Violazioni codice della strada: sull'opposizione decide sempre il giudice di pace
Contro le sanzioni amministrative dipendenti da violazioni del codice della strada è competente il giudice indicato dalla legge come competente per materia e per valore, e pertanto, per quanto attiene alla contestazione di un provvedimento sanzionatorio, il giudice indicato come competente dalla l. 689/1981, all'art. 22, è il giudice di pace, avendo il legislatore inteso fissare in capo ad esso una competenza funzionale, esclusiva e generale, in materia di violazioni al codice della strada.
La sesta sezione civile della Corte di Cassazione, con l'ordinanza 13 ottobre 2011, n. 21194 ribadisce un principio più volte affermato e cristallinamente deducibile dalle disposizioni di legge applicabili al caso concreto portato all'attenzione della Corte.
Tutto parte dall'opposizione ex art. 615 c.p.c. proposta, innanzi all'ufficio del Giudice di Pace, da una società avverso il preavviso di fermo amministrativo relativo ad alcuni veicoli di sua proprietà, notificatogli per non aver provveduto al pagamento di alcune somme a titolo di sanzioni amministrative per violazioni del C.d.s.
Il Giudice di Pace adito, tuttavia, dichiarava la propria incompetenza in quanto “l'importo del provvedimento opposto esulava dalla competenza del suo ufficio”, rimettendo le parti innanzi al Tribunale territorialmente competente, il quale, a sua volta, sollevava regolamento di competenza d'ufficio, ritenendo che competente a conoscere della controversia fosse, per materia, il Giudice di Pace. In particolare, il Giudice di merito rimesso osservava che “in tema di sanzioni amministrative, il combinato disposto dell'art. 205 d.lgs. 285/1992 e dell'art. 22-bis l.689/1981 attribuisce, in via generale, al Giudice di Pace la competenza per materia a provvedere sulle opposizioni avverso gli atti di contestazione o di notificazione di violazioni del codice della strada, senza alcun limite di valore, a nulla rilevando che non sia riportato l'inciso “qualunque ne sia il valore”, atteso che l'assegnazione della competenza per materia deriva dalla natura del rapporto giuridico dedotto in giudizio”.
Argomentazioni ritenute fondate dal Giudice Supremo, il quale ha altresì evidenziato come non rilevi, al riguardo, il fatto che la somma dei titoli azionati per le singole contestazioni d'infrazione e di irrogazioni di sanzione superi la competenza per valore del Giudice di Pace per le cause ordinarie, dato che l'attribuzione della competenza per materia al detto giudice in relazione alla natura della controversia comporta , ex art. 22-bis, L. 689/1981, un innalzamento della competenza per valore (Euro 15.493,00), ma soprattutto che la competenza per materia resterebbe comunque insensibile ad un eventuale cumulo delle domande, determinando ciò, ex art. 10, II c.p.c., unicamente una deroga alla competenza per valore e non a quella per materia.
Ritenute errate, dunque, le motivazioni del primo giudice adito poste a suffragio della sua dichiarazione di incompetenza, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso e fissato la competenza del Giudice di Pace territorialmente competente a decidere, innanzi al quale era stata correttamente proposta l'opposizione.
(Nota di Maria Spataro)
SUPREMA CORTE DI CASSAZION
SEZIONE VI CIVILE
Ordinanza 13 ottobre 2011, n. 21194
Svolgimento del processo - Motivi della decisione
1. - Il Giudice di Pace di Roma, con la sentenza n. 2029/09 del 31.3.08, dichiarava la propria incompetenza per valore a conoscere l'opposizione ex art. 615 c.p.c., proposta dalla Termoitalia snc, di C. R. e C. avverso il preavviso di fermo amministrativo relativo a tre autoveicoli di sua proprietà, notificato dalla Equitalia Gerit spa in data 13.7.07, non avendo la ricorrente provveduto a corrispondere l'importo complessivo di Euro 3.857,15, a titolo di sanzioni amministrative per violazioni del C.d.S.
Rilevava il Giudice di Pace che l'importo del provvedimento opposto esulava dalla competenza del suo Ufficio e, per l'effetto, rimetteva le parti dinanzi al competente Tribunale di Roma.
2. - Riassunta la causa avanti al Tribunale di Roma, il giudice designato sollevava regolamento di competenza d'ufficio, ritenendo che "la competenza a conoscere della presente controversia appartenga, per materia, al Giudice di Pace in applicazione di quanto disposto dall'art. 204 bis C.d.S., comma 1, il quale prevede che, avverso l'ordinanza ingiunzione di pagamento di una sanzione per violazione delle norme sulla circolazione stradale, il ricorso si propone dinanzi al Giudice di Pace territorialmente competente".
Rileva ancora il Tribunale che il proposto regolamento è ammissibile "anche quando il primo giudice si sia dichiarato incompetente per valore, ove il secondo giudice ritenga che la competenza spetti all'altro ratione materiae, in quanto la dichiarazione d'incompetenza per valore presuppone necessariamente l'esclusione della competenza per materia. Osserva poi il Tribunale che, come già affermato da questa Corte, con ordinanza n. 15694 del 27.7.2005 (sez. 2) emessa in sede di regolamento di competenza, in tema di sanzioni amministrative, il combinato disposto del D.Lgs. n. 285 del 1992, art. 205, comma 3 e della L. n. 689 del 1981, art. 22 bis, attribuisce, in via generale, al Giudice di Pace la competenza per materia a provvedere sulle opposizioni avverso gli atti di contestazione o di notificazione di violazioni del codice della strada, senza alcun limite di valore, a nulla rilevando che non sia riportato l'inciso qualunque ne sia il valore, presente invece (per motivi di tecnica normativa) nell'art. 7 c.p.c., comma 2, atteso che l'assegnazione alla competenza per materia deriva dalla natura del rapporto giuridico dedotto in giudizio".
Conclude il Tribunale osservando che vertendo la controversia in questione "su un'opposizione all'esecuzione forzata conseguente al mancato pagamento di sanzioni irrogate a seguito di violazioni delle norme del codice della strada" la competenza debba essere individuata nel Giudice di Pace di Roma.
3. Attivata la procedura ex art. 375 c.p.c., il Consigliere relatore delegato ha depositato relazione con la quale ritiene che il ricorso possa essere accolto, perchè manifestamente fondato. La relazione è stata comunicata al Pubblico Ministero.
4. L'istanza è fondata. Dall'esame degli atti di causa risulta che l'opponente ha impugnato la cartella esattoriale assumendo l'invalidità dei titoli esecutivi e conseguente perenzione del diritto alla riscossione della sanzione e per esservi state inserite pretese prive di legittimo fondamento, sicchè tale azione va qualificata come opposizione all'esecuzione non ancora iniziata (c.d. a precetto) regolata dal richiamato dell'art. 615 c.p.c., comma 1.
Come questa Corte ha ripetutamele evidenziato, in tal caso è competente il giudice indicato dalla legge come competente per materia e valore in ordine alla contestazione del titolo, eppertanto, per quanto attiene alla contestazione d'un provvedimento sanzionatorio, il giudice indicato come competente dalla L. n. 689 del 1981, art. 22, norma speciale regolatrice della materia, che è il giudice di pace (ex pluribus, Cass. 18.2.08 n. 4022).
Non rileva, al riguardo, il fatto che la sommatoria dei titoli azionati per le singole contestazioni d'infrazione ed irrigazioni di sanzione - superi la competenza per valore del giudice di pace per le cause ordinarie quale vigente all'epoca dell'introduzione della controversia (Euro 2.582,28 corrispondenti alle L. 5.000.000 della competenza del Giudice di Pace per le cause introdotte prima del 4 luglio 2009, data dalla quale la competenza per valore è stata portata ad Euro 5.000 dalla L. 18 giugno 2009, n. 69, art. 45, comma 1), in quanto l'attribuzione della competenza per materia al detto giudice in relazione alla natura della controversia stessa comporta, L. n. 689 del 1981, ex art. 22 bis, una competenza per valore di Euro 15.493 (corrispondenti alle originarie L. 30.000.000). D'altro canto, la competenza per materia resterebbe, comunque, insensibile anche alla previsione del cumulo delle domande di cui all'art. 10 cod. proc. civ., comma 2, nel senso che, se una o più domande rientrano nella competenza per materia di un determinato giudice, esse non possono costituire addendi per la determinazione del valore della causa (Cass., Sez. 2, 27 luglio 2005, n. 15694, Cass, Sez. 2, 24 settembre 2007, n. 19598); l'art. 104 cod. proc. civ., infatti, nel prevedere la possibilità di proporre nei confronti della stessa parte più domande, non altrimenti connesse, nello stesso processo, non consente, per l'espresso richiamo all'art. 10 cod. proc. civ., comma 2, la deroga alla competenza per materia, ma soltanto a quella per valore (Cass, Sez. 1, 16 dicembre 1996, n. 11212; Cass, Sez. 2, 23 agosto 2002, n. 12459; Cass, Sez. 2, 24 settembre 2007, n. 19598, cit). Pertanto, ha errato il primo giudice adito a dichiararsi incompetente, non rilevando - avuto riguardo ai criteri di competenza per materia stabiliti dalla L. n. 689 del 1981, art. 22 bis - la circostanza che la parte ingiunta abbia proposto opposizione avverso cartella esattoriale basata su plurime ingiunzioni di pagamento e che il cumulo delle sanzioni recate da ciascuna di esse superi il tetto di Euro 2.582,28 relativo alla diversa materia delle cause ordinarie.
P.Q.M.
La Corte accoglie il ricorso e dichiara la competenza del Giudice di Pace di Roma. Riassunzione nei termini di legge. Nulla per le spese.
da Altalex