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Articoli 30/06/2004

Lezione di sicurezza e civiltà dai taxista milanesi. CINTURE PREGO!

Lezione di sicurezza e civiltà dai taxista milanesi.
CINTURE PREGO!

Roberto Rocchi*


foto Coraggio

"Milan l’è Milan" suona un vecchio adagio milanese, poi ripreso anche da Jannacci in una sua canzone, che intende rappresentare il capoluogo lombardo come una città unica e con un proprio stile di vita.
Così può succedere, come in effetti è successo, che si ha modo di constatare di persona la veridicità — almeno in parte — di questo proverbio.
I fatti: il presidente dell’Asaps Giordano Biserni e il consigliere nazionale Roberto Rocchi, sono in trasferta a Milano per cercare di instaurare un rapporto di collaborazione con una nota associazione di categoria che si occupa anche di sicurezza stradale.
Giunti in stazione, l’unico mezzo disponibile per raggiungere velocemente la meta è il taxi. Il conducente, con spiccato fare "sordiano", si mette subito all’opera li invita a salire per cercare refrigerio dalla cappa di afa che si forma normalmente in città nella tarda mattinata.
Qui la prima sorpresa. Un adesivo in bella vista sul cruscotto della vettura recita testualmente: "allacciarsi le cinture di sicurezza". Ma non è finita. Sul retro dei poggiatesta anteriori, ecco due fasce elastiche che invitano all’uso dei sistemi di ritenuta ed avvertono: "ti salvano la vita!"
Davvero entusiasmante, commentano i nostri due e discutono con il tassista sulla bontà della sua personale iniziativa e come la cosa dovrebbe essere presa da esempio da tutti i "tassinari".
Le sorprese, tuttavia, non erano finite. Concluso l’incontro, presidente e consigliere chiamano nuovamente un taxi per tornare alla stazione e questa volta appare all’orizzonte un conducente di sesso femminile che con la dovuta grazia ripete l’invito a salire.


foto Coraggio


"Alla stazione centrale" chiedono i due. Nemmeno fanno in tempo a dirlo che la graziosa conducente ordina perentoria: "prima indossate la cintura e anche dietro!"
Biserni e Rocchi, che pur non avrebbero avuto bisogno dell’invito, sorridono, si guardano negli occhi e l’uno chiede all’altro se per caso non hanno sbagliato città, se forse stanno vivendo un sogno irrealizzabile che non troverà mai sfogo, se improvvisamente Milano è diventata parte di una nazione del nord Europa, dove questi fatti avvengono quotidianamente.
Niente affatto, commenterà poi la bella tassinara, qui è così: le regole ci sono e sono fatte per rispettarle e noi, più degli altri, vogliamo che tutti le osservino.
Alla tassista, abbiamo promesso questo articolo perché lo possa vedere sia sul nostro sito che su "Il Centauro"; a tutti i tassisti milanesi non possiamo che rivolgere un sentito ringraziamento per questa opera di sensibilizzazione che non è affatto casuale; a tutti i nostri lettori, invece, intendiamo dimostrare che quando si vuole i risultati arrivano e se ci riescono i tassisti milanesi, perché non fare la stessa cosa nel resto del nostro Bel Paese?.

Roberto Rocchi


a cura di Roberto Rocchi

Mercoledì, 30 Giugno 2004
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