Mercoledì 20 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa alcol e guida del 4 agosto 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

L’ADIGE

Stangata in arrivo per gli ubriachi
Un ticket «pesante» dal 2012 per coloro che riceveranno cure sanitarie legate all’abuso di sostanze alcoliche
Per le persone che alzano un po’ troppo il gomito, che abusano di sostanze alcoliche e poi usufruiscono, per essere rimesse in piedi, dei servizi del sistema sanitario provinciale, si profilano tempi duri. La disposizione dell’articolo 5 della legge 19 dell’agosto 2010 sulla tutela dei minori dalle conseguenze legate al consumo di bevande alcoliche sarà presto applicata. La norma prevedeva che «con delibera la giunta provinciale definisce i casi e i criteri di partecipazione alla spesa sanitaria per interventi effettuati a favore di persone in evidente stato di ebbrezza, ovvero con un tasso superiore a 1,5 milligrammi per litro». «In effetti è nostra intenzione introdurre un ticket maggiorato per chi abusa di sostanze alcoliche e deve per questo usufruire di prestazioni sanitarie» - spiega l’assessore Ugo Rossi che però ancora non vuole entrare nel dettaglio della questione e parlare di cifre. «Abbiamo aspettato per trovare un accordo sui nuovi ticket per codici bianchi e verdi, ma entro l’inizio del 2012 la novità dovrebbe essere introdotta».
La questione è emersa nei giorni scorsi in un articolo sul quotidiano tedesco Dolomiten nel quale si parlava del modello altoatesino dove, da qualche mese, quando un’ambulanza esce per recuperare una persona ubriaca con un tasso alcolico superiore a 1,5, il paziente deve poi mettere mano al portafoglio e versare un ticket di 200 euro. E Ulrich Seitz, direttrice dell’ufficio ospedali della Provincia di Bolzano, nell’intervista al quotidiano ha spiegato come il modello stia facendo scuola. «La Provincia di Trento lo vuole applicare in maniera ancora più severa - ha dichiarato - e anche Emilia Romagna e Lombardia voglio seguire la nostra strada». In effetti i costi derivanti dall’abuso di sostanze alcoliche sono tutt’altro che irrilevanti. Ci sono i costi in termini di vite umane dovuti agli incidenti stradali, ci sono i costi dovuti agli interventi urgenti che gli operatori devono effettuate giornalmente per coma etilico e malesseri dovuti all’abuso. Infine ci sono le malattie croniche legate ad anni di attaccamento morboso alla bottiglia. Ai costi diretti vanno aggiunti quelli indiretti che sono invece determinati dalla perdita di lavoro, assenteismo, impegno dei familiari nella cura e nel recupero dell’alcolista. (*)

(*) Nota: un tale provvedimento risente di un approccio moralista, intendendo punire chi ha problemi legati a un comportamento, perché fondo “se l’è andata a cercare”.
Ma da che pulpito viene la predica?
Come considerereste il comportamento di una amministrazione che investisse denaro pubblico per promuovere le sigarette, e poi facesse pagare ai malati di cancro al polmone le cure chemioterapiche?


LA STAMPA

VACANZE E ALCOL UNA PIAGA TRA I GIOVANI
Dramma al party hawaiano
50 in ospedale per etilismo
La maggior parte erano minorenni,ricoverato un tredicenne
Proteste a Sestri Levante: «Vandalismo e sporcizia ovunque»
ALESSANDRA PIERACCI
SESTRI LEVANTE (GENOVA)
Settanta chiamate al 118, 51 giovani finiti in ambulanza al pronto soccorso quasi tutti per etilismo, il più piccolo di appena 13 anni. «Un bambino», dice una volontaria della Croce Verde. «La maggior parte erano minorenni», aggiunge un suo collega reduce dalla notte infernale. E poi feriti da schegge di vetro, per bottigliate date e ricevute, ma anche per un pugno sferrato contro una vetrina, tanto da avere avambraccio e vasi sanguigni squarciati.
E’ il bilancio della festa hawaiana, tradizionale appuntamento del primo martedì di agosto che nel giro degli ultimi anni si è trasformato, grazie al passaparola via web (30 mila contatti su Facebook), in un’adunata oceanica con arrivi anche da Lombardia e Piemonte. Un evento segnato in passato da episodi di vandalismo e violenza (un’auto dei carabinieri con i militari a bordo sollevata di peso, vagoni ferroviari semidistrutti, risse e aggressioni) tanto da scatenare polemiche tra gli abitanti sull’opportunità di riproporlo. E il sindaco, Andrea Lavarello, che dichiara di poter intervenire solo per scongiurare il peggio, perché si tratta di una manifestazione popolare spontanea, quest’anno aveva emesso una severissima e dettagliatissima ordinanza in merito alla vendita di sostanze alcooliche. Ha incontrato prefetto e questore. Poi martedì sera ha «cinturato» la città per controllare zaini e portabagagli e ha mandato agenti della polizia municipale in borghese, chiedendo aiuto anche ai carabinieri, alla polizia di stato e alla guardia di finanza, a spiare bar e locali: nei prossimi giorni partiranno le sanzioni.
Ma più che gli esercizi, presi d’assalto da oltre ventimila persone, tanto da far chiudere per esaurimento scorte alcuni locali già a mezzanotte, è fluito a fiumi l’alcool portato da fuori. Nonostante il lavoro degli spazzini, già all’opera dalle quattro del mattino per ripulire lo strato di spazzatura che deturpava l’intero centro storico, il lungomare e la spiaggia, dai bidoni ieri spuntavano ancora le bottiglie vuote di gin, vodka, amari. «C’era un ragazzo che si portava dietro una tanica di plastica da 15 litri piena di vino rosso» (*), racconta una turista. Bottiglie e taniche nascoste fin dal mattino sotto le barche, per garantire lo sballo serale.
Le macchine per lavare le strade hanno cancellato all’alba le tracce maleodoranti dei tanti malori. In contemporanea con le ultime partenze di decine di giovani malfermi sulle gambe che hanno raggiunto la stazione, incrociando i pendolari in viaggio verso il posto di lavoro. Il primo treno della notte per tornare a Genova partiva alle 4,30. Non c’è stato tempo per ripulirlo. «Una vergogna, spazzatura, vetri rotti, sedili divelti, mozziconi di sigarette, odori nauseabondi di vomito e urina»: è l’immediata protesta del Comitato Pendolari. Eppure quest’anno è andata meglio, con una decina di gabinetti chimici sistemati in zone strategiche, le auto in sosta degli abitanti fatte spostare in previsione della ressa, le fioriere sbullonate e trasferite per rendere più fluido lo scorrimento.
«Il problema è l’alcolismo giovanile diventato una piaga sociale - dice il sindaco (Pd, secondo mandato) - che bisogna affrontare a partire dalla famiglia. La festa in sé è stata bellissima, con intere famiglie nelle piazze, bambini e anziani. La musica è finita poco dopo le due di notte». Tutti erano abbigliati in tema, con pareo, gonnellino di rafia, camicia a fiori o almeno la collana. Su uno dei tre palchi allestiti dall’organizzazione (un gruppo di esercenti, insieme al Comune) è salita a ballare anche una signora di 102 anni.

(*) Nota: wow, un sacco di resveratrolo.
LA STAMPA

Ragazzi, attenti all’estate delle maxibevute
GIORGIO CALABRESE
Drammatica festa hawaiana. È una tradizione, a Sestri Levante, in Liguria, la città dei Due Mari e della movida della Riviera. È nata come festa d’estate, una sorta di Carnevale che invade le spiagge, le strade, le piazze. Un party innocuo. Poi, con gli anni, questa serata è diventata sempre più popolare, nel senso che, tra passaparola e Facebook, si è trasformata in un appuntamento da 25-30 mila ragazzi. È diventata un assedio, una corrida sfrenata alimentata dall’alcol. Anzi, dall’abuso d’alcol, da parte soprattutto dei più giovani. È la moda del «binge drinking», cioè dell’abbuffata di un mix di bevande altamente alcoliche: uno dei nuovi mali di questa nostra società molto ammalata.
Del resto, se si organizza una festa di questo tipo, bisogna essere coscienti che l’alcol sarà il protagonista principale della kermesse. Emettere un’ordinanza severa in merito alla vendita di sostanze alcoliche, controllare zaini e giubbotti all’ingresso della città, sguinzagliare i vigili nei bar e negli altri locali, va bene. Ma evidentemente non è bastato. O non ha funzionato. E poi, come fai a controllarne 25-30 mila? Cinquantun ragazzi sono finiti all’ospedale per etilismo acuto, altri ci sono andati vicinissimi. Vino, anche. Ma in particolare gin, tequila, rhum, che sono corsi a fiumi.
Questi superalcolici già da soli danneggiano prima la mucosa boccale, poi l’esofago, quindi lo stomaco per poi finire malamente nel fegato, che patisce più di tutti gli organi. Da qui, sotto forma di acetaldeide passano la barriera ematoencefalica, e quindi vanno nel cervello. Ecco spiegato lo stato di alterazione in cui si incorre, che viene definito etilismo acuto. I segni? Grave nausea, bruciori di stomaco di forte intensità, vomito continuo e perdita di coscienza. (*)
Se si intende dare veramente il via libera a questo tipo di feste, bisogna agire drasticamente. In modo che i superalcolici spariscano dalla portata dei più giovani (ma sarebbe giusto limitarli fortemente anche agli adulti). È necessario chiedere, ottenere la presenza delle forze di polizia, specie quella municipale, e pretendere controlli capillari negli esercizi pubblici. Per impedire che somministrino, senza alcuna verifica dell’età e dello stato di sobrietà, i superalcolici. Occorrono divieti, ma occorre anche farli rispettare.
Prevenzione, però, è anche educazione. Bisogna allora iniziare ad educare i giovani a scuola, soprattutto illustrando gli effetti negativi del «binge drinking», talvolta anche duraturi nel tempo, fino alla irreversibilità nota come etilismo cronico.

(*) Nota: è utile ricordare come questi effetti siano dovuti all’alcol etilico, che è lo stesso - uguale identico - che c’è nel vino e nella birra.
I superalcolici, unico obiettivo dell’allarme espresso in questo articolo dal Professor Calabrese, sono responsabili solo del venti per cento dei problemi alcolcorrelati nel nostro paese.
Di contro, il vino è responsabile, da solo in Italia, di più sofferenza di quanta non ne causino tutte le altre bevande alcoliche messe insieme. Proprio quello stesso vino di cui Giorgio Calabrese è uno dei più importanti “testimonial”.
L’ADIGE

Lettere
Le scelte di Kate
Abbiamo saputo dai giornali che la principessa Kate non ha bevuto alcolici negli ultimi giorni. Caspita, la notizia non è male, mi sono detto. Siamo talmente abituati a modelli del tipo Vasco Rossi, Winehouse e altri che in quanto a consumi fanno ed hanno fatto storia! Ma oggi i tabloid inglesi la danno... incinta al cento per cento e quindi la sua scelta, a detta dei più, risulta scusata. Certo perché, sempre secondo questi, se non fosse incinta sarebbe una cosa dell’altro mondo… Personalmente mi farebbe piacere che non consumasse alcolici pur non essendo incinta e comunque è apprezzabile la scelta nel caso lo fosse (non è sempre scontato). Questa storia mi fa venire in mente uno strano comportamento umano che molti avranno osservato (se non sono stati addirittura coinvolti personalmente). Provate a dire davanti ad un gruppo di persone o amici che avete deciso di smettere di fumare. Sarete accolti da ovazioni e chiamati subito a dare consigli perché saranno in molti ad avere intenzioni buone rispetto a smettere. Poi provate a dire , sempre coram populo che intendete smettere di consumare alcolici. Sarete accolti da insulti, provocazioni e minacce di ogni genere. Questa è la nostra cultura, quella che scusa (obtorto collo) solo l’astensione dal bere in caso di gravidanza. Nemmeno per il bere alla guida siamo decisi e categorici preferendo parlare di proibizionismo e altre fandonie. Insomma il bere è custodito al pari di ogni nostra ricchezza. Cosa sarebbe la vita ( o la pizza) senza una o due birre? E il nonno morto a novantasette anni pur bevendo da mattina o sera? O i poveri automobilisti fermati con alcolemia tre volte sopra la norma che insistono nel dire che è tutta una scusa dello stato per raccogliere soldi con le sanzioni. Mille modi diversi per difendere uno stile di vita in grado di procurare trentamila morti l’anno. Per questo mi piace pensare che Kate non sia incinta, che la sua sia una scelta incondizionata. Se poi invece è in attesa possiamo dire che è davvero partita col piede giusto. Tanti auguri comunque!
Franco Baldo
CORRIERE ROMAGNA

L’APERTURA SARA’ SOBRIA
Palas, il primo congresso è degli alcolisti anonimi
di Giorgia Gianni
RIMINI. Sarà un’apertura all’insegna della sobrietà quella del nuovo Palacongressi. Letteralmente: il primo evento programmato nella spaziale struttura firmata da Wolkwin Marg sarà il ventisettesimo raduno degli Alcolisti anonimi, in calendario dal 16 al 18 settembre. Per il brindisi inaugurale, e per la cerimonia ufficiale di apertura, occorrerà quindi attendere qualche giorno in più, «verso fine settembre-primi di ottobre», prevede Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera Spa.
Rimini è ormai da anni sede privilegiata del raduno nazionale degli Alcolisti anonimi, che porterà anche quest’anno in città oltre 2.500 persone. Il nuovo Palacongressi avrebbe dovuto in ospitare l’assemblea nazionale degli “Aa” già lo scorso anno, in occasione del 75° anniversario dell’associazione. Le lettere di invito agli iscritti erano già partite quando lo stop all’apertura del nuovo palazzo dei congressi costrinse a ripiegare sulla vecchia struttura dall’altra parte di via della Fiera. Il programma del raduno, dedicato al tema del gruppo, prevede una tre giorni ricca di eventi. Apertura dei lavori venerdì 16 settembre, per concludere domenica con la tradizionale “Festa della sobrietà”. Per l’apertura delle attività e l’inaugurazione ufficiale del Palacongressi restano ormai due soli atti formali, che dovrebbero essere regolarmente adempiuti a breve. Da un lato si attende infatti che la commissione provinciale di vigilanza per il pubblico spettacolo visiti la struttura e ne autorizzi l’apertura al pubblico. Dall’altro occorre attendere i tempi amministrativi per la certificazione di agibilità definitiva. Insieme al certificato di conformità sismica rilasciato a fine luglio, i due atti sanciranno finalmente la conclusione di una vicenda durata per quasi dodici mesi.
REPUBBLICA

Troppi guidatori ubriachi sulle strade
L’allarme arriva dall’Asaps che segnala gli ultimi due casi che hanno visto coinvolti un camionista lituano e un trasportatore reggiano in aiuto del quale è arrivato il titolare della ditta di trasporti ubriaco anche lui
L’abuso di sostanze alcoliche da parte di chi dovrebbe astenersi completamente dal consumarle è messo ancora una volta in evidenza dai report dell’Asaps. L’Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale ha infatti raccolto due tra le ultime segnalazioni dell’Osservatorio che, se non fosse per la gravità del fatto, sarebbero esilaranti. Purtroppo, invece, sono reali e per un puro caso non hanno causato una vera e propria strage. Ecco quindi il primo caso: "Dopo un inseguimento la Polizia Stradale blocca un camionista che viaggiava a zig zag lungo la A23.
Una volta fermato l’autotrasportatore, gli agenti hanno capito immediatamente la causa all’origine di quella andatura: l’uomo era ubriaco. Il camionista, un cittadino lituano alla guida di un tir, dopo essere stato sottoposto al controllo alcolemico è risultato con un tasso di 4,27 milligrammi per litro. Un valore esorbitante e viene da chiedersi come riuscisse a guidare visto che il valore riscontrato potrebbe essere da coma etilico. Sicuramente - evidenziano all’Asaps - in questo caso gli artificieri della Polizia Stradale sono riusciti a bonificare il tratto autostradale della A23 da una mina viaggiante, ma la notizia avrebbe bucato solo se quel conducente lituano avesse fatto un salto di corsia!".
Ancora più disarmante il secondo episodio: "Durante i normali controlli che gli uomini della Polstrada svolgono a carico dei conducenti di mezzi pesanti, unitamente al personale della motorizzazione civile, è stato fermato a Castellarano il conducente di un autoarticolato che pareva viaggiasse in maniera un poco strana. Il mezzo, risultante intestato a un’azienda modenese, era diretto verso Sassuolo e si trovava lungo la strada che collega la località Cerredolo con Castellarano. Al momento del controllo gli agenti hanno subito intuito che qualcosa non andava ed hanno sottoposto l’autista alla prova dell’etilometro che ha mostrato un risultato sbalorditivo: oltre 2 grammi a litro, vale a dire un tasso alcolemico superiore di 4 volte il consentito. Al conducente è stato così impedito di ripartire ed è stata avvisata l’azienda in cui lavora lo stesso di quanto accaduto.
A rassicurare gli agenti è stato il titolare in persona della ditta di trasporti, che ha promesso di portarsi immediatamente sul posto per ritirare il mezzo ed accompagnare il dipendente a casa. Così gli agenti hanno pazientemente aspettato, ma non hanno creduto ai loro occhi quando hanno visto scendere dall’auto anche il titolare dell’azienda, visibilmente ebbro e con gli occhi lucidi, che ha tranquillamente chiesto cosa fosse successo. Sottoposto anch’egli all’alcoltest, ha raggiunto un tasso alcolemico superiore a 3 volte il consentito e così è scattato il secondo ritiro della patente di guida. Ora entrambi i conducenti dovranno rispondere del reato di guida in stato di ebbrezza, mentre la patente verrà loro sospesa dalla prefettura reggiana e decurtata di 10 punti. Una lezione che speriamo possano ricordare per un bel pezzo!".
Insomma questi sono solo gli ultimi due episodi riportati sul portale dell’associazione e quello della guida in stato di ebbrezza sembra proprio essere un fenomeno difficile da debellare tanto che all’Asaps concludono con una significativa battuta: "A volte cadono proprio le braccia e ti senti con l’"alcol" alla gola!". (m. r.)
LA SICILIA

Festa della birra: insorgono gli ex alcolisti
Centuripe. Vivace protesta del "Club degli alcolisti in trattamento" (*) di Centuripe contro la prima Festa della birra, svoltasi nei giorni scorsi presso la piscina comunale. Centuripe, così come quasi tutte le città, vive il problema dell’alcolismo tra i giovani e non. Bottiglie vuote di liquore, birra, vino si trovano disseminate ovunque, nei marciapiedi, agli angoli delle strade. E ogni mattina sono decine i sacchi di plastica pieni di bottiglie e lattine vuote, quasi tutte di alcolici, che gli addetti alla nettezza urbana raccolgono davanti ai bar, ciò indica come in questa cittadina è preoccupante l’abuso di bevande alcoliche, specialmente tra i giovani.
«L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco, Antonino Biondi, in verità, in passato si è dimostrata un pò sensibile al problema, tanto che dal 27 settembre al 2 ottobre dello scorso anno ha patrocinato un corso di sensibilizzazione ai problemi alcol-correlati, organizzato dal Club degli alcolisti in trattamento di Centuripe, mettendo pure a disposizione un ufficio comunale come luogo degli incontri del Club, aperto il lunedì dalle 18 alle 19», ha evidenziato, molto risentita, la presidentessa del Club, Serafina Sportaro.
«Ma - ha proseguito - con l’autorizzazione rilasciata agli organizzatori della Festa della birra il Comune ha dimostrato una grave incoerenza, perché invoglia i giovani al consumo di alcolici».
Giuseppe Fichera

(*) Nota: al Congresso nazionale dei CAT dello scorso anno l’Assemblea Generale ha deliberato il cambio del nome da “club degli alcolisti in trattamento” a “club alcologico territoriale (Metodo Hudolin)”.
In alcune zone d’Italia (permettetemi un “purtroppo”, io la penso così) ci sono club che hanno rifiutato questa modifica, assestando di fatto un colpo di grazia (speriamo non definitivo) alla già’ faticosa e scalcagnata unità dell’AICAT.
Non conoscendo la posizione dei club di Centuripe non sono in grado di dirvi se la denominazione riportata in questo articolo sia o meno frutto di un errore.
LA STAMPA

Noi o la birra? Si spogliano contro l’abuso dell’alcol
"Scegli! La birra o noi?" A Mosca alcune ragazze si sono spogliate rimanendo in bikini per supportare Dmitry Medvedev e la sua campagna di prevenzione e controllo dell’alcolismo.
CORRIERE DEL VENETO

Effetto serra sui vini del Veneto
«Mutano gusto e hanno più alcol»
Parte in anticipo la raccolta di uva 2011: quantità segnalate in calo ma la qualità dovrebbe essere alta.
Il clima rivoluziona i prodotti. Vendemmia al via prima di Ferragosto

LEGNARO (Padova) — Sarà una vendemmia prematura, connotata da un’ottima qualità complessiva delle uve, ma, allo stesso tempo, da un calo della produzione, specie tra i vini rossi. Questo in sintesi il quadro della vendemmia 2011, presentato ieri nella sede di Veneto Agricoltura a Legnaro (Padova). A suscitare clamore, però, sono le previsioni degli esperti sul mutamento climatico, che potrebbe incidere sensibilmente anche sulla produzione vitivinicola veneta. «L’aumento delle temperature sta cambiando i nostri vini, rendendoli più alcolici e dolci—afferma il professor Luigi Bavaresco, direttore del Research centre for viticulture di Conegliano —. Se non si interviene in tempo, tra dieci anni potrebbero esserci variazioni significative ». Partiamo, però, dai dati. La vendemmia quest’anno è prevista per la terza settimana di agosto per i vitigni precoci a bacca bianca, per le basi spumanti e per i nuovi impianti. In alcune zone del Trevigiano, tuttavia, si stima un anticipo della vendemmia di addirittura due settimane, tanto che la raccolta delle uve a maturazione precoce potrebbe iniziare già prima di Ferragosto.
Per gli aspetti quantitativi nelle province di Padova, Vicenza e Treviso si segnala un netto calo delle varietà a bacca nera, con punte anche del 15-20% nel Padovano. Per i bianchi si può stimare invece un incremento medio del 5%, dovuto soprattutto all’entrata in produzione di nuovi impianti, mentre dove la superficie è rimasta invariata, si può assumere un lieve calo del 5-7%. Ovunque la qualità sarà buona o molto buona. Ciò dipende dalle brusche variazioni della temperatura, che si sono registrate quest’anno. Sembra proprio il clima, in realtà, l’elemento centrale. Per gli esperti l’incremento delle temperature già nel medio-lungo periodo rischia di produrre cambiamenti sostanziali sulla qualità dei vini. «In questi ultimi dieci anni—afferma il professor Bavaresco— abbiamo osservato che il grado alcolico dei vini è leggermente aumentato, a causa di una maggior presenza di zuccheri. I cambiamenti che ci dovremmo aspettare sono in parte negativi.
Se continuerà l’innalzamento termico avremo vini sempre più alcolici, con acidità bassa, tannini grossolani e poco fini e con una riduzione, soprattutto, di aromi terapenici, tipici dei moscati». L’esperto avverte: «Se si manterrà questo trend e se lasceremo che i vigneti siano sottoposti ai fattori esterni —annota Bavaresco—dovremo aspettarci vini con un profilo sensoriale diverso. Difficile dire se i vini saranno più buoni o più cattivi, sicuramente più alcolici. E questo ci farà bere meno. In Veneto, a soffrire di più, potrebbero essere soprattutto le uve precoci, che sono le più sensibili. E quindi chardonnay, pinot bianchi e grigi; ma in realtà anche i rossi tradizionali come merlot, cabernet e raboso». C’è tuttavia una strada per non perdere il patrimonio dei nostri vini. Il professore spiega: «Se vogliamo continuare a coltivare un determinato vitigno in un determinato posto, con le condizioni climatiche che sono cambiate — chiude—dovremo adottare tecniche agronomiche che cerchino di limitare questo incremento di zuccheri e di mantenere una certa acidità. E quindi dovremo pensare ad una gestione della chioma, per cui i grappoli non raggiungano una temperatura troppo alta».
Giovanni Viafora
IL TIRRENO

Il provvedimento è dei vigili urbani: dovrà rispondere di guida in stato di ebbrezza
Ubriaca in bici urta un’auto, denunciata
Nei guai una cinquantenne che è stata fermata a Tirrenia
DONATELLA LASCAR
TIRRENIA. Ubriaca in bici urta un’auto ferma e i vigili urbani la denunciano per guida in stato d’ebbrezza. Un fatto singolare. La donna è risultata positiva a tutte e due le prove dell’alcoltest fatte dalla polizia municipale del litorale. Le è stato riscontrato un tasso di alcol nel sangue di gran lunga superiore al consentito. Il fatto è accaduto a Tirrenia.
La donna, una polacca sui cinquant’anni residente a Pisa, andava in bicicletta verso Tirrenia sulla pista ciclabile quando, giunta in prossimità del bagno Siria, dove finisce anche la ciclabile, ha urtato contro il paraurti di una macchina ferma, che, uscendo dal vialetto del bagno, aspettava di immettersi in viale del Tirreno. La donna, noncurante del fatto, ha inforcato nuovamente la bici e ha ripreso la sua strada. Ma il proprietario della macchina, una Fiat Bravo, visto il danno, non ha certo lasciato perdere e ha chiamato i vigili che, trovandosi in zona, hanno fermato la donna 150 metri più avanti rispetto a dove era successo l’incidente.
«Un fatto decisamente insolito - racconta uno degli agenti che ha fatto l’alcoltest -. Non mi era mai capitato di fermare una persona ubriaca in bici. Il suo alito l’ha tradita e l’alcoltest ha confermato i nostri sospetti. Le abbiamo tolto subito la bici, le abbiamo chiesto i documenti e abbiamo cercato di farla parlare anche se, visto lo stato in cui si trovava, non era certo facile capire cosa dicesse. Comunque, siamo riusciti a sapere che la bici non era sua. Così, una volta rintracciato il proprietario, che abita a Marina lo abbiamo invitato a venire a riprendersi il mezzo, mentre la donna è andata via a piedi».
Il proprietario della macchina, invece, per il risarcimento del danno, dovrà avviare una causa civile.
IL RESTO DEL CARLINO (Rimini)

Troppo alcol in corpo, picchia e insulta i carabinieri

LA NAZIONE (Pisa)

Ubriaco armato di falce semina il terrore nella notte

© asaps.it
Venerdì, 05 Agosto 2011
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK