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Rassegna stampa alcol e guida del 12 agosto 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

SEGNALAZIONE DI LUCA POLETTO


Ragazzi senz’alcol - Campagna di sensibilizzazione Video 10
Ragazzi senz’alcol - Campagna di sensibilizzazione promossa dal Rotary Club Senigallia contro l’uso di alcol nei minori. Video realizzato dagli alunni del Liceo Classico Perticari di Senigallia.
http://www.youtube.com/watch?v=e9tH_I8f-xY&feature=autoplay&list=PL2B727066B1CEDF8D&index=3&playnext=1,



LA SICILIA
Campagna di sensibilizzazione per evitare l’abuso di alcolici
San Cataldo. Venerdì 12 Agosto 2011 - Prosegue la campagna di prevenzione riguardante la "movida" sancataldese, avviata in queste ultime settimane da Comune, Consulta Giovanile e Fratres. «A San Cataldo ti diverti "Sicuro"» è il tema portante dell’iniziativa, sviluppata tramite la diffusione di particolari volantini in tutta la città. L’iniziativa di sensibilizzazione riguarda i cittadini, in particolare i giovani, ed era stata annunciata a fine luglio dall’amministrazione comunale, al termine dell’incontro con Polizia municipale, giovani, esercenti, associazioni di categoria, in modo da disciplinare l’insieme delle manifestazioni di animazione, divertimento e vita notturna.
Come spiegato dal presidente della Consulta, David Alù: «Dopo il forte impatto che hanno avuto sui giovani i controlli nelle ore serali, si sta cercando di unire divertimento e sicurezza. Il fatto che sia salito a due alla settimana il numero degli spettacoli all’aperto per ogni pub ha rappresentato qualcosa di doveroso al fine di andare incontro alle esigenze degli esercenti e dei cittadini. I gestori dei locali pubblici si sono complimentati con noi per aver cercato di informare i giovani sulla movida sicura: i cittadini sanno che vi sono delle regole che la Polizia municipale fa rispettare. Un plauso va rivolto al sindaco Giuseppe Di Forti, per la sensibilità dimostrata nel comprendere la necessità di incoraggiare la permanenza dei giovani a San Cataldo, salvaguardando il divertimento sicuro. In sinergia con la Frates e condividiamo l’importanza delle donazioni di sangue, possibili ogni lunedì, giovedì e sabato al presidio "Maddalena Raimondi"».


LA SICILIA
«Fiumi di alcol intorno ai ragazzi: è grave»
Ragusa. Venerdì 12 Agosto 2011 - Notte di San Lorenzo 2011 archiviata nel migliore dei modi, quantomeno sul fronte incolumità pubblica. Dai militari dell’Arma e dall’ospedale Maggiore di Modica, infatti, arrivano le conferme di una nottata trascorsa senza registrare problemi di alcuna sorta. Ma si tratterebbe solo, secondo il consigliere provinciale Pdl Marco Nanì, della risultanza di un’alta lezione di educazione e senso di responsabilità da parte dei giovani modicani, cui, piuttosto, sarebbero stati propinati, sempre secondo Nanì, esempi e alternative poco rassicuranti.
"Innanzitutto era stato autorizzato - e come è potuta accadere una cosa simile non si può spiegare - una sorta di stand che vendeva solo birra a 50 metri o poco più da un arenile strapieno di ragazzi e ragazze anche giovanissimi - rimbrotta duramente Nanì -. È così che si prevengono i problemi legati all’alcool? - si chiede -. E ancora, senza cadere nel bigottismo più becero, non c’era altro di meglio da offrire all’auditorium Mediterraneo che un concerto vera e propria saga di volgarità gratuite, istigatore di eccessi e portato in scena da gruppi sulla cui valenza artistica non mi esprimo, ma sulla cui ’opportunità’ di esibizione, con tanti ragazzi attorno, ci sarebbe da stendere un velo pietoso? È questa la cultura che vuole ’mietere’ l’amministrazione comunale di Modica? - tuona il consigliere provinciale giocando col titolo della rassegna ’Modica miete culture’. Sono questi gli esempi della Modica culla della cultura, che il sindaco e chi ha voluto questo evento o questo stand immagina?". Fortunatamente, secondo Nanì, i giovani modicani, che, "avendo ricevuto una sana educazione in famiglia, sono stati capaci di divertirsi facendo le ore piccole in spiaggia", come tradizione di San Lorenzo comanda, "hanno ignorato i pessimi esempi che li circondavano e verso i quali qualcuno che occupa posti importanti, se ha un briciolo di responsabilità verso le nuove generazioni, dovrebbe chiedere scusa" conclude il consigliere.
V. R


CORRIERE DI ROMAGNA
Ucciso da un’automobilista ubriaca
L’uomo, in sella ad uno scooter, è stato investito dalla vettura che ha invaso la sua corsia
CASTIGLIONE DI RAVENNA. Mentre percorreva via Bagnolo Salara in sella ad uno scooter, è stato ucciso dalla conducente di un’utilitaria che, ubriaca, ha invaso la corsia sulla quale viaggiava. Un impatto che non ha lasciato scampo all’uomo, Fall Madicke, senegalese 57enne residente in via Dismano.
Nonostante l’intervento del personale del 118, per l’uomo - di professione operaio - non c’è stato purtroppo nulla da fare. Troppo gravi le lesioni riportate in seguito all’incidente, avvenuto poco dopo le 4 di ieri ad una curva all’altezza dell’incrocio con via Matellica. Secondo una prima ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri della Compagnia di Milano Marittima intervenuti sul posto per i rilievi, lo scontro sarebbe avvenuto in seguito all’invasione di corsia da parte della conducente di una Y, una ragazza di 22 anni di Forlì che viaggiava in compagnia di altri due coetanei. La giovane avrebbe perso il controllo dell’auto proprio mentre dalla direzione opposta stava sopraggiungendo il senegalese. Uno scontro fatale al 57enne; quando gli uomini del 118 sono arrivati sul posto non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Sottoposta al test dell’etilometro, la giovane è risultata positiva con un valore (0,91 g/l e 0,94 g/l) doppio rispetto al limite massimo consentito (0,50 g/l). Oltre che per guida in stato di ebbrezza la ragazza sarà denunciata anche per omicidio colposo.


LA REPUBBLICA
Movida killer, 17enne in fin di vita aggredito con un rompighiaccio
Lo scenario, il facoltoso lido brindisino di Rosa Marina. La vittima stava sorseggiando un cocktail con la sua ragazza quando per uno stupido gioco un gruppetto vicino ha cominciato a bersagliarlo di cubetti di ghiaccio. Alla minima reazione, si è ritrovato con il cranio fracassato
di MARZIA PARINI
Venerdì 12 agosto 2011 – Di movida si può morire, a Roma e Mykonos come a Brindisi. E’ degenerato in rissa lo sfottò fra minorenni, tutti baresi a quanto pare, in uno dei lidi più frequentati di Rosa Marina di Ostuni, il Rodos. Un ragazzino di 17 anni è in fin di vita, ricoverato al Perrino, col cranio fracassato a colpi di punteruolo da ghiaccio da uno dei coetanei ai quali aveva osato ribellarsi. L’aggressore, ricercato dal commissariato di polizia di Ostuni, per tutta la sera aveva preso di mira lui e la sua ragazza, tirandogli contro ripetutamente dei cubetti di ghiaccio.
Lo scenario è quello del lido brindisino preso d’assalto, come ogni estate, dai vacanzieri provenienti dal Barese, di stanza nelle lussuose di Rosa Marina, quasi tutti facoltosi professionisti. Appuntamento al Rodos intorno a mezzanotte, l’ora in cui la movida muove i primi passi, generalmente dopo aver fatto il pieno di alcol e non solo in qualche pub del centro ostunese. L’assurda aggressione è avvenuta intorno all’una di notte. La vittima sorseggiava cocktail insieme a un gruppetto di amici e alla ragazza, serenamente. A quanto pare, qualche apprezzamento di troppo alla ragazzina ha scatenato quella che dapprima è nata come una scaramuccia, uno stupido sfottò seguito dal tiro al bersaglio a colpi di cubetti di ghiaccio. Il 17enne e i suoi amici hanno accusato in silenzio, in un primo momento, ma quando il gioco si è fatto pesante dato che gli aggressori non volevano saperne di smetterla, si è ribellato. Il branco ha reagito, pronto all’assalto, fino a quando uno solo non ha impugnato un punteruolo da ghiaccio colpendolo ripetutamente alla testa. Il minorenne è stremato al suolo, in una pozza di sangue, senza che i giovani avventori del locale riuscissero a sottrarlo alle grinfie del coetaneo che si è dato alla fuga con la complicità degli amici, fra i quali si suppone ci fossero anche dei maggiorenni muniti di auto e patente. L’aggressore, a quanto pare, è già stato identificato dalla polizia, che si riserva di rendere noti i dettagli dell’indagine da qui a breve.
Il ragazzino, nel frattempo, è stato trasferito d’urgenza al Perrino, dove si trova ricoverato in prognosi riservata. La diagnosi dei sanitari del reparto di Neurochirurgia è di trauma cranico commotivo, ematoma subdurale, frattura alla regione frontale sinistra, una ferita lacero contusa al cuoio capelluto e un ematoma alla fronte. Sul lido dell’aggressione è giunta nel frattempo una pattuglia del commissariato di polizia al comando del dirigente Francesco Angiuli, rispondendo all’allarme lanciato dal gestore stesso del locale, sconvolto a sua volta. I poliziotti hanno interrogato proprietario e avventori del locale, e a quanto pare grazie alla collaborazione degli stessi, sono riusciti a identificare il branco e il giovane aggressore, sul quale grava l’accusa di tentato omicidio. 


IL CITTADINO DI MONZA
I testimoni: erano un po’ ubriachi
Caccia al sasso lanciato dal minore
Sovico - La versione degli amici di Lorenzo, testimoni involontari del terribile delitto, appare per alcuni particolari lievemente diversa da quella fornita dagli inquirenti. Eppure sono proprio gli stessi amici di Lorenzo a raccontarla, ancora scossi per il folle gesto, le conseguenze, e la notte trascorsa insonne con le immagini maledette che scorrevano nella testa. Lorenzo si trovava con il suo amico del cuore Sasha, quello che l’ha soccorso immediatamente, raccogliendo i suoi ultimi istanti di vita.
I due avevano deciso di andare a Macherio, dove si ritrovavano spesso, ma prima di tutto avevano pensato di passare al ritrovo in piazzetta Riva per salutare gli amici con i quali condividevano il tempo libero. Anche lì. Sulla strada l’incontro con un altro amico, Mirko. I tre sono giunti al giardino del centro civico dove hanno incontrato altri giovani, tra cui L.V. e un suo amico cubano, estraneo al delitto. «Abbiamo parlato per una decina di minuti - spiega uno di loro - . Poi Sasha e Lorenzo hanno salutato tutti dicendo che sarebbero andati a Macherio. È a quel punto che l’ecuadoregno ha cominciato a dire che a Macherio non ci dovevano mettere piede».
Il diverbio ha così preso una brutta piega: «Lì erano anche tutti un po’ ubriachi - prosegue il giovane testimone -. C’erano due cartoni di vino e diverse bottiglie di birra per terra. Sono volate delle parole e L.V. ha afferrato un sasso e lo ha scagliato contro Lorenzo, che ha reagito con un pugno. L’ecuadoregno allora ha preso una bottiglia vuota che era lì per terra, l’ha rotta e ha colpito Lorenzo che è caduto immediatamente a terra». La situazione è parsa subito tragica, ma secondo il racconto dei testimoni oculari Sasha non ci ha pensato due volte e si è gettato sull’amico fraterno, togliendosi la maglietta per cercare di arginare il sangue che usciva a fiotti dalla gola. (*)
Intanto sono stati chiamati i soccorsi. «Ma in meno di due minuti Lorenzo non c’era più. C’erano persone di 40 anni lì in piedi che non facevano nulla. Sasha invece si è dato da fare più di altri» ricordano. E proprio lui, seduto sui gradini del comando di polizia locale di Sovico, a disposizione degli inquirenti che nel primo pomeriggio di giovedì hanno effettuato dei nuovi rilievi sul luogo del delitto, alla ricerca del sasso che pare abbia ingenerato tutta l’escalation, non si dà pace per quel ’fratello’ acquisito, come lui stesso afferma, per il quale non ha potuto fare nulla. Intanto L.V. accortosi della gravità di quanto aveva fatto si è dato subito alla fuga, ma non è riuscito ad andare lontano. «I carabinieri lo hanno trovato su un muretto che piangeva» conclude un ultimo testimone. Ma della morte di Lorenzo sembra che il minorenne ecuadoregno abbia avuto notizia solo una volta in caserma.
s.a.

(*) Nota: come sempre in questi casi, non mancheranno le analisi, i commenti e i giudizi sui giovani di oggi, i loro valori e quant’altro. Vedremo se qualcuno si interrogherà sulle opportunità che gli adulti hanno offerto loro, ad esempio sulle opportunità di divertirsi e trascorrere il tempo libero senza la presenza degli alcolici.


LA STAMPA
"Ha ucciso mio figlio, ma non riesco a odiarlo"
I soccorritori vicino al corpo senza vita del giovane Lorenzo La madre del giovane di Monza «Provo dolore anche per lui»
SOVICO (MONZA) «Bisogna mettere l’odio da parte. Spero che quello che è accaduto a mio figlio sia di esempio per gli altri giovani. Il ragazzo che lo ha ucciso? Non ho bisogno di perdonarlo perchè nemmeno per un attimo ho pensato di odiarlo». Carolina Porcaro, 51 anni, ha le lacrime che le scendono giù copiose mentre parla del figlio diciottenne, Lorenzo Cenzato, e del suo assassino, il minorenne ecuadoregno arrestato dai carabinieri per l’omicidio avvenuto ieri pomeriggio a Sovico (Monza). «Mi dispiace per lui - ha aggiunto la donna -, per tutto quello che dovrà sopportare, e mi dispiace per i suoi genitori. Sicuramente non voleva uccidere mio figlio. Lorenzo era un ragazzo che rubava l’affetto, che mi abbracciava sempre allegro e fiducioso».
Intanto emergono nuovi particolari sulla lite costata la vita a Lorenzo, Lollo per gli amici. L.M., 17 anni, ha confessato di aver colpito il diciottenne al termine di un diverbio. Però ha riferito anche di essere stato provocato, e ha mostrato agli inquirenti alcune escoriazioni, possibile conseguenza di una colluttazione. Subito dopo aver sferrato il colpo con il collo di una bottiglia, un fendente che ha reciso la carotide di Lorenzo, L.M. è scappato e si è rifugiato dietro a un cespuglio in un giardino abbandonato, a trecento metri dal luogo del delitto. Quando i militari lo hanno trovato, un’ora dopo, era spaventato. Intanto Lorenzo moriva dissanguato, e a nulla sono valsi i tentativi del suo amico moldavo Sasha che ha tentato di tamponargli l’emorragia con una maglietta. Per l’ecuadoregno - attualmente nel carcere minorile Beccaria di Milano - il capo di imputazione formulato dal pm della Procura per i minorenni, Michela Benedetta Bordieri, è omicidio volontario.
Il ragazzo non ha precedenti, ma da una serie di riscontri effettuati dalla compagnia dei Carabinieri di Monza è emerso che è «contiguo» alle bande sudamericane che imperversano nel milanese. Alto un metro e 65, robusto, L.M. ha retto bene l’ interrogatorio nella caserma di Biassono, mercoledì sera, e ha riferito di non essersi reso conto di quanto accaduto, ma alla fine, è scoppiato in lacrime quando si è presentata la madre, in Italia con la famiglia dal 2003. I misteri da chiarire sono dunque pochi: capire quanto vino aveva bevuto l’ecuadoregno, se c’è stata una provocazione, se davvero è stato scagliato un sasso. Dettagli che potrebbero comunque incidere sul capo di imputazione, trasformandolo in omicidio preterintenzionale. La salma di Lorenzo è stata intanto trasferita all’Istituto di medicina legale di Milano per l’autopsia. Quasi sicuramente per i funerali bisognerà aspettare la prossima settimana. Non si esclude qualche iniziativa particolare da parte dei suoi amici, che già hanno dato vita a diversi gruppi su Facebook in ricordo di Lollo. Alle esequie saranno presenti gli uomini dell’Arma: per rispetto verso la famiglia della vittima, ma anche per garantire l’ordine pubblico, per evitare - come ha chiesto la madre di Lorenzo - che il veleno dell’odio possa infiltrarsi in questa comunità abituata a vivere in concordia.


CORRIERE DELL’UMBRIA
S’incatena contro l’ordinanza.
Gulli: “Perdo il 30% d’incassi”.
Prima protesta Pietro Gulli, esercente di Fontivegge, si incatena contro l’ordinanza anti-alcol del Comune che riguarda l’area della stazione (*)
PERUGIA, 12.08.2011 - Teme di perdere il 30 per cento dell’incasso non potendo più vendere alcolici dalle 24 alle due, orario in cui vige il divieto totale di somministrazione previsto dall’ordinanza del Comune per la zona di Fontivegge. Così, Pietro Gulli, titolare di Pizza Station, ieri mattina si è incatenato simbolicamente a un palo davanti al suo negozio. “Dovrò valutare se licenziare personale e mettere a lavorare mia moglie, perché la mia attività esce mortificata da questa scelta dell’amministrazione comunale”, dice Gulli. Se da un lato prevede una perdita economica, dall’altro ci tiene però a spiegare quello che definisce “l’aspetto filosofico” della vicenda: “L’ordinanza è ingiusta perché tocca solo un quartiere, non tutta Perugia. Ma, così, al massimo si otterrà di spostare i problemi da una parte all’altra della città”. Quindi, oltre che “ingiusta”, perché non tratta tutti gli esercenti del territorio allo stesso modo, l’ordinanza per Gulli è pure votata allo scacco. “Ci saremmo pure rassegnati, se il divieto fosse stato applicato ovunque - dice ancora -. Però non ci vengano a dire che così Fontivegge cambierà volto. Non vendere più alcol per due ore a che serve? Credo che la misura adottata sia solo conseguenza dell’incapacità delle autorità di affrontare il problema della microcriminalità”. Un ulteriore sfogo: “Mi sento mortificato, perché mi si impedisce di vendere cose per cui ho la licenza. Siccome non riescono a fermare chi spaccia o crea comunque disordini, penalizzano me, che pure pago le tasse”. Gulli è dispiaciuto perché, dopo sei anni di gestione dell’esercizio, pensava ormai di aver trovato “il modo di sopravvivere in questo Bronx”, anche malgrado “la concorrenza di altri esercizi, che nelle ore diurne sono tanti, ecco perché scommettevo sull’apertura successiva alla mezzanotte, tenendo anche lontano dal mio negozio qualunque losco traffico”. Questa è la prima voce, forte e chiara, contro l’ordinanza. E’ da vedere se ci saranno altre prese di posizione del genere. Intanto i divieti sono in vigore e a giorni sarà forse possibile stilare un bilancio
Alessandra Borghi


(*) Nota: un gesto così eclatante meriterebbe una causa più nobile. Dal nostro punto di vista le lamentele di chi li vende rimangono sempre un buon indicatore dell’efficacia dei provvedimenti volti a ridurre il consumo di alcolici.


CORRIERE DI ROMAGNA
“STUPRO” IN DISCOTECA
«Drogata e violentata» Poi però ricorda e ammette: «Erano due, io consenziente»
di Andrea Rossigni
RIMINI. L’amica l’ha trovata, quando ormai la musica e le luci erano spente, distesa su un tavolo di un ripostiglio, in un angolo nascosto dalle sedie ammassate. La ragazza, una studentessa pugliese di 24 anni, aveva gli occhi gonfi di lacrime e lo sguardo perso nel vuoto. «Mi hanno violentata in due, dopo avermi drogata. E alla fine mi hanno minacciato: stai zitta, non raccontarlo a nessuno». Il pensiero è andato immediatamente alla nuova droga che, versata nei cocktail o nei beveroni fa abbassare le difese e i freni inibitori cancellando la memoria per qualche minuto. Prima ancora che la ragazza sotto choc potesse riaversi dallo strano torpore è scattata così la caccia ai presunti stupratori, due giovani della zona che erano stati visti allontanarsi poco prima alla chetichella dal locale.
I ragazzi, amici tra loro, se la sono vista brutta in caserma, mentre la stedentessa veniva accompagnata in ospedale per gli accertamenti del caso. Con il passare delle ore, però, il rischio di finire in manette con la grave accusa di stupro si è allontanato: i medici hanno escluso lesioni di qualsiasi genere, né lividi o segni di violenza sulla 24enne. E dalle analisi tossicologiche non è emersa traccia di polverine misteriose o droghe conosciuti. La ragazza aveva solo bevuto parecchio (1,87 grammi di alcol per litro di sangue). Una volta smaltita la sbornia, davanti a un caffè doppio e alle perplessità dei carabinieri della stazione di Misano che hanno svolto le indagini sull’accaduto, ha finito per ammettere quello che cercava di negare anche a se stessa. «Ho detto di essere stata violentata perché mi vergognavo di me stessa, è stata la mia amica a chiamare il 112: in realtà non mi hanno costretta a stare con loro, con uno di dei due ho avuto qualche mese fa anche una relazione». In realtà la studentessa si era autoinvitata al tavolo dei due ragazzi, uno dei quali conosciuto sul momento, e con loro aveva bevuto qualche bicchiere. Forse perché in cuor suo non aveva mai dimenticato l’ex, aveva accettato l’invito ad appartarsi con lui e l’amico nel ripostiglio (i tre erano stati visti avviarsi mano nella mano) e accondiscendere ai desideri di entrambi, salvo poi pentirsi quando proprio il suo vecchio amico si era affrettato ad abbandonarla là su quel tavolo con una sola “minaccia”: «Ora non andare a raccontare tutto alla mia fidanzata».



IL GAZZETTINO (Venezia)
UN VENTENNE DI MARGHERA
Ubriaco tenta di "scalare" un monumento a Treviso: denunciato
Venerdì 12 Agosto 2011 - Notato da una pattuglia della Polizia locale a bivaccare sul monumento di piazza della Vittoria e inseguito fino a corso del Popolo. Protagonista, ieri pomeriggio in pieno centro a Treviso, un ventenne completamente ubriaco, subito accompagnato al comando dei vigili e denunciato. Con lui in piazza c’erano anche due minorenni, che avevano poco prima comprato delle bevande alcoliche in un bar che sarebbe già stato individuato dalla Polizia municipale e che rischia ora pesanti sanzioni.
L’episodio è accaduto intorno alle 17. C.M., di Marghera, insieme ad alcuni amici, stava effettuando secondo i vigili una vera e propria "arrampicata sportiva" sui gradoni del monumento, fino alle statue. Inutile dire che il Regolamento comunale vieta assolutamente questo genere di comportamenti: alla vista degli agenti, il ventenne è scappato, venendo inseguito a piedi fino a corso del Popolo, dove, grazie anche all’aiuto di alcuni passanti, è stato fermato. Il giovane, alticcio, ha però opposto resistenza ed è stato quindi condotto in caserma dov’è stato denunciato sia per l’ubriachezza che per la resistenza, e multato con una sanzione che va da 100 a 150 euro.
Nel pomeriggio il ventenne mestrino, insieme a due minorenni, avevano acquistato alcolici in un supermercato del centro e quindi, dopo esserseli scolati, erano riusciti a comprarne altri in alcuni bar lungo le mura: i vigili stanno ora indagando per far venire a galla le responsabilità degli esercenti. (*)
Lina Baronetto

(*) Nota: dopo episodi di cronaca correlati al consumo di alcolici, capita raramente di leggere di indagini per accertare le responsabilità di chi li ha venduti. Riferendosi agli articoli contenuti in questa rassegna stampa, questo è l’episodio più “leggero”, ci sono episodi ben più gravi per i quali sarebbe interessante indagare sul ruolo degli alcolici e di chi li ha venduti.    


VIVETV
Maserada - Ubriaco con la patente già ritirata
 Diversi controlli dei carabinieri
MASERADA 10 agosto 2011 - Guidava con l’attestato provvisorio di idoneità, rilasciato dalla commissione medica, perché la patente gli era stata ritirata per guida in stato di ebrezza.
I carabinieri di Maserada hanno fermato un giovane di Breda di Piave, che procedeva a zig zag con la sua Audi A4 lungo le vie del centro.
Il tasso dell’alcotest indicava una concentrazione pari a 0,88 gr/l.
In questi giorni i carabinieri del comando provinciale di Treviso stanno effettuando numerosi controlli nell’ambito della campagna “Estate sicura”: nello scorso week end sono stati fermati 50 veicoli e identificate 70 persone.



ASAPS
Francia
Padre ubriaco “cede il volante” al figlio di 10 anni
Durante un controllo stradale la Polizia francese trova il bimbo alla guida e l’adulto semi incosciente sul sedile del passeggero
12 agosto 2011- Non potevano credere ai loro occhi gli agenti francesi che qualche giorno fa hanno fermato una vettura condotta da un bambino di appena 10 anni che stava riportando a casa il padre completamente ubriaco. L’episodio ha avuto luogo nel comune di Lèves Chartres nel corso della normale attività di pattugliamento della viabilità stradale. Secondo quanto riportato sulla stampa da fonti della Gendarmeria francese, i poliziotti avrebbero deciso di fermare l’auto per un controllo perché insospettiti dall’andatura lenta ed esitante del mezzo, una Renault Super 5, con cambio manuale.
Una volta intimato l’alt al veicolo i gendarmi avrebbero scoperto il piccolo alla guida, impegnato con volante comandi e pedali, che tentava di riportare a casa il genitore. L’uomo semi-incosciente era seduto al posto del passeggero e presentava indiscutibili segni di alterazione alcolica. L’esame etilometrico ha confermato che aveva in corpo ben 1,2 grammi di alcol per litro di sangue.
Sempre secondo le l’autorità non sarebbe la prima volta che il ragazzino si improvvisa chauffeur per riportare a casa la macchina e il padre, dopo che questi ha bevuto. L’adulto è stato sottoposto alla supervisione del commissario distaccato di Chartres mentre per il bambino è scattato un ammonimento a non ripetere l’esperienza.


CORRIERE DELLA SERA
ROBERT VIETZE, HA 18 ANNI
Fa pipì in aereo addosso a una passeggera Campione di sci espulso dalla nazionale
Ubriaco tornava da un raduno a Portland. Era una promessa degli Stati Uniti per le Olimpiadi del 2014
12 agosto 2011.– È proprio il caso di dirlo: l’ha fatta fuori dal vaso. Peggio, sulle gambe di una passeggera in aereo. E’ successo a Robert Vietze, 18 anni, promessa (ormai mancata) dello sci Usa. Questo gesto gli è costato la nazionale: la Federazione americana di sci e snowboard ha deciso di espellerlo.
UBRIACO – Aveva bevuto 8 cocktail prima di imbarcarsi sul volo che da Portland (dove si trovava per un raduno con la nazionale) lo avrebbe riportato verso casa, a New York. Una volta in volo, Vietze si è alzato dal suo posto, si è diretto cinque fila dietro e ha urinato sulle gambe di una ragazzina di 11 anni, che stava dormendo. La malcapitata si trovava in quel momento da sola, visto che il padre e la sorella erano alla toilette. Il padre però è arrivato nel bel mezzo e ha iniziato ad urlare: «Stai lontano da lei! Non ti voglio vicino alla mia famiglia!». Il signore inferocito ha cercato di picchiare lo sciatore, mentre il personale di bordo e i passeggeri si dividevano tra sedare la rissa, pulire il pavimento con il sapone del bagno e, soprattutto, consolare la ragazzina, comprensibilmente scossa.
LE (NON) SCUSE – «Ero ubriaco, non mi sono reso conto che la stavo facendo sulle sue gambe», si è «giustificato» Vietze davanti alla polizia, che lo ha atteso al suo arrivo all’aeroporto «Jfk». L’atleta, che è stato denunciato per atti osceni in luogo pubblico, non ha però voluto scusarsi: «Non ho niente da dire ai familiari della ragazza».
ADDIO ALLE OLIMPIADI – La notizia è stata riportata giovedì dal sito del New York Post e, subito dopo, il nome di Robert «Sandy» Vietze era stato cancellato dalla lista dei magnifici 75, l’elite degli atleti a stelle strisce che gareggiano sulle piste da sci di tutto il mondo. Vietze deve quindi dire addio al sogno olimpico: era una speranza per Russia 2014. Venerdì Luke Bodensteiner, vicepresidente della «Us Ski and snowboard association», ha confermato via email: «Vietze è stato espulso per cattiva condotta». La pipì più cara della sua vita.
Maddalena Montecucco

Corriere Alto Adige
Alcolici ai minorenni Denunciati due baristi

 

Sabato, 13 Agosto 2011
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