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Notizie brevi 21/02/2012

È donna il 40% dei vertici della Polstrada

Il neo Direttore del Servizio Polizia Stradale dott.ssa Maria Luisa Pellizzari con il Capo della Polizia Prefetto Antonio Manganelli

Fiction tv italiane e serial americani hanno abituato gli appassionati del genere alla presenza di donne all'interno delle forze di polizia. In effetti la realtà, nello scenario nazionale, non si discosta tanto dalla fantasia. La componente femminile ha tuttavia avuto accesso a questo ambito professionale in tempi più recenti ed è quindi raro che possa già trovarsi in posizioni apicali.
Non così è per uno speciale compartimento del ministero dell'Interno, la Polizia stradale, dove anche nelle cariche più elevate si incontrano molti nomi che finiscono per «a». A partire dalla posizione di direttore del Servizio dove il 2 gennaio è arrivata Maria Luisa Pellizzari: laurea in giurisprudenza a Padova, sua città natale, in Polizia entra nel 1985 vincendo il concorso per vicecommissario, una carriera in uffici diversi, molti dei quali operativi e in prima linea nel contrasto al crimine. E ora un battesimo di fuoco ai vertici della Polstrada, prima con lo sciopero degli autostrasportatori, poi con l'emergenza neve. «Durata e gravità dell'allarme meteo – osserva Pellizzari – hanno messo a dura prova sia la popolazione sia tutta la viabilità, in particolare quella del Centro Sud. Ma la Polstrada, senza distinzioni di genere, ha saputo gestire in modo ottimale i problemi, come capacità, senso del dovere e sacrificio, garantendo senza sosta l'attività di soccorso. Numerose le lettere di apprezzamento dai cittadini. Una conferma che il nostro ruolo non è percepito solo come quello dell'istituzione che irroga le multe». Molte le donne al top nella Polstrada: il direttore della divisione operativa è Rosanna Ferranti; il vicequestore aggiunto che si occupa della comunicazione e delle campagne di sicurezza stradale si chiama Elisabetta Mancini; Delfina Di Stefano è il funzionario referente per Cciss e le emergenze in materia di viabilità; Ilaria Niccolini è responsabile della logistica ed Elia Cerroni del Centro elaborazione dati.


Anche sul territorio è significativa la quota femminile nei gradi alti della Polstrada (organizzata per compartimenti regionali, quindi per sezioni provinciali, a loro volta articolate in sottosezioni e distaccamenti). Sono infatti 41 su 103 (il 39%) le sezioni dirette da donne (in totale sono circa mille su un organico di 11.600 unità). E non si tratta di sezioni "minori": a Milano è arrivata il 6 febbraio Carlotta Gallo, a Roma c'è Cinzia Ricciardi, a Torino Maria Dolores Rucci, a Brescia Barbara Barra, a Salerno Grazia Papa. «Al successo ottenuto da molte di noi in questo settore, come peraltro in tutti quelli in cui si gestiscono situazioni di emergenza, hanno contribuito le doti organizzative – commenta Pellizzari –, la capacità cioè di conciliare più esigenze e più fronti, di tenere in piedi sia il versante privato che quello professionale. Ma vorrei sottolineare che la presenza femminile nella Polizia di Stato, e in particolare negli uffici di dirigenza, impressiona più gli osservatori esterni: noi non la riteniamo straordinaria, ma il risultato che premia un percorso professionale che si sviluppa indipendentemente dall'appartenenza di sesso».

 

A vestire la divisa della Polizia di Stato, limitatamente ad alcuni incarichi, le donne hanno iniziato nel 1960 (legge 1083/59), aumentando nel tempo: nel primo decennio del secolo (secondo i più recenti dati Ps) sono passate da 7.791 a 14.862, circa 8.100 (+118%) mentre gli uomini sono saliti da 84mila a 89.118 (+6%). Oggi costituiscono il 14% del totale delle risorse, presenti in tutte le funzioni. Quanto alla carriera, ogni cento donne che entrano in polizia una riesce ad arrivare a ruoli dirigenziali e ben sei prendono il grado di commissario: sul fronte maschile le percentuali scendono rispettivamente allo 0,7 e all'1,8%. Va del resto notato che le donne vantano oltre il doppio dei titoli accademici rispetto ai loro colleghi (il 22% circa contro il 9%) e il loro ingresso in polizia avviene più tardi, spesso a fine università, rispetto ai colleghi maschi che (prima che diventasse volontario nel 2005) potevano compiere il servizio di leva da ausiliari per essere poi subito inglobati nell'amministrazione.  Ma è stata la legge di riforma 121 del 1981 a stabilire che il personale maschile e femminile della pubblica sicurezza avesse parità di carriera e di mansioni. Ora, giusto i "tempi tecnici", e sarà facile assistere a ulteriori avanzamenti della componente femminile.

 


di Rossella Cadeo
da ilsole24ore.com

 



 

Martedì, 21 Febbraio 2012
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