Subito
i dati del "dopo 7 aprile", giornata dedicata dall’Organizzazione
mondiale della sanità alla sicurezza stradale: 12 morti anziché
18 registrati nel giorno medio, vale a dire il 30 per cento di vittime
in meno. Nei 21 Comuni monitorati dall’Aci (organizzatore della
campagna "7 aprile: né morti né feriti sulle strade,
io ci provo") sono stati registrati 212 incidenti, 2 morti e 239
feriti. L’Aci rileva che se gli italiani si comportassero ogni
giorno come il 7 aprile, si registrerebbero nell’anno l’11
per cento in meno di incidenti per il 22 per cento in meno di morti.
Dunque, essere prudenti e diminuire la velocità paga in termini
di vite umane risparmiate. Per questo l’insistenza del ministro
Lunardi sui 150 all’ora è in completa controtendenza rispetto
ai risultati raggiunti. Anche perché correre in autostrada come
se si fosse in pista (ricordiamo che il nuovo limite consentirà
di viaggiare fino a 200 km/h senza sanzioni di rilievo e fino a 201
km/h senza ritiro della patente) non serve a niente.
Lo dimostra Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, l’Associazione
sostenitori amici della Polizia Stradale: "Prendiamo un percorso
tipo delle vacanze: Milano-Rimini, con il tratto iniziale della A1 e
quello successivo della A14, totale 340 km circa. Bene: i tratti interessati
dal nuovo limite voluto da Lunari saranno due: Modena Nord-Modena Sud
di km 13,100 sulla A1 e Faenza-Forlì sulla A14, km 17,200. Calcolando
di percorrere i due tratti a 150 all’ora anziché a
130, si guadagneranno 48 secondi nel primo percorso e 62 secondi nel
secondo. Ma per quel minuto e 50 secondi risparmiati in tutto, aumenterà
molto il rischio di perdere la vita. Chiunque sia dotato di buon senso,
dovrebbe domandarsi se ne vale la pena".
Pino Pignatta