Domenica 30 Giugno 2024
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Rassegna stampa alcol e guida del 9-10 luglio 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

IL GIORNALE DI VICENZA

«Picchiata, ho perso mio figlio»
IL CASO. La drammatica testimonianza di una studentessa vicentina davanti al tribunale collegiale di Padova
L’imputato, un marocchino, è latitante da più di due anni: dopo l’aggressione, durante la quale stuprò la giovane, scappò
Diego Neri
PADOVA
Una testimonianza drammatica: due ore per raccontare una serata terribile, nel gennaio 2009. «Quella sera lui tornò a casa alterato. Aveva bevuto sicuramente, non so se avesse fatto suo di sostanze. Lo faceva ogni tanto. Lo rimproverai perchè era tornato tardi senza avvisarmi, e gli dissi che dopo un mese saremmo diventati genitori e che doveva essere più responsabile. Ero quasi all’ottavo mese di gravidanza. Lui mi aggredì verbalmente, poi fisicamente. Mi ha fatto di tutto. Mi ha pestata fino a farmi perdere il feto, e mi ha stuprata con brutalità. Poi è scappato, mi ha lasciata lì sanguinante e in lacrime e di lui non se n’è più saputo nulla».
È quanto ha raccontato qualche giorno fa una studentessa di Vicenza, che oggi ha 22 anni e che chiameremo Valentina. Ha testimoniato davanti al tribunale di Padova nel processo che vede imputato il cittadino marocchino Mohamed Gharboui, 25 anni, formalmente residente a Padova ma da più di due anni irreperibile. Su di lui pende un provvedimento; probabilmente è scappato in Marocco. L’africano (assistito dall’avv. Giancarlo Rossi) deve rispondere di violenza sessuale, lesioni gravissime, procurato aborto, rapina e maltrattamenti in famiglia. Valentina è parte civile con l’avv. Leone.
La vicentina, figlia di ottima famiglia, nel 2008 si era iscritta all’università di Padova e si era trasferita in un appartamento. Dopo qualche tempo aveva conosciuto Mohamed, che lavorava in una copisteria, e se n’era innamorata. Prima ancora di presentarlo ai genitori, due professionisti, scoprì di essere incinta.
«In famiglia non la presero bene ma decidemmo che il bimbo l’avrei tenuto. Mohamed pareva un giovane per bene e andammo a vivere assieme. Io studiavo, lui lavorava e i miei ci aiutavano. Già durante la convivenza, però, lui aveva atteggiamenti violenti - ha raccontato la giovane -, ma non ne ho mai parlato a casa per non far star male i miei».
Il dramma avvenne dopo le vacanze natalizie. Mentre Valentina era entrata nell’ordine di idee che stava per diventare mamma e che doveva rispettare certe regole, Mohamed tornava tardi e spesso ubriaco, Quella sera litigarono furiosamente. «Io volevo solo che lui fosse più responsabile. Quando gli dissi che non ero contenta di come si comportava e mi chiusi in camera da letto, lui entrò come una furia. Mi prese a sberle, poi mi tirò i capelli e mi fece cadere a terra. Quindi mi colpì con una serie infinita di calci, fortissimi, sulla pancia, dicendomi che avrebbe ucciso me e il bambino. Mi fece rialzare e mi buttò sul letto. Mi strappò i vestiti e mi violentò, umiliandomi. Io perdevo sangue, non avevo più forze, ho urlato a lungo ma di sera non c’era nessuno in quell’angolo del palazzo. Lui si rivestì, ricordo che si sistemò, prese i soldi che tenevo in un cassetto e se ne andò tranquillamente. Non l’ho più visto».
Valentina chiamò subito i genitori e li attese in lacrime. Quando arrivarono la portarono in ospedale. Aveva fratture ed altre lesioni. Inoltre, perse spontaneamente il feto. «Avevamo già deciso il suo nome, avevamo comprato la culla e i vestitini», ha singhiozzato davanti ai giudici ricordando il suo dramma. (*)
La vicentina fu ricoverata e guarì in tre mesi dalle ferite del corpo. Quelle del cuore e della psiche non sono ancora guarite. È in cura e lentamente si sta ricostruendo una vita: ha ripreso a studiare, non ha più voluto fidanzati. Fuori dall’aula c’erano le sue due migliori amiche, fra le poche che conoscono cosa le sia successo.
«Non ho idea di cosa gli sia preso quella sera e di dove sia andato. La polizia lo ha cercato a lungo. Al lavoro non si è più presentato, aveva degli amici a Torino ma pare che neanche loro sappiano che fine ha fatto. È stato un incubo, voglio solo dimenticare».
 
(*) Nota: vino, birra e altri alcolici sono anche questo.


L’ARENA di Verona

«Assediati da birra e rock per 18 serate»
VIGASIO. La Verona Bier Fest inaugurata giovedì fa discutere e arriva dopo otto giorni di eventi di «Forette in pista». I residenti chiedono una tregua a musica e alcol
Insorgono abitanti e imprenditori: «Così si istigano i giovani a bere»
Il sindaco Contri: «Non concordo. Chi è responsabile non lo fa»
Fiumi di birra, servita in boccali da litro. E gruppi rock emergenti che si avvicenderanno sul palco, a suon di decibel, per ben diciotto sere. Residenti e imprenditori della zona industriale di Forette non hanno accolto con favore l’ultima manifestazione patrocinata dal Comune.
La «Verona bier fest», iniziata giovedì per la verità un po’ sottotono, proseguirà fino a domenica 24.
Prima della serata di apertura, alcuni abitanti e titolari delle aziende di via Sinibaldi, dove si svolge l’evento, hanno incontrato il sindaco Daniela Contri, per opporsi all’iniziativa. Sono scontenti per il contenuto della rassegna, incentrata soprattutto sulla birra, oltre alle specialità tirolesi. Così come non li soddisfa il moltiplicarsi delle feste, organizzate nell’area di proprietà comunale. La zona, creata per ospitare strutture sportive, tra cui una pista per il ciclismo, negli ultimi due anni è divenuta la sede della sagra «Forette in pista», conclusa lo scorso 26 giugno. Ora si è aggiunta la «Bier fest».
L’area, nel 2006, fu affidata in gestione gratuita alla società ciclista Gs Cordioli Acl Legno, per nove anni. Lo scorso anno, a maggio, accanto alla pista per le due ruote, la giunta, con una delibera, approvò l’aggiunta della pista da ballo e del palco. Tutto a carico della ditta Ziveco costruzioni, come contropartita del Piano integrato di recupero urbanistico e ambientale (Piruea) Marini.
«Nel 1999, quando acquistammo i terreni per i nostri capannoni», ha spiegato Battista Cailotto, 64 anni, imprenditore, «quel terreno era destinato ad attività sportive, parchi e giardini pubblici. Il circuito ciclistico serve alla società sportiva, per allenare gli atleti dai sei ai 12 anni. Non trovo giusto che l’area sia sfruttata pure per altri fini, come le feste». E ha aggiunto: «Prima abbiamo avuto "Forette in pista" che, rispetto allo scorso anno, ha raddoppiato le serate, da quattro a otto. Ora ci troviamo a fare i conti con una manifestazione di 18 giorni, senza essere stati interpellati. Chi garantirà i controlli e la sicurezza? Non crediamo che sia compito dell’amministrazione appoggiare questo tipo di evento. Secondo noi può istigare i giovani a bere». Cailotto ha concluso: «Se ci sono da affrontare sacrifici per la comunità siamo pronti a sostenerli. In questo caso, tuttavia, l’iniziativa ci sembra solo speculativa, a favore di privati». «La zona verde deve tornare all’uso originario», ha rimarcato Mario De Beni, 56 anni, residente della via, «ovvero quello specificato negli atti notarili».
Le feste nella zona industriale hanno penalizzato pure Luciano Quaranta, un altro imprenditore. «Un camionista, giunto durante le serate di "Forette in pista" per un carico nella mia azienda», ha raccontato, «non trovando un parcheggio libero, ha invertito la marcia ed è tornato a casa».
Il sindaco Daniela Contri, di fronte alle rimostranze di residenti e titolari di aziende, ha gettato acqua sul fuoco. «La manifestazione l’hanno concordata gli organizzatori direttamente con la società sportiva che gestisce il sito», ha puntualizzato, « e ci hanno avvisato per tempo. Non sono d’accordo con le proteste. Chi è responsabile beve senza ubriacarsi. Non è detto che per forza debba consumare la birra nei boccali da litro, ne può chiedere anche un solo bicchiere. È una festa per i giovani. I controlli dei vigili urbani sul territorio ci sono eccome, pure di notte. Non dobbiamo fasciarci la testa prima che sia rotta». (*) Contri ha proseguito: «Ritengo la zona industriale di Forette idonea, poiché ci sono parcheggi e meno famiglie».
«L’iniziativa è sperimentale», ha sottolineato Valerio Locatelli che ricopre i ruoli di vicesindaco e assessore alla cultura: «e gli organizzatori sono stati avvertiti. Se ci saranno problemi, l’anno prossimo ci penseremo due volte prima di concedere di nuovo l’autorizzazione e il patrocinio. Sul rumore non c’è nessuna deroga. I responsabili hanno assicurato che entro la mezzanotte cesserà la musica, come stabilito dalle norme comunali».
Fabio Tomelleri
 
(*) Nota: ok, sindaco, seguitiamo a piangere sulle teste rotte, quando ormai è troppo tardi.
“Bier Fest” significa accostare alcol e divertimento già per programma, già dal titolo, con il patrocinio del Comune.
L’alcol è la prima causa di mortalità giovanile.
Ai cittadini responsabili, che le espongono le loro sacrosante ragioni, lei risponde “è una festa per i giovani”.
Complimenti.
Per fortuna non tutti gli amministratori pubblici la pensano così…

TRENTINO

Feste alcoliche, stop contributi
L’assessore Sordo: «Proporrò una delibera alla Comunità di valle»
PAOLO SILVESTRI
CASTELLO TESINO. Dopo lo stop forzato al “campionato mondiale di alzata di gomito” e le scuse degli incauti organizzatori, ora si sta per muovere anche la Comunità Bassa Valsugana e Tesino. A farlo è l’assessore Paolo Sordo, “castellano” doc, che ha pronta una dura proposta: basta contributi a chi vende alcolici alle feste.
Sordo, assessore alla cultura e all’istruzione della Comunità Valsugana e Tesino, dopo il grande clamore suscitato dall’annuncio del “campionato mondiale di alzata di gomito”, nel Parco La Cascatella, appunto proprio nel suo Comune, ha illustrato al Trentino la sua idea.
«Proporrò in tempi brevissimi alla giunta della Comunità - spiega Sordo - di assumere una delibera che preveda che le associazioni e i comitati che organizzeranno feste con la vendita di prodotti alcolici vengano depennati dalla lista delle organizzazioni alle quali possono essere destinatati contributi della Comunità».
Le motivazioni dell’assessore sono chiare: «Comprendo che il campionato mondiale di alzata di gomito poteva essere una goliardata e “quasi” uno scherzo, ma solo pensare ad un avvenimento del genere denota un certo tipo di mentalità ed un amministratore pubblico non può far passare sotto silenzio un fatto del genere. Anzi è suo preciso dovere porre in atto quanto gli è possibile per cercare di mettere un freno a questo che è ormai diventato un problema molto serio per moltissime, troppe persone, tra cui, purtroppo, tanti giovani».
«A livello sociale - continua Sordo - la Comunità ha già messo in atto alcune iniziative certamente importanti rivolte ai ragazzi delle scuole medie e delle superiori, ma dobbiamo fare di più».
Da qui dunque la proposta di Sordo che però ha intensione di fare dell’altro. Non solo prospetterà alla giunta di penalizzare le associazioni che vendono, nelle loro feste, alcol inserendo il tutto negli specifici regolamenti, ma l’assessore spiega anche che «invierò poi a tutti i Comuni della Comunità la nostra delibera, invitando i sindaci a fare altrettanto per i contributi comunali». (*)
 
(*) Nota: l’idea è apprezzabile, l’assessore troverà molti ostacoli nel suo percorso.
Auguri, noi stiamo dalla sua parte.

CORRIERE.IT

Forum “L’oggi e il domani della ricerca”
A cura di Umberto Veronesi
Scrive Scafato
Resveratrolo
Caro collega, anche solo mezzo bicchiere di vino al giorno sarebbe a rischio per la donna, sostiene un esperto della Sanità britannica.Il professor Sir Ian Gilmore, ex direttore del Royal College of Physicians, lancia l’allarme vino per la salute delle donne che, secondo lui, sarebbero a rischio di sviluppare il temuto tumore del seno.
Questo era il testo di un agenzia di pubblico dominio su internet, una delle numerose che pongono nella giusta prospettiva il rischio dell’assunzione di alcol. Il testo riporta:"Gilmore, sostiene che la preoccupazione per il rischio di cancro non è solo farina del suo sacco, ma che è la diretta conseguenza di un articolato studio della Oxford University che ha coinvolto più di un milione di donne. Secondo il professore, per aumentare il rischio di cancro al seno, basterebbe mezzo bicchiere di vino al giorno. Ma come? Non hanno detto, finora, che il vino rosso fa bene? Che i suoi antiossidanti aiutano a prevenire proprio il cancro? Riuscire a capire quale sia la verità in questi casi diventa davvero difficile, e la confusione diventa sempre più alta. Il rischio, secondo Gilmore, aumenterebbe del 10%, anche se la donna si attiene ai limiti giornalieri raccomandati dalle autorità sanitarie. «Non c’è limite di sicurezza per tutte le condizioni. Ma il rischio di cancro al seno aumenta anche per le donne che si attengono entro i limiti di sicurezza», spiega Gilmore al Daily Mail mentre ribadisce che certe informazioni dovrebbero essere di pubblico dominio. Il problema, da quello che si intuisce, non è nel vino in sé, ma nell’alcol in esso contenuto. E, non a caso, i precedenti studi che osannano l’uso del vino rosso grazie al contenuto di antiossidanti, in realtà si riferiscono al noto componente resveratrolo, un composto con proprietà salutari che si mostrano in diversi modi e agiscono a più livelli". L’alcol non previene il cancro, lo induce e anche a basse dosi, così come ribadito da numerosi scienziati. "Quindi, in attesa di ulteriori conferme, o smentite, cerchiamo di assumere meno alcol possibile. E se vogliamo beneficiare delle proprietà del resveratrolo, cechiamolo in alte fonti come, per esempio, l’uva da sola o il suo succo puro che ne contiene in buona misura." Ci sarebbe molto da aggiungere ma credo che garantire scelte informate voglia in sintesi significare per un medico fornire un informazione completa. Disponibile a qualunque confronto scientifico, saluto cordialmente.
Emanuele Scafato, Presidente SIA
 
Risposta di Umberto Veronesi
Caro Professor Scafato, preciso che questo è un forum e non una chat line, quindi non si deve insospettire se la risposta non è immediata. Venendo al suo messaggio, non si è mai sostenuto in questo forum che l’alcol protegge dal cancro. Ciò che si sostiene sono le proprietà benefiche del resveratrolo che come lei ben sa si trova ovviamente nell’uva, ma in concentrazioni minime. È normale ed è corretto che il dibattito continui a livello di ricerca, anzi deve continuare. Continuerà sul vino così come su tanti altri alimenti. Personalmente concordo con la posizione di Richard Béliveau e Denis Gingras, autori del volume "L’alimentazione anticancro", posizione supportata da diverse autorevoli pubblicazioni scientifiche. Grazie comunque per il suo intervento. (*)
 
(*) Nota: ecco quello che aveva scritto in precedenza il Professor Veronesi:
è stato osservato in molti studi scientifici che il resveratrolo è una sostanza in grado di contrastare la crescita di alcuni tumori, poiché interferisce direttamente con le cellule tumorali ed è in grado di perturbare molti processi essenziali allo sviluppo e alla progressione della malattia. Si tratta di un ormone vegetale, prodotto dalla vite per proteggersi ambiente esterno, che effettivamente è presente in alte concentrazioni in particolare nel vino rosso. Questo perché il lungo processo di macerazione della buccia degli acini nel vino permette di estrarne grandi quantità; inoltre l’assenza di ossigeno nella bottiglia previene l’ossidazione delle molecole di resveratrolo e l’alcol contribuisce ad aumentarne la concentrazione.
Nei modelli di tumori animali il resveratrolo si è dimostrato efficace per prevenire lo sviluppo del cancro alla mammella, al colon eall’esofago. In alcuni di questi studi, viene somministrato a piccole dosi per via orale e la sua concentrazione nel sangue varia tra 0,1 e 2 micromoli per litro, una quantità che può essere raggiunta tramite un consumo moderato di vino rosso. D’altra parte, come dicevo, vari studi epidemiologici hanno dimostrato che il consumo moderato di vino, oltre a ridurre il rischio di morte per malattie cardiovascolari (secondo un recente studio danese la riduzione è del 40%), riduce anche la mortalità associata al cancro (secondo lo studio citato, del 22%). Non so dove lei abbia tratto l’informazione dei 4 litri di vino al giorno; ciò che dicono gli studi è che uno o due bicchieri di vino da 125 ml per gli uomini e un bicchiere per le donne ogni giorno sono una quantità sufficiente a prevenire la comparsa di alcuni tumori e delle malattie coronariche.
Non voglio interferire sul vostro giudizio: valutate pure voi da soli se è più credibile quello che scrive Emanuele Scafato o quello che scrive Umberto Veronesi.

ADNKRONOS

Aveva 93 anni
Addio all’ex first lady Betty Ford. Nancy Reagan: ammiravo il suo coraggio
Washington, 9 lug. - (Adnkronos) - Betty Ford, moglie del presidente Gerald R. Ford è morta a 93 anni a Palm Springs, in California. L’annuncio della scomparsa dell’ex first lady, avvenuta venerdi’, è stato dato da Nancy Reagan e confermato da Chris Case, suo biografo.
Nella sua vita Betty Ford aveva superato problemi di alcolismo e di dipendenza dai farmaci e aveva fondato uno dei più noti centri di riabilitazione in America. (*) Come riporta il ’New York Times’, messaggi di cordoglio sono giunti dal presidente Barack Obama, dagli ex presidenti George Bush, George W. Bush e Jimmy Carter. "Betty è stata la forza di Jerry Ford attraverso giorni particolarmnete difficili per il nostro Paese. Ammiravo il suo coraggio nell’affrontare e condividere le sue difficoltà personali con tutti noi", ha commentato l’ex first lady Nancy Reagan.
 
(*) Nota: la professoressa Hudolin mi raccontò personalmente che suo marito aveva incontrato Betty Ford ad un corso di formazione che lui stava tenendo in Germania (mi pare a Francoforte).
E’ stato anche a seguito di questo incontro con Vladimir Hudolin che Betty Ford organizzò il celeberrimo “Betty Ford Center”.

IL GAZZETTINO (Padova)

L’ha vista all’ultimo momento…
L’ha vista all’ultimo momento materializzarsi dal buio della strada.
Impossibile evitarla. (*) Ma dopo che la sua Peugeot 207 l’ha travolta, scaraventandola morente sul ciglio della strada, si è fatto prendere dalla paura ed è fuggito.
È tornato indietro solo quando, per lei, non c’era più nulla da fare. Una doppia tragedia, insomma, quella avvenuta l’altra notte, lungo via Albettoniera a Bastia di Rovolon.
Una donna di 39 anni, Barbara Zappon, è stata infatti investita ed uccisa dall’auto di M.C., operaio ventissettenne residente in paese. Ora incriminato per omicidio colposo, anche se la sua posizione, tuttora al vaglio del magistrato Orietta Canova, potrebbe aggravarsi: il giovane, infatti, è stato trovato positivo all’alcool test e potrebbe quindi rispondere anche di guida in stato di ebbrezza, oltre che di omissione di soccorso.
Tutto è avvenuto poco prima dell’una dell’altra notte, lungo la provinciale che collega Bastia alla frazione vicentina di Lovolo.
Proprio in territorio berico si stava infatti dirigendo la trentanovenne, in sella alla bici. La donna, una senza fissa dimora nota come "occhi di ghiaccio", probabilmente stava raggiungendo qualche conoscente per trovare ospitalità.
Un repentino spostamento verso il centro strada le sarebbe tuttavia stato fatale. Dalla stessa direzione stava infatti arrivando l’auto del ventissettenne di Bastia. Lo schianto è stato tremendo.
La ciclista, sbalzata di sella, è stata scaraventata sulla scarpata di un fossato.
Una scena terribile anche per il giovane alla guida. Che non ha retto al terrore. Ed ha proseguito, in stato di choc, la sua corsa senza fermarsi. Se non quando la disperazione ed il rimorso hanno prodotto il loro effetto. Inducendolo a tornare indietro.
E a presentarsi ai carabinieri del nucleo radiomobile di Abano già arrivati per i rilievi.
La morte violenta è stata, per Barbara Zappon, l’ingrato epilogo di una vita difficile.
Senza un tetto, nonostante la presenza di un fratello ed una sorella a Noventa Vicentina, la giovane viveva da border line a Padova. Dove chiedeva elemosina spesso all’incrocio di via Belzoni. E dove spesso passava le notti dormendo nelle cabine telefoniche. Lo scorso 4 giugno era stata arrestata per detenzione di sostanze stupefacenti in Largo Europa e condannata ad un mese di carcere. La chiamavano la senza tetto dagli occhi di ghiaccio. Una vita sulla strada. Dove ha, prematuramente trovato la morte.
 
(*) Nota: se il conducente fosse stato sobrio forse si potrebbe condividere questa constatazione “impossibile evitarla”. Ma se è vero che aveva un’alcolemia superiore a 1,0 g/l, la visione era parzialmente compromessa e i riflessi significativamente rallentati.

IL GAZZETTINO (Padova)

L’INVESTITORE
«È un bravo lavoratore Non chiamatelo assassino»
È stato trovato positivo all’alcoltest, ma tutti gli amici lo difendono: «Mai un eccesso, al bar prendeva il gelato»
 (L.P.) «Non chiamatelo assassino. Né pirata della strada. Né, tantomeno fanatico della velocità». Parola degli amici del bar Jolly, il locale di via Roma, dove M.C., faceva tappa praticamente ogni giorno dopo aver staccato dal suo lavoro di operaio alle dipendenze di un’azienda di Ponte di Barbarano.
«Qui al bar - ha detto il titolare del locale - era di casa. Mai un eccesso con il bicchiere. L’aperitivo in compagnia con gli amici lo consumava come un rito. Ma non andava mai oltre»
Forse l’altra notte, il ventisettenne trovato per due volte oltre il limite consentito positivo all’alcool test effettuato dopo l’incidente, si era messo al volante senza nemmeno accorgersi di non essere in condizioni idonee alla guida. Aveva lasciato il solito bar verso le 21. Poi avrebbe raggiunto gli amici ad un ritrovo fuori paese. Dove non aveva disdegnato il classico bicchiere in compagnia. Il ritratto del giovane come ragazzo esemplare trova conferma, secondo gli amici, dalle sue stesse abitudini e dalla stima di cui gode la sua famiglia. Ora preda dello sconforto e dell’angoscia per le sorti del ragazzo.
«Non era un nottambulo - continuano gli amici del bar - Arrivava qui a salutarci addirittura della sua fidanzata. Spesso passava la sera con lei ai tavoli del locale a parlare o a mangiare un gelato».
Gli stessi genitori del giovane, ora incriminato per omicidio colposo, salvo l’accertamento di altre responsabilità per guida in stato di ebbrezza e omissione di soccorso, sono fra gli animatori di diverse attività parrocchiali. Per M.C., denunciato a piede libero, potranno svilupparsi novità giudiziarie dall’esito dell’autopsia, ordinata dal pm sul corpo di Barbara Zappon e programmata per lunedi prossimo. Il magistrato vuole capire se il decesso della donna sia avvenuto sul colpo. Prima di essere estratta senza vita dal fossato che costeggia la provinciale teatro della tragedia. (*)
 
(*) Nota: non occorre essere dei mostri per uccidere sulla strada.
Quest’uomo ha bevuto numerose unità alcoliche prima di mettersi alla guida, ha travolto una persona, e poi non si è fermato a soccorrerla. Questi sono i fatti descritti in cronaca.
Un tale comportamento non è difendibile.
Sbaglio se ipotizzo che se fosse stato un extracomunitario, e avesse investito una giovane di buona famiglia, i giornali avrebbero pubblicato il nome e il cognome (non solo le iniziali) e si sarebbe scatenata nei suoi confronti una lapidazione mediatica?

CORRIERE.IT

vaprio d’adda - la morte di mirko lovecchio, 17 anni
Pirata travolge ragazzo in bici e scappa
Suo padre si autoaccusa per coprirlo
Il 76enne si è costituito, ma i carabinieri hanno bloccato il figlio 34enne che alla fine ha confessato
MILANO - La mamma lo aspettava a casa, l’altra sera poco dopo mezzanotte. E quando ha visto che ritardava di qualche minuto, lo ha cercato, ma il telefonino squillava a vuoto. Allora è corsa su quel tratto di strada che il figlio doveva percorrere in bicicletta per tornare a Vaprio, dopo una serata insieme agli amici per festeggiare un compleanno. E l’ha visto. Steso a terra, coperto da un lenzuolo. Un pirata della strada lo aveva travolto e ucciso. Mirko Lovecchio aveva solo diciassette anni, era figlio unico, la mamma vedova da tempo. L’altra sera era andato con un amico in bicicletta nel paese vicino, al ritorno doveva passare per forza sulla provinciale che collega Vaprio a Cassano d’Adda: una strada buia, dove le auto, spesso, non fanno caso al limite di velocità fissato a cinquanta chilometri all’ora, senza un marciapiede o una pista ciclabile.
Mirko è stato travolto da un pirata della strada, trascinato, scagliato contro un muretto di recinzione. Non c’è stato nulla da fare. Il suo amico ha avvisato il 112, è anche riuscito a dare qualche indicazione ai carabinieri di Vimercate: un’auto scura, piccola, fuggita a forte velocità. Solo questo avevano in mano i carabinieri, oltre ad uno specchietto retrovisore trovato a terra. In meno di dodici ore erano già sulle tracce del pirata, quando un uomo si è presentato in caserma, in un paese della bergamasca.
Settantasei anni, ha dichiarato di esser lui al volante della Opel Corsa che aveva travolto Mirko. Ma il capitano Roberto Giannola e i suoi uomini non gli hanno creduto: altre indagini, riscontri, controlli. Ieri pomeriggio la conferma: alla guida c’era in realtà il figlio, 34 anni, operaio, con la patente già segnata in passato per guida in stato di ebbrezza e alta velocità. Ha ammesso tutto, l’investimento, la paura, la fuga, la proposta del padre di assumersi la colpa. Ora è accusato di omicidio colposo e di omissione di soccorso. Ieri sera, nella cappella dell’oratorio, don Luca Buffoni ha voluto pregare per Mirko insieme agli amici della parrocchia: il ragazzino, studente in un istituto tecnico a Trezzo, era infatti un animatore dell’oratorio feriale. Son stati loro, ieri mattina, a lasciare in lacrime fiori bianchi su quella strada, nel punto in cui Mirko è stato ucciso.

LA SICILIA

Cc arrestano un 47enne
Picchia l’anziano genitore che nega i soldi per il vino
I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un palermitano 47enne accusato di maltrattamenti del padre. La vicenda ha avuto inizio nel 2009. L’anziana vittima, 70enne vedovo da qualche anno, vive in una casa del quartiere Passo di Rigano-Borgo Nuovo, insieme con il figlio. Quest’ultimo, improvvisamente, si è trasformato nel suo carnefice. L’anziano è stato costretto, sotto continue minacce e violenze fisiche, a dare quotidianamente denaro al figlio che, disoccupato e non intenzionato a trovare alcuna occupazione, ha costretto il genitore a versargli i soldi per acquistare alcolici. La vittima, stanca dei continui soprusi e delle vessazioni subite, ha cercato aiuto nei Carabinieri, denunciando a malincuore il figlio. La vittima ha raccontato ai militari dell’Arma di questo figlio, sempre ubriaco, dei continui litigi, delle violenze e delle minacce e dei pochi soldi della pensione che è stato costretto a versare nelle sue tasche pur di calmare la sua ira in preda ai fumi di alcolici.
Le denunce sporte dall’uomo si sono susseguite negli anni sino a ieri. A nulla sono serviti gli innumerevoli tentativi dei carabinieri per calmare il figlio, farlo ragionare ed impedire che rivolgesse tutta la sua rabbia sull’anziano padre. Dopo due anni di angosce e paure, si è arrivati alla conclusione di questa triste vicenda. (*)
l. z.
 
(*) Nota: non sappiamo se questa è “la conclusione di questa triste vicenda”, anzi ne dubitiamo.
Dal punto di vista della comunicazione, questo articolo merita di essere segnalato perchè finalmente nel titolo non si parla di generico “alcol” (l’alcol non lo beve nessuno), ma di una specifica bevanda alcolica.

L’ARENA di Verona

A Caprino un’altra festa finisce in rissa
ESTATE TURBOLENTA. Dopo l’episodio dell’Havana Volley, l’altra notte è bastato un banale spintone a scatenare la violenza di decine di ragazzi. Che avevano bevuto
Si prendono a pugni 30 giovani, 6 vengono arrestati. Al processo per direttissima patteggiano una multa di 250 euro
La movida di Caprino finisce a scazzottate alla Bud Spencer. La classica rissa, quella che si accende per una sciocchezza, e in questo caso la scintilla è stato un bicchiere di birra rovesciato addosso a un ragazzo che stava ballando, e si propaga a effetto domino con il rischio che spesso i rissanti non sanno nemmeno perchè si battono con quello che hanno di fronte.
Avevano bevuto tutti e così dallo spintone si è passati alle mani: e tra chi ha iniziato, chi è andato a difendere l’amico che aveva reagito, chi si è trovato a sua volta colpito alla fine si son presi a pugni in trenta. Nessun lancio di oggetti, non c’erano bastoni nè lanci di bottiglie e tantomeno transenne usate come arieti ma alla fine in sei hanno trascorso la notte nella caserma dei carabinieri con l’accusa di rissa aggravata. E ieri mattina sono stati accompagnati in tribunale per la convalida e la direttissima. Ma a pranzo sono tornati tutti a casa.
Li hanno tenuti separati anche in aula, due di un gruppo (che sostengono di essere stati coinvolti perchè hanno aiutato il loro amico aggredito) difesi da Simone Trevisani e quattro dell’altro (all’interno del quale c’era anche il giovane che, ballando, aveva rovesciato la birra addosso a quello che era vicino a lui) assistiti da Paolo Teodoro e Anna Sittoni. Arresti convalidati e poi le scelte di riti alternativi: Michele Pellegrini, Herbert Perez, Andrea Ronca e Tiberio Zanetti, tutti di età compresa tra i 20 e i 22 anni residenti in comuni del Basso lago, hanno patteggiato una multa di 250 euro (uno solo, a causa di una denuncia dovrà pagarne 280) e in tal modo hanno chiuso la vicenda. Alessandro Vareschi e Alberto Moscatelli, 20 anni entrambi, hanno invece spiegato al giudice Giuliana Franciosi la loro posizione. «Sono andato ad aiutare un amico che era stato aggredito, a lui hanno rovesciato addosso la birra ma non ho colpito nessuno. Mi hanno buttato per terra e io mi sono difeso ma non ho iniziato io». «Mi sono trovato in mezzo, ero con un’amica e ci sono persone che hanno visto che non ho fatto niente, le ho solo prese». Hanno assicurato di avere testimoni e per questo il difensore, l’avvocato Trevisani, ha chiesto un rinvio al 18 luglio. In quella data, qualora emergessero particolari e testimonianze, la scelta potrebbe cadere sul rito ordinario.
Una serata impegnativa per i carabinieri di Caprino che avevano predisposto un servizio di controllo in borghese per evitare che si ripetessero i fatti di sabato scorso.
La festa organizzata dal bar Du du in località Bran, dotato di un ampio spazio all’aperto. I problemi sono iniziati quando, a causa del sovraffollamento, si sono ritrovati gomito a gomito dopo aver bevuto (uno dei giovani ha detto al giudice di aver bevuto 4 birre in due ore). L’inizio non si conosce mai, basta uno spintone, un bicchiere rovesciato, una reazione a quello che si crede essere un dispetto. In un attimo l’esca è stata accesa e sono volati i pugni. I carabinieri sono intervenuti, hanno bloccato il gruppo più «caldo» e poi si sono allontanati. Ma hanno fatto in tempo ad allontanarsi di qualche metro è la rissa è ricominciata. E hanno chiamati i rinforzi.
F.M.

IL GAZZETTINO (Belluno)

Denunciato per guida in stato di ebbrezza... sulla fiducia
Denunciato per guida in stato di ebbrezza... sulla fiducia. Roberto Cirillo, 58 anni, di Gosaldo, era stato fermato nel novembre 2008 per un controllo dalle forze dell’ordine nella piazza del paese alla guida della sua auto.
All’uomo non erano stati fatti esami di alcun tipo, né alcoltest né altro, ma era stato denunciato per violazione dell’articolo 186 del codice della strada. Difeso dall’avvocato Alvise Antonucci, studio Arealegis, ieri l’uomo è stato assolto dal giudice Giorgio Cozzarini.

LA VOCE DELLA SLOVACCHIA

Codice Stradale: scoppia la guerra in Parlamento
Un emendamento al codice della strada, introdotto all’ultimo minuto, ha scatenato la bagarre alla Camera. E’ accaduto questo giovedì, 7 luglio.
L’introduzione della rettifica normativa, avanzata da Pavol Hrušovský, Presidente del gruppo parlamentare dei cristiano democratici di KDH (Kresťansko demokratické hnutie), prevede il ritiro definitivo della patente nel caso in cui il guidatore venga sorpreso per la terza volta in stato di ebbrezza.
In aula, la reazione dell’opposizione è stata furibonda: Robert Fico, presidente dello Smer-SD, denuncia un comportamento della maggioranza ai limiti della legalità, argomentando che una simile disposizione non può passare direttamente al voto senza un’adeguata discussione.
Il culmine dello scontro è stato raggiunto quando il parlamentare indipendente, Igor Matovič, ha accusato Fico e i suoi di tenere un comportamento deprecabile.
A questo punto Smer-SD è insorto in massa, si sono levati i fischi, e c’è chi, come  Branislav Ondruš, si è rivolto alla coalizione di governo usando l’appellativo di “bolscevica”.
Non è stato l’unico ad uscire dalle righe visto che Dušan Jarjabek, ha definito il governo Radičová la “maggioranza dei puffi”. Una brutta pagina della politica slovacca è stata appena consegnata ai posteri.

CORRIERE DEL VENETO (Vicenza)

Violentata dal branco, i ragazzi «Voleva anche lei il rapporto»
VICENZA — «Lo voleva anche lei» . Si riassumono così le dichiarazioni fatte ieri durante l’udienza in incidente probatorio da due minorenni accusati assieme ad altri quattro giovani di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza 19enne. Una versione quella data davanti al Gip e al Pm Antonella Toniolo molto differente dalla confessione fiume che i due avevano fatto ai carabinieri di Schio che li avevano interrogati. Quando erano stati ascoltati dagli uomini del capitano Massimo Ferrari avevano asserito che la 19enne era arrivata a quella festa privata a casa di un amico con il fidanzato. Era stata indotta a bere parecchia vodka alla fragola sapendo che non reggeva l’alcool. In un bicchiere le era stata messa una pastiglia contenente una sorta di afrodisiaco che avrebbe avuto effetto disinibitorio e al contempo, combinata con l’alcool, le avrebbe causato perdita di memoria. La 19enne si era appartata con il suo fidanzato in un’altra stanza, ma, dopo aver consumato un rapporto sessuale, lui l’ha tenuta ferma, secondo la prima versione dei ragazzi, mettendosi a cavalcioni su di lei, per permettere agli amici di violentarla. Ieri invece la versione dei due minori indagati -uno si è limitato a guardare, l’altro l’avrebbe baciata e toccata ma si sarebbe tirato indietro poco prima di avere un rapporto completo -è cambiata a favore degli amici. Hanno infatti asserito che la ragazza aveva bevuto di sua spontanea volontà e che non avevano idea che le fosse stata messa una pastiglia nel bicchiere. Hanno dato ad intendere inoltre, malgrado le domande del Pm e dell’avvocato della vittima Anna Silvia Zanini, che hanno evidenziato le contraddizioni, che la ragazza ci stava, che quei rapporti sessuali con sei persone, li aveva voluti anche lei. Molte le sfumature che sono cambiate nella nuova versione dei due giovani ma che hanno un peso assai rilevante nella ricostruzione dei fatti avvenuti lo scorso anno tra quelle quattro mura. Fatti, a cui hanno partecipato altri due ragazzi che all’epoca erano minori, che la ragazza ha scoperto solo il giorno successivo quando uno dei partecipanti alla festa non è riuscito a resistere all’idea di farle qualche battutina maliziosa: «Come non ti ricordi niente? eppure ti piaceva» . Parole che hanno portato la giovane a cercare di capire cosa fosse successo, visto che non ricordava nulla, e a scoprire così l’amara verità.
R. Va.

CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (Salerno)

Massacrata di calci e pugni: è in fin di vita
BATTIPAGLIA— Seminuda e priva di sensi. B. Z., polacca di 54 anni, è stata trovata così ieri mattina in un campo incolto di Belvedere a Battipaglia. Adesso lotta tra la vita e la morte all’ospedale per colpa delle violenti percosse subite da Mohammed Zouhair. Il marocchino di 39 anni, è stato arrestato ieri dai carabinieri di Battipaglia, diretti dal capitano Giuseppe Costa, con l’accusa di tentato omicidio. Era stata la donna, poco dopo le otto del mattino di ieri, a chiedere aiuto al 112. I militari l’hanno ritrovata dopo incessanti ricerche, perché la vittima non era riuscita a spiegare dove si trovasse. Quando però, in via Fosso Pioppo, sono arrivati i soccorsi, ai militari e ai medici dell’ambulanza avrebbe detto di essere stata violentata e sequestrata dal suo aguzzino. Dopo di che ha riperso i sensi e adesso, sedata e in prognosi riservata nella sala rianimazione dell’ospedale di Battipaglia, a causa di una grave emorragia cerebrale, non è in condizioni di poter parlare con gli inquirenti. I carabinieri, che indagano sul caso, per ora, hanno solo due dati certi. Il primo è che il suo aggressore è un marocchino di 32 anni, arrestato e già destinatario di un provvedimento di espulsione, ubriaco e senza mostrare alcuna intenzione di voler collaborare con la giustizia. Il secondo è che l’episodio di violenza sia cominciato all’interno della roulotte di via Fosso Pioppo, dove viveva l’uomo e dove evidentemente, ieri mattina, si trovava anche la sua vittima. Prima di essere trascinata, non si sa come, all’esterno e lasciata in un campo abbandonato per ore. Massacrata di botte, di calci e pugni che l’hanno colpita alla testa, al torace e alle gambe. Se i due avessero una relazione è ancora da verificare. La testimonianza della donna, quando si riprenderà, potrebbe dare una svolta alle indagini. Per il momento gli inquirenti hanno sequestrato la roulotte in cui vive il marocchino, dove hanno rilevato molte macchie di sangue e tracce ematiche.
A. C.

LA PROVINCIA DI VARESE

Guidavi ubriaco? Ora pulisci i parchi E tutti applaudono la scelta di Olgiate

LA CITTA’ DI SALERNO

controlli all’uscita dei locali basta morti di giovani

LA REPUBBLICA

marocchino ubriaco fa a pezzi il santo "nero" - fabio russello
movida violenta, sos dai gestori dei bar - franco vanni

IL CENTRO

ubriacano il cuoco e lo ricattano - diana pompetti

IL GIORNO

Ubriaco molesto tra i pendolari insulta l’Arma e finisce in cella

VINO E PASSIONE

«Fiumi di birra», è polemica sul patrocinio

GIORNALE DI SONDRIO

Guida brillo e provoca incidente, 48mila euro di ammenda

LA PROVINCIA PAVESE

fiumi di birra, lite comune-confesercenti

IL MESSAGGERO VENETO

ubriaco in bici va a zigzag: 41enne nei guai

Rassegna alcol e guida del 10 luglio 2011

CORRIERE ADRIATICO

“Progettiamo un’estate senza abusi di alcol”
Fano “L’alcol rende schiavi. Prendi in mano la vita non la bottiglia”. L’Amministrazione comunale lancia la campagna di sensibilizzazione contro l’abuso di alcolici, problema diffuso in particolare tra i giovanissimi, come hanno messo in luce i recenti fatti avvenuti alla Notte Bianca, all’insegna dello slogan: “Fano, per un’estate di sano divertimento”. Una campagna che accompagnerà l’intera programmazione estiva, con un’immagine forte e ben riconoscibile che possa trasmettere ai ragazzi un messaggio diretto: gli effetti negativi provocati dall’abuso di alcol. Del resto le recenti statistiche non lasciano dubbi nel registrare un pericoloso incremento dell’abitudine al bere per ubriacarsi, soprattutto tra i giovani. L’abuso di alcol resta, infatti, uno dei principali fattori di rischio di morte se associato alla guida. L’elevata e crescente mortalità giovanile si stima correlata all’abuso di alcol per oltre il 40% dei casi e rappresenta la causa di più del 46% del totale dei morti di età compresa tra i 15 e i 24 anni.
Testimonial d’eccezione della campagna è don Antonio Mazzi, che ieri ha presentato l’iniziativa insieme al sindaco e all’assessore al Turismo ed Eventi Alberto Santorelli. “Il caso di violenza sessuale avvenuto nel corso della Notte Bianca non può pregiudicare un’intera città e le sue manifestazioni, ma non va neanche sottovalutato – ha sottolineato Aguzzi – non basta dire che poteva succedere ovunque e in qualsiasi momento. Dobbiamo fare tesoro delle esperienze negative per cercare di prevenire. Lo vogliano fare attraverso questa campagna, che continuerà anche in autunno con incontri nelle scuole. Fano è ormai divenuta la Rimini delle Marche, le manifestazioni che si svolgono in città sono positive per i nostri giovani e per il turismo, possiamo continuare così se c’è maggiore attenzione da parte di tutti”.
Don Mazzi ha già assicurato la sua presenza per incontrare i giovani nelle scuole, ma anche insegnanti e genitori: “Non possiamo continuare a parlare dei ragazzi, dobbiamo guardarli in faccia. L’età dell’adolescenza è anticipata in maniera sconvolgente e la scuola media non si rende conto che gli studenti non sono più bambini. Bisogna proporre loro attività come la musica e l’educazione fisica, e qui deve essere l’ente locale ad intervenire”. Pur riconoscendo il ruolo delle famiglie, don Mazzi ha messo in luce come l’adolescenza sia il momento della scuola e del tempo libero, i due fronti su cui è necessario agire per fare prevenzione “Dobbiamo insegnare ai ragazzi a divertirsi. Di notti bianche ne farei una al mese, ma bisogna dare ai giovani alternative per un divertimento intelligente”.
federica giovannini

CORRIERE ADRIATICO

Stammibene e Comune Un patto per i giovani
Tolentino - Per far fronte al crescente fenomeno dell’abuso alcolico da parte dei giovani e per svolgere un’efficace azione di prevenzione delle droghe, il progetto Stammibene e il Comune hanno deciso di attivare una nuova partnership che prevede una stretta collaborazione con l’Informagiovani, gestito dall’associazione Glatad onlus. L’accordo prevede che gli operatori di entrambe le équipes raggiungano eventi musicali, culturali, di divertimento nel territorio di Tolentino con lo “Spazio Salute” itinerante nel quale vengono offerte attività in grado di destare attenzione, coinvolgere e informare in modo puntuale e scientifico: materiale informativo, quiz al computer, etiltest e gadgets. La partnership ha già permesso di portare lo stand di Stammibene a tre appuntamenti svoltisi a Tolentino, ottenendo ottimi riscontri.

IL GIORNO

Neopatentato ubriaco uccide ciclista. Si difende: "Tamponato da un’auto che è fuggita"
Gli agenti stanno accertando se effettivamente, come raccontato dal giovane, una Mercedse Classe A sia andata a scontrarsi con la sua Skoda
Cremona, 10 luglio 2011 - Gli agenti della Polizia stradale di Cremona stanno cercando riscontri al racconto dei due giovani che sabato erano a bordo di una Skoda Octavia che ha travolto e ucciso una ventinovenne di Pescarolo, nel Cremonese,  che stava percorrendo in sella alla sua bicicletta la strada per Vescovato.
Gli agenti intendono infatti accertare se effettivamente, come raccontato dai due, la loro vettura sia stata tamponata da una Mercedes Classe A che poi sarebbe fuggita.  La Skoda presenta, infatti, una strisciata sulla fiancata del lato del passeggero, mentre, se fosse stata tamponata, avrebbe dovuto investire la ciclista con la parte anteriore.
Il conducente della vettura è stato denunciato per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza in quanto aveva un tasso alcoolico pari a 0,69, quando il limite consentito e’ di 0,50.  Essendo neopatentato, tra l’altro, il suo tasso alcolico doveva essere pari a zero.

LECCEPRIMA

Alticci alla guida, ancora patenti ritirate: 15 denunce
Parola d’ordine prevenire le stragi del sabato sera con controlli stradali sempre più serrati per coloro che adottano una guida a rischio da abuso di alcool e di droga.
LECCE (domenica 10 luglio 2011) Parola d’ordine prevenire le stragi del sabato sera con controlli stradali sempre più serrati per coloro che adottano una guida a rischio da abuso di alcool e di droga. E quindi posti di blocco lungo le numerose arterie della provincia, con particolare riguardo nei pressi delle località di maggiore afflusso turistico
Circa 150 carabinieri delle diverse compagnie che operano sul territorio fino alle prime luci dell’alba identificando 31, elevando 124 contravvenzioni al codice della Strada (di cui 5 per guida in stato di ebbrezza), con 18 patenti di guida e 7 carte di circolazione ritirate; 2 invece veicoli sequestrati.
Inoltre tre le persone arrestate, di cui 1 in flagranza per spaccio di stupefacenti e 2 in esecuzione di provvedimento dell’autorità giudiziaria; 15 persone denunciate per guida in stato di ebbrezza da alcol o sotto l’effetto di stupefacenti, ma anche per evasione dagli arresti domiciliari, videopoker abusivi e frode informatica.
Circa 17 grammi di sostanze stupefacenti sequestrati, tra eroina, hashish e marijuana; 49 perquisizioni, tra personali e locali, eseguite; 38 controlli effettuati presso esercizi commerciali; 12 persone segnalate al Prefetto per uso non terapeutico di sostanze stupefacenti.

PAESE SERA

Alla guida ubriaco ma portato in caserma reagisce, arrestato
Andava a forte velocità e zigzagando su viale Parioli.
Portato in caserma il ragazzo in un raptus improvviso si è scagliato contro un militare colpendolo al volto, alla spalla e al ginocchio

Roma. Domenica 10 Luglio 2011 - I  carabinieri di Roma Parioli hanno arrestato, nella notte, uno studente di 31 anni, con l’accusa di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e denunciato per guida in stato di ebbrezza. I militari hanno notato l’auto, su cui viaggiava lo studente, mentre procedeva a forte velocità e zigzagando, su viale Parioli. Dopo avergli intimato l’alt i militari hanno proceduto immediatamente all’accertamento con l’etilometro in dotazione, evidenziando un tasso alcolico ben superiore a quello previsto per legge, oltre 5 volte. Successivamente è stato condotto in caserma dove il ragazzo in un raptus improvviso si è scagliato contro un militare colpendolo al volto, alla spalla e al ginocchio. A seguito dell’aggressione il militare visitato dai sanitari del policlinico Umberto I è stato dimesso con 15 giorni di prognosi. L’arrestato è stato trattenuto in caserma in attesa del rito direttissimo.

IL TIRRENO

DOMENICA, 10 LUGLIO 2011
Patente ritirata ad una 32enne 
Ubriaca tampona l’auto della polizia 
Guidava lei perché anche il fidanzato aveva bevuto troppo 
PISTOIA. Si era messa al volante dell’auto del fidanzato perché lui aveva bevuto troppo. Ma anche lei, evidentemente, non ci era andata giù leggera. Tanto che, imboccato Corso Gramsci, non si è accorta della volante della polizia ferma davanti al Liceo Classico. E l’ha tamponata senza neppure accennare la frenata. Oltre ai danni alla vettura, i due agenti a bordo sono rimasti leggermente feriti: 5 giorni di prognosi.
Erano da poco passate le tre e mezzo di sabato mattina. Insieme al fidanzato, la ragazza, che abita a Monsummano, aveva partecipato alla movida in piazza della Sala.
Entrambi (32 anni lei, 31 lui) sono risultati ampiamente positivi all’alcol test: tra 1,70 e 1,40 a fronte del limite massimo di 0,5. La patente della ragazza è stata ritirata (resterà senza per almeno 6 mesi, forse per un anno) e l’auto - una Panda - è stata affidata in custodia giudiziale: il fidanzato ha dovuto telefonare ad una decina di amici prima di riuscire a trovarne uno che fosse in grado di superare l’alcol test e mettersi alla guida.
La ragazza ha spiegato di aver tamponato i poliziotti (che, increduli, hanno assistito attraverso gli specchietti retrovisori all’avvicinarsi dell’auto) perché distratta nel tentativo di disinserire le quattro frecce, non essendo pratica della Panda del fidanzato

IL GIORNALE DI VICENZA

VIOLENZA. Irruzione al Pronto soccorso
Ubriaco in ospedale aggredisce i medici Paura fra i pazienti
Ha reagito con rabbia al personale che cercava di calmarlo. Provvidenziale l’arrivo dei carabinieri
10/07/2011 - Il pronto soccorso del De Lellis Sono dovuti intervenire i carabinieri l’altra notte, al Pronto soccorso di Schio, per fermare un uomo che, come un esagitato, ha inveito contro tutti, fino ad accanirsi violentemente contro il personale sanitario e medico B.S., 48 anni, di origini sarde, residente nel ferrarese, ha improvvisamente dato in escandescenze, colpendo con calci e pugni le porte e sbattendo i pugni sul tavolo.
Si sono creati attimi di terrore, sia fra le persone in attesa di essere curate o ricoverate che fra il personale che tentava di calmarlo e ha invece scatenato un’ulteriore reazione di rabbia. Il tempestivo intervento dei carabinieri, allertati dai medici, ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente. L’uomo è stato bloccato e condotto in caserma. È stato denunciato per interruzione di pubblico servizio, oltraggio a pubblico ufficiale e procurato allarme.
Sempre l’altra notte i militario della radiomobile hanno ritirato due patenti per guida in stato di ebbrezza, denunciando i relativi conducenti all’autorità giudiziaria. I servizi di controllo del territorio, nel periodo estivo, saranno intensificati nelle fasce serali e notturne. S.F.

IL TIRRENO

DOMENICA, 10 LUGLIO 2011
POLIZIA MUNICIPALE 
Guidava in stato di ebbrezza: denunciato 
PRATO. Il reparto Pronto Intervento della Polizia Municipale continua i controlli nei fine settimana. Nella serata di venerdì scorso sono stati controllati i veicoli in piazza San Marco, senza però le modalità del posto di blocco per non rischiare di bloccare il traffico in uscita dal centro storico. Dei 71 veicoli controllati, solamente un conducente ha fatto attivare il bip del precursore e l’etilometro ha registrato un valore quasi del doppio rispetto al consentito.
 I controlli non si sono limitati allo stato di ebbrezza, ma hanno riguardato tutte le norme del codice della strada; sono state ritirate 2 patenti di guida, detratti 25 punti e elevate sanzioni per un totale di 944,00 euro, oltre alla denuncia a carico del conducente sorpreso alla guida con il tasso alcolemico superiore al consentito.

RIVIERA24

Lo danno per morto sulla spiaggia: soccorsi mobilitati a Imperia, ma lui è solo ubriaco
Imperia 10/07/2011- Al loro arrivo, i soccorritori si sono accorti che era tutt’altro che morto, ma soltanto ubriaco e probabilmente in preda a qualche stupefacente. E’ stato allora, che il personale sanitario ha allertato pure la polizia
Lo danno per morto sulla spiaggia, ma è soltanto ubriaco. E’ accaduto, stamani, alla Spiaggia d’Oro di Imperia. Lui e’ un giovane di circa 35 anni, ancora in fase di identificazione. Alcuni bagnanti nel vedere l’uomo, praticamente immobile sulla spiaggia, pensando che potesse essere morto o incosciente hanno subito allertato il 118, la cui centrale operativa ha inviato sul posto un’ambulanza della croce Bianca.
Al loro arrivo, i soccorritori si sono accorti che era tutt’altro che morto, ma soltanto ubriaco e probabilmente in preda a qualche stupefacente. E’ stato allora, che il personale sanitario ha allertato pure la polizia e sul posto e’ intervenuta una pattuglia della Questura.
di Fabrizio Tenerelli

ADNKRONOS

Musica/ Ronnie Wood: "non tocco alcol da 16 mesi"
Il chitarrista dei Rolling Stones si racconta al Daily Mail
Milano, 10 lug. (TMNews) - E’ quasi un anno e mezzo che Ronnie Wood non tocca alcolici. Il chitarrista dei Rolling Stones ha gia’ avuto problemi in passato ed e’ stato costretto ad andare in riabilitazione per ben otto volte. Al "Daily Mail" ha confessato che la cosa che lo ha aiutato di piu’ e’ stato cambiare il giro di amicizie: "Ho messo da parte chi mi diceva ’andiamo e ubriachiamoci’. Kate Moss e’ un’amica ma per questo motivo non la vedo piu’ tanto - ha continuato Wood - mi sto solo godendo l’essere sobrio. Sono sedici mesi, la guerra e’ finita". Il "Rolling Stones" ha ammesso che ha deciso di farla finita con gli alcolici dopo la furente rissa di due anni fa con la ex fidanzata Ekaterina Ivanova, in seguito alla quale venne arrestato. "Da quel giorno ho iniziato a osservare le conseguenze delle mie azioni", conclude Wood.
Spt

CORRIERE DI BOLOGNA

Ubriaca 30enne morde gli agenti

 

 

 

Lunedì, 11 Luglio 2011
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