Quando
si parla della salute degli automobilisti, spesso si tende a discutere
della qualità dell’aria, di allergie e di quei piccoli disturbi
legati “all’esterno” della vettura. Raramente si parla
di ciò che avviene dentro l’abitacolo e quasi mai si affronta
un problema apparentemente poco importante, ma in realtà diffusissimo
quale i fastidi provocati dal cosiddetto e da tutti conosciuto: torcicollo.
Si tratta di un’infiammazione dei muscoli che sostengono la testa
e che si presenta fastidiosissimo per chi deve guidare, tanto da comprometterne
talvolta persino la sicurezza. Generalmente si presenta in due forme:
quella acuta, che provoca dolore al solo muovere la testa ed affligge
persone di ogni età e quella cronica, di quasi esclusivo appannaggio
degli anziani, pur con le debite eccezioni. In quest’ultimo caso,
l’infiammazione è dovuta all’artrosi delle vertebre cervicali,
che sono quelle che sorreggono il capo.
Chi conduce un automobile col torcicollo, dunque, può trovarsi
a dover affrontare problemi alquanto pesanti e che come abbiamo già
detto potrebbero comprometterne la sicurezza.
Basti pensare a cosa avviene quando occorre allungarsi, fermi ad un incrocio,
per accertarsi che sulla strada principale non giungano altri veicoli
e potersi immettere. Figurarsi poi se la visuale è chiusa perché
coperta da case, alberi o altro ancora: un vero supplizio, che costringe
il conducente a portare in avanti la testa.
Altro e forse più drammatico problema è l’effettuare
la retromarcia, quando il “sofferente” deve ruotare completamente
indietro il capo, perché la visuale garantita dallo specchietto
retrovisore è del tutto insufficiente. In quest’ultimo caso
la recente - anche se non ancora così diffusa - tecnologia viene
in aiuto, grazie all’impiego di sensori a ultrasuoni che individuano
gli ostacoli posteriori emettendo un suono in caso di possibile urto.
Se poi s’intende essere ancora più raffinati, esistono in
commercio alcune automobili (non così lussuose come si potrebbe
pensare), che dispongono fra gli optional di un sistema a microtelecamere
poste nel retro dell’auto, grazie alle quali è possibile vedere
ciò che avviene dietro col display del navigatore satellitare.
In ogni caso, il rimedio meno costoso e più “manuale”
conosciuto per limitare i danni e il dolore del torcicollo quando si gira
il capo, rimane quello di far leva col braccio destro sul sedile del passeggero
e fare in modo che lo sforzo da affrontare sia minore.
Al di là di questi piccoli suggerimenti, tuttavia, bisogna anche
comprendere in quale modo il torcicollo può aumentare e dunque
provocare ulteriori danni per il conducente di un automobile.
Viaggiare col finestrino aperto, ad esempio, è sconsigliatissimo
e alquanto pericoloso. Se si è abituati a tenere abbassato il finestrino
anche di soli pochi centimetri, è opportuno fasciare il collo con
un foulard o con una sciarpa nella stagione invernale.
Anche usare in maniera inopportuna il climatizzatore può nuocere
non poco: i flussi d’aria debbono essere indirizzati verso il parabrezza
o meglio ancora sui piedi e in ogni caso mai sul viso, nemmeno per cercare
refrigerio dalla calura estiva. Già, perché sbaglia chi
ritiene che il torcicollo sia un male prettamente della stagione invernale:
ne sa qualcosa chi lo soffre in maniera cronica. Quali, dunque, i rimedi
più efficaci per chi guida, soprattutto quando il dolore appare
all’improvviso?
Innanzitutto è bene fermarsi immediatamente in una piazzola di
sosta ed effettuare alcuni piccoli esercizi motori della testa. Il primo
consiste nell’allontanarsi dallo schienale portando la testa leggermente
all’indietro per alcuni secondi. Immobili in questa posizione, l’operazione
va poi ripetuta per un paio di volte.
In secondo luogo occorre reclinare la testa verso un lato per almeno cinque
secondi e dopo averla riportata lentamente in posizione retta, reclinarla
nel senso opposto. Anche questo esercizio deve essere svolto più
di una volta.
Terza e ultima raccomandazione è quella di abbassare il mento fino
a toccare il petto e rimanere in questa posizione per almeno dieci secondi,
per poi reclinare la testa da un lato fino all’altro in maniera molto
lenta.
Naturalmente questi piccoli rimedi servono soltanto a rilassare i muscoli
che sostengono la testa, ma non possono di certo rappresentare la definitiva
soluzione al problema.
Per i casi più gravi, infatti, il medico specialista (fisiatra,
ortopedico, reumatologo) può fornire valide e giuste terapie, mentre
molte persone preferiscono affidarsi ad esperti del massaggio. In quest’ultimo
caso, però, bisognerà accertarsi della professionalità
dell’operatore, in quanto un mediocre massaggio può peggiorare
anziché migliorare i risultati.
Infine, nelle farmacie esistono set antinfiammatori proprio per combattere
il torcicollo e sono rappresentati da cerotti o pomate. I primi sono da
applicare sul collo e rilasciano gradualmente un farmaco che viene assorbito
dalla pelle; la pomata, invece, è di semplice applicazione anche
se deve essere utilizzata più volte al giorno.
Un’ultima raccomandazione non meno importante di tutte quelle già
dette: il torcicollo non esonera dall’uso della cintura di sicurezza,
ma è bene fare molta attenzione quando la si deve allacciare. La
rotazione del busto e del collo per raggiungere il montante dove la cintura
è posta, infatti, può comportare movimenti innaturali ed
improvvisi di indubbio dolore. Basterà allora avvicinarsi con estrema
lentezza ed aiutarsi con entrambe le mani, senza dimenticare che proprio
a causa di questa piccola sofferenza, la cintura può garantire
una più accentuata sicurezza se qualcuno malauguratamente dovesse
tamponarci.
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