Gli agenti della polizia stradale reggiana hanno individuato e fermato, presso il casello di Campegine, un autoarticolato già oggetto di precedenti segnalazioni e ricerche su tutto il territorio nazionale. In più circostanze i conducenti del mezzo si erano infatti "dimenticati" di pagare il pedaggio autostradale. A una prima verifica l’autoarticolato è risultato essere di proprietà di un 60enne calabrese residente nel crotonese, che avrebbe accumulato ben 51 mancati pagamenti su relativi transiti. Identificati proprietario e conducente - un 50enne di Ragusa residente nel bolognese - quest’ultimo si sarebbe giustificato con gli agenti accampando precedenti rapporti di locazione sul mezzo. Ulteriori verifiche alle strumentazioni di bordo hanno quindi permesso di appurare violazioni del rispetto dei tempi di guida e riposo, omissioni nella tenuta delle registrazioni di viaggio ed eccessi di velocità. In più, il limitatore di velocità, tarato e prescritto a 90 km/h per legge, era stato manomesso e il mezzo non possedeva né la copertura assicurativa né la documentazione relativa al rapporto di lavoro tra conducente e società di autotrasporto. Tra inadempienze varie e violazioni, sono state elevate 17 contestazioni per un ammontare di quasi 6 mila euro di sanzioni. L’autoarticolato è stato sequestrato e i documenti di guida del conducente ritirati insieme alla carta di circolazione del mezzo. Al momento delle notifiche al proprietario è però emerso un altro particolare inquietante: l’autoarticolato era stato appena venduto. Proprio questo nuovo passaggio di proprietà ha permesso agli agenti di scoprire tutta una serie di provvedimenti di fermi amministrativi che da tempo pendevano sul mezzo - evidentemente unica garanzia di soluzione debitoria – emessi da diverse società di riscossione. Una volta appurate le vertenze e le sanzioni, la polizia stradale ha proceduto al fermo definitivo del mezzo. Gli agenti stanno comunque procedendo con ulteriori accertamenti tecnci su rapporti e circostanze che hanno determinato quanto emerso: si va infatti dall’insolvenza fraudolenta alla truffa.
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