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Coraggio
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"Milan
l’è Milan" suona un vecchio adagio milanese, poi ripreso
anche da Jannacci in una sua canzone, che intende rappresentare il capoluogo
lombardo come una città unica e con un proprio stile di vita.
Così può succedere, come in effetti è successo,
che si ha modo di constatare di persona la veridicità —
almeno in parte — di questo proverbio.
I fatti: il presidente dell’Asaps Giordano Biserni e il consigliere
nazionale Roberto Rocchi, sono in trasferta a Milano per cercare di
instaurare un rapporto di collaborazione con una nota associazione di
categoria che si occupa anche di sicurezza stradale.
Giunti in stazione, l’unico mezzo disponibile per raggiungere velocemente
la meta è il taxi. Il conducente, con spiccato fare "sordiano",
si mette subito all’opera li invita a salire per cercare refrigerio
dalla cappa di afa che si forma normalmente in città nella tarda
mattinata.
Qui la prima sorpresa. Un adesivo in bella vista sul cruscotto della
vettura recita testualmente: "allacciarsi le cinture di sicurezza".
Ma non è finita. Sul retro dei poggiatesta anteriori, ecco due
fasce elastiche che invitano all’uso dei sistemi di ritenuta ed
avvertono: "ti salvano la vita!"
Davvero entusiasmante, commentano i nostri due e discutono con il tassista
sulla bontà della sua personale iniziativa e come la cosa dovrebbe
essere presa da esempio da tutti i "tassinari".
Le sorprese, tuttavia, non erano finite. Concluso l’incontro, presidente
e consigliere chiamano nuovamente un taxi per tornare alla stazione
e questa volta appare all’orizzonte un conducente di sesso femminile
che con la dovuta grazia ripete l’invito a salire.
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Coraggio
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"Alla stazione centrale" chiedono i due. Nemmeno fanno in
tempo a dirlo che la graziosa conducente ordina perentoria: "prima
indossate la cintura e anche dietro!"
Biserni e Rocchi, che pur non avrebbero avuto bisogno dell’invito,
sorridono, si guardano negli occhi e l’uno chiede all’altro
se per caso non hanno sbagliato città, se forse stanno vivendo
un sogno irrealizzabile che non troverà mai sfogo, se improvvisamente
Milano è diventata parte di una nazione del nord Europa, dove
questi fatti avvengono quotidianamente.
Niente affatto, commenterà poi la bella tassinara, qui è
così: le regole ci sono e sono fatte per rispettarle e noi, più
degli altri, vogliamo che tutti le osservino.
Alla tassista, abbiamo promesso questo articolo perché lo possa
vedere sia sul nostro sito che su "Il Centauro"; a tutti i
tassisti milanesi non possiamo che rivolgere un sentito ringraziamento
per questa opera di sensibilizzazione che non è affatto casuale;
a tutti i nostri lettori, invece, intendiamo dimostrare che quando si
vuole i risultati arrivano e se ci riescono i tassisti milanesi, perché
non fare la stessa cosa nel resto del nostro Bel Paese?.
Roberto
Rocchi