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Notizie brevi 01/08/2011

L’ultima follia sulle strade
andare più forte del TomTom

Boom di automobilisti che sfidano il navigatore
Il sistema aggiorna i progressi fatti in tempo reale, così si può monitorare lo stato della "gara"
E scatta l’allarme
Il capo della Stradale: "Tecnologia utile alla sicurezza, ma se usata male diventa pericolosa"


"ARRIVO previsto alle 13.10"? Farò di meglio. E parte la sfida. Sempre più automobilisti lottano con i navigatori satellitari: violando limiti di velocità, saltando code e bruciando semafori rossi cercano di battere l’orario previsto del raggiungimento della meta. L’allarme arriva da una ricerca inglese che per la prima volta fotografa un fenomeno in crescita in tutt’Europa.
La società britannica Icm ha verificato che in Inghilterra ci sono più di 7 milioni di automobilisti che ogni giorno cercano di battere i navigatori satellitari, ma anche in Italia il fenomeno sembra che stia assumendo dimensioni simili, almeno a giudicare dai messaggi lasciati sui social network e nei blog. Il gioco però è davvero pericoloso perché i dispositivi GPS non sbagliano mai e se indicano un tempo medio di percorrenza lo fanno stimando traffico, semafori e velocità consentite. Quindi per fare meglio del tempo indicato alla partenza c’è solo un modo: violare la legge. E non è un caso che secondo la ICM il 51 per cento di automobilisti che sfida il Gps ha ammesso di farlo superando i limiti di velocità.
"Giocare con i Gps è pericoloso. Basti dire che a 130 orari, nel tempo in cui si digita solo mezzo nome di una via sullo schermo, si percorrono 100 metri al buio", spiega Roberto Sgalla, direttore del Servizio di Polizia Stradale. E se è vero che molti navigatori portatili hanno comandi vocali, è anche vero che un terzo di incidenti stradali sono
dovuti alla distrazione. E che i sistemi integrati nelle auto inibiscono alcune funzioni, come l’inserimento della meta, se l’auto è in movimento.
La "gara" col Gps però, a detta degli stessi automobilisti, procura grandi soddisfazioni perché dopo essersi appuntati l’orario previsto di arrivo, si ha la possibilità di monitorare i progressi fatti visto che il navigatore aggiorna in tempo reale - in base alla velocità media - l’orario di raggiungimento della meta. Quindi dopo aver preso un bel vantaggio si può "amministrare la gara", sentendosi un po’ Vettel dopo una bella partenza dalla pole.
Follia? Certo: sempre secondo l’indagine inglese, addirittura il 2 per cento degli automobilisti in "gara" ha ammesso di aver avuto incidenti durante queste sfide col satellitare.
E in Italia? Non esistono dati e ricerche ma il fenomeno come dicevamo è in crescita, anche se i produttori lavorano molto proprio per la sicurezza. "Fra le nuove funzioni - spiega infatti Luca Tammaccaro, ad Tom Tom Italia, azienda leader del settore - ci sono quelle legati ai servizi, come ad esempio quelli legati al traffico: inserendo una carta SIM nel navigatore si possono avare tantissime informazioni in tempo reale sulla situazione delle strade".
Il fatto è che con la diffusione dei navigatori satellitari - in Italia oggi ce ne sono sulle auto circa otto milioni portatili e due milioni fissi - aumenta anche la possibilità di usi impropri.
"Nessuno discute il fatto che i navigatori satellitari siano elementi di sicurezza perché forniscono tante informazioni, ma possono trasformarsi in pericoli se usati male. Non c’è nessun elemento di illegalità, per carità, però ci sono macchine con il navigatore attaccato sul vetro, un filo per l’auricolare del telefono legato allo specchietto, lo stereo nella plancia collegato all’iPod. Insomma, un albero di Natale. Ecco, questo diventa un grande pericolo". Il riferimento vale anche per quei navigatori che segnalano la presenza degli Autovelox. "Si - spiega ancora Sgalla - perché siamo stati proprio noi della Polizia a pubblicizzare la presenza dei rilevatori di velocità, ancor prima che lo imponesse la legge, per far passare il concetto di prevenzione. Ma se qualcuno poi usa il navigatore satellitare per andare forte, frenare in presenza dell’Autovelox e poi ripartire a razzo, allora ecco che un messaggio di prevenzione "rallenta perché c’è un monitaraggio capillare e costante delle infrazioni" viene interpretato come incitazione a correre".

 

di Vincenzo Borgomeo

da repubblica.it/motori

 

Lunedì, 01 Agosto 2011
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