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Rassegna stampa alcol e guida del 12 dicembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


 
IL MESSAGGERO
Sono circa 20 le categorie che dovranno rispettare il divieto assoluto. Il testo di legge voluto dai ministeri di Salute e Welfare oggi all’ultimo esame
Alcol bandito in ospedali, asili e cantieri
Chirurghi, infermieri, maestre e operatori edili: un decreto proibisce di bere durante il lavoro .
  

ROMA - Neppure una goccia d’alcol. Gli anestesisti, i chirurghi, gli infermieri, i ferristi come le ostetriche, se in servizio, dovranno presto rifiutare anche un solo bicchierino. Stesso destino per chi lavora in quota, chi monta i ponteggi, chi manipola gas tossici e chi sta a contatto con i bambini come le vigilatrici d’infanzia. Sono almeno una ventina le categorie dei lavoratori che dovranno tenere l’alcol lontano per evitare danni a se stessi e agli altri. Il divieto assoluto di bere viene sancito da un decreto firmato dai ministeri della Salute e del Welfare che, oggi, dovrebbe avere il sì definitivo dalla Consulta nazionale sull’alcol prima di arrivare sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni.
E’ qualche mese che il testo viene discusso e rielaborato. C’è chi spinge perchè siano inseriti nell’elenco anche gli insegnanti e gli impiegati dello Stato a contatto con il pubblico, chi, invece, punta ad evitare la stretta sulla sanità. In questo campo, invece, nessuna deroga: nel pubblico e nel privato l’alcol, quando si è in servizio, va rifiutato. Pena una multa che può variare dai 500 ai 2500 euro. La cifra, inoltre, potrebbe anche essere elevata in corso d’opera.
E’ la prima volta che viene preparato un decreto che mira alla sicurezza sul posto di lavoro attraverso un controllo sul tasso alcolico dei dipendenti. L’Italia aspetta questa legge da quattro anni, da quando nel 2001, venne varata una norma che ci allineava agli altri paesi europei. Ma occorreva un decreto applicativo, un testo nel quale si indicano le professioni per le quali si decide il divieto assoluto. Fino ad oggi, solo le forze dell’ordine, i piloti ed altre particolari categorie, nel loro statuto, hanno l’obbligo di tener lontano l’alcol nelle ore di servizio.
Questo decreto arriva come una vera rivoluzione. Impedisce ai medici di guardia come agli infermieri o alle ostetriche di mandare giù anche solo mezzo bicchiere di vino. Dalle corsie, insomma, l’alcol deve sparire. Come deve sparire anche dalle pause pranzo di chi monta ponteggi nei cantieri, chi lavora ai forni di fusione o si occupa della manutenzione degli impianti nucleari. E’ stata la legge varata quattro anni fa a portare alla stesura del testo che oggi dovrebbe aver il via libera ma anche i numeri che gli epidemiologi continuano, ogni anno, a veder crescere: il 25% degli incidenti che accadono nelle aziende o nei cantieri, per esempio, si devono ad eccessi di alcol.
«Le donne rischiano di più»
ROMA - «Neppure un bicchiere, zero assoluto. Spero che, finalmente, questo concetto sia chiaro. C’è una legge da rispettare quando si è al lavoro. Non ci si può più affidare al buon senso e all’autodisciplina». Emanuele Scafato, è il responsabile Osservatorio alcol all’interno dell’Osservatorio droga, fumo e alcol dell’Istituto superiore di sanità e fa parte della Consulta che oggi darà il parere sul documento.
Ma era così necessario arrivare alle multe per evitare il bicchierino in corsia?
«In corsia come altrove, non si penalizza nessuno. Ma alcune professioni hanno un alto margine di rischio e vanno controllate. Alcol zero uguale rischio zero»
Vuol dire che nella popolazione in generale cresce il numero di chi beve in eccesso?
«Nel 1999 gli italiani in cura nei servizi pubblici per alcolismo erano 29mila, oggi se ne contano 51mila »
Quale categoria sta rischiando di più?
«Soprattutto i giovanissimi, direi gli adolescenti e le donne. Basta analizzare i ricoveri ospedalieri per rendersene conto»
Si riferisce alle donne?
«Non solo. I giovani pagano l’eccesso con gli incidenti stradali, le donne soffrono di gravi danni epatici e “incidenti” domestici. Tagli e cadute. Una volta al pronto soccorso i medici si accorgono che la causa è stata il sovradosaggio di alcol»
C.Ma.

CORRIERE ROMAGNA
I rischi dell’alcol Incontri nelle scuole.

CESENA - Proseguono gli incontri della Associazione Acat, Club Alcolisti in trattamento, nelle scuole del territorio, nell’ambito del progetto “Ci vuole fegato!”, che si occupa di educazione e sensibilizzazione all’uso e ai rischi dell’alcol nei giovani delle scuole medie inferiori e superiori del cesenate. Ieri i volontari sono stati all’istituto per Geometri, mentre il 17 dicembre saranno a Ragioneria, replicando, sempre nella stessa scuola, il 13 gennaio. In cantiere è inoltre un incontro serale di informazione rivolto questa volta ai genitori, da realizzare con il nuovo anno. “I dati nazionali – spiega Vittorio Fantini, presidente Acat - riferiscono che oggi l’età in cui i ragazzi cominciano ad assaggiare l’alcol è di 11 anni: è un pessimo record, che pone il nostro paese al primo posto rispetto a tutti gli altri stati europei. Questo progetto quindi vuole educare i giovanissimi, affinché conoscano a fondo i rischi dell’abuso di alcol”. Acat è presente a Cesena con cinque club, a cui si aggiunge il neo nato a Gatteo e coinvolge circa 60 famiglie. Per info contattare i numeri 0547- 26187 oppure 335-1414383.

IL TEMPO
Una cerimonia per festeggiare cento anni
Riconoscimenti alle forze dell’ordine per l’impegno sul fronte della sicurezza stradale.

DOMANI, 13 dicembre, l’Automobile Club di Frosinone, nell’ambito dei festeggiamenti per il Centenario ACI, ha organizzato una premiazione che darà riconoscimento alle Forze dell’Ordine per il loro continuo ed instancabile impegno sul fronte della sicurezza stradale e della prevenzione degli incidenti. Durante la serata verranno premiati i rappresentanti indicati dai Comandi Provinciali, per i Carabinieri gli Appuntati Scelti Emilio Roscioli e Luigi Calenzo ; per la Polizia di Stato-Polizia Stradale l’Ispettore Capo Virgilio Straccamore, l’Assistente Gianni Castellucci e l’ Agente Scelto Flavio Genovesi; per la Guardia di Finanza l’Appuntato Scelto Roberto Passabì e il Finanziere Scelto Alfonso Gallo. Oltre a questi premi verranno consegnate delle targhe a due Associazioni che hanno portato e portano avanti progetti di sensibilizzazione sul tema della sicurezza stradale che sono l’Associazione “Ten. Tramat. Luca Fagiolo” di Fiuggi e il Comitato “Premio Roberto Cocco” di Frosinone. Infine, per rendere più significativa l’iniziativa, è previsto uno scambio generazionale in cui alcuni Pionieri del Volante, ossia coloro i quali posseggono la patente di guida da più di 50 anni, verranno premiati assieme ad alcuni giovani neopatentati che hanno partecipato al corso di Guida sicura a Vallelunga. A fine serata il Presidente dell’Automobil Club Frosinone Dott. Achille Pagliuca e il Direttore Dott.ssa Laura Tagliaferri presenteranno, inoltre, un’ iniziativa in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale-Assessorato ai Trasporti alla presenza dell’Assessore Avv. Patrizio Cittadini, dal titolo “Il Guidatore Designato”, un progetto che vedrà coinvolte scuole, locali notturni e, soprattutto, giovani di ogni età per sensibilizzarli sul tema della sicurezza stradale ed in cui verrà presentata la figura del “guidatore designato”, ovvero il ragazzo o la ragazza che, nella comitiva di amici, avrà la responsabilità di non bere alcool per poter guidare la macchina accompagnando a casa in tutta sicurezza i propri amici dopo la serata in discoteca.

BRESCIA OGGI
L’OMICIDA
«Stefano? Una persona mite».

Il tarlo della gelosia potrebbe aver armato la mano di Stefano Sorrentino, il trentasettenne da ieri in carcere con la pesante accusa di aver assassinato Bruno Vicini Chilovi, l’attuale compagno dell’ex convivente, dalla quale aveva avuto due figlie. Solo così si spiegherebbe il folle gesto di una persona che a detta di tutti è «un ragazzo mite, squisito e di compagnia». Un imprenditore nel campo della ristorazione conosciuto da molti in città - oltre che per l’attività professionale - per la grande passione per lo sport e per l’impegno come sponsor di alcune squadre di calcio che militano nei campionati amatoriali.
Un brillante sportivo che da ragazzo aveva giocato anche nelle giovanili del Brescia Calcio.
Stefano Sorrentino della rinomata pizzeria «I Sorrentino» di via Baldassarre Zamboni era subentrato nella gestione del locale al padre deceduto una decina di anni fa. Cresciuto a Brescia, oltre a condurre la pizzeria della famiglia, Stefano era entrato in affari con amici-imprenditori bresciani nella gestione di altri locali della città (come la pizzeria estiva in Castello). Con gli stessi amici aveva trascorso un paio di giorni a Monaco di Baviera in occasione dell’Oktober Fest.
I Sorrentino, originari di Ravello, la nota località della costiera amalfitana in provincia di Salerno, arrivarono a Brescia negli anni’70 e dal niente, come molte altre famiglie di pizzaioli, hanno costruito il loro piccolo «impero», lavorando sodo e inserendosi perfettamente in città.
«Stefano è molto conosciuto a Brescia anche per la capacità di gestire il locale con simpatia - ripete un conoscente-cliente ancora incredulo -, è un tipo brillante che ama stare in mezzo alla gente e che proprio quindici giorni fa, l’ultima volta che siamo stati nel suo locale, ci mostrava con orgoglio i graffiti ispirati alla trasmissione Art Attack che aveva ideato per rinnovare il locale».
Stefano Sorrentino è descritto dai conoscenti come una persona allegra e di compagnia, amante del buon vino, della bella vita e sempre disponibile verso gli amici.
Un uomo sempre alla ricerca di nuovi stimoli e orizzonti professionali, nel contesto di una vita comunque dedicata al lavoro, con una famiglia «allargata» a un’ex moglie, un’ex convivente e un’attuale fidanzata che lavora nella pizzeria, oltre a una sorella e a un fratello (i parenti che per primi sono accorsi ieri in questura).
«Stefano raccontava di non riuscire ad addormentarsi prima delle cinque di mattina», confida uno dei conoscenti di Sorrentino, ancora sconvolto dalla notizia che si è diffusa come un tam tam tra gli «addetti ai lavori» delle pizzerie cittadine. «Stefano chiudeva tardi il locale - continua il conoscente - e iniziava il suo peregrinare in città tra i locali ancora aperti».
Altri amici preferiscono non parlare; le voci sono interrotte dalle lacrime al pensiero dell’atroce gesto commesso da uno uomo che - confidano i ben informati - ha un unico grande amore: le due figlie avute dalla prima convivente e per le quali «aveva diradato anche le uscite con gli amici», per trascorrere più tempo con loro.
Nessuno riesce a credere che Stefano Sorrentino, dopo aver passato la serata in compagnia di alcuni amici, aver chiuso il locale e accompagnato a casa Laura (la giovane compagna), abbia potuto aggredire Bruno Vicini Chilovi, un bell’uomo di 39 anni, dal fisico atletico, «reo» soltanto di essere il nuovo compagno dell’ex convivente.
Elisabetta Reguitti .

BRESCIA OGGI
TRIESTE
Uccide la moglie con la pistola e si toglie la vita.

Trieste. Spara alla moglie con una pistola regolarmente denunciata e poi rivolge l’arma contro di sè: è quanto accaduto in una casetta di Longera, alla periferia di Trieste, dove Giovanni Leone, di 60 anni, ex maresciallo dei carabinieri in pensione, ha ucciso per motivi ancora da chiarire la moglie, Annamaria Bersan, di 53, e si è poi suicidato.
Tra i due coniugi - a quanto si è saputo - erano frequenti le liti, anche piuttosto violente, ma non è chiaro al momento quale sia stata la causa che nella notte tra venerdì e sabato ha portato l’ uomo a sparare contro la moglie e poi a togliersi la vita. Leone - secondo una ricostruzione della questura - era stato in giro fino a tardi e poco prima di mezzanotte era stato fermato dai vigili urbani per guida in stato di ebbrezza.
Rientrato a casa, avrebbe impugnato la pistola, che deteneva regolarmente insieme ad altre armi, e avrebbe sparato alla moglie, che probabilmente dormiva, per poi rivolgere l’arma contro di sè. I corpi senza vita sono stati trovati nella stanza da letto verso le otto di mattina da una nipote della donna che, non riuscendo a mettersi in contatto con gli zii, si è recata a Longera ed è entrata nell’ abitazione con le chiavi di cui disponeva. Parenti e vicini delle vittime hanno confermato l’esistenza di un rapporto di coppia difficile.

IL GIORNALE DI VICENZA
Il turbolento episodio è avvenuto un paio di sere fa in corso Palladio sotto gli occhi del sindaco
Si scatena come un toro contro gli agenti In questura li carica, ma viene arrestato.

Scatena il pandemonio in corso Palladio (davanti agli occhi di un attonito sindaco) e quindi, mentre la moglie viene multata, ferisce un poliziotto e finisce la serata in cella dopo avere caricato come un “toro scatenato”.
Il movimentato episodio è avvenuto giovedì sera nel salotto buono della città. Verso le 19.30 il Corso era pieno di gente e in molti hanno notato una singolare famigliola: mamma e papà erano molto allegri, ed avevano con sé il figlioletto di 4 anni.
Qualche passante, visto che disturbavano la gente, ha avvisato i vigili urbani che si sono trovati ad affrontare una situazione complicata.
Per questo motivo hanno fermato anche una volante della questura per evitare conseguenze.
Di fronte ai poliziotti del commisario Cecchetto Massimiliano Mohamed Alì, 31 anni, residente nel capoluogo e cittadino italiano a dispetto del cognome, ha mantenuto un atteggiamento di sfida. Attorno ad un capannello di gente, ha insultato gli agenti, mentre la moglie si è allontanata ed è stata fermata dai vigili, che l’hanno multata per ubriachezza molesta.
Il bimbo è stato momentaneamente affidato ai nonni. Da parte sua Mohamed Alì non ha voluto essere identificato e per questo, dopo una colluttazione, è stato portato in questura, mentre da lontano osservava la scena Enrico Hüllweck.
Nella volante ha continuato ad inveire fino a quando, negli uffici della questura, ha caricato come un toro e correndo chino ha dato una testata alla schiena di un agente, ferendolo lievemente.
A quel punto è stato arrestato, ma non aveva concluso le sue turbolente esibizioni. Alì, rinchiuso nella camera di sicurezza di viale Mazzini, ha dato tanti calci alla porta che ha divelto la serratura; di fatto, è rimasto chiuso all’interno e la polizia ha dovuto chiamare i vigili del fuoco per segare il ferro.
Il vicentino è stato infine accompagnato in carcere per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento. Stamattina sarà processato per direttissima.

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
Botte alla stazione ferroviaria ferito anche un carabiniere.

Botte da orbi sul piazzale della stazione. Sono volati pugni e i contendenti se le sono date anche con una catena di ferro. Un carabiniere, intervenuto per riportare la calma, è rimasto ferito. Il bilancio è di un extracomunitario arrestato, mentre un uomo di Strudà, C.A., di 37 anni, è finito in ospedale: ne avrà per una ventina giorni. E’ successo venerdì pomeriggio, intorno alle 18. C’è stata dapprima una lite. Lo scontro verbale, poi, si è fatto fisico. Da una parte un cittadino turco di 25 anni, Mahir Dag, dall’altra il 37enne di Strudà che aveva bevuto qualche bicchiere. Certo è, alla fine, che il turco ha impugnato una catena di ferro e si è scagliato contro il 37enne. Le urla hanno richiamato l’attenzione di una pattuglia di carabinieri. I militari sono intervenuti subito ed il maresciallo, nel tentativo di bloccare l’aggressione, è rimasto ferito. Nel frattempo è giunto l’equipaggio di una Volante che ha trovato il sottufficiale dell’Arma che indicava un giovane in fuga. Nel volgere di qualche minuto i poliziotti hanno bloccato l’extracomunitario e l’uomo di Strudà. Quest’ultimo è stato accompagnato al Pronto soccorso del Fazzi dove i sanitari gli hanno riscontrato una ferita allo zigomo destro, un trauma nasale ed hanno accertato che era in stato di stato di ebbrezza. Nel piazzale della stazione, i poliziotti hanno recuperato la catena utilizzata dall’extracomunitario, che è stato arrestato per lesioni aggravate.

IL TEMPO
Russia, l’età media di un uomo è di 58 anni.

MOSCA — La situazione demografica in Russia continua a peggiorare con un «allarmante» calo dell’aspettativa della vita. L’avvertimento arriva da un Rapporto della Banca mondiale che è stato pubblicato l’8 dicembre scorso. Nonostante l’alto costo del petrolio - del quale la Russia è esportatrice - una relativa stabilità politica e la conseguente crescita economica, il documento della banca mondiale dichiara che la Russia è «uno dei pochi Paesi a reddito medio al mondo dove l’aspettativa di vita è in continua diminuzione». Il titolo del documento è infatti molto significativo: «Morire troppo giovani». Una dieta povera e anche l’alto consumo di alcool danneggiano quindi le vite dei russi; secondo la Banca mondiale l’aspettativa di vita per una donna è pari a 66 anni, mentre per l’uomo è di soli 58 anni. Le stime - che risultano «allarmanti» per uno Stato industrializzato e addirittura membro del G8 - sono di dodici anni inferiori a quelle degli Stati Uniti. Dal 1992 la popolazione russa ha perso sei milioni di persone. Il Rapporto avverte che se il tasso di natalità continua a scendere a fronte dell’aumento della mortalità, il paese perderà circa diciotto milioni di individui entro vent’anni. Questo significa che la popolazione potrebbe passare dai 142 milioni di cittadini, registrati nel censimento di tre anni fa, a 124 milioni: in questo modo su un territorio che copre un ottavo della superficie terrestre abiterebbe una popolazione pari circa al doppio di quella che abita il Regno Unito. I più a rischio sono gli uomini, i quali vivono in media sedici anni in meno rispetto a quelli in Europa occidentale e quattordici anni in meno rispetto alle donne connazionali. Esperti della Banca mondiale sottolineano che questa differenza tra i due sessi suggerisce che le cause della bassa aspettativa di vita per gli uomini sono legate a fattori comportamentali e non esterni come l’assistenza sanitaria. Il Rapporto conclude che se la tendenza demografica in Russia continua in questo modo l’aspettativa di vita per gli uomini russi arriverà ad appena cinquantatre anni.

ADNKRONOS
CALCIO: GB, LA FOLLE NOTTE DI ’GAZZA’
FILMATO MOSTRA L’EX GIOCATORE COMPLETAMENTE UBRIACO IN UNA DISCOTECA.

Londra, 11 dic. (Adnkronos) - Un uomo in evidente stato di ebbrezza si aggira per una discoteca con passo incerto, la camicia aperta sul petto, beve champagne direttamente dalla bottiglia, si avvicina a delle ragazze che ballano sul cubo, ne abbraccia una poi cade a terra e resta sdraiato sul pavimento per alcuni minuti. E’ Paul Gascoigne, ex fantasista della nazionale inglese, ripreso da un videofonino in una serata all’insegna dell’alcool al Chameleon Club a Southend nell’Essex lo scorso luglio. Il filmato e’ stato messo online sul sito del ’The Sun’, e il tabloid inglese racconta come le immagini riprese da un cliente del locale mostrano solo una parte della folle notte di ’Gazza’, che si sarebbe conclusa con una violenta lite con il proprio autista.

REUTERS
Sydney: colossale rissa a sfondo razziale, 5.000 coinvolti .

SYDNEY (Reuters) - Le tensioni razziali si sono trasformate in violenze oggi su una spiaggia di Sydney dove quasi 5.000 persone si sono radunate, alcune intonando slogan razzisti, e hanno aggredito alcuni giovani di origine mediorientale, dicendo di voler difendere il loro tratto di spiaggia.
Migliaia di appassionati di surf e bagnanti si sono riuniti a Cronulla Beach dopo che due bagnini erano stati aggrediti domenica scorsa da un gruppo di giovani di un sobborgo occidentale.
Ragazzi ubriachi hanno inseguito ed aggredito australiani di sembianze mediorientali sulla spiaggia meridionale di Sydney, costringendoli a rifugiarsi in negozi ed hotel mentre la polizia antisommossa con unità cinofile è intervenuta per porre fine alle violenze.
Nella notte le violenze si sono estese a una seconda spiaggia, Maroubra, dove uomini armati di mazze da baseball hanno sfasciato delle automobili. La polizia ha detto che un uomo è stato pugnalato alla schiena nella parte sud di Sydney in quella che secondo le notizie dei media sembra esser stata un’altra violenza razziale.
"Questa è l’Australia, e se a loro non piace possono andarsene a casa", ha detto ai giornalisti Allan, un abitante della zona assistendo alle violenze.
La polizia ha arrestato12 persone per il coinvolgimento nelle violenze ed ha bloccato la strada per Cronulla Beach, deturpata da cocci di bottiglie di birra.



Martedì, 13 Dicembre 2005
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