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Salvataggi 24/08/2011

Ostuni - Bimbo morso dalla vipera
in ospedale non c’è il siero

Il piccolo di sette anni morso al braccio: trasferito al Perrino di Brindisi dove però non c’era l’antidoto
Una pattuglia della Polstrada l’ha prelevato da Foggia: il bimbo salvato appena in tempo
 

 

Marco, un bambino di sette anni e mezzo, di Bari, lunedì pomeriggio è stato morso al braccio da una vipera mentre si trovava con il papà e il fratello nelle campagne di Cisternino, per visitare un trullo. Il piccolo si è staccato da solo il serpente dal braccio e ha chiesto aiuto al suo papà che lo ha portato con urgenza al locale ospedale per poi trasferirlo al "Perrino" di Brindisi.
Il piccolo non ha mai perso lucidità né ha mai avvertito gli effetti del veleno, ma per i suoi genitori è stata un’impresa rintracciare quello che viene comunemente chiamato siero antivipera. E’ stato contattato il Centro antiveleni di Padova che li ha indirizzati agli ospedali di Foggia e Barletta, unici punti in Puglia ad averne una fiala.
Una pattuglia della polizia stradale lo ha prelevato e, con una serie di staffette di auto, è stato portato fino a Brindisi, dove è stato tenuto a disposizione ma non è mai stato somministrato a Marco, che ieri mattina è stato finalmente dimesso. A quanto pare, si trattava di quello che i tecnici chiamano un "morso a secco".
Resta tuttavia la preoccupazione per i rischi che il ragazzino avrebbe potuto correre e per la difficoltà di reperire l’antidoto in caso di morsi di vipera. "Ho chiesto io aiuto alla polizia, sono stati fantastici - ringrazia il padre di Marco - ma mi chiedo: ci sarebbero riusciti tutti? Se ne avesse avuto bisogno qualcuno a Santa Maria di Leuca, ad esempio, ci sarebbero volute almeno cinque ore per venire in possesso dell’antidoto. Antidoto, che in caso di necessità, va somministrato entro 12 ore dal morso".
A smorzare le polemiche è il dottor Marco Marano, responsabile del Centro anti-veleni dell’ospedale "Bambino Gesù" di Roma: "In un ospedale piccolo come quello di Brindisi è possibile che non fosse disponibile il siero antivipera, poiché i casi in cui si ha bisogno di questo siero si verificano con un’incidenza molto bassa ed esistono delle strutture sul territorio alle quali fare riferimento, che possiedono delle scorte e possono inviarle rapidamente, come è accaduto nel caso dell’ospedale di Foggia".
"Quando si è morsi da una vipera - prosegue Marano - bisogna andare in ospedale, perché il siero  da tempo non è più in vendita in farmacia: la sua somministrazione deve avvenire sotto controllo medico perché può causare reazioni anafilattiche". "Saranno i sanitari a valutare il rischio sulla base dei sintomi che il paziente presenta e a stabilire se ha bisogno del siero o meno - dice Marano - non è detto che tutti  coloro che vengono morsi da una vipera ne abbiano bisogno".
"Il tasso di mortalità è molto basso (gli ultimi dati a disposizione, quelli dell’istituto superiore di Sanità, risalgono al 2006 e parlano di un solo morto) - spiega ancora Marano - e la sintomatologia può essere di carattere locale o generale. Si verificano in particolare segni di infiammazione, con rigonfiamento e forte dolore, non sempre  si evidenzia bene il segno del morso".
Una cosa importante, secondo l’esperto del "Bambin Gesù", riguarda la tempistica perché nel bambino bisogna attendere dalle 24 alle 30 ore per essere certi che i sintomi non si manifestino. "Per tutte le informazioni ci si può rivolgere ai centri anti-veleno in tutta Italia" conclude Marano.

 

da Repubblica.it
di Marzia Parini

Mercoledì, 24 Agosto 2011
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