La sazietà pericolosa
come l'ubriachezza
Mai alla guida dopo un pasto luculliano: a dirlo è uno studio della Loughborough University inglese, secondo cui un pasto abbondante ci rende incapaci di concentrarci alla guida tanto quanto un litro di vino.
di Sara Ficocella
Come dice la canzone: sarà capitato anche a voi... non di avere una musica in testa ma di essere reduci da un pranzo luculliano, specialmente in periodo di feste. E magari anche di mettervi subito dopo a guidare, nonostante l'inevitabile senso di sonnolenza. Niente di più sbagliato. Non solo perché è buona norma, per facilitare la digestione, fare due passi dopo mangiato, ma anche perché inforcare la strada dopo un pasto abbondante è pericolosissimo. Per l'incolumità nostra e dei malcapitati che incontriamo lungo il tragitto.
A dirlo è uno studio della Loughborough University inglese, secondo cui un pasto abbondante ci rende incapaci di concentrarci alla guida tanto quanto un litro di vino. In altre parole, guidare a stomaco troppo pieno è come farlo da ubriachi, con tutti gli effetti collaterali del caso. I pasti più a rischio sono quelli meno semplici da digerire, con molti zuccheri e grassi, e la pericolosità sussiste anche per gli astemi.
E' la prima volta che la scienza affronta il problema della sicurezza su strada concentrandosi sull'abbondanza e la qualità dell'alimentazione. Finora le ricerche sul rapporto tra tavola e volante si erano concentrate sugli effetti dell'alcol, spesso consumato prima di entrare in macchina (dai giovani all'uscita di un locale e dagli adulti, che in Italia amano pasteggiare col vino).
Per giungere a queste conclusioni gli studiosi inglesi, coordinati dalla ricercatrice Louise Reyner, hanno analizzato il comportamento al volante di 20 uomini al di sotto dei 30 anni, costretti a mettersi alla guida (con un simulatore, onde evitare incidenti!) dopo aver consumato una porzione di lasagne e un dessert allo yogurt. Ad alcuni il menu è stato servito in versione "light", per un ammontare totale di 305 calorie, mentre ad altri sono state propinate portate normali, per un totale di 922 calorie.
Entrati nel simulatore, i volontari satolli hanno guidato per circa due ore lungo un percorso semplice ma caratterizzato da curve frequenti. Fin dalle prima gli studiosi hanno notato che i ragazzi che avevano consumato il pasto più pesante erano meno precisi e spesso oltrepassavano le linee di demarcazione stradali. Le differenze maggiori nel livello di attenzione sono emerse in modo evidente dopo la prima mezz'ora di guida, quando i volontari più "appesantiti" hanno iniziato a dar segni di sonnolenza. Malgrado tutto, però, nessuno di loro nel corso dell'esperimento si è reso conto di guidare male o di non avere la prontezza di riflessi abituale, convinto che il fatto di essere sobrio garantisse dal commettere eventuali errori.
"Per il nostro studio abbiamo scelto cibi che spesso le persone consumano a pranzo - spiega la Reyner - e che si trovano facilmente anche precotti, quindi perfetti per lo stile di vita mordi-e-fuggi dei giovani lavoratori moderni. Dai risultati è emerso chiaramente che un pasto pesante porta a un forte senso di sonnolenza e peggiora gravemente la qualità della guida".
Ciò accade, spiega la scienziata, perché cibi ad alto contenuto di grassi stimolano la produzione di colecistochinina-pancreozimina, ormone responsabile del senso di sazietà che provoca fiacchezza. "Inoltre - continua la Reyner - un pasto abbondante esaspera gli effetti negativi di una notte insonne: spesso capita che i giovani dormano poco, alcuni dei nostri volontari avevano riposato appena cinque ore la notte precedente l'esperimento e questa è una condizione diffusa al giorno d'oggi. Potenziare il senso di stanchezza con un'alimentazione sbagliata è dannosissimo. Per non parlare di come peggiorano le cose aggiungendo un bicchiere di vino o una birra".
Conclusioni che è bene tenere in considerazione soprattutto alla luce del rapporto viscerale degli italiani col cibo, piacere a cui non rinunciano neppure quando si tratta di intraprendere un lungo viaggio in auto. Secondo un sondaggio del Centro Studi e Documentazione Direct Line, assicurazione auto online, il 57% degli abitanti del Belpaese durante un viaggio in macchina non rinuncia assolutamente ai piaceri della tavola e per mangiare si ferma nelle aree di servizio, mentre il 27% (nel 32% dei casi ragazzi under 25) si porta il cibo da casa, consumandolo nelle aree di sosta.
Alcuni preferiscono la tavola apparecchiata e l'11% esce dal traffico autostradale e si dirige verso un ristorante locale (nel 13% dei casi gli over 45). Ci sono poi gli "rriducibili del volante" (3%) che non lasciano mai il posto di guida e, pur di arrivare in tempo a destinazione, si fanno imboccare dalla persona seduta accanto. Tra le varie possibilità è questa una delle più pericolose, perché riduce la visibilità della strada e disturba la concentrazione. La cosa migliore sarebbe consumare uno snack leggero e aspettare di arrivare per rifocillarsi a dovere. Ma purtroppo, stando ai risultati del sondaggio, l'opzione più saggia viene scelta in media solo dal 9% dei guidatori.
Fonte: www.larepubblica.it