BARI — In alcuni casi avrebbero persino falsificato i certificati medici prodotti da noti camici bianchi del Policlinico e dell’ospedale Di Venere; altre volte avrebbero indotto in errore gli stessi professionisti. Gli esposti, poi, sarebbero stati depositati dagli avvocati compiacenti direttamente in Procura o nelle caserme dei carabinieri, la ricostruzione del falso incidente invece era quasi sempre identica: una persona denunciava di essere stata investita da un pirata della strada, due testimoni erano pronti a giurare la versione della vittima e i dipendenti delle agenzie assicurative garantivano che la pratica per il risarcimento andasse a buon fine. Una maxi truffa sarebbe stata scoperta dalla Procura barese, l’inchiesta conclusa coinvolge 123 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, truffa, denuncia di sinistro stradale inesistente, simulazione di reato, appropriazione indebita, falsità ideologica, falsità materiale e favoreggiamento personale.
La procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti, tra di loro avvocati, vice direttori di banca semplici cittadini che si sarebbero prestati ricoprendo, a seconda delle esigenze, il ruolo di vittima o di testimone oculare del sinistro. presunto raggiro avrebbe prodotto un «buco» di circa 250mila euro al Fondo di garanzia vittime della strada e ad alcune agenzie di assicurazioni. Secondo l’accusa, gli avvocati Iolanda Florio e Fabio Casalini avrebbero «curato la presentazione delle querele e delle istanze al Fondo di garanzia e le avrebbero seguite dal punto di vista legale sino alla liquidazione del risarcimento» . Indirettamente, però, la presunta truffa avrebbe provocato un danno anche ai baresi: l’aumento sproporzionato dei sinistri stradali nell’hinterland del capoluogo pugliese avrebbe, difatti, fatto lievitare di molto le polizze assicurative. Alcune agenzie, stando agli accertamenti della Procura, avrebbero persino abbandonato il mercato barese, chiudendo le proprie filiali. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli indagati -tra il 2004 e il 2008 -avrebbero denunciato incidenti stradali, in realtà mai avvenuti, con l’obiettivo di ricevere indennizzi non dovuti. risarcimenti ottenuti oscillano tra i duemila i 20mila euro, a seconda dell’entità del danno denunciato. In alcuni casi, nelle denunce comparivano nomi di persone inesistenti. Sono 47 i capi d’imputazione contestati dalla magistratura, tra questi anche un episodio di estorsione. Hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo il Fondo di garanzia vittime della strada, la Ras e tre cittadini. Stando alle statistiche, dal 2008 ad oggi il numero degli incidenti sarebbe aumentato del 68 per cento. Questo ha portato alla fuga da Bari delle assicurazioni: troppi incidenti e troppi feriti sospetti (in un anno le richieste di risarcimento per danni fisici subiti dopo un sinistro sono aumentate del 35 per cento). Così le compagnie, anche quelle più blasonate, stanno smobilitando chiudendo agenzie e revocando i marchi; dall’altra parte lievitano le polizze auto. In un anno ci sarebbero stati aumento sino al 30 per cento.
da Vincenzo Damiani da Corriere.it
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