RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note a cura di Alessandro Sbarbada |
ASAPS SERIAL KILLER DEL VOLANTE: LA STAMPA RIPRENDE E RILANCIA LE NOSTRE TESI. MA QUESTO VUOL DIRE CHE SONO CONDIVISE? di Giordano Biserni e Lorenzo Borselli |
Premessa: prima di tutto è necessario ricostruire in poche righe cosa ispira questa nostra riflessione. All’alba del giorno dell’Epifania, il 6 gennaio, la Lancia di Sergio Romeo, 29 anni agente della Polizia di Stato presso l’8° Reparto Mobile di Firenze, percorre via Baracca per raggiungere la propria caserma, che si trova a nemmeno duecento metri. Improvvisamente una Golf piomba su di lui a velocità folle, senza lasciargli nemmeno il tempo di capire. Sergio, quando arrivano i medici e gli infermieri è già morto. Non è morto invece il suo investitore, Massimiliano Bartolini, 40 anni: gli agenti della Polizia Municipale, quando arrivano, capiscono subito la dinamica dell’incidente e si accorgono che forse c’è dell’altro. Lo portano in ospedale e lo fanno sottoporre ai test, che confermeranno i sospetti: è ubriaco e in preda a sostanze stupefacenti. Ma scoprono ancora di più: che nel 2002 aveva già investito un pedone, sempre in condizioni di ebbrezza durante la guida. E negli scorsi mesi aveva subito un altro ritiro di patente perché positivo all’etilometro. Possibile? Chi conosce il nostro sito o la nostra rivista sa che tutto è possibile sulle strade italiane. Per noi, questi sono (o possono diventare) i serial killer della strada. Quando accade qualcosa di tragico, i media cercano con ogni mezzo di coprire la notizia. Una notizia, poi, può passare inosservata o balzare in testa alle cronache per una serie di meccanismi non sempre valutabili scientificamente. Per questo c’è la sociologia, quella dei media appunto. La notizia della morte di Sergio Romeo, 29 anni agente della Polizia di Stato di Firenze, ha fatto un grandissimo rumore. Eppure, per come si è spenta questa giovanissima vita, non ci sarebbe stato niente di straordinario, perché purtroppo delitti come questo avvengono ogni giorno; si, avete letto bene, "delitti" e vorremmo poter alzare la voce, mentre ripetiamo questa parolaÖ Abbiamo saputo della tragica fine di Sergio Romeo dai cronisti stessi, che ci hanno chiamato prima ancora dei colleghi. Gli uomini della Polizia Municipale di Firenze erano ancora al lavoro, quando i cronisti della Nazione e del Tirreno avevano già fiutato la pista. Stavolta non c’era dubbio, la notizia andava cavalcata. Così i reporter hanno scavato nella vita dell’investitore ed hanno scoperto quello che gli agenti della polizia municipale avevano già comunicato al PM di turno: nel suo passato c’era un altro investimento, sempre con l’alcol a dargli una mano e che pochi mesi fa un altro etilometro aveva portato la sua patente in prefettura. Ora, noi non vogliamo fare una caccia alle streghe. Ma come Sergio Romeo si è trovato senza poter far niente sulla strada del suo investitore, così questo, Massimiliano Bartoletti, si trova ora sulla nostra. Niente di personale, ma solo un’occasione per poter sfruttare una notizia "che buca". Chi ci ha seguito, in queste ore, ha capito che non agiamo per spirito di appartenenza. Due parole però le vogliamo spendere nel suo ricordo: Sergio era un ragazzo davvero in gamba, che molti dei commercianti del centro cittadino ricordano con particolare affetto, per la sua dedizione al lavoro che non era esattamente quella di un servizio di quartiere: Sergio era da anni parte delle squadre antisommossa, spesso impiegato in servizi di controllo del territorio, in lunghe trasferte e in servizi di ordine pubblico. Amava Firenze e non aveva alcuna intenzione di andarsene. Non beveva e non faceva uso di droghe: eppure un mix di queste sostanze lo ha ucciso, alla faccia di chi nega l’esistenza di un problema sociale di alcol e droga passivi. Punto. Di Massimiliano Bartoletti sappiamo invece che in almeno 3 occasioni era al volante ubriaco, e in due di queste altri hanno fatto le spese del suo gesto. La carneficina di questi giorni in Toscana (a Empoli un uomo ubriaco e drogato ha ucciso un ragazzo fermo in auto al semaforo e analoga tragedia è avvenuta a Viareggio) ha dunque attirato l’attenzione dei cronisti ed ha suscitato lo sdegno di moltissima gente e persino i politici si sono smossi. Ma è un atteggiamento che durerà o è destinato a finire col silenzio che i colleghi di Sergio suoneranno al suo funerale? Perché, diciamolo chiaro, non è la prima volta che commentiamo fatti di questo genere e la terminologia "serial killer della strada" l’avevamo brevettata da tempo. E allora, cos’è che non funziona? Perché di questa gente si fa un gran parlare quando commettono efferatezze di questo tipo e poi tutto lentamente finisce, a parte il dolore di chi resta ed era vicino alle vittime? (*) Forse perché in realtà c’è poca condivisione di quello che si dice. Insomma, tanta comprensione sul momento, ma poi l’abitudine prende il posto della rabbia e questa è destinata a riempire solo la vita di parenti e amici, ai quali non viene nemmeno il conforto non tanto della certezza della pena, ma che nessuno potrà impedire nemmeno la reiterazione del reato. Insomma, chi ha ucciso tornerà presto in grado di farlo ancora. Per il mondo normale, quello solo scosso sul momento dalla notizia, la vita riprenderà come prima. Tornerà la rabbia per gli "agguati" della polizia con gli autovelox, torneranno di moda i ricorsi al giudice di pace, e chi verrà sorpreso alla guida in stato di ebbrezza avrà la scocciatura di farsi accompagnare per i 15 giorni della sospensione. Bello farsi grandi a mostrarsi accaniti giustizieri quando a provocare tragedie come queste sono gli altri! Facile poi invocare il diritto alla privacy, il diritto ad andare veloci, il diritto a bere un bicchiere-tanto-non-fa-male o lanciare anatemi contro chi riporta loro a casa il figlio di 15 anni impasticcato e ubriaco, nel cuore della notte, e sgretolare mattone dopo mattone quel muro che servirebbe a proteggere ognuno di noi. Invece siamo tutti esposti al tiro dei cecchini, che sono sempre di più e che girano indisturbati. Sono gli uccisori, sulle nostre strade. (*) Nota: parafrasando madre Teresa di Calcutta "il vero male è l’indifferenza". Nel caso degli alcolici l’indifferenza nasce dal considerare il loro uso come naturale e ovvio. L’attenzione ai problemi nasce da ciò che consideriamo estraneo ed evitabile. Basti vedere l’impiego di risorse ed energie per scongiurare il rischio quasi insignificante dell’influenza aviaria. |
L’ADIGE Lettere Un altro Natale senza alcool |
Chiedo cortese ospitalità per questa mia lettera aperta. Con l’aiuto di Dio e grazie ai suggerimenti degli alcolisti anonimi ho trascorso un altro Natale e Capodanno lontano dall’alcool; questa sobrietà si ripete un giorno alla volta da ben diciannove anni senza sentirla come una privazione, oggi scelgo liberamente di non bere perché sono un uomo libero! Ahimè non era così prima di darle un taglio netto; l’unico scopo di questo mio scritto è quello di raggiungere chi si sta rovinando la vita e spesso non solo la sua ma anche a chi li sta suo malgrado accanto! La vita è fatta di gioie, di tristezze, di problemi, l’abuso di alcool è solo una fuga verso il proprio annientamento: fisico, psichico e spirituale. Alcolisti anonimi mi ha offerto la possibilità di essere me stesso in qualsiasi situazione, piacevole o sgradevole che sia sapendo di essere compreso e sostenuto, è importante il fatto che nessuno ti giudica, nessuno ti condanna, nessuno ti punisce o ti espelle, è chiaro comunque che il proprio comportamento deve essere esemplare, questo fatto distingue la sobrietà dalla semplice astinenza; esistono due sole possibilità: una è "l’autodistruzione", l’altra opportunità (quella che ho scelto) è quella di correggere i difetti di carattere (o di personalità); non è facile correggere la parte infantile che è dentro di me, perché spessi il mio "io" mi manda in "depressione", l’alcolista non si può permettere il lusso di coltivare il risentimento e le "complicazioni emotive"! Alcolisti anonimi ha un valido metodo "suggerito" non imposto collaudato da oltre settant’anni in tutti i continenti "funziona" con me ha funzionato! Perché non vuoi provare anche tu? Un contatto telefonico è il 0464 / 420352. Cordialmente un saluto ed un abbraccio. Riccardo, alcolista |
GIORNALE DI BRESCIA Bere pochissimo alcol può anche far bene, ma l’abuso è sicuramente un veleno |
L’abuso di alcoolici negli anziani è un problema più grave di quanto normalmente si sia portati a ritenere. Fino a venti anni fa i bevitori di questa fascia di età tendevano ad essere dimenticati sia dagli addetti ai lavori sia dal grande pubblico. Ciò era dovuto soprattutto al fatto che gli anziani erano numericamente limitati e che gli alcoolisti cronici morivano prima d’invecchiare; inoltre molti vecchi riuscivano a nascondere le proprie difficoltà personali. L’alcoolista nella terza età consuma meno alcool rispetto al giovane; però le sue condizione di salute lo espongono molto più facilmente ai danni provocati dal bere smodato. Anche la definizione sociale dell’alcoolista anziano riveste una certa difficoltà: spesso non è sposato nè ha rapporti di lavoro per cui non vengono riferiti "incidenti" familiari e professionali. Inoltre quasi sempre questi mantiene un comportamento "silenzioso" e non causa, come il giovane, danni di tipo sociale collettivo. Anche il criterio diagnostico della presenza di una sindrome d’astinenza non sempre è applicabile all’anziano, (*) perché questa compare solo negli individui che costantemente mantengono alti livelli di etanolo nel sangue. Si ritiene che gli alcoolisti rappresentino il 2% dell’intera popolazione ultrasessantenne. In alcune zone del nostro paese, specialmente quelle più fredde, questa percentuale è molto più elevata; infatti l’alcool è parte integrante del costume e della cultura di certe popolazioni. Perché l’anziano beve? L’alcool è un modo per affrontare la solitudine, l’abbandono, la mancanza di interessi e di lavoro? è un mezzo per vincere la depressione? è una conseguenza delle difficoltà di chi si scontra con modelli di vita in rapida trasformazione? L’abuso di alcolici pone gravi problemi per la salute della persona anziana. L’alcoolismo provoca infatti un’accelerazione dell’invecchiamento e produce alterazioni della funzione del cervello che riducono, a lungo andare, la memoria, la capacità di pensare e di programmare. L’alcool esercita un effetto tossico anche sull’apparato gastrointestinale, sul fegato, sulle arterie e sul cuore. Anche prescindendo dai rilevanti effetti diretti sui diversi apparati, le condizioni di vita dell’alcoolista anziano sono particolarmente difficili per quanto riguarda la possibilità di mantenere un relativo stato di salute. Infatti, l’isolamento sociale, la mancanza di cura della persona, la malnutrizione, il rischio di cadute e d’incidenti, accelerano la perdita dell’equilibrio-salute che caratterizza la persona anziana e inducono a condizioni che facilmente portano ad uno stato di malattia, le cui cause immediate possono talvolta essere di origine diversa. Anche l’anziano istituzionalizzato (case di riposo, strutture protette, ecc.) - verso il quale spesso si adotta un errato criterio permissivo - è fortemente danneggiato dall’abuso di alcolici perché perde ogni residua capacità vitale e quindi di inserimento attivo e di partecipazione all’ambiente. D’altra parte, però, deve essere ricordato che piccole dosi di alcool possono avere effetti positivi, poiché prevengono la comparsa di malattie cardiovascolari (infatti aumenterebbero il cosiddetto "colesterolo buono") e perché diminuirebbero l’ansia cui molti anziani vanno incontro per le loro stesse condizioni di vita. è molto interessante a questo proposito uno studio condotto in Francia, nella regione del Bordeaux, che dimostra gli innumerevoli effetti benefici dell’assunzione moderate quantità di alcool. Renzo Rozzini Gruppo di Ricerca Geriatrica (*) Nota: è un grave errore usare come criterio diagnostico la presenza di una sindrome d’astinenza, sia nell’anziano che nel giovane. La maggior parte delle persone che presentano problemi correlati all’alcol non ha dipendenza fisica, e quindi non va incontro a crisi di astinenza. Molte persone muoiono di alcol prima di avere una sindrome di astinenza. |
Oltre all’alcolismo avanza il tarlo delle scommesse Il quadro delle dipendenze nell’ambito dell’Ulss 18 di Rovigo. |
SOSTANZE STUPEFACENTI In aumento il numero delle dipendenze da cocaina (dal 5,3 all’8,1 per cento), da cannabinoidi (dal 9,9 al 13,8) e da ecstasy (dallo 0,5 al 2,2); in diminuzione l’eroina, che rimane di gran lunga la più alta causa di dipendenza (dall’82,4 al 74,3). TOSSICODIPENDENTI Sono 370 i tossicodipendenti polesani seguiti dal Sert nel 2004. ETà MEDIA L’età media dei tossicodipendenti si sta alzando: il 51,3 per cento dei pazienti seguiti ha più di 35 anni. ADOLESCENTI è di 13 anni l’età in cui avvengono attualmente i primi contatti con il mondo della droga. ALCOLISTI Corrisponde a 940 il numero di persone con problemi alcolcorrelati (730 nel 2003) (*) NUOVE TENDENZE Si affaccia anche in Polesine il gambling, ossia la dipendenza da gioco d’azzardo e scommesse. (*) Nota: le persone con problemi correlati all’uso di alcolici sono molto più numerose che quelle che usano droghe illegali. La quasi totalità dei Sert tuttavia ha in carico meno alcolisti che tossicodipendenti. Il Sert di Rovigo in questo senso è un esempio di efficienza. |
Droga, il primo contatto con l’hashish a 13 anni Progressivo abbassamento dell’età dei ragazzi che usano stupefacenti. La cocaina è il fenomeno più preoccupante |
Droga nelle scuole? Che il fenomeno esistesse lo si sospettava da tempo, quello che non si pensava è che gli studenti acquistassero le sostanze stupefacenti alla fermata dell’autobus poco prima di entrare in classe come accaduto qualche mese fa. I controlli e i sequestri effettuati dai carabinieri durante il primo quadrimestre dell’anno scolastico hanno messo in evidenza questa faccia oscura del problema droga in Polesine. A dare una fotografia completa del fenomeno è Giovanni Caniato, primario del servizio tossicologie dell’Ulss 18. Qual è la situazione droga a Rovigo negli ultimi anni?"Ultimamente il fenomeno più preoccupante sembra essere quello della cocaina: sempre più pazienti negli anni sono risultati positivi a questa sostanza con un trend in continua crescita. Anche il consumo di eroina dopo un periodo di declino sembra essersi riaffacciato sulla piazza polesana, mentre i cannabinoidi e l’ecstasy sembrano essersi stabilizzati". Ci sono anche altri nuovi tipi di dipendenza?"Stiamo assistendo all’aumento dei fenomeni di gambling, ovvero di mania compulsiva di scommettere e di giocare d’azzardo. I pazienti in genere arrivano da noi per altre dipendenze e confessano ai nostri medici di avere anche questo tipo di problema". La sostanza più diffusa? "Non dimentichiamo che in Polesine le tossicodipendenze più frequenti sono quelle legate all’alcolismo, fenomeno del quale non si parla molto perché considerato tradizionale o meno grave. Da noi si svolgono anche i corsi di recupero patente per gli automobilisti che siano risultati positivi al controllo dell’etilometro. In seguito ai corsi, tenuti dai nostri medici e dal personale della Polizia stradale grazie alla collaborazione del comandante Bruno Zito, scopriamo che un automobilista su dieci presenta dipendenza dall’alcol in fase già avanzata". Altri fenomeni sui quali vi state concentrando?"Un grosso problema è quello della tossicodipendenza carceraria. Un detenuto ogni quattro sta scontando la pena per reati legati a dipendenza da droga o alcol. Da qualche anno stiamo portando avanti progetti ad hoc finanziati dalla Regione". A che età si inizia a drogarsi?"Gli ultimi studi ci dicono che i ragazzi hanno contatti con il mondo della droga già a partire dai 13-14 anni: l’età si continua ad abbassare e stiamo pensando di iniziare a fare prevenzione già a partire dalle scuole elementari". Quali sono le sostanze più diffuse di primo contatto?"Sicuramente quelle meno costose: alcol, ecstasy o cannabinoidi, hashish o marijuana. Il 25 per cento dei consumatori di cannabinoidi, poi, passa all’uso di droghe pesanti. Fra i nostri assistiti ci sono anche tossicodipendenti cronici che provvediamo a mandare in apposite comunità di cura". Dove state concentrando la vostra attività di prevenzione? "Stiamo cercando di recuperare i ragazzi della cosiddetta area grigia. Si tratta di quel gruppo di adolescenti che iniziano a fumare qualche spinello, si assentano a scuola e prendono brutti voti, con gli amici tengono comportamenti non sempre corretti. Il problema è che spesso anche i genitori sottovalutano il problema. Per questo stiamo cercando di organizzare appositi consultori sulle problematiche giovanili". Nicola Zanella |
CORRIERE ADRIATICO Luciano Patrignani inferocito: hanno abbattuto le transenne e hanno pressochè distrutto la piscina"Stavolta la pagano" |
pesaro - Sfasciano la piscina e radono al suolo le transenne: scatenati più che mai, sabato notte, i vandali hanno preso di mira gli stabilimenti balneari di Baia Flaminia causando danni per alcune migliaia di euro. Anche a gennaio, dunque, i teppisti da spiaggia non stanno con le mani in mano, quasi volessero anticipare di qualche mese le loro "bravate" estive già in programma. ANTONELLA MARCHIONNI |
IL MESSAGGERO (Ancona) Piazza Pertini: spuntano le "divise" Ubriachi e balordi protestano con i fischi |
Dalle 21 di sabato fino a quasi all’alba di ieri i carabinieri del Norm hanno effettuato una capillare azione di controllo sul territorio, incentrata tra piazza Pertini e piazza Cavour. Azione la cui necessità era stata messa più volte in evidenza dai commercianti del centro e dai residenti della zona, espasperati dal ripetersi di atti vandalici e di micro-criminalità. Settanta le persone passate al setaccio, più due stranieri trovati in regola, ventinove i veicoli controllati. Otto le contravvenzioni emesse in relazione alle leggi speciali, dieci per violazione del codice della strada. Quindici i carabinieri impiegati per lo svolgimento dell’operazione, che ha incluso anche la verifica di due locali del centro, tra cui il Donegal. Questo, in cifre, il bilancio dell’attività. In piazza Pertini non mancavano naturalmente i soliti habituè: giovani sotto l’effetto dell’alcol che, all’arrivo dei carabinieri, hanno mostrato reazioni diverse. Due se la sono data a gambe levate. Gli altri hanno comunque mostrato di non gradire la presenza dei militari, con urla e fischi. |
IL MATTINO Comitato a San Pasquale "Chiediamo attenzione" |
Numerosi condomini di piazza San Pasquale, riunitisi in comitato, hanno scritto al presidente della circoscrizione Chiaia, Fabio Chiosi. "La preghiamo di sostenere ancora le nostre richieste e denunce relative allo schiamazzo notturno, all’inquinamento elettroacustico e alla sosta selvaggia di auto e moto" è scritto nella nota. Che riprende: "Non è formativo, né educativo per i giovani bere alcolici creando confusione e disordine in un luogo pubblico senza tener rispetto di altri cittadini che lavorano e la notte hanno bisogno di riposo". |
AFFARI ITALIANI ONLINE Foggia/ La fanno bere e poi la violentano. In manette tre minorenni LunedÌ 09.01.2006 |
L’hanno portata in un monolocale. Le hanno fatto bere alcol e poi l’hanno violentata. L’ennesimo caso di violenza sessuale è accaduto a San Severo, in provincia di Foggia. Una ragazza di 18 anni è stata stuprata da tre minorenni tra i quali ci sarebbe anche il suo ex fidanzato. I tre, di età compresa tra i 16 e i 17 anni, sono stati arrestati dalla polizia a San Severo (Foggia) con l’accusa di violenza sessuale e sequestro di persona. Due dei tre giovanissimi sono conosciuti dalle forze dell’ordine per precedenti penali per reati contro il patrimonio. Secondo quanto accertato dalla polizia, i tre avrebbero portato con l’inganno la ragazza in una piccola casa. E, dopo averle fatto bere del rhum, due di loro l’avrebbero violentata. L’ episodio si è verificato durante la festività dell’Epifania. Il giorno successivo la giovane non si è persa d’animo e ha denunciato tutto a una poliziotta. |
IL GAZZETTINO (Pordenone) Ubriachi fradici, prima si sono messi a litigare tra loro, ... |
Ubriachi fradici, prima si sono messi a litigare tra loro, poi hanno picchiato una guardia carceraria che cercava di calmarli, e, non soddisfatti, hanno anche rotto il parabrezza dell’auto dell’agente. Al termine di questa folle serata due ragazzi romeni sono stati fermati e portati prima nella caserma dei carabinieri di Casarsa, poi in carcere a Pordenone. è accaduto sabato sera, intorno alle 10.30, a San Giovanni di Casarsa. I due romeni, il ventitreenne T.I. e il diciottenne V.D.R. - domiciliati a Casarsa ma residenti uno a Udine e l’altro a Roma - erano palesemente alticci e stavano litigando all’interno di un locale pubblico, il bar Pittana, in via Villa. Una guardia carceraria è intervenuta perchè disturbavano i clienti del bar con i loro schiamazzi. La discussione si è così spostata all’esterno dell’esercizio pubblico e la coppia di stranieri, quando l’agente si è qualificato, invece di calmarsi, hanno cominciato a schiaffeggiare e a malmenare l’uomo. Ma le botte non sono bastate. Per far capire quanto poco gradissero l’intervento della guardia carceraria e far vedere quanto fossero arrabbiati i due ragazzi romeni hanno divelto un cestino per i rifiuti, in ferro, che si trovava fuori dal locale e lo hanno gettato con violenza sul parabrezza della macchina, un fuoristrada Rexton, rompendolo. Nel frattempo i gestori del locale avevano chiamato i carabinieri che poco dopo sono arrivati sul posto con un equipaggio del Radiomobile di Pordenone e uno di Casarsa. I carabinieri hanno bloccato i due giovani ubriachi, li hanno caricati sull’auto e portati prima in caserma, a Casarsa, dove hanno avuto gli ultimi sprazzi d’ira: hanno rotto a calci la vetrata della porta d’ingresso. Ora si trovano in carcere a Pordenone. Dovranno rispondere di oltraggio, resistenza, violenza, minacce e danneggiamenti. E, rimanendo in tema, sono stati affidati allo Ial i due minorenni romeni che sabato sera sono stati fermati da una pattuglia della Squadra Volante della questura di Pordenone perchè, ubriachi, disturbavano la gente in viale Cavallotti, a Pordenone. I due frequentano l’istituto alberghiero. Su.Sal. |
IL SECOLO XIX IN VIA GAGGERO Dianese ubriaco centra vetture parcheggiate IL PICCOLO DI TRIESTE controlli con l’etilometro su chi guida: a pagare sono stati i locali pubblici LA NAZIONE Alla guida drogati e ubriachi: due denunce della Polstrada PISA - Per chi ha avuto problemi con la droga, con l’alcol o altro ancora, reinserirsi nel... GAZZETTA DI REGGIO |