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Droga 13/06/2005

Dal Giornale - Certo che se 81 pasticche di ecstasy detenute in casa per uso personale e per essere consumate con gli amici non costituiscono reato perché il fatto non sussiste, C’è da domandarsi se almeno sussiste il rischio se poi si guida...(NdR)
Ecstasy per feste a casa? Averne non è un reato.

Da Il Giornale del 13 giugno 2005

Certo che se 81 pasticche di ecstasy detenute in casa per uso personale e per essere consumate con gli amici non costituiscono reato perché il fatto non sussiste, c’è da domandarsi se almeno sussiste il rischio se poi si guida...(NdR)
Ecstasy per feste a casa? Averne non è un reato.

Teneva in casa 81 pasticche di ecstasy. Accusato di detenzione a scopo di spaccio di sostanze stupefacenti, è stato assolto dal giudice, ma quello che più sorprende è la formula adotatta: “perché il fatto non sussiste”.
 La sorprendente sentenza, che per certi verso potrebbe suscitare perplessità, stupore e non è escluso qualche reazione, soprattutto da parte del pm Marzella - non appena conoscerà le motivazioni della decisione, presenterà appello - che aveva chiesto la condanna dell’imputato a due anni e mezzo, è stata pronunciata l’altro giorno dal gup Malvasi al termine di un’udienza con rito abbreviato.
 Protagonista della vicenda processuale un artigiano modenese di 29 anni che a fine novembre dello scorso anno, ha ospitato nel suo appartamento un conoscente colpito da un provvedimento di carcerazione. Ma questo forse l’artigiano non lo sapeva. Lo ha imparato quando, rientrando a casa, ha incrociato il conoscente che veniva accompagnato in carcere e i militari che perquisito il suo appartamento, avevano trovato una busta con dentro 81 pasticche di ecstasy. Ovvio pensare da parte delle forze dell’ordine che la “merce” appartenesse al conoscente dell’artigiano che aveva precedenti specifici in materia. Invece, come ha poi ammesso lo stesso artigiano, quelle 81 pasticche erano sue, per uso personale o per essere consumate con gli amici durante i rave party di fine settimana. Il magistrato non gli ha creduto e così il giovane uomo si è beccato la denuncia alla richiesta di rinvio a giudizio per detenzione a scopo di spaccio di sostanze stupefacenti.
 Poi l’altro giorno l’udienza davanti al gup e il colpo di scena che ha portato all’assoluzione dell’artigiano grazie alle prove a difesa raccolte dal suo legale, avv. Pier Francesco Rossi. Non uno ma molti conoscenti e amici hanno, infatti, spiegato che l’artigiano era solito consumare l’ecstasy in compagnia degli amici, senza mai pretenderne una contropartita per la cessione e che quindi “la detenzione delle 81 pasticche - come ha spiegato il legale - era da ritenersi per un successivo uso collettivo”. Per questo ha chiesto l’assoluzione del suo assistito con formula piena. E tra lo stupore dell’accusa, così è stato. L’artigiano penalmente se l’è cavata grazie al pieno accoglimento della tesi difensiva - che non ha riscontro nelle nostre aule di giustizia - anche se dovrà pagare una sanzione amministrativa, prevista giusto quando si detiene droga per “uso collettivo”.


Lunedì, 13 Giugno 2005
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