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Notizie brevi 21/02/2012

Come viene utilizzato  il "tesoretto delle multe"?

Foto di repertorio dalla rete

I proventi delle contravvenzioni nel decennio 2001-2010 sono stati di 20 miliardi di euro, di cui, per legge, il 50% dovrebbe essere reinvestito per la sicurezza stradale. Uno studio della Fondazione Luigi Guccione con l'Istituto internazionale per il Consumo e l'Ambiente spiega cosa avviene realmente in 15 città
20.02.2012 - Che fine fanno i proventi delle contravvenzioni stradali? La risposta ha provato a fornirla la Fondazione Luigi Guccione che in collaborazione con l'Istituto internazionale per il Consumo e l'Ambiente, ha appena presentato lo studio "Strade: il tesoro delle multe", realizzato su 15 città metropolitane (Firenze e Bari non hanno fornito dati) sull'investimento dei proventi delle multe che nel decennio 2001-2010 è stato di 20 miliardi di euro. Nonostante la legge indichi chiaramente la "strada" da seguire, dai dati forniti dai comuni di Bologna, Cagliari, Catania, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste e Venezia emerge un utilizzo di queste risorse non omogeneo rispetto a quanto indicato dal Codice della strada. Secondo il Cds infatti il 50% degli introiti deve essere ripartito tra il miglioramento della segnaletica (almeno il 12,50%), ai controlli della polizia locale (almeno il 12,50%), e alla manutenzione delle strade, sicurezza utenti deboli, educazione stradale (25%). L'analisi fornisce quindi un quadro dettagliato di come "il tesoro delle multe" venga utilizzato ma soprattutto evidenzia che, nonostante la consistenza, non riesca ad incidere sulla sicurezza né a far diminuire la mortalità sulle strade.

 

Così, tanto per fare qualche esempio, si scopre che per il rinnovamento della segnaletica, dopo Milano che investe il 55,2% delle entrate, segue Reggio Calabria con il 46,4%, Palermo con il 20,7%, scendendo a Roma il 2,4%, Bologna l'1,5%  fino  a Genova che non investe neanche un centesimo di euro. Nell'ultimo quinquennio gli impieghi complessivamente sono del 7,3%, lontani quindi da quanto previsto dall'art. 208 del Cds (almeno il 12,5%), e sono stati investiti 173.302.768 euro (media annua 35.036.767 euro). Passando alle attività di controllo della polizia locale la destinazione è pari al 9,3% invece del 12,5% minimo. I più elevati arrivano da Venezia (31,9%), Reggio Calabria (28%), Messina (23,3%), Cagliari (17%), mentre per i più bassi si "distinguono" Torino (1%), Trieste (2,9%), Milano (4,5%). Nel quinquennio sono stati spesi 221.211.623 euro (media annua 45.108.815 euro). Sul fronte della manutenzione delle strade, sicurezza utenti deboli, educazione stradale è Trieste la città che investe le maggiori risorse (85,1%), seguita da Bologna (80%), Palermo (59,7%), Milano (46,5%), scendendo poi a Venezia (5,8%), Messina (3,4%) fino a Reggio Calabria (0%). Da segnalare che a questa voce è stato destinato più del 25% previsto per legge, ovvero 173.572.477 euro all'anno, pari al 34,9% del totale. Per quanto riguarda la pressione sanzionatoria nelle diverse città, ovvero a quanto ammonta il prelievo procapite: Roma guida la classifica con 101 euro, seguita da Milano (100), Bologna (97), Torino e Napoli (67), mentre gli importi più bassi si registrano a Reggio Calabria (10), Messina (18), Trieste (24). Mediamente nel quinquennio gli abitanti delle 15 città hanno pagato 74 euro a testa l'anno. A fronte di questi dati però, Roma risulta, tra le 15 città, la più insicura con ben 1.002 morti in 5 anni, seguita a distanza da Milano (373), Napoli (230), Torino (207), Palermo (194), Catania (112), Bologna (102), Messina e Bari (84), Genova (71), Trieste (65), Venezia (64), Cagliari (61), Reggio Calabria (39).

 

La ricerca però mette in luce anche un aspetto "oscuro" della gestione dei fondi, per quanto riguarda il monitoraggio delle spese ed attività, infatti "nessuna relazione-rendicontazione viene fatta dai Comuni e nemmeno dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sull'entità e sulla spesa di tali somme nonostante ci siano dei precisi obblighi di legge (Legge 120/2010). Ma nemmeno la Corte dei Conti sembra interessata alla materia. I dati sono il frutto di un'istanza di accesso agli atti che abbiamo fatto nel mese di ottobre 2011. E tra le 15 città emerge anche che ci sono metodi di rendicontazione molto differenti che non rendono chiaro cosa viene fatto o in alcuni casi le stesse spese non vengono rendicontate analiticamente ma indicate solo con una cifra totale. In sostanza non c'è un criterio omogeneo di trasparenza dei dati e nessuna valutazione d'efficacia degli investimenti effettuati: ad esempio i soldi spesi a Roma per il trasporto pubblico, oltre 700 milioni su 1.350 milioni di euro incassati dalle multe, non hanno inciso sul miglioramento del servizio. Ma lo stesso art. 208 del Codice della strada non prevede di utilizzare soldi delle multe per metropolitane e Bus che hanno, invece, altri canali di finanziamento". Lo studio infine indica anche alcune soluzioni che potrebbero contribuire al miglioramento della ripartizione delle risorse e quindi a un loro ben più efficace utilizzo.
 

 


da repubblica.it

Martedì, 21 Febbraio 2012
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