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Notizie brevi , News 15/10/2011

Roma
Esami truccati Perquisite le Motorizzazioni sul Salaria e Laurentina. Sequestrati pc e documenti

La patente «regalata» con un clic
I funzionari con lo scatto della penna suggerivano le risposte ai candidati

Prima compravano la patente e poi andavano a schiantarsi contro un albero o un'altra vettura
Foto Coraggio - Archivio Asaps


 

Al volante, nella maggior parte dei casi, extracomunitari oppure neo comunitari che non conoscevano affatto la segnaletica stradale, verticale e orizzontale. Ma che, pagando, avrebbero ottenuto la patente di guida. Quindi potevano liberamente salire in macchina, schiacciare l'acceleratore e non dare la precedenza, incuranti dei rischi e dei pericoli che avrebbero provocato con il loro comportamento al volante. Insomma, l'indagine sul giro di patenti false si sta allargando a macchia d'olio, arrivando a coinvolgere, per ora, 80 indagati. Molti dei quali funzionari pubblici, che lavoravano presso le Motorizzazioni civili di Salaria e Laurentina, e titolari di autoscuole. Proprio per acquisire documentazione utile all'indagine, il pubblico ministero Carlo Lasperanza, della Direzione distrettuale antimafia, ha disposto una serie di perquisizioni nelle sedi delle Motorizzazioni, delegando gli agenti della polizia Roma Capitale, ufficio polizia giudiziaira Piss, diretti dal comandante Antonio Di Maggio. Qui sono stati sequestrati i computer usati dagli indagati e la documentazione che era stata compilata dagli stessi funzionari finiti nei guai. Nelle mani degli investigatori, anche una serie di videoregistrazioni e di immagini che ritraggono, secondo gli inquirenti, alcuni indagati mentre compilano i questionari nel corso degli esami teorici di guida, questionari che dovrebbero essere segreti e compilati unicamente dai candidati all'esame di guida. Le immagini sarevbbero inequivocabili: il funzionario si posizionava vicino all'esaminando e suggeriva le risposte con segni decisi in precedenza: tenendo in mano una penna, passando accanto al candidato, faceva scattare una volta il bottone della penna e ciò equivaleva alla risposta «vero», se invece gli scatti erano due significava «falso». In altri casi l'indagato riferiva direttamente la risposta giusta a voce. A volte, infine, quando l'esame era terminato, veniva riaperto il terminale e corrette le risposte sbagliate. Molti i condidati che hanno ammesso le irregolarità. Tra le parti offese anche il calciatore Mirko Vucinic.

da il messaggero.it roma

Sabato, 15 Ottobre 2011
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