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Notizie brevi 15/02/2012

Omicidio Sandri
Il rispetto per una sentenza
Il rispetto per chi porta la stessa divisa

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Gabriele Sandri

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(ASAPS) La Cassazione ha  scritto la parola fine all'iter processuale contro Luigi Spaccarotella, agente della Polizia Stradale di Arezzo, responsabile secondo la sentenza, di omicidio volontario nei confronti di Gabriele Sandri, tifoso della Lazio ucciso nel novembre del 2007 nell'area di servizio di Badia al Pino sulla A1.
Anche se fatichiamo a pensare che Spaccarotella quel giorno abbia iniziato il suo servizio pensando anche lontanamente di voler uccidere qualcuno, rimane intera e intatta la sua responsabilità per questa tragica morte.
"Giustizia è fatta. E' la vittoria del popolo di Gabriele - dicono il padre di Gabbo, Giorgio Sandri, e il figlio Cristiano - Giustizia è fatta anche se non è stato facile".
Sinceramente non capiamo perché si dica: "Giustizia è fatta anche se non è stato facile".  Ci è sembrato che il processo abbia percorso il suo previsto itinerario senza tentativi per trovare imprevedibili scorciatoie. Con una stampa nazionale assolutamente vigile e in alcuni casi molto schierata. L'uomo in divisa si è difeso, come crediamo spetti a tutti. Non doveva farlo?
La madre di Gabriele ha parlato di due famiglie rovinate. E' vero. Nessuno restituirà più Gabriele alla sua famiglia. Nessuno restituirà più la sua divisa a Spaccarotella e comunque rimarranno una moglie e due bambini in panne nello scorrimento della loro vita.
Giustizia è fatta dicevano i familiari di Sandri. Bene.
Ora però non si dica o si insinui più che per i poliziotti o le divise in genere esiste una giustizia su misura.
La condanna di Spaccarotella e prima ancora quella di Ivan Liggi, ed altre di questi anni lo dimostrano.
I poliziotti quando sbagliano pagano. La ricerca di chi non paga, per cortesia, spostiamola su altre categorie.
(ASAPS)

 

Mercoledì, 15 Febbraio 2012
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