Incidenti tir, dimezzate le vittime nell'ultimo ventennio
I dati ufficiali del report annuale di Fondazione Ania e confermati da fonti governative all'inaugurazione di "TrasporTiamo" la nuova campagna sulla sicurezza stradale, promossa dall'Albo Nazionale degli Autotrasportatori, ci fanno ben sperare. Evidenziano chiaramente un netto calo delle vittime causate da incidenti con mezzi pesanti tra il 1991 e il 2011. Nel 1991 furono 501, che diventarono 268 del 2010, cioé il 46,6% in meno, quasi la metà delle vittime rispetto a vent'anni prima. Guardando, invece, le cifre riguardanti gli ultimi 10 anni, gli incidenti sono passati dai 15.721 del 2000 ai 12.897 del 2010, con una diminuzione del 18%. Nel 2010, ultimo anno di cui si hanno a disposizione i numeri, gli incidenti stradali che hanno coinvolto veicoli pesanti sono stati 27.346, cioé appena il 7% di tutti gli incidenti stradali avvenuti in Italia. Lo studio condotto sull’incidentalità dei mezzi pesanti in Europa e in Italia ha prodotto le seguenti evidenze: i tir superiori alle 3,5 tonnellate fanno registrare il maggior numero di vittime in Germania (91 vittime), in Spagna (85) e in Francia (76); l’Italia si colloca fortunatamente fuori dal podio, al 4° posto con 45 morti.
Considerando i mezzi pesanti alle 3,5 tonnellate sono Spagna, Grecia e Francia a mostrare la situazione di maggiore criticità con, rispettivamente, 189, 134 e 92 vittime. L’Italia si colloca in questo caso ancora molto lontano dai primi posti, al 7° con "solamente" 40 decessi. L’incidentalità degli autoarticolati segnale un andamento in continuo miglioramento negli anni, nonostante tutto, nell’immaginario collettivo degli italiani, i tir continuano ad essere il pericolo maggiore per la circolazione stradale ed i camionisti gli autisti più scorretti sull’asfalto. Impressioni confermate dagli ultimi sondaggi che evidenziano come più di 7 italiani su 10 ritengono i tir colpevoli degli incidenti stradali. La cause vengono attribuite per il 70% alla loro presunta pericolosità, per il 63% all’inquinamento che essi generano e per il 56% alla presunta “prepotenza” dei camionisti. Ciò significa che ad un aumento del parco circolante non corrisponde proporzionalmente un aumento dell’incidentalità, grazie, forse, ad una maggiore accortezza e sensibilità da parte dei conducenti, e a politiche specifiche sulla sicurezza stradale. Meditate gente, meditate...
da amicipolstrada.blogspot.com