La Scatola nera diventa più chiara con le spiegazioni di Siegfried Sthor
Per definire le possibilità che offre la scatola nera iniziamo col vedere quali dati l'auto acquisisce e quali rende disponibili a tutti attraverso la presa Obd ("on board dignostic" di solito posizionata in basso lato guidatore). Una norma europea del 2001 (euro3) impone alle case automobilistiche di rendere accessibili tutta una serie di dati per la diagnostica del motore. Questa normativa ha il preciso obiettivo di ridurre le emissioni allo scarico attraverso una rapida diagnosi dei malfunzionamenti del motore.
Collegandosi quindi alla presa Odb, su qualunque modello di auto, questi dati sono visibili e scaricabili: sono parametri quali emissioni, temperatura acqua ecc. ma anche giri motore, marcia inserita e velocità. Quest'ultimo parametro è ovviamente di grande interesse.
Questi dati viaggiano su una rete che può essere del tipo K (un po' obsoleta) o del tipo Can.
Il dato della velocità preso dalla rete Can è affidabile, un po' meno quello della rete K che, in certi casi, lo rileva con una frequenza di una volta al secondo.
Gli altri dati presenti nella rete non sono accessibili a tutti ma solo a chi dispone di un apposito programma rilasciato dalla casa. Quindi viaggiano sulla rete dati relativi a decelerazione, velocità delle singole ruote, pressione sul pedale del freno, accelerazione trasversale, angolo di sterzo ecc.: tutti dati interessanti ma che una scatola nera applicata in post montaggio non vede.
La soluzione ideale sarebbe quella di rendere obbligatoria la scatola nera su tutte le auto come avviene su veicoli più importanti. Sarebbe così molto facile definire responsabilità in caso di incidente risparmiando molto su perizie, cause, pagamenti ai danneggiati che arrivano dopo un lungo contenzioso e frodi alle assicurazioni, specie per i colpi di frusta.
Ma così non è.
La scatola nera applicata in post montaggio quindi, rileva dalla presa Obd solo pochi dati utili in caso di sinistro. Ecco perché deve essere dotata di un accelerometro su due o tre assi ed eventualmente di un localizzatore satellitare Gps.
L'accelerometro registra le decelerazioni prima e durante un impatto e quelle successive e residue dopo l'impatto stesso permettendo, insieme al dato della velocità, di ricostruire le forze in gioco al momento del sinistro e dell'impatto con un altro veicolo.
Un piccolo programma infatti (buffer) sorveglia l'acquisizione dei dati e li registra continuamente: in caso di picco anomalo (es. brusca decelerazione) li congela sulla registrazione fissando quindi, oltre al momento dell'urto, i momenti precedenti e quelli successivi.
Il Gps ha una utilità limitata data la sua scarsa precisione che dipende dalla configurazione istantanea dei satelliti e quindi può variare da 20 cm a 20 metri tanto che i normali navigatori satellitari hanno un programmino che riallinea l'auto alla strada anche se il segnale la indica fuori strada. Il suo utilizzo quindi non può servire a posizionare esattamente il veicolo sulla carreggiata ma almeno ci può indicare da dove proveniva e questo, in certi sinistri dove entrambe le auto finiscono fuoristrada, ha una certa utilità.
Il montaggio della scatola nera sull'auto presenta anche il rischio che i suoi dati vengano contestati in caso di montaggio non eseguito da specialisti o a regola d'arte.
Il solo dato della velocità, comunque difficilmente contestabile, aprirebbe la porta con chiarezza sulla condotta del conducente e sulla sua compatibilità coi limiti in vigore e con le norme che impongono prudenza, ad esempio rallentando in prossimità di un incrocio.
Probabilmente emergerebbero tanti concorsi di colpa perché se è vero che tizio non ha dato la precedenza, è altrettanto vero che Caio arrivava troppo veloce.
Di fatto, fatte tutte le premesse del caso, sarebbe un ottimo deterrente rispetto a tanti comportamenti non virtuosi.
Penso che susciterà l'interesse di molte aziende, privacy permettendo (più che altro per ostilità preconcette o per mala coscienza di chi non vuole essere controllato); e potrebbe essere un utile strumento anche per il controllo delle flotte dei corpi di Polizia.
Siegfried Stohr