'NDRANGHETA
Arrestato il boss Sebastiano Pelle
era da solo nel porto di Reggio Calabria
REGGIO CALABRIA - E' stato arrestato a Reggio Calabria Sebastiano Pelle, capo dell'omonima cosca di San Luca, ricercato dal 1995 con l'accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Cinquantasette anni, inserito nel programma speciale di ricerca latitanti di massima pericolosità del ministero dell'Interno, secondo gli inquirenti è lo stratega del suo gruppo criminale per quanto riguarda i grandi movimenti di droga e i collegamenti con i narcotrafficanti di mezzo mondo. Attività che portano introiti per decine di milioni di euro.
Sebastiano Pelle è stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros nel porto della città sullo Stretto. Era solo, non era armato e non ha opposto resistenza. "Non è molto cambiato nei tratti somatici - ha detto il procuratore capo Giuseppe Pignatone - e l'importanza della sua cattura sottolinea la capacità e la volontà dello Stato di garantire la sicurezza dei territori e di rendere effettive le sentenze emesse che non devono restare solo sulla carta".
Cosa ci facesse un boss di quel calibro da solo nel porto di Reggio, senza la protezione di qualcuno degli affiliati alla sua cosca, gli inquirenti per il momento non l'hanno spiegato. L'ipotesi è che avesse appuntamento con qualcuno o fosse in attesa di qualcosa. Da tempo l'attenzione degli investigatori si era concentrata su Reggio
Calabria, dove si erano registrate soste ricorrenti nei pressi della zona portuale, che era stata messa sotto osservazione.
Per il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, delegato delle indagini sulla fascia ionica reggina, "la cattura di Sebastiano Pelle è indicativa del fatto che il personaggio ricopra ruoli di primissimo piano organizzativo nella 'ndrangheta e nella cosca d'origine. Non poteva non essere che nella provincia di Reggio - ha aggiunto Gratteri - anche se in questi anni le cosche di San Luca hanno subito durissimi colpo dallo Stato e sottoposte a costanti controlli di polizia".
Pelle è stato condotto negli uffici del comando provinciale dei carabinieri, dove gli sono state sono stati notificate le diverse ordinanze di custodia cautelare e le condanne che già gli sono state comminate: deve scontare 14 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti.
L'arresto di Pelle corona un'attività investigativa iniziata nel 2009. Una traccia che i militari, con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria, diretta da Giuseppe Pignatone, hanno rilevato e seguito fino alla cattura del latitante, tra l'altro costituendo uno specifico gruppo di lavoro. Un traguardo che rappresenta una tappa significativa nella lotta alla 'ndrangheta, come ha rilevato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sottolineando come l'arresto di Sebastiano Pelle rappresenti "un altro duro colpo alla criminalità organizzata".
Smantellata organizzazione narcotrafficanti. Sempre oggi è stata condotta un'operazione antidroga in diverse regioni italiane contro un'organizzazione criminale riconducibile alla 'ndrangheta calabrese responsabile dell'importazione di ingenti carichi di cocaina dai cartelli dei narcos colombiani in Sudamerica. Trenta persone sono state arrestate e sono state condotte perquisizioni e sequestri in Calabria, Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Puglia e Lazio.
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Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal gip del tribunale di Roma per associazione per delinquere e traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Il gruppo criminale introduceva la droga in Italia occultandola in container con merce legale, trasportati dal Sudamerica da navi mercantili per conto di ditte di import-export costituite 'ad hoc'. Nei porti di Gioia Tauro e Livorno sono stato sequestrati 2.200 chili di cocaina, altri 400 erano stati sequestrati dalla polizia colombiana a Bogotà.
Arresti in Calabria per usura aggravata, tassi fino al 1500%. In Calabria, la guardia di finanza e i carabinieri di Vibo Valentia hanno sgominato un'associazione a delinquere finalizzata all'usura aggravata, all'abusiva intermediazione finanziaria e all'estorsione ai danni di tre imprenditori. Dieci presunti usurai sono stati arrestati: applicavano tassi di interesse fino al 1500 per cento e si facevano ripagare i prestiti con auto di lusso. L'operazione è stata chiamata Business Cars perché uno degli imprenditori, vittima dell'usura, titolare di un autosalone, sarebbe stato costretto a pagare i suoi debiti, quando non era in grado di farlo in contanti, con auto di lusso che gli usurai, dopo averle utilizzate per un periodo, vendevano poi a commercianti di automobili compiacenti.
da repubblica.it