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Notizie brevi 27/09/2011

Taranto, assicurazioni truffate
194 indagati per i falsi incidenti

TARANTO - Sono centonovantaquattro gli indagati complessivamente coinvolti nell’operazione denominata «Delfino», messa a segno dalla polizia stradale per un vorticoso giro di incidenti stradali fasulli, che avevano prodotto indebiti risarcimenti per centinaia e centionaia di migliaia di euro.
In questi giorni, dalla procura è partito il canonico avviso di conclusione delle indagini preliminari che permette ai coinvolti, e ai rispettivi difensori di fiducia, di predisporre una ulteriore attività difensiva e di richiedere un nuovo interrogatorio da parte dell’accusa pubblica.

In 16 rispondono del reato associativo, a dimostrazione - secondo la tesi della procura - che il giro sarebbe stato organizzato e pianificato a tavolino. Si tratta di Vincenzo Massimillo, Nicola Gemma, Gabriele Ferruzzo, Cosimo Boccuni, Francesco Secci, Antonio D’Andria, Stefano Morelli, Ezio Labarbera, Gianluca Livieri, Luigi Stramaglia, Benedetto Alparone, Maurizio Ruggiero, Ferdinando Ragucci, Alessandro Battista, Alessandro Sebastio ed un sedicesimo la cui posizione, però, è stata stralciata.
L’indagine della Polstrada si era inizialmente tradotta nell’emissione di 47 misure cautelari. L’operazione Delfino aveva permesso di accertare una maxitruffa realizzata attraverso incidenti stradali fittizi, documentati però per conseguire poi rimborsi record dalla compagnia d’assicurazione.

La “Nuova Tirrena” era stata la compagnia maggiormente danneggiata. Aveva presentato denuncia, dopo essersi accorta di pratiche per lo meno sospette. L’indagine condotta dalla Polstrada di Taranto, diretta dal vicequestore aggiunto Gianfranco Martorano, aveva permesso di individuare ben 85 incidenti falsi per indennizzi indebitamente percepiti pari ad oltre un milione di euro. Era stata la procura a chiedere le misure cautelari disposte successivamente dalla dottoressa Patrizia Todisco.
Secondo l’accusa, la presunta organizzazione, che utilizzava documentazione rubata dall’ospedale “Santissima Annunziata”, avrebbe poggiato sulla complicità di alcuni legali e di un paio di ex liquidatori che collaboravano esternamente con la compagnia di assicurazioni.

 

di Lino Campicelli
da quotidianodipuglia.it

Martedì, 27 Settembre 2011
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