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Rassegna stampa alcol e guida del 28 dicembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-Insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL GAZZETTINO (Pordenone)

Incidenti, test e quiz del dopo-cena

Natale sicuro a Porcia con prova anti-alcol e questionario dei vigili urbani nei ristoranti

Porcia

 

 

Un test volontario e non vincolante per sfidare il bicchiere di birra in più della serata: hanno scelto il periodo delle vacanze natalizie i vigili urbani di Porcia per far partire un’iniziativa volta a verificare il tasso alcolico con cui i giovani purliliesi salgono in macchina per tornare a casa la sera.

 

In una ventina di locali del comune verrà infatti distribuito un pacchetto contenente un palloncino per verificare il livello alcolemico nel sangue e un questionario anonimo da compilare con i risultati del test. «L’iniziativa fa parte del più generale Progetto Sicurezza - conferma il comandante Francesco Crapis - che riguarda la città, il commercio e, appunto, le strade. Oltre al livello di alcol a fine serata, vogliamo soprattutto verificare la responsabilità di quegli avventori che superano la soglia limite, capire se si rimettono al volante o ci pensano su».

 

Infatti, la riuscita dell’esperimento dipenderà in parte dalla complicità dei gestori dei locali e dalla loro capacità di convincere i clienti a sottoporsi al test, ma soprattutto dai singoli individui. Proprio per questo il test, oltre a essere anonimo, non è nemmeno vincolante: nessun pericolo di essere fermati una volta scoperto di aver bevuto troppo. «Questo "pre-test" è rivolto a tutta la cittadinanza, anziani compresi - continua Crapis - ma non neghiamo che il nostro interesse guarda in primo luogo ai giovani, ai ragazzi che troppo spesso si giocano la vita che hanno davanti per un bicchiere di troppo». Il tasso alcolemico, è bene ricordarlo, cambia da persona a persona e dipende da più variabili: peso, età, sesso. Le donne tendenzialmente sono più sensibili al test, ma molto dipende anche se la consumazione è avvenuta a stomaco pieno o vuoto e dal tempo trascorso prima di effettuare il test.

 

Dopo l’Epifania verranno raccolti i questionari compilati e sulla base dei risultati si penserà a un eventuale sistema di controllo: questa volta con sanzioni vere.

 

Sara Pittonet Gaiarin

IL GAZZETTINO (Pordenone)

IL PRECEDENTE

Foto choc anti-stragi

 

(s.p.g.) - Fotografie di veicoli incidentati, manifesti provocatori sulla guida in stato di ebbrezza, campagne ferree di controllo della velocità sulle strade: queste e altre le iniziative che in passato la polizia municipale di Porcia aveva intrapreso per sensibilizzare la popolazione, e soprattutto i più giovani, al rispetto delle norme del codice della strada alle quali si aggiunge l’iniziativa di questi giorni. Risale a due anni fa, ad esempio, il pannello che riporta alcune delle troppe, drammatiche fotografie che i giornali sono costretti a raccogliere a seguito di incidenti automobilistici, raffigurante auto distrutte o moto schiacciate; il pannello è tutt’oggi esposto all’ingresso del comando di Polizia di Porcia. «Speriamo così che quando la gente viene a pagare una multa - commenta il comandante Crapis - pensi che è stata fortunata, un’altra volta avrebbe potuto finire in quel modo». Ma forte è anche il messaggio dei manifesti sponsorizzati dal ministero dei Trasporti di cui è stata più volte tappezzata la città. Tra questi uno su tutti: un cimitero di croci bianche, poche frasi: "gli incidenti non capitano sempre agli altri, i morti in strada sono più numerosi dei morti in guerra".

 

ADNKRONOS SALUTE

 

SALUTE: CANTONE SVIZZERO DISCUTE DIVIETO A MANIFESTI PUBBLICITARI SU FUMO E ALCOL

 


Frauenfeld, 23 dic. - Presto nel canton Turgovia, in Svizzera, potrebbero essere vietati i manifesti pubblicitari su fumo e alcol. E i distributori di sigarette potrebbero scomparire dai luoghi accessibili anche ai minori di 16 anni. Il Consiglio di Stato ha presentato oggi una proposta di legge che sara’ prossimamente affrontata dal Gran Consiglio. Contro il parere del governo, il parlamento aveva accolto due mozioni sul tema, costringendo l’esecutivo a legiferare sul tema.

IL MESSAGGERO

 

LA STORIA 

 

L’ex alcolista che adesso lavora in un bar (*)

 

Aveva problemi psichiatrici, “riabilitata” dopo tre anni in una comunità modello 

 

di GIOVANNI DEL GIACCIO

 

 
Il suo progetto di riabilitazione è finito da qualche tempo. Lei torna spesso a trovare gli amici della struttura dove ha ritrovato la vita dopo anni passati tra cliniche psichiatriche e cure infinite ma ultimamente l’impegno con il lavoro non le consente di farsi vedere troppo. E’ la bella storia di Laura, il nome è di fantasia, una romana di 52 anni con un passato di alcolismo e problemi psichici che adesso lavora in un bar. Di bottiglie ne ha intorno quante ne vuole ma lei non beve più, è riuscita finalmente a uscire dal tunnel e conduce una vita normale. Lo ha fatto grazie a tre anni passati a “Villa delle querce”, la struttura di riabilitazione di Latina che segue questo genere di pazienti. Aveva provato ovunque, alla Asl Roma/E che l’aveva in carico non sapevano più a chi affidarsi. Alla fine hanno fatto i complimenti alla struttura pontina che tra l’altro è una delle poche a non avere avuto voti negativi nelle verifiche “incrociate” disposte dalla Regione. Una struttura modello, quindi, dove i pazienti ritenuti “border line” riescono spesso a tornare a vivere senza problemi. A spiegare questo successo è Gianluca Costa, il titolare: «Qui stanno come a casa, li seguiamo 24 ore su 24 e se possono svolgere delle attività lo consentiamo tranquillamente». Ci sono i gruppi-appartamento, chi cucina, chi segue i corsi di poesia, pittura, ceramica, chi - sempre con il parere degli specialisti - esce, va a fare la spesa, prende l’autobus e poi torna indietro. Il successo più grande è stato senza dubbio quello con Laura ma sono molti altri quelli che riescono a vivere meglio di prima grazie alla comunità. «Spesso il destino di molti pazienti è quello di stare in una struttura del genere - ha concluso Costa - ma c’è anche chi ce la fa e questo deve essere l’obiettivo da raggiungere quando è possibile».

 

(*) Nota: può capitare che una persona che ha avuto problemi a causa degli alcolici vada poi a lavorare, o continui a lavorare, in un bar. Del resto chi lavora a contatto con gli alcolici ne è più esposto ai rischi. Per quello strano gioco dell’informazione che fa si che molte tragedie dell’alcol vengano taciute mentre gli aspetti ameni vengono messi in evidenza, molte persone devono servire con un sorriso la causa delle loro sofferenze.

IL GAZZETTINO (Pordenone)
Gli Alcolisti anonimi organizzano un incontro al Castello con gli ex che sono riusciti a rifarsi una vita
Auguri e prove di riscatto in carcere

 

Il gruppo alcolisti anonimi di Pordenone, che da 16 anni entra come volontario nel carcere circondariale Del Castello, per dare conforto e aiuto a chi è rimasto intrappolato nel tunnel delle dipendenze, ha organizzato per domani, vigilia di Natale, un momento di incontro, di riflessione e di festa per i detenuti. Un appuntamento che si terrà, per altro, nella sezione "A divieto d’incontro" (dove vengono rinchiusi coloro che hanno commesso i peggiori reati) e al quale parteciperà il pordenonese Gigi Dal Bon, che presenterà il suo libro "Karica vitale, carriera di un tossico". Inoltre, al singolare appuntamento con gli auguri, che si terrà a partire dalle 9.45, sarà presente, grazie a un permesso "speciale", anche un ex detenuto alcolista, che racconterà come è avvenuto il suo riscatto sociale. Antonio. B. di 50 anni, figlio di una cultura violenta, ha infatti trascorso sei anni in carcere, dove ha incontrato il Gruppo degli alcolisti anonimi. Così ha smesso di bere e si è avviato sulla via della redenzione, lavorando come uomo delle pulizie: lavando le scale nei condomini. «Da tre anni ho pagato il mio debito con la giustizia - racconta - ho preso la patente, ho trovato un lavoro regolare e mi sono anche comperato la casa con il mutuo. Non bevo più e sono intenzionato a mettere su un terza famiglia».Una storia di riscatto e d’esempio è anche quella di Gigi Dal Bon. «Mi sono svegliato tossico, mi sono svegliato drogato - scrive infatti nel suo libro, edito dalla Biblioteca dell’immagine - e poi mi sono perso gli anni tra i Sert, gli ospedali, le galere, con addosso il marchio di chi si è castrato la vita proprio al culmine di una forza giovanile. Ho subito anche una condanna che mi vieterà per sempre di diventare adulto: la sieropositività. No, non ho scuse. Ero immaturo, non sapevo, mi sono messo in questa situazione piano piano... Certo non me la sono cercata, perchè nessun pazzo o vigliacco si cerca o si merita questa malattia, contagiosa, solitaria, per sempre. Un riscatto? Non so. Ma so che sono uscito dalla droga e che combatto la malattia». Al termine dell’incontro nelle celle saranno distribuiti libri e panettoni, messi a disposizione dall’editore Giovanni Santarossa.

 

A.S.

 

IL GAZZETTINO (Vicenza)

 

IL FATTO Due studentesse universitarie l’altra notte in piazzetta Palladio perdono il controllo della Punto e finiscono la loro corsa in contra’ Orefici addosso a un cestino

 

Ubriache travolgono con l’auto una bancarella di Natale

 

Una pattuglia delle volanti le rintraccia barcollanti per le vie del centro dopo aver abbandonato la macchina: sanzionate

 

(m.a.) Un gran botto, il motore di un auto che va su di giri, improperi irripetibili.

 

È passata da poco l’una dell’altra notte quando al 113 giungono più telefonate che segnalano qualcosa di strano in piazzetta Palladio. Uno dei residenti, svegliato da forti rumori, si affaccia alla finestra: una Punto ha letteralmente travolto una delle bancarelle allestite per il mercatino di Natale.

 

Poi come se nulla fosse successo, il conducente ingrana la retromarcia e continua per la sua strada, un po’ a singhiozzo, imboccando contrà Orefici. Dopo alcuni minuto un altro tonfo, vicino al ristorante Paquirri: stavolta l’utilitaria si pianta addosso a un cestino dei rifiuti.

 

Passano alcuni minuti e le porte anteriori si spalancano: scendono due ragazze piuttosto barcollanti, una con le mani sul volto per tamponare il sangue che scorre dal naso dopo aver sbattuto contro il cruscotto.

 

Quando la volante giunge sul posto trova il mezzo abbandonato: attraverso il numero di targa gli agenti risalgono all’intestatario, una ragazza di vent’anni residente a Longare. Il padre, raggiunto telefonicamente a casa, conferma che la figlia era uscita alcune ore prima per una cena con altre amiche universitarie, andando prima a prendere una ragazza di 22 anni residente poco lontano.

 

Ai poliziotti è bastata una breve ricognizione per le vie del centro per rintracciare le due giovani che per il troppo alcol ingerito stentavano a esprimersi e a stare in piedi. Accompagnate per accertamenti al pronto soccorso dell’ospedale, sono state entrambe contravvenzionate, ai sensi dell’art 688, per ubriachezza molesta in luogo pubblico.

 

CORRIERE ROMAGNA

 

Picchia e insulta due carabinieri La pena la “pagherà” in 30 rate

 

 

 

Ravenna - Tremila e quattrocento euro, pagabili in trenta rate mensili, come pena alternativa a tre mesi di carcere. E’ il prezzo che bisogna pagare se si decide di picchiare, sotto l’effetto dell’alcol, due carabinieri che cercano di fare il loro dovere e che invece, ieri notte, hanno rimediato solo una raffica di insulti e due giorni di prognosi a testa per ferite alle spalle e alle gambe.La pena è stata decisa ieri mattina dal giudice monocratico Piero Messini D’Agostini, al termine del processo con rito direttissimo che vedeva come unico imputato un 20enne originario della provincia di Brindisi: Enrico Chiarura.Il giovane era stato avvistato di fronte al Circolo Tennis di via Mattei da una guardia giurata della Ivr. Stava dormendo sul volante di una Bravo in sosta, ma il metronotte ha pensato al peggio. Così ha allertato il 112; dopo pochi minuti una pattuglia del Norm è giunta sul posto per occuparsi del caso. I carabinieri hanno bussato sul finestrino e hanno constatato come il 20enne fosse solamente ubriaco. Ma la reazione del giovane è stata a dir poco violenta; prima ha preso a calci e pugni i carabinieri, poi li ha insultati e minacciati. Non si è calmato nemmeno quando è stato accompagnato in caserma, allora per i militari non c’è stato altro da fare che portarlo nelle celle di sicurezza della Compagnia in stato di arresto. Solo in tribunale ha capito che aveva esagerato. Processato con l’accusa di violenza, resistenza e minacce a pubblico ufficiale, è stato condannato a tre mesi di carcere. Essendo incensurato, il giudice gli ha concesso la conversione in pena pecuniaria. Pena che sconterà a rate, considerata anche la sua condizione economica.

 

IL MESSAGGERO

 

Il ferito, un romano di 34 anni, è in ospedale a Roma in gravissime condizioni. L’incidente l’altra sera alle 23,15 

 

Trascinato dal treno, perde il braccio 

 

Monterotondo: l’uomo, uno sbandato, dopo essere sceso forse voleva risalire 

 

di FABIO MARRICCHI

 

 

 

E’ stato trascinato dal treno per una trentina di metri ed è stato investito dal convoglio subendo l’amputazione del braccio destro. E’ ancora in prognosi riservata l’uomo di 34 anni, romano, senza fissa dimora, che l’altro ieri sera intorno alle 23,15 è stato protagonista di un drammatico incidente alla stazione di Monterotondo. Dalle prime ricostruzioni effettuate dal nucleo operativo radiomobile dei carabinieri di Monterotondo, intervenuti sul luogo dell’incidente insieme alla polizia ferroviaria, sembrerebbe che il giovane, una volta sceso dal treno, ci avrebbe ripensato e avrebbe tentato di risalire. Ma il treno della linea Fara Sabina - Fiumicino diretto all’aeroporto era già in movimento e aveva già chiuso le porte. L’uomo, che ha detto di chiamarsi Massimo Parrella, era probabilmente sotto l’effetto di alcolici o di stupefacenti, ha eseguito un tentativo del tutto inopportuno, inciampando e finendo sotto il convoglio con il braccio. Testimoni lo avrebbero visto barcollare vistosamente prima di eseguire l’improbabile tentativo di risalire sul convoglio in corsa. Il capotreno a bordo ha sentito un rumore e ha immediatamente fatto fermare il treno avvertendo successivamente il capostazione.
A soccorrere l’uomo, oltre che i sanitari di un’autoambulanza dell’ospedale di Monterotondo, anche un vicebrigadiere del radiomobile dei carabinieri che ha avuto il difficile compito di recuperare il braccio destro dell’uomo che era rimasto sui binari e di depositarlo nell’ambulanza in partenza per l’ospedale Santo Gonfalone di Monterotondo.
Giunto in ospedale i medici hanno tentato il tutto per tutto cercando di riattaccare l’arto amputato, ma non c’è stato nulla da fare. L’operazione non è stata possibile e successivamente, valutate molto gravi le condizioni, i sanitari dell’ospedale eretino hanno disposto il suo trasferimento in un ospedale più attrezzato, il policlinico Umberto I di Roma, dove è stato ricoverato nel reparto rianimazione.
La Polfer, che sta procedendo nelle indagini, sta cercando di risalire all’identità del trentaquattrenne. Il nome di Massimo Parrella, fornito agli inquirenti, anche secondo i carabinieri di Monterotondo, sarebbe sicuramente falso. In mano alla Polfer, per ora, solo due prescrizioni mediche di uno psicofarmaco, anche queste vistosamente falsificate

 

KATAWEB

 

Trapani, 23 dicembre 2005
"PAPA’ CI PICCHIA", BAMBINA FA ARRESTARE IL PADRE

 

Un trapanese di 28 anni, Antonino Messina, e’ stato arrestato dai carabinieri, con le accuse di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e minacce. L’arresto e’ stato eseguito dopo una telefonata al 112, fatta dalla figlia di 10 anni dell’indagato, che avrebbe visto il padre impugnare un coltello da cucina e dirigersi verso la moglie. Quando i carabinieri hanno raggiunto l’abitazione della famiglia Messina, in Via Nausica, a Trapani, la donna e la bambina erano state gia’ picchiate e presentavano contusioni ed escoriazioni in varie parti del corpo, medicate successivamente in ospedale. Antonino Messina, sorvegliante di pubblica sicurezza, avrebbe agito in preda ai fumi dell’alcool. Dopo le formalità del caso, e’ stato rinchiuso nella casa circondariale trapanese.

 

IL GAZZETTINO (Treviso)

Il presidente dell’Avis rilancia l’appello e invita i donatori a non eccedere con i brindisi

Emergenza sangue dopo Capodanno

 
 

 

 

L’Avis di Treviso teme un’emergenza sangue dopo Capodanno. L’invito ai donatori affinché non manchino all’appello subito dopo Natale giunge dal presidente provinciale Gino Foffano. "Spero che i nostri volontari rispondano generosamente, altrimenti potrebbero sorgere problemi per chi è in pericolo di vita", dichiara il responsabile del sodalizio che riunisce migliaia di soci nella Marca.

 

Oggi la quantità di sangue raccolto può rispondere al fabbisogno ordinario e anche a qualche emergenza. Ma nei prossimi giorni potrebbe scoppiare la crisi. Le statistiche vedono ogni anno salire i dati relativi a morti e feriti negli incidenti stradali proprio durante le festività. D’altro canto in questo particolare periodo dell’anno gli iscritti all’Avis sono latitanti, vuoi per vacanze e viaggi, vuoi per cenoni e feste che provocano alterazioni nei valori del sangue. "All’inizio del 2005 -precisa Foffano - abbiamo avuto problemi per questi motivi e non vogliamo ripetere l’espereinza". Il rischio è che in caso di urgenza, con feriti gravi che giungono al Pronto soccorso, il sangue depositato non sia sufficiente al bisogno. Le emoteche di Treviso, Conegliano e Castelfranco in questi giorni risultano a livello ottimale ma non si deve abbassare la guardia.

 

Un’attenzione in più gli avisini la devono avere durante pranzi e cenoni per non trovare amare sorprese una volta donato il sangue. Cibi in eccesso ma soprattutto alcol in gran quantità, oltre a danneggiare la salute del donatore, ne vanificano il generoso atto. Attualmente vige uno stretto controllo sanitario, al fine di tutelare la salute dei pazienti, e ogni alterazione nei valori comporta la distruzione delle sacche. "Comunque basta mettersi qualche giorno in dieta per ripristinare il tutto", aggiunge Foffano, che ha voluto indire una campagna informativa tra gli iscritti. L’Avis in questi giorni sta apportando notevoli modifiche all’apparato organizzativo, adeguandosi al rinnovamento informatico avviato nei Centri trasfusionali delle tre Usl provinciali per un lavoro ancora più capillare e rapido.

 

Laura Simeoni

 

GIORNALE DI BRESCIA

 

Qualche consiglio da parte di Barbara Ronchi della Rocca per chi in questi giorni vuol seguire il nuovo galateo
Il brindisi? No al «cin» e al botto

 

Andrea Grillini

 

«Anche se ormai va di moda dire che si odiano le festività di fine d’anno con tutti i loro riti sociali, confesso che a me piace chiudere l’anno in bellezza, con serate fra amici e parenti e con un’attenzione al cibo e alla decorazione della casa. E a un po’ di galateo della tavola: sono sufficienti piccoli accorgimenti per rendere il nostro invito più gradevole». Barbara Ronchi della Rocca, autrice di un testo sempreverde, «Questioni di stile» (Sperling & Kupfer), che a marzo sarà affiancato da un nuovo libro sull’eleganza, dall’abbigliamento alla casa e ai modi, ma anche nota protagonista televisiva: durante le feste sarà ospite di «Unomattina» su Raiuno, «In famiglia» su Raidue e «Cominciamo bene» su Raitre, e dalla trasmissione radiofonica «Italia istruzioni per l’uso» detterà le regole della tavola e del bon ton per Natale e Capodanno. Ci anticipa in questa intervista alcuni consigli su come affrontare queste due occasioni. «L’apparecchiatura della tavola - mi dice - è un’arte che non va trascurata, e basta un po’ di attenzione per evitare gli errori. Per i pranzi e le cene di questo periodo è d’obbligo l’apparecchiatura "alla latina", cioè con la tovaglia, più elegante di quella "all’americana". La "caduta" massima della tovaglia dev’essere di 30 cm: le tovaglie lunghe fino a terra impediscono di sedersi comodamente. La tovaglia ideale è di pizzo traforato, appoggiata su un tessuto di lamé d’oro, o rosso, o del colore delle decorazioni dei piatti; e il tovagliolo, piegato a triangolo o a rettangolo, non starà come al solito a sinistra, ma sul piatto stesso, ornato con un nastrino rosso o d’oro, un rametto d’abete, una pallina di vetro». - E per il centrotavola? «Il più classico è un piccolo bouquet di fiori freschi, con qualche rametto di vischio e di abete. Molto simpatica anche una piccola composizione di foglie e verdure, che avremo dipinto di vernice d’oro con la bomboletta spray. La sera, via libera alle candele: classicamente bianche, o rosse, o d’oro. L’importante è sceglierle inodori, perché non interferiscano col profumo dei cibi, e accenderle un attimo prima dell’arrivo degli ospiti». - I segnaposto sono d’obbligo? «Non lo sono in un invito a casa, ma possono diventare una decorazione in più. Per la tavola di Natale facciamoli scrivere e decorare dai bambini, mentre per un cenone più elegante possiamo usare dei cartoncini bianchi, appoggiandoli su un fiore fresco o un mazzolino di foglie e bacche invernali arricchite da una stecca di cannella e da una bene augurante spiga di grano». - I bicchieri: quanti bisogna metterne in tavola? «Devono essere rigorosamente di vetro trasparente per poter apprezzare le qualità del vino, e almeno due: uno per l’acqua e uno per il vino. Se poi i vini saranno più di uno, moltiplicheremo il numero dei bicchieri, sempre alla destra del bicchiere da acqua, che sarà posto sul prolungamento della lama del coltello. Il bicchiere per il vino da dessert, che può essere un piccolo calice o la coppa da spumante, mai la flûte, va messo in seconda fila verso il centro del tavolo. La flûte sarà invece spostata in avanti se champagne o spumante brut saranno serviti come aperitivo». - Passiamo ai menù… «Il menù di Natale dev’essere il più tradizionale possibile: rispolveriamo le ricette della nonna, i cibi tipici della nostra regione, i dolci tradizionali da mangiare allegramente con le mani. La frutta secca donerà forse ai nostri ospiti un chilo in più, ma anche tanto buonumore». - E per finire, un brindisi... «Il brindisi col dessert è d’obbligo, e sarà bene ripassarne le regole: mai aprire la bottiglia di spumante facendo il "botto", non solo perché si compromettono aroma e perlage, ma perché le buone maniere ci invitano a evitare ogni rumore inutile; e mai urtare i bicchieri fra loro: limitiamoci ad alzarli all’altezza del viso, verso gli altri commensali, pronunciando le parole di augurio. E chi è astemio, si limiti a bagnare appena le labbra». 

 

CLARENCE

 

ALCOL: TROPPA VODKA? E’ COLPA DELLA FORMA DEL BICCHIERE

 

Roma, 23 dic. (Adnkronos Salute) - Troppa vodka? La colpa è del bicchiere. O meglio, della sua forma. In altre parole, abbondiamo con l’alcol nei bicchieri larghi e corti piuttosto che in quelli lunghi e stretti. Un vero e proprio ’condizionamento psicologico’, più il bicchiere è corto più siamo portati a riempirlo. A spiegare questa teoria, ci ha pensato un gruppo di scienziati della Cornell University di New York. I ricercatori hanno stabilito una quantita’ standard, e hanno chiesto a 198 studenti e a 86 barman di versare diversi drink nei bicchieri corti, scoprendo che entrambi superavano la soglia limite. I primi del 30% in più, i secondi del 20%. Inoltre, gli scienziati hanno capito che il bicchiere lungo mette soggezione, perché si pensa di versare sempre troppo alcol. Al contrario, il bicchiere ’small’ spinge ad abbondare. "Se addirittura i barman, esperti del settore, sbagliano, vuol dire che non si sa proprio quale sia la giusta misura", dice Brian Wansink della Cornell University. Rimediare, però, si può, secondo gli esperti che suggeriscono una soluzione. "Per controllare il consumo di bevande alcoliche basta contrassegnare i classici bicchieri da drink con delle apposite linee". Ma per frenare l’abuso di alcol, ammoniscono gli esperti, non basta un bicchiere ’segnato’. Perché in Inghilterra, ad esempio, i pub adottano una strategia per spingere i giovani a bere di più: bicchieri corti e prezzi stracciati

 

IL SOLE 24ORE ONLINE

 

TRA PIACERE E DOLORE, IL VIAGGIO CHIMICO DELLE DROGHE

 

 

 

Ci guida alla scoperta delle cause e delle principali manifestazioni di dipendenza dell’oggi l’agile ma preciso libro di Lara Ricci, giornalista scientifica del Sole 24 Ore, su “Droghe e dipendenze” (Boroli Editore): una ricca carrellata di istruttivi esempi – molto ben documentati – sul tema delle dipendenze, entro il quale si colloca in posizione di primo piano quello delle droghe. L’avvertenza è doverosa: il libro di Lara Ricci adotta uno sguardo eminentemente scientifico, dove a parlare sono i dati e le più aggiornate ricerche condotte in ambito internazionale e dove sono bandititi i moralismi e gli psicologismi, così ricorrenti quando si incrocia il tema della droga. Ciò non toglie che il testo e la posizione dell’autrice siano estremamente rigorosi sulle conseguenze della dipendenza da droghe e simili, senza falsi buonismi e preconcetti ideologici. L’autrice, giovandosi delle più recenti scoperte nell’ambito delle neuroscienze, ci aiuta a comprendere come da sempre l’uomo oscilli tra le forze primordiali e contrastanti del piacere e del dolore, del desiderio e della soddisfazione, della libertà e della dipendenza, che lo spingono a compiere le azioni fondamentali del vivere, prima di tutte la nutrizione e la riproduzione. Questo antichissimo motore dell’azione umana può essere localizzato nel “sistema limbico”, una delle strutture più primitive del cervello, dove viene collocato il “centro del piacere e della gratificazione”, il luogo ancestrale della fame e della sazietà, delle emozioni più profonde, del desiderio sessuale. È proprio da questo “centro” che prende corpo il desiderio, ed è proprio su questo motore primordiale che vanno ad agire le droghe. «I meccanismi che portano a desiderarle più di ogni cosa al mondo – spiega Lara Ricci – sono gli stessi che tengono attaccati alla vita. Sopravvivenza e dipendenza corrono cioè sui medesimi circuiti cerebrali. È la meraviglia e la tragedia del cervello, che ci rende allo stesso tempo liberi e schiavi». L’autrice ci ricorda inoltre che, curiosamente, molte di quelle sostanze capaci di trasformare e stravolgere, a volte per sempre, la vita di un consumatore abituale di droga, altro non sono che veleni naturali per insetti: sostanze prodotte dalle piante (e selezionatesi nel corso dell’evoluzione) apposta per attaccare il sistema nervoso di questi piccoli esseri viventi, ma in grado di agire anche su animali più evoluti e sull’uomo. Nel testo si parla di droghe dagli effetti molto diversi: eroina e morfina, cocaina e crack, ma anche etanolo, caffeina e teina, cioè le molecole contenute nel vino, nel caffè e nel tè, che sono innocue se assunte con moderazione, ma possono anche creare dipendenza in caso di abuso. L’autrice inserisce nell’elenco anche alcune attività che definiremmo “di tutti i giorni”, ma che potrebbero anche trasformarsi in dipendenze, se vissute in maniera eccessiva e poco sana: è il caso del gioco d’azzardo patologico o della dipendenza dal sesso, ma forse anche dal lavoro, dallo shopping e dallo sport. Tra le dipendenze si può riscontrare anche quella che deriva da un’altra persona, chiamata dipendenza affettiva. Tutt’altro che confermata ad oggi, contrariamente a quello che troppo spesso scrivono giornali poco informati, la dipendenza da Internet e dalla posta elettronica, spauracchio di un mondo sempre più influenzato dalle tecnologie. Recenti ricerche citate dall’autrice, infatti, hanno mostrato che anche nei casi sopra enumerati entra in gioco il sistema limbico del cervello, e di conseguenza la possibilità che queste azioni particolari, se vissute in maniera eccessivamente coinvolgente, si traducano in una sorta di “droga immateriale”, causando una dipendenza che non distrugge, in questo caso, l’organismo, ma la vita sociale, assorbendo tempo, denaro, energie, fino a ridurre la persona che ne è succube ad essere unicamente ossessionata da un illusorio desiderio da soddisfare.
Il libro di Lara Ricci non si limita, comunque, a descrivere, con linguaggio scientificamente preciso ma accessibile a tutti, i principali fenomeni di dipendenza; vuole essere anche un piccolo manuale per coloro che abbiano un concreto desiderio di liberarsi dall’alcool, dal fumo, dalla droga. Chiudono il volume due testimonianze su altrettante comunità da anni impegnate nel recupero di tossicodipendenti di ogni tipo, di ogni età e livello sociale. Le interviste di Luigi Offeddu al presidente di San Patrignano Andrea Muccioli (figlio del fondatore Vincenzo) e a suor Elvira Petrozzi, fondatrice della Comunità Cenacolo (Saluzzo) ci riportano alle testimonianze di chi opera sul campo da anni e ha fatto del recupero e del reinserimento sociale degli ex tossicodipendenti la propria ragione di vita e il cuore del proprio impegno sociale. Dalla grande comunità fondata in terra di Romagna, con le sue regole e il suo rigoroso sistema educativo, all’esperienza inaugurata da una semplice ma decisa suora di provincia - che ha puntato tutto sul valore purificante della vita cristiana, della preghiera e della scoperta di Dio – il libro di Lara Ricci ci dice che dalle dipendenze, anche gravi, è possibile uscire, malgrado la difficoltà: il primo passo, però, è quello, obbligato, di conoscere, di chiamare le cose con il loro nome, senza nascondersi dietro illusioni.“Droghe e dipendenze” può essere un utile contributo per sapere di più, anche in famiglia, su un fenomeno che – onestamente dobbiamo ammetterlo – può toccare, più o meno da vicino, anche le nostre vite.

 

IL RESTO DEL CARLINO

 

GUAI PER MARADONA Fermato dalla polizia all’aeroporto

 

L’ex nazionale argentino era arrivato in ritardo all’aereoporto ma pretendeva ugualmente di ottenere l’autorizzazione ad imbarcare. Fermato per aver partecipato ad una dura protesta organizzata da un gruppo di passeggeri 

 

 

 

Rio de Janeiro, 22 dicembre 2005 - Diego Armando Maradona è stato fermato oggi dalla polizia dell’aeroporto di Rio de Janeiro. Il ’Pibe de Oro’, in Brasile dopo aver partecipato ieri ad un’amichevole di beneficenza organizzata dall’ex attaccante della nazionale verdeoro Zico, è accusato di aver insultato gli agenti della polizia aeroportuale e di aver danneggiato le suppellettili della sala vip del terminal brasiliano, dopo aver perso il volo che lo avrebbe dovuto riportare a Buenos Aires.
Maradona è stato anche sottoposto ad accertamenti medici per verificare se, al momento dell’incidente, si trovasse in stato di ebbrezza.
Dopo aver visto partire il volo 8000 della compagnia TAM, Maradona ha avuto un alterco con gli agenti della polizia federale e avrebbe addirittura sfondato una porta a vetri.
L’ex stella argentina, accompagnata da un gruppo di amici, si è offerta di rifondere i danni ed è stato ’liberato’ in tempo per salire sul volo

Giovedì, 29 Dicembre 2005
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