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Notizie brevi 02/09/2011

Omicidio stradale e il letto di Procuste

Le riflessioni di Stefano Guarnieri animatore dell’associazione Lorenzo Guarnieri, dopo le osservazioni di eminenti giuristi
 

Negli ultimi giorni ho letto alcuni commenti di giuristi sulla  proposta di introduzione del reato di "Omicidio Stradale".  Le opinioni sono divergenti (grazie a Dio non la pensiamo tutti allo stesso modo). In alcuni casi l’osservazione che viene fatta è: "ma il reato già esiste: art.589 terzo comma del codice penale. Pena da 3 a 10 anni per chi guida drogato o ubriaco. Pena elevata a 15 anni nei casi più gravi" (aggiungo io non sono i casi più gravi ma quando ne fai fuori più di uno). In alcuni casi ho anche letto di un  potenziale prefigurarsi di incostituzionalità: "trasformare la colpa (reato commesso ma non voluto) in dolo (reato che si è appositamente voluto commettere) è incostituzionale e viola i più elementari principi del diritto della tradizione giuridica occidentale".
Non sono un giurista ma un cittadino che pensa con la sua testa e che, sulla propria pelle, e ascoltando le storie di tante persone si è accorto che quella che abbiamo oggi in Italia, nel caso di morti sulle strade, giustizia non è.
La cosa sta così.  Bevo 2 bottiglie di vino, mi faccio tre canne e mi metto alla guida di un mezzo. In tali condizioni non posso che fare delle manovre con il mezzo molto pericolose (invado corsie, sorpassi azzardati, buco rossi, vado contromano o ..altro). Accade che uccido persone, principalmente ragazzi giovani,  che non hanno colpa (se non di trovarsi lì in quel momento). Per il codice penale italiano entro in una casellina che è equivalente a quella del Furto Pluriaggravato (art 625 c.p.) punito dai 3 ai 10 anni (esempio di aggravanti "il fatto è commesso con destrezza", "il fatto è commesso all’interno di mezzi pubblici di trasporto"). In altri termini, per il nostro codice penale uccidere un ragazzo  con almeno 60 anni di vita davanti dopo essersi "drogato e messo alla guida", vale quanto rubargli il portafoglio in un autobus. Qualcosina che non torna secondo me c’è.

Non possiamo cambiare, lediamo la nostra Costituzione è un altra obiezione. Non sono certo un costituzionalista e non posso prendere una posizione scientifica su questo. Posso solo osservare che, se fosse così lo abbiamo già fatto. Nel caso di infanticidio (art 578 c.p.) si identifica una fattispecie in cui la madre abbandona il feto dopo il parto e ne cagiona la morte. Lo ha fatto apposta ad uccidere ? E’ dolo o colpa ? Un fenomeno aberrante e preoccupante quello dell’abbandono dei bimbi appena nati. Ho trovato dei dati in cui si diceva che nel 2000 sono stati 20 i casi di infanticidio. In Italia ogni anno abbiamo una stima di 1500 omicidi stradali. Forse la costituzione non si arrabbia se troviamo una casellina anche per quelli nel nostro codice penale !
C’è anche qualche giurista favorevole all’introduzine del nuovo reato. Carlo Federico Grosso, famoso docente di Diritto Penale a Torino si è così espresso a conclusione di un suo articolo su La Stampa recentemente: "Prevedere un delitto autonomo di omicidio stradale, punito con una pena non molto meno elevata di quella prevista per l’omicidio doloso, consentirebbe di superare la disputa dogmatica sulla natura dolosa o colposa del reato, consentendo in ogni caso l’inflizione di una pena adeguata alla oggettiva gravità e pericolosità sociale del fenomeno della guida in stato di ebbrezza o di alterazione psichica dovuta alla assunzione di sostanze stupefacenti". Grazie prof Grosso, dopo alcune bastonate giuridiche, una carezza a favore delle vittime fa piacere.
Tutto la storia dell’introduzione dell’ omicidio stradale mi ricorda la storia mitologica di Procuste. Procuste era un crudele proprietario di una piccola tenuta agricola vicino a Atene. Aveva una senso dell’ospitalità molto particolare: quando incontrava dei viandanti, offriva loro una cena generosa, invitandoli a trascorrere la notte su un letto alquanto speciale. Voleva che il letto fosse conforme alle misure del viandante. A un ospite troppo lungo tagliava le gambe con un ascia, mentre ad un ospite troppo basso veniva sottoposto a una vigorosa trazione per adattarlo al letto. La giustizia adesso sta facendo la stessa cosa, vuole che le vittime si adattino ad un letto, che nel nostro caso è troppo piccolo e, con la sega, rende le vittime "più corte" senza giustizia. Un po’ come un sarto che si gloria di fare un abito perfetto, ma lo fa alterando gli arti dei clienti. Credo che sia giunto il momento di cambiare tutto questo per il bene di tutti.

Stefano Guarnieri (Associazione Lorenzo Guarnieri)

p.s. Alla fine Procuste cadde nella sua stessa trappola. Uno dei viaggiatori fu Teseo (quello che uccise il minotauro). Dopo la cena Teseo riuscì a far sdraiare Procuste nel suo letto. Per renderlo conforme alla misura del letto, avendolo trovato troppo lungo, lo decapitò. Chissà come finirà la storia dell’ "Omicidio Stradale" !

 

 



 

Venerdì, 02 Settembre 2011
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