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(ASAPS)
CANADA – In Canada la patente a punti non è una novità.
È semmai un’istituzione in vigore da quasi 40 anni,
praticamente dalla nascita del fenomeno “automobile” in
chiave consumistica. Un articolo scovato in un quotidiano canadese
in lingua italiana, edito per la numerosa comunità emigrata
nel nordamerica dal nostro paese e mai più tornata sulle
sponde del mediterraneo, anche se nel proprio dna il tricolore stenta
a sbiadirsi. Proprio sulle colonne di quel giornale, la patente
a punti in Italia – entrata in vigore nel luglio del 2003 –
è definita dal giornalista “la scoperta dell’acqua
calda”. Certo, in uno stato come quello canadese, le distrazioni
possono costare davvero care, e per una bevuta di troppo si corre
il rischio di vedere azzerato la riserva di punti a disposizione,
non prima di essere passati però per una notte scomoda in
guardina e dopo essersi sorbiti una solenne strigliata dal giudice
di turno, poco propenso a sentirsi tirare in ballo giustificazioni,
alibi o difetti di forma. È la sostanza che conta, e per
chi supera il limite di velocità o si dimentica la cintura
di sicurezza non c’è scusa che tenga. In Canada però
la decisione italiana di passare “ai punti” è piaciuta
e l’impegno per una sicurezza vera è davvero ben apprezzato.
Sulla stampa locale, all’inizio dell’anno, hanno avuto
ampio risalto le statistiche tricolori, che hanno vantato per una
volta il segno “meno”. E da un paese così severo
e attento, alla sicurezza stradale, certi complimenti non possono
farci che piacere. (ASAPS) |
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