarebbero state le intenzioni dell’uomo quando li avrebbe visti. Tra l’altro gli agenti non potevano sapere se l’uomo armato.
IN EFFETTI quando l’uomo ha visto gli agenti assieme alla moglie e alla bambina ha continuato a inveire contro la donna, accusandola in maniera sguaiata: poi una volta nell’appartamento, Redouane R. completava il suo show, prima colpendo con una testata la porta e poi strappando in faccia agli agenti il permesso di soggiorno. I poliziotti dovevano sudare un bel po’ — rimediando calci e spinte — per ammanettarlo: i successivi accertamenti hanno fatto emergere che l’uomo poco prima aveva fatto uso di un mix di cocaina e di alcool. Un’aggravante insomma che rischia così di peggiorare il suo quadro disegnato dagli agenti della polizia sia al momento dell’arresto, sia per la testimonianza della moglie quando è stata intercettata nelle strade del quartiere Toscana.

IL TIRRENO

Episodio di violenza e un appello a chi ha assistito alla scena 
Rissa in strada al vialone  Danneggiata l’auto con due ragazze a bordo 
VIAREGGIO. Doveva essere una serata a base di divertimento, quella di due ragazze viareggine che l’altra notte si trovavano al Corsaro Rosso in Darsena, per ascoltare un po’ di musica raggae con la propria compagnia.
Finito il dj set Melissa e la sua amica sono salite in macchina per tornare a casa. Arrivate allo stop di fronte al Corsaro, per immettersi sul viale Europa, le ragazze hanno sentito un forte botto sul finestrino della macchina: era il viso di un trentenne che era stato scaraventato di peso sull’autovettura, con violenza inaudita, da un altro giovane, entrambi visibilmente alterati da alcol e droghe.
E dopo sono arrivati altri colpi alla macchina, alternati di volta in volta dai corpi dei due ragazzi coinvolti nella rissa.
«Sono scesa dalla mia autovettura molto impaurita, per prendere i loro nominativi - spiega Melissa -, visto che la macchina è nuova e i danni che mi hanno provocato sono ingenti, circa 800 euro. Ma ho cambiato idea in fretta: mi sono ritrovata in mezzo a una decina di uomini che tentavano, senza risultati, di dividerli. Uno dei due ragazzi coinvolti ha tentato di tirarmi uno schiaffo, ma io sono scappata in macchina con la mia amica, scoppiando a piangere dalla paura”.
Poco dopo le ragazze hanno chiamato la Polizia, ma ci sono voluti 30 interminabili minuti, prima che giungessero i due agenti «se fossero arrivati prima avrebbero preso i due ragazzi, che nel frattempo se la sono data a gambe. I poliziotti hanno detto che il ritardo era dovuto al fatto che fossero in servizio a Tonfano, e con una sola pattuglia disponibile. Quindi l’unica cosa che potevo fare al momento era sporgere denuncia contro ignoti».
Tramite il Tirreno la ragazza si appella a chi possa aver visto questa scena, la notte fra giovedì e venerdì, di fronte a Corsaro Rosso, magari proprio chi ha tentato di dividere i due ragazzi, ma che poi è scappato, probabilmente per la paura.
«Vorrei poter indirizzare la mia denuncia - spiega Melissa -, i due ragazzi erano senz’altro italiani, di circa 30 anni, uno alto, con capelli medio lunghi e scuri, indossava una t-shirt chiara con sotto un paio di jeans. L’altro è piuttosto tarchiato, con i capelli a spazzola, abbronzato, palestrato, a petto nudo e tatuato. Spero che chi abbia visto la scena e conosca i due, possa aiutarmi».
Davvero una brutta avventura per Melissa e la sua amica coinvolte loro malgrado nella rissa tra ragazzi ubriachi (o peggio). Restano i danni alla macchina ma per fortuna le due ragazze non sono state toccate.

NEWSFOOD

Una ricerca a più mani, diretta dai dottori Iman Momken e Stephan Blanc e pubblicata su "Faseb Journal"
Dal vino rosso un antidoto alla vita sedentaria
Il resveratrolo contro la mancanza di attività fisica ed i problemi da assenza di gravità
04/07/2011 - Sorprendente vino rosso. Tale bevanda cela infatti un nutriente, capace di ridurre i danni da eccesso di pigrizia ed aiutare gli astronauti contro l’assenza di gravità.
Così spiega una ricerca a più mani, diretta dai dottori Iman Momken e Stephan Blanc e pubblicata su "Faseb Journal".
Punto di partenza del lavoro, la necessità di rimedio contro due problemi. In primis, la mancanza di attività fisica, necessaria al corpo ma non sempre attuabile. Inoltre, il dover limitare i danni dell’assenza di gravità, capace di minare la salute dei partecipanti a voli spaziali, molto spesso dovuti a mancanza o grave difficoltà di movimento. (*)
Gli studiosi hanno così puntato sul resveratrolo, presente nel vino rosso è già protagonista positivo di altre ricerche. Essi hanno allora condotto esperimenti con topi da laboratorio. I roditori sono stati sottoposti a condizioni simili a quelle dei voli spaziali e divisi in due gruppi. Il primo gruppo (gruppo di controllo) ha consumato una dieta standard, il secondo ha ricevuto un supplemento giornaliero di resveratrolo.
I successivi esami hanno mostrato come il primo gruppo fosse vittima d’insulinoresistenza e d’indebolimento delle ossa (dovuto a perdita di densità minerale) diventate così più vulnerabili alle fratture. Al contrario, le creature nutrite con resveratrolo sono state immuni al problema.
Il lavoro degli scienziati transalpini è giudicato positivamente. Ad esempio, per Gerald Weissmann di Faseb Journal, "Ormai dati schiaccianti dimostrano che il corpo umano ha bisogno di fare attività fisica. Ma per alcuni di noi questo non è sempre facile. E un ambiente con bassa gravità lo rende quasi impossibile per gli astronauti". Tuttavia, il problema non è riservato a loro: "Per alcuni individui ben ancorati a terra, inoltre, malattie, infortuni o un semplice lavoro d’ufficio si rivelano antidoti al movimento". Allora, "Il resveratrolo non può essere un sostituto dell’esercizio, ma potrebbe rallentare il deterioramento fisico legato allo stop forzato, fino a che non ci si rimette in moto".
FONTE: Iman Momken, Laurence Stevens, Audrey Bergouignan, Dominique Desplanches, Floriane Rudwill, Isabelle Chery, Alexandre Zahariev, Sandrine Zahn, T. Peter Stein, Jean Louis Sebedio, Estelle Pujos-Guillot, Maurice Falempin, Chantal Simon, Véronique Coxam, Tany Andrianjafiniony, Guillemette Gauquelin-Koch, Florence Picquet, and Stéphane Blanc. Resveratrol prevents the wasting disorders of mechanical unloading by acting as a physical exercise mimetic in the rat. FASEB J. 29 June 2011. doi: 10.1096/fj.10-177295

(*) Nota: speriamo non si sparga la voce altrimenti rischiamo di essere invasi dai marziani che vengono a procacciarsi il vino.

AGI

GB: L’ULTIMO CALICE DI HARRY POTTER, RADCLIFFE "ERO UN ALCOLISTA"
Londra, 4 lug. - Daniel Radcliffe, l’interprete di Harry Potter nella saga del maghetto, e’ stato un alcolizzato ma ora sta uscendo dal tunnel. E’ stato lo stesso attore britannico a confessare la sua dipendenza in un’intervista al settimanale GQ, in cui ha raccontato come le pressioni del mondo dello show business l’abbiano portato ad abusare degli alcolici. Divenuto maggiorenne, ha spiegato, si e’ ritrovato sempre piu’ dipendente da feste e whisky, "innamorato dell’idea di avere uno stile di vita da celebrita’" che in realta’ non faceva per lui. L’attore ha ammesso di esser stato fortunato a non venire mai colto in stato di ubriachezza dai paparazzi, anche se "ci sono state molte occasioni" in cui ha rischiato che lo fotografassero. E’ un tunnel dal quale Radcliffe sostiene di essere uscito ormai da un anno, non tocca piu’ un goccio d’alcol "dall’agosto scorso", e ora per lui c’e’ una vita tranquilla e serate casalinghe in compagnia della fidanzata, Olive Uniacke.
"Preferisco stare a casa a leggere o parlare con qualcuno che mi fa ridere", ha raccontato, sottolineando che "non c’e’ niente di cui vergognarsi nell’apprezzare una vita tranquilla". Dopo essere salito alla ribalta delle scene a 11 anni grazie alla saga del maghetto, che gli ha fruttato un patrimonio stimato in oltre 50 milioni di euro, Radcliffe ha cercato di scrollarsi di dosso l’etichetta di bambino-prodigio del cinema. L’attore negli ultimi anni si e’ impegnato in teatro, conquistando nel 2008 l’attenzione dei media con la sua interpretazione nella piece ’Equus’, accompagnata tuttavia da polemiche per le sue scene di nudo.

 

 

 

Martedì, 05 Luglio 2011
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