Rovigo
Cercano il pirata, trovano l'omicida
Un muratore marocchino, residente fino al 2009 a Zimella, è stato ucciso da un connazionale al culmine di una lite in una casa di Pincara. La Stradale era sulle tracce di un uomo fuggito dopo un incidente senza dare soccorso. L'ha trovato sotto casa mentre caricava in auto il corpo dell'amico ucciso a San Silvestro
di Alessandra Vaccari
CA’ BERNARDA 04.01.2012 - Cercano un pirata della strada, trovano un assassino. Tutto avrebbero ipotizzato gli agenti della polizia stradale di Legnago, recandosi a Ca' Bernarda, vicino a Pincara, in provincia di Rovigo, per rintracciare un pirata della strada, tranne forse di scovare l'assassino di un connazionale, che stava caricando su un'auto il corpo della sua vittima per portarlo lontano e cancellare ogni traccia. Ore 3 di ieri notte. Gli agenti arrivano a casa di Mohammed El Gharbi, marocchino di Zenata, 37 anni, operaio regolare. Lo cercano dalla vigilia di Natale quando sulla Transpolesana, nel comune di Villa Bartolomea, a seguito di un incidente stradale, una pattuglia trova sull'asfalto la targa di un'auto che, dopo le verifiche, risulta intestata a El Gharbi. Nell'incidente, con feriti non gravi, un'auto di colore rosso era poi fuggita, perdendo però la targa. Gli agenti si presentano più volte a casa dell'immigrato, ma non trovano nessuno. Così scelgono l'orario «impossibile» delle tre di notte. Ma quando la pattuglia arriva davanti all'abitazione, una vecchia villetta a schiera, trova vicino a casa l'uomo intento a caricare qualcosa sul sedile posteriore dell'auto. Gli agenti si avvicinano e vedono il corpo di un uomo, che non sospettano essere morto: ci sono stati i festeggiamenti di Capodanno, potrebbe trattarsi di un ubriaco. Ma è un'ipotesi che svanisce immediatamente: quello è un cadavere. È il cadavere di Saleh El Abtahy, 36 anni, marocchino di El Kelaa, residente fino al 2008 a Zimella, ucciso probabilmente con una mazzetta da muratore, anche se su quella Peugeot 205 di colore rosso, la polizia trova anche un'ascia.
Quasi a volersi liberare dall'orrore, El Gharbi racconta che all'ultimo dell'anno è stato a una festa con l'amico e che quando sono rientrati a casa hanno avuto una violentissima discussione per una questione di soldi. A un tratto, in preda alla rabbia, avrebbe preso la mazzetta da muratore che utilizza per lavoro, colpendo più volte l'amico alla testa fino ad ucciderlo. Poi, non sapendo come sbarazzarsi del corpo, avrebbe aspettato fino all'altra notte quando ha deciso di caricarlo in auto e di portarlo lontano, probabilmente in un luogo isolato dove aveva intyenzione di dare fuoco al cadavere, visto che sulla Peugeot la polizia ha trovato una tanica di benzina. La polizia stradale veronese ha dunque allertato i colleghi della questura di Rovigo competenti per territorio. Squadra mobile e scientifica rodigina stanno seguendo le indagini per verificare che la versione del marocchino sia quella reale e che non siano coinvolte nell'omicidio altre persone. Nel frattempo il marocchino, reo confesso, è stato sottoposto a fermo di polizia per omicidio volontario. Dovrà rispondere anche di omissione di soccorso, fuga dopo l'incidente alla vigilia di Natale e di possesso di droga, dato che nella sua auto la polizia ha trovato anche una bustina di stupefacente. Le indagini proseguiranno nei prossimi giorni. Il racconto del fermato deve combaciare con tutti i rilievi effettuati dalla scientifica della questura rodigina.
Fonte della notizia: larena.it