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Articoli 07/09/2011

Sicurezza stradale e legalità sulle strade

di * Giorgio Bacilieri

La tutela della sicurezza stradale si realizza attraverso l'espletamento dei servizi di polizia stradale, così come definiti ed elencati dal vigente Codice della Strada, ed in particolare: la prevenzione e l'accertamento delle violazioni in materia di circolazione, la rilevazione degli incidenti stradali, la predisposizione e l'esecuzione dei servizi diretti a regolare il traffico, la scorta per la sicurezza della circolazione, la tutela e il controllo sull'uso della strada. Il concorso alle operazioni di soccorso automobilistico e stradale in genere e la collaborazione all'effettuazione di rilevazioni per studi sul traffico completano il panorama tracciato dal Legislatore.

Tale elencazione non è decisamente esaustiva in quanto almeno l'attività di promozione di campagne per la sicurezza stradale quotidianamente e ciclicamente intrapresa dalla Polizia di Stato non può non essere ricompresa in tale novero. E' convinzione largamente condivisa, infatti, che l’informazione e l’educazione stradale rappresentino uno strumento fondamentale per contrastare il fenomeno dell’alta mortalità connessa al verificarsi degli incidenti stradali.

Fra i soggetti cui il Codice della Strada attribuisce l'espletamento dei servizi di polizia stradale, la Polizia Stradale, Specialità della Polizia di Stato, occupa un posto particolare in quanto, rispetto agli altri, li espleta “in via principale”. Con tale affermazione non si è voluto certo stabilire una gerarchia ma sicuramente una scelta: la Polizia di Stato adotta un modello organizzativo secondo il quale quasi il 12% del personale dei suoi organici viene individuato, formato ed applicato quotidianamente nei servizi di polizia stradale, creando così un significativo nucleo di “specialisti specializzati”. Tutto questo nell'ambito di un disegno preciso e a respiro nazionale che vede il Ministero dell'Interno come l'articolazione governativa che provvede ai servizi di polizia stradale, nonché al loro coordinamento complessivo.

La rapida evoluzione dei flussi veicolari in questi ultimi anni, le nuove dinamiche dei movimenti sulle strade collegate alle aperture delle frontiere, l'incremento dei veicoli circolanti in rapporto al patrimonio stradale hanno imposto un'approfondita riflessione sull'organizzazione dei servizi di polizia stradale.

A ciò va aggiunta la necessità di corrispondere ai nuovi bisogni di sicurezza sulle strade, espressi dall'utenza, e di intervenire efficacemente su quelle cause del fenomeno infortunistico che discendono dall'inosservanza delle norme di comportamento.

La Polizia Stradale, quale Specialità della Polizia di Stato, deve porsi obiettivi specifici in queste materie, analizzando i fenomeni che riguardano la viabilità del territorio extraurbano, pianificando risposte operative di controllo e prevenzione, valutando l'efficacia delle iniziative intraprese, adeguando i moduli operativi alla necessità di corrispondere sempre più efficacemente alle istanze di sicurezza stradale. Secondo le indicazioni e le direttive impartite, infatti, l'ordinaria attività d'istituto – la vigilanza stradale – dovrà svilupparsi primariamente lungo le strade classificate come autostrade e strade extraurbane principali.

In altre parole, la Polizia Stradale è chiamata dalla trasformazione dei sistemi di mobilità stradale ad innovare la propria organizzazione operativa per contribuire, con una mirata azione preventiva ed un'efficace repressione dei comportamenti di guida pericolosi, all'abbattimento del fenomeno infortunistico sulla grande viabilità autostradale ed extraurbana ed alla diffusione della cultura della legalità nel settore del trasporto di persone e di merci.

La vigilanza stradale, quale attività di controllo del territorio rivolta all'osservazione della strada e del traffico che vi si svolge, quindi dei veicoli che la percorrono e delle persone che transitano, nonché degli obiettivi sensibili che si snodano lungo l'itinerario stradale, si sostanzia fondamentalmente nei seguenti ambiti:

 

a)     la tutela della strada ed il controllo sul suo uso, in ordine all'efficienza e alla regolarità della segnaletica stradale e della superficie viabile, ed alla disciplina dei cantieri stradali e della pubblicità lungo la strada, nonché alle condizioni atmosferiche che interessano l'itinerario ed ai loro riflessi sullo stato della strada;

b)    l'attività di controllo dei veicoli, per assicurare la salvaguardia della sicurezza della circolazione, in relazione all'efficienza del mezzo di trasporto ed alle condizioni alle quali viene effettuato il trasporto di persone e di merci;

c)     l'attività di controllo delle persone, che oltre ai normali accertamenti presso gli schedari informatici, deve mirare alla verifica del possesso dei requisiti psico-fisici e di abilitazione alla guida.

 

In virtù della peculiare specializzazione di polizia del trasporto su strada, acquisita dalla Polizia Stradale negli anni e continuamente aggiornata in sede di formazione professionale, è sempre opportunamente potenziata, su tutto il territorio, l'attività di controllo in settori correlati alla circolazione stradale, attraverso specifici servizi in località o in aree geografiche particolarmente interessate da indici significativi d'illegalità.

I settori presi in considerazione e monitorati attengono:

 

• al trasporto di persone e di beni su strada per la tutela sociale del lavoratore;

• al trasporto di sostanze alimentari, di animali, di rifiuti, per la tutela dell'igiene e dalla sanità pubblica

• al trasporto di merci pericolose, per la tutela dell'ambiente connessa al rischio del movimento su strada di veicoli;

• ai trasporti in genere, rispetto ai quali vigono anche particolari obblighi di vigilanza da parte di ciascuno dei paesi dell'Unione Europea.

 

Parametri significativi ai fini della specificità dei servizi e della qualità dei controlli sono:

 

a)     la vigilanza sulla regolarità della movimentazione di persone, che assume particolare rilevanza a seguito della soppressione dei controlli alle frontiere interne nell'area Schengen, ma anche con riferimento alla disciplina del trasporto internazionale di persone da e verso paesi al di fuori dell'Unione Europea;

b)    la vigilanza sulla regolarità della movimentazione di merci, che costituisce il settore più complesso e articolato, sia per ampiezza che per incidenza dell'illegalità in tale ambito;

c)     la vigilanza su attività commerciali lungo le autostrade e le strade extraurbane principali, che devono riferirsi agli esercizi pubblici in servizio all'utenza in transito e devono intendersi strumentali ad una conoscenza della realtà organizzativa della struttura e dei suoi frequentatori, al fine di individuare i momenti di confluenza e travaso tra movimentazione interna ed esterna alla rete stradale di persone cose e traffici illeciti.

 

Il quadro sopra delineato, che deriva esclusivamente da precetti normativi e da direttive ministeriali, si presenta di gran lunga più complesso rispetto ai temi toccati dal dibattito quotidiano, quest'ultimo probabilmente condizionato dalla legittima assenza di competenze tecniche e dai “diversi” contenuti dell'informazione pubblica.

Il pericolo che si corre è quello classico di trarre conclusioni sbagliate in quanto non si conoscono, o si conoscono solo parzialmente, i presupposti su cui impostare un legittimo e libero convincimento.

Muovendo esclusivamente da presupposti normativi è modesto parere personale che l'obiettivo di un sufficiente livello di “cultura della sicurezza stradale” lo si possa raggiungere, e soprattutto mantenere, solo prefiggendosi di centrare il più ampio traguardo di un soddisfacente grado di “cultura della legalità sulle strade”. 

 

* Vice Questore Aggiunto della Polizia Stradale  

Mercoledì, 07 Settembre 2011
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