Chiavari - È una rivoluzione, e solo il tempo dirà se buona o inutile. Niente più sorpassi, limite di velocità fissato a 50, massimo 70 chilometri orari: il Passo del Bracco non sarà più lo stesso. Lo ha deciso il capocompartimento Anas della viabilità per la Liguria, l’architetto Carla Roncallo. L’annuncio è arrivato ieri con un’ordinanza che sarà esecutiva non appena saranno completati i lavori di sostituzione della segnaletica verticale ed orizzontale. Roba di giorni, già il prossimo week-end centauri e appassionati potrebbero dover dire addio alle “pieghe” vista mare. Già, perché il provvedimento è rivolto soprattutto ai motociclisti, a quelli che adorano la strada provinciale che s’inerpica fino al Passo del Bracco, tra le province di Genova e La Spezia. A quei motociclisti che in passato sono stati additati da qualche residente come «pistard tanto folli quanto rozzi». Il Secolo XIX ha raccontato spesso degli esposti giunti ai comandi della polizia stradale, alle prefetture genovese e spezzina, ai carabinieri. E pure delle reazioni dei centauri, delle iniziative, della voglia di collaborare, di dialogare, specie quella di un gruppo autosoprannominatosi “I pazzi del Bracco”. E però, la strategia della distensione, il confronto non è bastato. Nei giorni scorsi l’Anas ha deciso di imporre nuove limitazioni. Quali? Nell’ordine, si legge nel provvedimento a firma architetto Roncallo, «istituzione del limite di velocità a 50 chilometri orari e divieto di sorpasso, in entrambe le direzioni, tra il chilometro 454+450 e il chilometro 454+800 in località Baracca (bivio per Devia Marina) e tra il chilometro 457+610 in località Baracchino e il chilometro 461+375 (oltre Ca’ Marcone) nel comune di Moneglia. Inoltre istituzione del limite di velocità a 70 chilometri orari, in entrambe le direzioni, tra il chilometro 451+550 e il chilometro 454+450 e tra il chilometro 454+800 e il chilometro 457+600». Che poi, scritto così, sembra solo un’accozzaglia di numeri. Ma in verità è una rivoluzione, un cambio epocale. E non perché sul passo del Bracco tutti andassero per correre, “piegare” o sfidare la morte e adesso non potranno più farlo. Bensì per le motivazioni alla base dell’ordinanza siglata dall’Anas. «Premesso che la strada statale numero 1 Aurelia, nel tratto conosciuto come passo del Bracco, rappresenta un itinerario - è scritto nelle carte - motociclistico conosciuto a livello nazionale per le sue caratteristiche viabilistiche e paesaggistiche» e che la prefettura della Spezia ha chiesto più volte all’Anas «interventi per migliorare la sicurezza dell’utenza stradale», si ordina l’istituzione di nuovi limiti. Ma, come ribadiscono sul loro sito internet i “Pazzi del Bracco”, è dal 2004 che non si verificano incidenti gravi su quella striscia d’asfalto e gli appelli alla moderazione al rispetto di chi al Passo abita sono rinnovati praticamente ogni weekend. Le autorità scrivono di aver compiuto sopralluoghi, riunioni e confronti prima di fissare i nuovi limiti. Ma una richiesta di limitazione della velocità a 50 chilometri orari lungo tutta la strada statale 1 Aurelia tra i comuni di Deiva Marina e Moneglia, risale al 1999, firmata dalla direzione del compartimento della polizia stradale, sezione di Chiavari. Ancora, l’ordinanza dell’Anas comporterà anche un rafforzamento dei controlli. Perché è inutile fissare divieti se poi nessuno verificherà il rispetto delle norme. E così è lecito attendersi fine settimana di superlavoro per carabinieri, polizia stradale e pure per la polizia provinciale e il corpo forestale dello Stato. Compatibilmente con i costi che un simile servizio d’ordine porta con sé. Per finire, un dettaglio non trascurabile: la scorsa settimana è stato presentato un esposto alla polizia stradale di Chiavari per lamentare il mancato rispetto del divieto di sosta sul Passo del Bracco. E allora viene naturale chiedersi se questi centauri “folli” siano da perseguire perché corrono troppo o, semmai, perché parcheggino selvaggiamente i loro “mostri” a due ruote.
da ilsecoloxix.it
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