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Minori e accattonaggio: matassa di norme
La giurisprudenza della Cassazione

di Ugo Terracciano

C’è chi, mosso da un senso di solidale benevolenza, allunga la moneta al bambinetto che chiede l’elemosina; c’è invece chi, ritenendo inaccettabile la condizione di quei fanciulli, chiama la polizia per un improbabile riaffidamento ai genitori. Accertato che il ragazzino mendica, nella maggior parte dei casi si appura anche che il genitore – quasi sempre nomade – oltre a saperlo perfettamente, ci lucra sopra senza alcuna remora. Però, la cosa più difficoltosa, per la polizia, è districarsi in una rete di norme che, come dire, “a fisarmonica”, si espandono dall’impiego dei minori nell’accattonaggio (dal 2009 non più semplice contravvenzione, ma delitto), fino al riprovevole maltrattamento in famiglia, per giungere alla disumana riduzione in schiavitù. Una scala su cui, la denuncia degli agenti alla magistratura, deve individuare l’accordo che meglio armonizzi il fatto con la sua giusta rilevanza penale.

 

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da Il Centauro n. 152

 

 


 

Venerdì, 16 Dicembre 2011
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