APPELLO Salviamo il Festival Musicale Analcolico!
Arrivato alla sua decima edizione, il “Festival Musicale Analcolico” rischia di chiudere per sempre. Il progetto di sensibilizzare i cittadini riguardo ai rischi legati al consumo delle bevande alcoliche e alle stragi stradali che devastano le nostre comunità, promuovendo contemporaneamente raffinata musica d’autore, si scontra oggi con gravi difficoltà di bilancio. Alla qualità che ha caratterizzato anche l’edizione 2011, impreziosita dal talento di grandi artisti quali Mariella Nava e Pippo Pollina, non ha fatto seguito - complice anche la pioggia di domenica sera - una
partecipazione popolare sufficiente per coprire i costi che un evento come questo si porta inevitabilmente dietro. Non intendiamo arrenderci senza lottare. Ci appelliamo a quanti, tra privati cittadini, associazioni, pubbliche amministrazioni, credono nella bontà di questo nostro progetto: chi intendesse dare una mano, può effettuare una libera offerta alla nostra Associazione mediante bonifico all’IBAN IT16Y0200811510000101558769 , indicando la causale “Pro Festival Analcolico”. Grazie. APCAT MANTOVA ONLUS Associazione Provinciale Club Alcologici Territoriali
AGI SALUTE
TUMORI: ISS, 6. 000 MORTI PER ALCOL. METTERE SCRITTA SU BOTTIGLIE (AGI) Roma - L’alcol e il cancro: un binomio sottovalutato che invece sta assumendo proporzioni allarmanti. Non solo le sigarette, dunque: anche la bottiglia e’ cancerogena, e i dati parlano chiaro: nell’ultimo anno monitorato, il 2008, si contano 6.356 decessi per tumori maligni attribuibili all’alcol, il 4,4% del totale. E per alcune neoplasie i dati sono ancora piu’ allarmanti: il 36% dei casi di tumore alla bocca, oltre uno su tre, e’ "colpa" dell’alcol, cosi’ come il 36% dei tumori al fegato, il 43% all’esofago, addirittura il 49% dei casi di tumore alla laringe, in pratica la meta’. Dati allarmanti, se si pensa che in Italia abbiamo oltre 9 milioni di consumatori a rischio, e che di questi uno su cinque ha meno di 16 anni di eta’. E’ l’allarme lanciato da Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanita’. E’ di pochi giorni fa la notizia di una donna che a Genova ha fatto causa alle aziende produttrici di alcolici perche’ colpita da un tumore al seno che lei ritiene alcolcorrelato. Potrebbe essere un precedente significativo, come avvenne in America per le cause milionarie contro i giganti del tabacco. "Ormai sono anni che abbiamo evidenze scientifiche che correlano l’alcol all’insorgenza del cancro - spiega Scafato all’Agi - eppure e’ un tema di cui si parla poco o niente, soprattutto in Italia, per motivi culturali ma anche economici. Il 4,5% di tutti i tumori alla mammella sono dovuti agli alcolici, ma altri tumori, come quello alla laringe, sono percentualmente ancora piu’ ricollegabili al bere. Nel complesso un caso di tumore su dieci e’ dovuto non al fumo, allo smog, all’ereditarieta’ o chissa’ a cos’altro, ma proprio all’alcol. Tanto che l’istituto americano Iarc ha posto come limite un bicchiere al giorno per le donne e due per gli uomini: oltre questa soglia aumenta il rischio di cancro" (*). A questo punto, si chiede Scafato, "perche’ non fare come per i pacchetti di sigarette, e scrivere chiaramente sulle bottiglie che quello che si sta bevendo puo’ causare il cancro?". Una proposta-provocazione, che in Italia puo’ sembrare una boutade ma in altri paesi e’ gia’ legge: "In Australia e’ stato approvato l’obbligo di ’warning’ sulle bottiglie - spiega Scafato - e in Gran Bretagna per ora e’ prevista la possibilita’ di farlo. Da noi? Basta pensare che il Parlamento europeo ha approvato di recente la legge sull’etichettatura degli alimenti, per tracciarne la provenienza e garantirne la sicurezza, che comprende tutto tranne...le bevande alcoliche.
Questo la dice lunga. D’altra parte parliamo di un giro d’affari di 12 miliardi di euro. (**) Se ci sara’ una class action in Italia, dovrebbe essere proprio sull’alcol. Solo cosi’ forse cambiera’ qualcosa". (***) (AGI) .
(*) Nota: non c’è una soglia, il rischio di tumore aumenta già da consumi inferiori. Secondo ricerche dell’Istitut National de Cancer francese, il consumo di un solo bicchiere al giorno di vino può aumentare per l’uomo il rischio di cancro della bocca e la gola del 168%.
(**) Nota: 12 miliardi di euro è il giro d’affari legato al solo vino, se uniamo la birra e gli altri alcolici stiamo sui 20 miliardi di euro. Le spese annue per problemi alcolcorrelati in Italia sono più del doppio.
(***) Nota: chi segue questa rassegna fin dai primi tempi (2003) ricorda come già allora io insistevo per lavorare sull’opinione pubblica su due questioni, di cui allora solo in pochi, anche tra gli addetti ai lavori, si occupavano: la questione alcol e guida e la questione alcol e cancro. Su alcol e guida si sono fatti in questi anni passi da gigante, e questo ha favorito il cambio delle abitudini di moltissimi italiani, un cambiamento andato di pari passo con il continuo calo dei consumi, e quindi con un maggior benessere complessivo rispetto ai rischi legati al bere. Su questo frangente la gran parte dell’opinione pubblica è stata conquistata, sta oramai dalla nostra parte. Su alcol e cancro abbiamo deciso di insistere moltissimo io ed Enrico Baraldi nei nostri “Vino e bufale” e “La casta del vino”, perché l’evidenza scientifica sull’aumento del rischio anche a basse dosi è ormai tale che nessuna persona in buona fede ci può più smentire. Ritengo che sia il momento di battere insieme questo chiodo, sulla scia della denuncia della donna di Genova di cui parla questo articolo, e ha fatto benissimo Emanuele Scafato a cogliere subito l’occasione, pur sapendo che tutto ciò lo esporrà certamente a duri attacchi – personali e forse anche istituzionali - nei prossimi giorni. C’è una questione di grande importanza che mi piace sottolineare: se nel 2003 pure io parlavo ancora di “alcol e guida”, di alcol e cancro”, così come riportato all’inizio di questa nota, già da qualche anno mi sono convinto che sia ora di fare un fondamentale salto di qualità: togliere il più possibile il vocabolo “alcol” dalla nostra terminologia. Il solo limite di questo importantissimo articolo pubblicato oggi da AGI Salute è che non contiene una sola volta la parola “vino”, non contiene la parola “birra”. Quei seimila morti di cancro non hanno bevuto “alcol”, hanno bevuto il vino, la birra, le altre bevande alcoliche. Abbiamo un debito nei loro confronti: chiamare il motivo della loro sofferenza con il suo vero nome. Alessandro Sbarbada
ASAPS.IT
No io non ci sto!
La risposta di un operatore del 118 a proposito del camionista che dopo l’ubriachezza alla guida viene condannato alla pena alternativa di conducente di una ambulanza Apprendo con grande sconforto la decisione del Tribunale di Chiavari di punire, in virtù dell’art. 186 c. 9bis una persona trovata alla guida di un camion con un limite consentito al di sopra dei Limiti di Legge. Tale disposizione legislativa, permette di trasformare in lavori di pubblica utilità la pena detentiva prevista, cosa che peraltro avviene da anni in altri Paesi. La decisione del Tribunale, che accetto perché emessa “in nome del popolo italiano”, non la condivido per i motivi che sto per elencare. Sono un autista del 118 PROFESSIONISTA, ovvero vivo di questo LAVORO. Mi piace a tal punto da dedicare parte del mio tempo libero in attività di volontariato. Nell’ambito di tale PROFESSIONE, mi capita sovente di dover assistere a scene strazianti , di famiglie distrutte perché vi sono stati incidenti causati da persone che non dovevano guidare in determinate condizioni. Tale PROFESSIONE non viene svolta solo con la guida del mezzo di soccorso in se e per se, ma anche attraverso la collaborazione con l’equipe sanitaria, o interagendo con personale appositamente formato per gli interventi da svolgere. A tal punto che su tutto il territorio nazionale, da alcuni anni, viene richiesta un’attività in tale settore (non di volontariato, ma bensì professionistica) di anni 5 per poter partecipare a concorsi pubblici. Ogni autista ha quantomeno una formazione di BLSD, che l’autorizza a usare il defibrillatore in caso di persona incosciente e ad attivare tutte le procedure salvavita. La conferenza stato regione del 22/5/2003 emana linee guida per il personale che opera nel sistema emergenza urgenza. Le regioni hanno di seguito deliberato, sulla base di tale conferenza, tutti i requisiti che devono avere coloro che salgono a bordo dei mezzi di soccorso.
Personalmente sono in possesso degli attestati di BLSD (utilizzo defibrillatore semiautomatico ) PBLSD (utilizzo defibrillatore semiautomatico nel paziente pediatrico), sono istruttore di guida sicura per veicoli di emergenza sanitaria e sto completando l’iter per diventare istruttore di ITSL (paziente traumatico). Se da parte mia tale formazione è un punto di partenza per collaborare con il collega, non riesco ad accettare che venga ammesso alla guida una persona che non ha il minimo di formazione. Considerato che in tale contesto vi sono moltissimi precari, comunque molto preparati, perché a Chiavari un posto di lavoro deve essere occupato in questo modo? A questo punto, stante la mancanza di Poliziotti della Stradale, perché non utilizzare l’art 186 comma 9 bis per ricoprire eventuali carenze di organico? Non dico quanto sopra con ironia, ma con la paura che tutto ciò possa avvenire. Ci stiamo battendo da anni per il riconoscimento della figura professionale del soccorritore, ci alziamo all’alba, torniamo senza orario nella nostra casa, con grossi sacrifici e il MIO lavoro deve essere svolto da persone non qualificate? Può essere che tale risposta sia “il sig. X svolgerà servizi ordinari”. D’accordo, ma se incontra un incidente o un paziente a bordo improvvisamente accusa un malore saprà come comportarsi? E l’opinione pubblica cosa ne pensa di tale decisione (che ripeto, rispetto, ma non condivido)?
Chi sarebbe contento di incontrare a bordo di un’ambulanza una persona non adeguatamente preparata, messa A BORDO DI UN MEZZO DI SOCCORSO solo per scontare una pena? Lo ripeto: nulla da eccepire su quanto prevede l’articolo, ma con queste righe esprimo solo la mia contrarietà alla sentenza emessa. Ringrazio per l’attenzione. Stefano Balboni Autista 118 Ravenna Socio Asaps
IL GAZZETTINO (Treviso)
Veterinaria condannata per guida in stato di ebbrezza sconterà…
Veterinaria condannata (nonostante una strenua difesa) per guida in stato di ebbrezza sconterà la pena lavorando nel settore di sua competenza per il Comune di Ponzano. Dopo numerose udienze, è arrivata ieri la sentenza di primo grado del giudice Vitantonio Giuliani del Tribunale di Conegliano nel procedimento che ha visto la 42enne cisonese Eleonora Davanzo, veterinaria con ambulatorio a Pieve di Soligo, opporsi a un decreto penale che la condannava a pagare un’ammenda per guida in stato di ebbrezza. La professionista venne fermata dai Carabinieri la sera del 28 novembre 2009 a Pradegnan di Follina. Sottoposta a test alcolimetrico che evidenziò un tasso di alcol nel sangue ben superiore ai limiti di legge, la donna si è fermamente opposta al decreto emesso nei suoi confronti dal giudice per le indagini preliminari di Treviso. La tesi difensiva era chiara: la sera dei fatti la dottoressa Davanzo bevve pochi alcolici nel corso della cena alla quale partecipò, ma assunse gocce di un medicinale omeopatico a soluzione alcolica al 55%, che però secondo la difesa non erano in grado di influenzare la guida. Per sostenere la propria tesi, la veterinaria ha chiamato a testimoniare, nelle precedenti udienze, il medico legale Carlo Schenardi e Giorgio Marcon, consulente per la sicurezza stradale. Quest’ultimo, nel suo intervento, mise in discussione i test eseguiti con l’etilometro, «aiutandosi» con una bottiglia vuota. Ieri le parti erano convocate nuovamente davanti al giudice per le conclusioni, durante le quali il pubblico ministero Paola Chiandotto ha chiesto la condanna dell’imputata, mentre la difesa ha ribadito le proprie istanze, ricordando la disponibilità della ricorrente a commutare la pena in lavori di pubblica utilità nel comune di Ponzano Veneto. Il giudice Giuliani ha condannato la professionista cisonese a 60 giorni di arresto e mille euro di ammenda, oltre alla sospensione della patente di guida e alla confisca dell’auto che guidava quella sera. Ma l’arresto e l’ammenda saranno sostituiti con 64 giorni di lavori di pubblica utilità a beneficio dell’amministrazione ponzanese. In base alla convenzione tra il Comune e il Tribunale di Treviso, la veterinaria potrà occuparsi di animali maltrattati o abbandonati. Quella di Ponzano è una realtà molto attenta agli amici dell’uomo, tanto che il sindaco Giorgio Granello ha tra i propri referati la tutela degli animali.
IL GAZZETTINO (Vicenza)
VILLA DEL CONTE
Ubriaco, minaccia il barista con il taglierino: «Fammi bere»
(C.Arc.) Panico alla trattoria al Leone di via Roma, a Villa del Conte. Un uomo di 42 anni, dopo aver bevuto uno smodato numero di bicchieri di vino, alle 19 si è ripresentato al bancone chiedendo ulteriore alcol. O.P. con tono minaccioso si è rivolto al titolare, che lo ha invitato a non bere più. L’uomo è andato su tutte le furie. Uno dei clienti, vedendo la situazione degenerare, ha tentato di prendere le difese del barista invitando O.P. ad uscire. Ma l’uomo ha tirato fuori dalla tasca dei pantaloni un coltello del tipo "cutter" e l’ha minacciato. «Prova a chiamare i carabinieri e ti taglio la gola - gli avrebbe detto - voglio bere». Finalmente qualcuno dei presenti, capendo che la situazione poteva precipitare da un momento all’altro, ha allertato il 112. Sul posto pochi minuti dopo sono giunti i carabinieri della Radiomobile di Cittadella. È stato denunciato per minaccia grave e porto abusivo d’arma da taglio.
TEATRO NATURALE
Educare i giovani al bere consapevole I ragazzi si avvicinano sempre più al vino di qualità. Parola di Onav Lombardia, che in autunno riparte con un ricco calendario di lezioni di C. S. Il vino si fa cultura anche per i giovani con Onav Lombardia. Il 12 settembre, con l’avvio del corso di Lecco, inizia la stagione autunnale delle lezioni dedicate agli amanti dell’enologia, ma non solo. Onav Lombardia ha, infatti, deciso di scendere in campo contro l’abuso degli alcolici, sostenendo la divulgazione di una corretta cultura del bere orientata alla qualità anzichè alla quantità.
L’impegno di Onav nel cercare di avvicinare i giovani è divenuto realtà anche grazie alle sezioni speciali come Onav Junior, per gli iscritti appena maggiorenni che, per la prima volta, si avvicinano a questo mondo. A partire da settembre, accanto ai tradizionali corsi aperti ai “senior”, il corso Junior si terrà nelle città di Varese, Monza, Mantova, Como, Sondrio, Milano, Lodi, Bergamo, Pavia, Cremona e Brescia. Lo scopo è quello di gettare i presupposti per stimolare la competenza e la consapevolezza che sono alla base di un atteggiamento moderato nei confronti del vino e degli alcolici in generale. La volontà di Onav Lombardia, una delle delegazioni più attive all’interno dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino, è diffondere una conoscenza del vino che vada al di là dell’analisi sensoriale, mettendo in risalto anche il valore culturale che questo prodotto rappresenta per il nostro Paese in quanto espressione delle diversità territoriali. Il vino deve essere un piacere da consumare a piccole dosi, frutto di un lavoro complesso e di una costante ricerca della qualità. <>. Non a caso, la scorsa stagione dei corsi si è conclusa con la premiazione della Socia Junior della sezione di Bergamo Monica Gamba. E’ proprio lei a spiegare l’importanza di questi corsi per i ragazzi. "I miei coetanei – dice – bevono principalmente altri tipi di alcolici. Diventando assaggiatori si può comprendere meglio cosa si beve e come berlo. È importante che i giovani frequentino questo tipo di lezioni perchè c’è chi beve senza apprezzare ciò che sta consumando, è fondamentale invece comprendere cosa ci sta dietro". I corsi di Onav Lombardia, associazione con oltre 2000 iscritti, sono dunque aperti a tutti, con una sezione dedicata ai non vedenti. Diventare assaggiatore Onav è facile. Tutti gli interessati possono accedere ai corsi organizzati nella propria città. La quota di partecipazione comprende 18 lezioni, il testo didattico, una valigetta con 6 bicchieri ISO da degustazione e l’iscrizione all’Associazione per due anni. Al termine del corso, dopo un esame finale, viene rilasciata la “Patente di Assaggiatore” riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che permette l’iscrizione nell’albo nazionale degli Assaggiatori. L’Onav è infatti un’associazione legalmente riconosciuta.
IL TIRRENO
Omicidio colposo. Patente revocata dopo l’incidente avvenuto il giorno di Pasqua Guidava dopo aver bevuto Patteggia un anno per la morte di un’amica rumena ROCCASTRADA. Guidava in stato di ebbrezza quando perse il controllo dell’auto: accanto a sé aveva un’amica. Lo schianto contro il muretto e la morte di lei, a causa delle gravissime ferite riportate alla testa. Savel Pinzariu, 48 anni, cittadino rumeno abitante a Marina, ha avuto un anno per omicidio colposo. Il giudice Molino gli ha concesso la sospensione e la non menzione. Ma gli ha anche revocato la patente di guida. Era il giorno di Pasqua del 2010, il 4 aprile. Quel giorno pioveva. Secondo l’imputazione, Lenuta Darie, 45 anni, anche lei rumena, abitante a Grosseto, era seduta a fianco di Pinzariu che conduceva una Ford Focus, lungo la strada provinciale 19, tra Roccatederighi e Montemassi, intorno alle 15: il conducente avrebbe sbandato all’altezza del km 14,3, uscendo di strada dalla corsia opposta e andando a sbattere contro un parapetto in cemento. Pinzariu non avrebbe tenuto una velocità adeguata alle caratteristiche, allo stato e al carico dell’auto (dietro sedevano il contrato e la sorella della vittima) e a quelli della strada; non avrebbe conservato il controllo della Ford e si sarebbe messo al volante dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo. Gli esami effettuati in ospedale avevano evidenziato un tasso di 1,7 grammi di alcol per litro, contro lo 0,5 di legge. Per i rilievi erano intervenuti i carabinieri mentre il decesso era stato constatato dal personale del 118, arrivato anche con Pegaso. Tutti e tre gli altri occupanti dell’auto erano stati portati in ospedale. Il giudice ha ritenuto congrua l’entità della pena patteggiata tra il pm Leopizzi e il difensore Brizzi anche in considerazione del risarcimento integrale del danno. (*) La sorella della vittima si era affidata all’avvocato De Cesaris.
(p.s.)
(*) Nota: la formula giuridica “risarcimento integrale del danno” di fronte a una persona che è morta appare francamente un insulto alla dignità umana.
IL TIRRENO
Polizia accerchiata da una folla di giovani Minacce e insulti, gli agenti devono ritirarsi. Il questore chiude il locale per 45 giorni LARA LORETI LIVORNO. Ritrovarsi in due, accerchiati da decine di persone, alcune ubriache. Minacciati, offesi, provocati in tutti i modi. Non deve essere una bella esperienza, anche se si è agenti di polizia. È successo al bar Ascot, in via Firenze, nella notte tra venerdì e sabato. Una pattuglia, poi aiutata da altre due, è intervenuta dopo una segnalazione dei residenti per l’alto volume della musica. Erano le 2.30, il locale doveva chiudere all’1. Una situazione ingestibile tanto che la polizia è dovuta andare via. «Grazie agli agenti che hanno saputo mantenere la calma», dice il dirigente della polizia Walter Delfino. Il locale è stato chiuso per 45 giorni.
Lo ha deciso il questore, Bruno D’Agostino, applicando il Testo unico della pubblica sicurezza. Un provvedimento severo: di solito in questi casi ai locali la licenza per cibi e bevande viene sospesa per 15 giorni. Tutto inizia nella notte di venerdì. I residenti di via Provinciale Pisana e dintorni (dall’altro lato dell’Aurelia) non riescono a dormire per la musica sparata a volume altissimo e così chiamano il 113. In via Firenze 45, accanto al distributore Esso, arriva una pattuglia che trova una cinquantina di persone sotto a un gazebo, il volume altissimo. È l’ultimo di tre venerdì di festa nel bar, solo che il locale dovrebbe chiudere alle una. Gli agenti tentano di avvicinarsi alla titolare, Marina Ribecai, per invitarla a spegnere la musica. Ma vengono accerchiati da una ventina di persone. Alcuni sono alticci. Due in particolare si mostrano agitati. Cominciano a urlare e a offendere. «Sbirri di m..., levatevi dal c..., andate ad arrestare gli assassini invece di rompere le scatole a noi». Seguono offese alle madri e minacce di morte: «Spacco voi e la macchina, vi ammazzo tutti e due, non ci metto tanto a squarciarvi la gola». Poco dopo arriva un’altra pattuglia di rinforzo, e poi una terza. Tuttavia, si ottiene l’effetto opposto. La situazione degenera e volano le provocazioni: «Levati quella divisa di m... e vediamocela io e te». Questa e altre frasi del genere riempiono l’aria, che si fa incandescente. Come accertato dalla polizia, i gestori dell’esercizio non fanno molto per calmare le acque. Ma la situazione è critica per tutti.
Alla fine i poliziotti sono costretti a desistere e ad andare via per evitare il peggio. Una decisione nata dalla criticità della situazione. Immediata parte l’indagine che porta a identificare due persone: si tratta di Andrea Ribecai, 37 anni, fratello della titolare, ed Emiliano Bonomo, 45. I due rischiano una denuncia per minacce gravi, oltraggio, resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità. Entrambi sono già conosciuti dalle forze dell’ordine. Quanto al locale, scatta invece il provvedimento di sospensione dell’attività. Diverse le irregolarità riscontrate dalla polizia: musica ad alto volume, tale da creare disturbo alla quiete pubblica, apertura oltre l’orario di chiusura previsto, presenza di pregiudicati (oltre ai due livornesi identificati dopo, sul momento la polizia chiede i documenti ad altre due persone, entrambe con precedenti), e poi le offese da parte dei clienti con provocazioni tali da cercare lo scontro fisico. La polizia è al lavoro anche per accertare la regolarità del gazebo. «Episodi come questi non sono tollerabili e non rispecchiano l’animo dei livornesi - ha detto ieri Delfino, in conferenza stampa - Siamo professionisti che offrono un servizio ai cittadini per il rispetto dei reciproci diritti. Rappresentiamo lo Stato e chiediamo rispetto».
IL TIRRENO
Picchiò agenti e ferroviere: condannato Un anno e 2 mesi ad un giovane per le botte alla stazione LIVORNO. Condannato per aver picchiato un ferroviere e due agenti della polfer, uno dei quali ebbe il naso rotto. Ecco la sentenza emessa dal giudice Giovanni Zucconi nei confronti di Francesco Vezzoni, un giovane livornese che nel luglio dello scorso anno fu protagonista dei fatti avvenuti alla stazione di Livorno. Il giovane, che aveva bevuto, gettò via una bottiglia di birra che si ruppe e provocò così l’intervento di un ferroviere prima e di due agenti polfer poi, che vennero picchiati dal Vezzoni, il quale venne poi arrestato.
Ieri l’udienza con il pm Luca Masini e l’avvocato Ettore Puppo, che ha curato la difesa insieme al collega Fabrizio Spagnoli. L’accusa, pur applicando le attenuanti, ha chiesto una condanna ad un anno e 10 mesi di reclusione, mentre l’avvocato Puppo ha sostenuto come il suo assistito, una persona piuttosto robusta, abbia agito senza rendersi conto delle conseguenze del suo comportamento e ha chiesto per il Vezzoni una pena più mite. Richiesta accolta dal giudice che ha stabilito una condanna ad un anno e 2 mesi.
IL TIRRENO
Dorme sui binari, investito Il treno gli ha colpito le gambe causandogli gravi fratture È ricoverato in gravi condizioni ma non risulta in pericolo di vita Stordito dall’alcol non ha sentito il convoglio S. C. SAN MINIATO. Poteva morire schiacciato dal treno. Si è addormentato, forse stordito dall’alcol, lungo i binari della stazione di San Miniato Basso. Un sonno così profondo che il rumore del treno non lo ha svegliato. Così un trentenne di San Miniato è stato urtato dal convoglio che, quasi per un miracolo, gli ha provocato fratture esposte alle gambe. Il drammatico incidente è avvenuto poco prima dell’una di notte. Il macchinista del convoglio si è accorto solo all’ultimo momento che vicino ai binari c’era una persona. All’inizio si è pensato al peggio. Poi si è capito che il trentenne, visto più volte negli ultime notte dormire alla stazione, non aveva alcuna intenzione suicida. Si era addormentato senza rendersi conto dei rischi. Per fortuna si era steso tra le rotaie e una pensilina. Così che il convoglio non lo ha travolto - e in questo caso le conseguenze sarebbero state ben più gravi - ma lo ha urtato con alcuni ingranaggi che gli hanno poi causato le fratture alle gambe in modo particolare a quella destra. Sul posto, una volta che il treno si è fermato ed è stato dato l’allarme dal personale delle ferrovie, sono intervenuti i mezzi di soccorso inviati dalla centrale del 118 di Empoli, la Polfer di Pisa, l’automedica partita da Fucecchio e anche un’ambulanza della Misericordia di San Miniato Basso. Il giovane è stato a lungo soccorso lungo i binari e poi trasferito all’ospedale San Giuseppe di Empoli dove resta ricoverato in prognosi riservata. È stato spiegato che non è in pericolo di vita, che era cosciente quando è avvenuto l’incidente e che dovrà essere operato per ridurre le brutte fratture causate dal treno.
Pur vivendo in una situazione di disagio, come l’episodio dell’altra sera dimostra, il trentenne non era stato segnalato o seguito dai servizi sociali. Vicino al luogo dell’impatto sono stati trovati oggetti personali dell’uomo che, secondo quello che è emerso dopo i primi accertamenti, negli ultimi tempi sempre più di frequente sceglierebbe la stazione di San Miniato Basso per trascorrere la notte. L’incidente ha suscitato un certo allarme appena è stata segnalata la presenza dell’uomo lungo i binari perché si era temuto per la sua vita ma non ci sono stati gravi intralci alla circolazione ferroviaria.
IL GAZZETTINO (Treviso)
Ubriaco non rispetta una precedenza, provoca un incidente e scappa… Ubriaco non rispetta una precedenza, provoca un incidente e scappa. Ma dopo poco è stato catturato dagli agenti della polizia locale di Roncade. Il fatto è accaduto sabato notte attorno alle 23 a Biancade di Roncade, quando un automobilista, G.M. di 28 anni, nativo di Jesolo e residente a Roncade, alla guida di un Opel Tigra non ha rispettato una precedenza, provocando in tal modo un incidente. G.M forse preso del panico ed in stato confusionale si è dato alla fuga. Ma la fuga è durata poco poiché gli agenti di polizia locale, testimoni del fatto, si sono messi subito all’inseguimento dell’automobilista, riuscendo a bloccarlo dopo pochi chilometri. G.M. sottoposto nell’immediatezza all’alcooltest, è risultato con tasso superiore a 1,5 g./l. Al giovane è stata revocata immediatamente la patente e gli sono state contestate guida in stato di ebbrezza, fuga e omissione di soccorso. Il servizio di vigilanza notturna della Polizia locale coordinato dal comandante Fabrizio Milanello continua a sortire effetti positivi. Durante il periodo estivo grazie ad una convenzione iniziata quasi dieci anni fa inizialmente solo con il Comune di Quarto d’Altino ed ora arricchitasi con altri Comuni della Marca e del Veneziano, viene potenziato il servizio serale. Un servizio importante per il territorio, in particolare per la zona del Roncadese molto transitata ed estesa, per il rientro o la partenza dei giovani destinazione le spiagge del litorale. A questo servizio si aggiunge la vigilanza di quartiere. «Mi congratulo con i nostri agenti di Polizia locale per l’ottimo lavoro che stanno compiendo nel presidiare il territorio e garantire la sicurezza ai cittadini - commenta Simonetta Rubinato, sindaco di Roncade -. Anche questo ultimo intervento conferma l’importanza del servizio di vigilanza notturna, finanziato quest’anno solo con le nostre risorse avendo la Giunta Zaia azzerato i relativi contributi».
IL TIRRENO
GYMNASIUM Denunciato il barista LIVORNO. Picchiato dal cliente ubriaco, viene denunciato per minacce gravi e tentate lesioni: è accusato di aver puntato un coltello contro il cliente. Due denunce della polizia al barista del Gymnasium, livornese di 43 anni. Ieri alle 6.30 nel bar in viale Nievo, era entrato un livornese di 34 anni che, ubriaco, voleva ancora bere. Il barista glielo ha negato e allora lui l’ha ferito. Il 34enne è stato denunciato per lesioni e multato per l’ubriachezza.
CORRIERE DEL VENETO
VENEZIA Alcolici a minori, barista denunciato I carabinieri di Chioggia avevano avviato accertamenti in seguito alle lamentele di alcuni genitori preoccupati VENEZIA - I Carabinieri di Chioggia hanno denunciato un cinese per aver somministrato alcolici a minori. I militari avevano avviato accertamenti in seguito alle lamentele di alcuni genitori, preoccupati dalla facilità con cui i figli, spesso minori di 16 anni, reperivano sostanze alcoliche. Così i militari dell’Arma in borghese si sono mischiati alla folla di giovani pronti a far festa nelle serate estive di Sottomarina. Hanno perlustrato i principali locali del lungomare, fino a quando, vedendo un gruppo di ragazzini entrare nel bar «Europa» di Piazzale Europa, li hanno seguiti fingendosi normali avventori. Nel momento in cui i giovanissimi hanno chiesto di consumare un liquore dalla gradazione molto elevata, i carabinieri si sono qualificati cogliendo nella flagranza il titolare del bar che stava versando loro bevande quali Sambuca, Vodka ecc. I minori sono stati identificati e riconsegnati alle rispettive famiglie; si trattava di cinque giovani di età inferiore ai 15 anni, e di uno che ne aveva compiuti da poco 16. Il barista, un cinese di 28 anni, dopo essere stato denunciato, si è difeso riferendo di non essere a conoscenza dell’età dei suoi clienti. (Ansa)
ROMAGNAOGGI
Novafeltria, vede la PolStrada e fugge: era ebbro e con la patente sospesa NOVAFELTRIA - Alla vista della pattuglia della Polizia Stradale non ha esitato a schiacciare il freno sull’acceleratore. Ma la fuga è stata presto bloccata. A finire nei guai un giovane di 31 anni. Sottoposto al test dell’etilometro, è risultato positivo con un tasso di alcol nel sangue pari a 1,49 grammi per litro. Agli agenti, l’automobilista non ha esibito la patente poiché aveva riferito di averla dimenticata a casa. In realtà gli accertamenti hanno evidenziato tutt’altro. Ovvero che la patente era stata già sospesa. I poliziotti hanno provveduto così a revocargli il documenti e a denunciarlo per guida in stato d’ebbrezza. Sempre gli stessi agenti hanno ritirato la patente a due giovani automobilisti, risultati positivi con un tasso di alcol nel sangue pari a 0,82 e 0,90 grammi per litro.
IL GAZZETTINO (Padova)
Non si ferma al posto di blocco Era ubriaco e senza patente (L.Lev.) Ubriaco al volante non si ferma all’alt dei carabinieri. È successo la scorsa notte poco dopo l’1.30 in via Paradisi a Peraga. Dopo averlo inseguito per alcuni minuti, i carabinieri di Pionca hanno fermato un giovane italiano di 26 anni, M.P., residente a Pianiga, Venezia. Il ragazzo pochi minuti era scappato all’alt dei militari, in via Cavour sulla regionale 515 "Noalese", che stavano svolgendo un ordinario servizio di pattugliamento stradale e controllo delle auto. M.P., alla vista dei carabinieri che intimavano di fermarsi e di accostare l’auto, ha premuto l’acceleratore della Fiat Panda e si è dato alla fuga verso il centro abitato di Vigonza. Poi, imboccata via Paradisi a Peraga, la Fiat Panda è stata fermata dai militari. Il ragazzo è stato sottoposto all’alcoltest risultando positivo. I militari hanno poi scoperto che il giovane viaggiava senza patente perché sospesagli. M.P., è stato quindi denunciato per guida in stato di ebbrezza e senza patente. L’auto, di proprietà del padre, è stata sequestrata.
CORRIERE DEL VENETO
L’INDAGINE Padova, spritz in piazza Ubriaco un ragazzo su due Età media 24 anni, tasso di 0,65 grammi per litro. Quando escono bevono 4,3 bicchieri di alcolici in una serata. Molti di loro tornano a casa in auto PADOVA - Più della metà del cosiddetto «popolo dello spritz» è costantemente ubriaco. Un’indagine svolta per conto del Comune di Padova dimostra infatti che il 53,3 per cento dei giovani (età media 24 anni) che ogni mercoledì e fine settimana si radunano in piazza delle Erbe ha un tasso alcolemico di 0,65 g/l, ben al di sopra della norma che fissa a 0,5 il limite al di sopra del quale non si può più guidare. Sono giovani e giovanissimi che in media ingurgitano 4,3 bicchieri di alcolici ad ogni serata. Alcuni di questi, soprattutto gli studenti, arrivano in piazza a piedi o in bicicletta. Ma molti altri arrivano in auto e, nonostante le sbronze, pretenderebbero anche di rimettersi al volante per tornare a casa a fine serata. Il campione ha esaminato il grado alcolemico, sottoponendo anche un test a domanda multipla a 210 persone.
Riccardo Bastianello
CORRIERE ADRIATICO
Escluso il movente razziale, l’aggredito: “Erano solo ubriachi”. Centri sociali in fibrillazione Gemelli naziskin picchiano un giovane Pesaro Un litigio per una precedenza nei bagni degli uomini, all’origine del pestaggio di un giovane marocchino residente a Pesaro, avvenuta intorno alle 3 di domenica, davanti al Rose and Crown, noto pub inglese di Rimini. All’inizio si era pensato a motivi razziali, ma la testimonianza del giovane marocchino sentito ieri dagli agenti della Digos di Rimini, lo ha escluso. Il marocchino, che lavora in un pub di Pesaro, in Italia da anni, senza particolare accento e di carnagione chiara, ha dichiarato di essere stato aggredito da due giovani per futili motivi. Secondo quanto descritto dal ragazzo, gli aggressori erano visibilmente ubriachi e il diverbio è iniziato nei bagni del locale per chi dovesse accedervi per primo. Una volta fuori, davanti al locale, la litigata è continuata e il marocchino ha avuto la peggio beccandosi calci e pugni. Davanti agli agenti, ancora incerottato (ne avrà per otto giorni), ha però escluso di essere stato aggredito perchè extracomunitario. Ben conosciuti però, anche dalla Digos di Pesaro, i due aggressori: due gemelli di Carpegna che sarebbero noti per frequentare ambienti vicini ai naziskin. All’ interno della loro auto, gli agenti intervenuti trovato due tirapugni e due coltelli a serramanico. Proprio questa vicinanza dei due gemelli a gruppi ritenuti naziskin, noti anche ai centri sociali pesaresi, ha fatto pensare in un primo momento ad un’aggressione a sfondo razziale. La notizia del pestaggio si è infatti diffusa, ieri pomeriggio, proprio attraverso i canali dei centri sociali. Una delle ragazze presenti nel locale, e collega di lavoro del marocchino, sarebbe anche un’attivista del centro sociale Csa Oltrefrontiera di Pesaro. L’attenzione dei centri sociali, quello di Pesaro in particolare, ma anche il Paz di Rimini, è stata alta e immediata, anche a causa di alcuni episodi di aggressione nei confronti di attivisti e extracomunitari nel Pesarese negli ultimi due anni. Tante le reazioni: a Rimini il Paz, oltre a chiedere al Comune di costituirsi parte civile nell’eventuale processo e assistenza legale per il marocchino vittima del pestaggio, annuncia per giovedì un presidio pubblico in piazza Marvelli dalle 20.30, manifestazione già organizzata per ricordare le giornate contro il G8 di Genova.
TRENTINO
Nomi, fermato da polizia e carabinieri è positivo all’etilometro: denunciato Esce di strada con una ragazza poi tenta la fuga
NOMI. Attorno alla mezzanotte e mezza di domenica, i passanti hanno notato una ragazza che si sbracciava. Vicino a lei, una Renault Megane fuori strada. «Abbiamo avuto un incidente» ha spiegato la ragazza, e i passanti hanno chiamato i soccorsi e i carabinieri. Soprattutto perchè il giovane alla guida, disabile, si stava allontanando sulla sua sedia a rotelle. L’arrivo della polizia lo ha sorpreso nei paraggi e lui non ha saputo giustificare il proprio comportamento. Gli agenti ritengono che la volontà di togliersi dalla scena dell’incidente sia compatibile con uno stato di choc, dovuto al comprensibile spavento. Nel frattempo sono stati però allertati anche i carabinieri, arrivati a Nomi con l’etilometro. Il ragazzo, sottoposto all’esame del tasso alcolico, è stato trovato positivo e ora rischia il sequestro dell’auto, rimossa grazie al carro attrezzi.
AGI
VINO TRUCCATO E TRUFFA A UE, 11 ARRESTI TRA SICILIA E CAMPANIA (AGI) - Palermo, 19 lug. - La Guardia di finanza di Palermo ha eseguito undici ordinanze di custodia cautelare in carcere fra Napoli, Palermo, Catania, Trapani, Caltanissetta, nei confronti di soggetti responsabili di avere per avere fatto parte di una associazione a delinquere che dal 2005 al 2007 ha commercializzato a prezzi concorrenziali 285mila ettolitri di vino prodotto non con uve, ma con altri prodotti estranei alla viticoltura, come il glucosio, spacciandolo come vino di pregio. Una pratica che ha tratto in inganno i consumatori, con grave danno anche per gli operatori del settore. Le indagini sono partite dal sequestro operato nel porto di Palermo di una cisterna piena di glucosio destinata a una ditta "fantasma", ma in realta’ diretta alle aziende responsabili della frode.
Accertata inoltre l’indebita percezione di aiuti comunitari per 600 mila euro. Frode in commercio e truffa all’Unione europea i reati contestati. (AGI)
CORRIERE DEL VENETO (Vicenza)
In preda al panico lei chiama la polizia Arrestato il compagno per violenza THIENE -Un operaio edile di origine romena è stato arrestato dopo aver picchiato la moglie e minacciato di ucciderla con un coltello da cucina. L’entusiasmo e i sogni che li avevano accompagnati nel primo periodo del loro matrimonio si erano lentamente diradati. Ad intromettersi tra loro non c’erano solo i problemi della quotidianità che affliggono e qualche volta allontanano le coppie, ma anche l’alcol. Forse il marito aveva la sensazione di alleviare le preoccupazioni bevendo, ma il risultato era stato invece quello di irritarsi per ogni banalità e di non riuscire contenere la rabbia che riversava sempre sulla moglie anche quando non aveva alcuna colpa. Una situazione, quella sempre più frequente tra i due, che si è conclusa domenica sera con l’arresto di Lascarche Lapascu. A chiamare spaventata il 112 che ha inviato subito sul posto il Nucleo Radiomobile di Thiene che ha ammanettato con non poca fatica il 25enne romeno è stata la moglie di un anno più giovane che se l’era davvero vista brutta. In casa, in via IV Novembre, c’erano anche la sorella 21enne di Liliana Rusu e la figlia minorenne della coppia. L’uomo era tornato a casa ed aveva iniziato a prendersela con la convivente 24enne per delle stupidaggini. La lite, scoppiata per futili motivi, era degenerata rapidamente. Dalle parole, il giovane marito era ben presto passato ai fatti. Nel giro di pochi minuti aveva perso il controllo, sotto l’effetto dell’alcol, ed aveva iniziato a prendere a calci e pugni la moglie sotto gli occhi della bimba minore e della sorella di lei che non è intervenuta per paura delle reazioni dell’uomo inferocito. La reazione della moglie che gli chiedeva di smetterla e cercava di calmarlo hanno avuto l’effetto contrario. Il marito ha iniziato a intimarle di tacere ed ha iniziato a brandire un coltello da cucina con cui minacciava di ucciderla. La moglie, che negli ultimi anni aveva dovuto sopportare già altre volte questo tipo di situazioni che negli ultimi mesi erano state sempre più frequenti, ha chiamato i carabinieri per chiedere aiuto. Nemmeno alla vista delle divise l’uomo si è calmato e, ancora ubriaco, ha continuato a inveire contro la moglie. I carabinieri lo hanno arrestato. Deve rispondere di maltrattamenti in famiglia e violenza privata. La donna invece è stata portata in ospedale dove i medici le hanno curato le ferite che il marito le ha procurato giudicandole guaribili in una settimana.
R. Va
ILQUOTIDIANO.WEB
Reggio: aggredisce la nonna e le provoca lesioni. Fermato dalla polizia L’anziana 80enne ha raccontato agli agenti della polizia che il giovane l’avrebbe colpita con forza allo zigomo E’ accaduto a Reggio Calabria dove un giovane di 32 anni, S.V., ha aggredito e strattonato la nonna provocandole la frattura dell’osso mandibolare. Il giovane è stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio. E’ stata la stessa donna V.G., di 80 anni, a rivolgersi ai poliziotti dopo che il nipote l’aveva colpita con forza allo zigomo destro. Gli agenti hanno soccorso l’anziana e si sono messi sulle tracce dell’uomo che e’ stato trovato in stato confusionale e sotto l’effetto di alcolici. V.G., accusato di lesioni gravissime, e’ stato ricoverato in una struttura specializzata.
IL TIRRENO
poliziotti accerchiati da giovani ubriachi
IL RESTO DEL CARLINO (Ancona)
«Ragazzini in giro con alcolici in mano Così è notte brava»
GAZZETTA DEL SUD
Beve e scappa dopo l’incidente, arrestato Musica e consumo di alcol, prime stangate
LA GAZZETTA DI MODENA
ciclista travolto da automobilista positiva all’alcol test
LA NUOVA FERRARA
nudo e ubriaco picchia pizzaiolo e poliziotti
LA SICILIA
Appello ai titolari di bar «Niente alcol agli ubriachi» «Scippo per acquistare abiti e alcol»
IL RESTO DEL CARLINO (Rimini)
Guida ubriaco la macchina della fidanzata: auto sequestrata
IL RESTO DEL CARLINO (Ravenna)
Si era messo al volante dopo aver bevuto e perde anche l’auto Si parla di alcol e adolescenti
CORRIERE DELLE ALPI
botte agli agenti per l’alcoltest: comeliano scarcerato
IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia)
ALCOLISMO Possiamo sconfiggere il bicchiere IL PRIMO dei dodici pas...
IL MATTINO di Padova
ubriaco, minaccia di tagliare la gola
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