RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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IL GAZZETTINO DROGA, LEGGE PENALE E MODE CULTURALI |
Il disegno di legge del vicepresidente Fini e del ministro Giovanardi sulla droga si caratterizza per un’impostazione assai semplice e chiara e soprattutto in chiave repressiva. Viene abolita ogni distinzione agli effetti penali tra droga e droga, la tabella diventa unica e l’assuntore, se va oltre certi limiti di dosaggio, è considerato ed equiparato allo spacciatore nonchè sottoposto alle relative, pesanti sanzioni penali. Una soluzione di questo tipo è stata in vigore nel nostro ordinamento dal 1954 al 1975, quando fu introdotta la distinzione tra droghe pesanti e leggere e quando, soprattutto, si decise che il consumatore di modiche quantità non potesse più essere sottoposto a sanzioni penali per essere, invece, avviato ad appropriati interventi medici e socio-riabilitativi. Sostanzialmente oggi si vuole tornare indietro. Certamente l’attuale sistema assistenzialistico non ha dato buona prova, ma altrettanto deve dirsi di quello assolutamente rigoristico, che puniva tutto e tutti, e che anzi risultò perfino peggiore. Personalmente, mi occupo di droga da decenni e sono stato più volte in rapporti di collaborazione con colleghi e funzionari di ogni Paese. Le doglianze sono generali e non conosco alcun sistema sanzionatorio e riabilitativo che si sia rivelato veramente soddisfacente. Tutti i Paesi civili lottano con ogni mezzo possibile contro il flagello, ma nessuno, almeno che io sappia, sostiene di essere riuscito a debellarlo. A mio giudizio, non si può rinunciare allo strumento penale, alla carcerazione più o meno lunga dei trafficanti e spacciatori, mentre i vari sistemi penali non sono affatto omogenei tra loro per quanto riguarda il trattamento del consumatore. Quasi ovunque si tiene conto della diversa pericolosità delle singole sostanze, e da qui muove la distinzione tra i cannabici, ritenuti in generale poco o niente affatto pericolosi, e gli oppiacei, gli stimolanti e gli allucinogeni che provocano gravi conseguenze personali e forte dipendenza organica e psichica. Questa distinzione non può essere superata o ignorata solo in base al richiamo del principio, tra l’altro alquanto controverso e obiettivamente discutibile, che una droga, se tale, fa comunque assai male alla salute, non fosse altro che come iniziazione o induzione alle altre. Infatti, se fosse vero, non dovremmo esitare a reprimere il traffico e lo stesso consumo anche delle droghe cosiddette legali come il tabacco, il caffè e l’alcool, a volte più nocive di alcune tra quelle espressamente vietate. Tuttavia, in linea di principio, la tesi della necessità di ricorrere alla sanzione penale contro ogni tipo di traffico e di consumo e nei confronti di qualunque droga, leggera o pesante, non può essere liquidata semplicisticamente o alla leggera. Ma già sappiamo che l’attuale cultura non l’accetta e, anzi, la rifiuta. Sono inequivocabili al riguardo l’intervento legislativo del 1975 e il successivo abrogativo del 1993, in conseguenza del quale, oggi, almeno teoricamente, il consumatore di qualunque droga, in qualunque quantità (salvo il giudizio del giudice circa la correttezza dell’inquadramento dell’accusato nella categoria dei consumatori, spesso nascondendosi dietro tale definizione, affermazione o pretesto un vero e proprio trafficante) non è più punito, ma sottoposto a semplici, irrisorie misure amministrative. Un giro di vite quale quello ipotizzato dal progetto appare perciò decisamente utopico o irrealistico. Forse passerebbe in Parlamento, ma certamente non sarebbe gradito alla maggioranza degli elettori. Non dico che ciò sia un bene in assoluto e che la rinuncia ad un trattamento penale più severo non comporterebbe, anche se non automaticamente, un sostanziale aumento del traffico, ma secondo me le attuali e correnti idee della maggioranza dei cittadini non sono assolutamente in linea con la proposta, tanto più che l’adozione della linea rigoristica implicherebbe ulteriori, gravi problemi, verosimilmente irrisolvibili, come l’impossibilità di un appropriato trattamento sanitario e riabilitativo e il sovraffollamento del carcere, già oggi in condizioni disperate e disumane. |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
Da giovedì a sabato
della prossima settimana, volontari della Protezione civile in azione
all’uscita dei
pub
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GIORNALE DI BRESCIA
In primo piano la
sicurezza: distribuiti 5mila etilometri |
BOLOGNA - Si chiamano «Soffia e sai» e sono dei piccoli etilotest monouso prodotti dalla Pectrol, semplici da usare prima di mettersi alla guida. Basta soffiarci dentro per sapere, in pochi minuti, il proprio tasso alcolico ed evitare, quindi, di mettersi al volante dell’auto. A distribuirne 5mila gratis, in occasione del Motor Show, è il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che insieme all’Unione nazionale autoscuole e studi di consulenza automobilistica (Unasca) e alla Confederazione titolari autoscuole e agenzie d’Italia (Confedertaai) ha allestito uno stand all’interno del villaggio che ospita il salone dell’ auto per promuovere l’iniziativa «La sicurezza non è un limite», una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani sulla sicurezza stradale. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti vuole così lanciare ai più giovani un messaggio sull’importanza della prevenzione, e gli etilometri costituiscono un mezzo per evitare di mettersi alla guida dell’auto in stato di ebbrezza, soprattutto all’uscita dalle discoteche. Nell’area interamente dedicata alla sicurezza stradale sarà possibile provare il simulatore di velocità per moto, una prova di corretta guida attraverso un percorso cittadino virtuale. Anche l’Osservatorio per l’educazione e la sicurezza stradale della Regione Emilia-Romagna è presente con un proprio stand al Motor Show. Sono in programma avvenimenti e iniziative, anche a carattere ludico, dedicati alla sicurezza stradale e alla diffusione tra i giovani della necessità di osservare le regole ed essere prudenti quando si guida un veicolo. Tra gli appuntamenti più significativi, l’incontro nazionale delle Consulte scolastiche provinciali e il convegno su «Giovani e sicurezza stradale». Tra i testimonial per la sicurezza stradale, al Motor Show ci saranno i cantanti Paolo Vallesi e Neffa, poi Jimmy Ghione di Striscia la notizia e Angela del Grande fratello. |
L’ADIGE «Strade aperte» per cento ragazzi Il gruppo teatrale e musicale festeggerà 10 anni nel 2006 |
VAL DI SOLE – In mezzo a gruppi e realtà
che si disgregano dall’oggi al domani, vuoi per mancanza di tempo o di
entusiasmo, in val di Sole uno è nata diversi anni fa, è cresciuta e ancora
pensa ad evolversi e migliorarsi. È il gruppo «Strade aperte» di Vermiglio,
che in realtà coinvolge ragazzi e ragazze un po´ da tutti i paesi della val
di Sole, con qualche componente proveniente anche dalla vicina val di Non,
che nel 2006 festeggerà i suoi dieci anni di vita. |
IL GAZZETTINO (Udine) AL MALIGNANI Il vicepreside: «Drogarsi sarà "bello", ma uccide» Dagli anni ‘80 cura progetti combatte l’uso della droga, il fenomeno del tabagismo e dell’alcol nelle scuole. |
Secondo Della Piana ci troviamo nel cosiddetto ambito del principio dei piaceri, una delle principali pulsioni dell’essere umano. (*) Quando si esagera però si perde il principio di realtà che viene praticamente demolito. «Gli insegnanti non possono fare i poliziotti - afferma Della Piana - devono fare gli educatori. Al Malignani quando ci sono situazioni sospette vengono subito segnalate a chi di dovere. Se apprendiamo che un ragazzo si spinella, contattiamo la famiglia, c’è chi ci ringrazia e chi invece s’inalbera difendendo i propri ragazzi. A quel punto il nostro compito è finito. La famiglia è il nostro ultimo referente, noi non andiamo oltre». Della Piana sostiene anche il principio dell’educazione alla legalità, stringendo rapporti con le forze dell’ordine, ma traccia l’identikit dello studente medio friulano. Secondo Della Piana, insegnante di religione, non basta l’azione di prevenzione, ma i controlli sono necessari. I mercati hanno eliminato le droghe socialmente non accettate (eroina, anfetamine), dando spazio agli stupefacenti invisibili, secondo il vicario c’è una precisa politica dei mercati della morte. «Lo studente medio assorbe le subculture giovanili - dice Della Piana - spesso sposando lo sballo, vedi talvolta il consumo di birra, ma anche la trielina. Studia per l’interrogazione, si applica in maniera settoriale, finalizzando il tutto al successo scolastico e non alla formazione personale. Rischiamo qualche volta di diplomare degli ignoranti. Ma ci sono anche dei lati positivi: lo studente è spesso in possesso di un’intelligenza molto aperta, generoso e con un grande spirito di solidarietà». Daniele Paroni (*) nota: dissuadere dall’uso delle droghe trasmettendo contemporaneamente l’ idea che bere è bello è una battaglia persa in partenza. Se bere è bello, bere molto sarà molto bello e tutte le raccomandazioni sulla moderazione perdono di significato. Solo trasmettendo modelli, comportamenti e divertimenti che comprendano il piacere di non bere si propone una consapevolezza alternativa. |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO copertino Due giorni di sport e di educazione civica al palasport
Sicurezza stradale, giovani a
lezione
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COPERTINO Judo e sicurezza stradale a braccetto per sensibilizzare soprattutto i giovani al rispetto del Codice stradale. Domani e domenica, quindi, si svolgeranno gare regionali di judo presso il palazzetto dello sport. L’organizzazione è della «Olimpia Sport» diretta da Marcello Ciccarese in collaborazione con la «Olimpia» di Lizzanello, guidata da Gianfranco Marchello. La «due giorni» si avvale del patrocinio del comune di Copertino, della Fijlkam, del Coni, del Csen provinciale, dell’Aci, della Polizia stradale e dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada. Aci e Polizia stradale saranno presenti per sottolineare al pubblico e ai giovani la necessità di «tenersi stretta la vita». La Polstrada, tra l’altro, illustrerà l’equipaggio delle volanti e farà conoscere il funzionamento dell’etilometro, mentre l’Aci, grazie all’interessamento di Sista De Donatis, distribuirà alcuni gadget e materiale informativo, tra cui un vademecum comportamentale. (…) Giovanni Greco |
IL MESSAGGERO (Pesaro) URBINO «Contro i vandali si può fare di più»
Il comandante della
polizia municipale preoccupato per gli episodi di sabato notte
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IL GAZZETTINO (Padova) L’assessore Sinigaglia continua la sua battaglia: «Bisogna responsabilizzare i gestori dei bar». E con l’Uls lancia un’altra campagna informativa Immigrati ubriachi, fenomeno in crescita Dopo l’abuso dello spritz un nuovo allarme sociale: nei call center si venderebbero anche alcolici agli stranieri |
Guerra aperta allo spritz da sballo, il colorato apertivo che manda in tilt, il mix esplosivo che non segue regole codificate ma shakera insieme più e più ingredienti difficili da smaltire per l’organismo. Un problema che acquista connotati anche extra, nel senso che il rito dello spritz viene abusato anche dagli extracomunitari che, un drink dopo l’altro, si prendono delle ciucche colossali. «Gli stranieri che si ubriacano sono un fenomeno in preoccupante crescita - osserva Claudio Sinigaglia, assessore alle politiche sociali del Comune di Padova, promotore della campagna "Alza la testa non il gomito" - tanto che gira voce che nei call center dove gli extracomunitari si rivolgono per telefonare vengano venduti anche alcolici». Difficile quantificare il sommerso, più agevole accorgersi di come molti bar del centro siano passati in mano ai cinesi che la "Didattica del cocktail" - il corso di formazione e approfondimento sulle buone norme da adottare quando si confeziona un drink e sugli effetti dei cocktail più disparati - non sanno neppure cosa sia. Dei 47 barman che hanno accolto l’invito del Comune a partecipare al corso tenuto dalla psicopedagogista Gabriella Baiguera, nessuno era straniero. «E’ necessario che gli esercenti, sia italiani che extracomunitari, compiano un salto di qualità, si sforzino di ’capire’ il prodotto, di offrire un drink qualitativamente adeguato, magari soft, a basso tasso alcolico: bisogna stimolare il senso di responsabilità. Che l’utente rimanga sobrio - sottolinea Sinigaglia - è un vantaggio per tutti: per l’utente stesso, che resta lucido e consuma di più, per l’esercente, per l’ordine pubblico. Ma per vincere è necessario il concorso di tutti». Soprattutto dei baristi di quelle zone "calde" che sono le piazze, che al corso di formazione non si sono visti. Per sensibilizzare i giovani ad un uso accorto dell’alcol il Comune in collaborazione con l’Usl 16 sta distribuendo i volantini "Io c’ero fino a un bicchiere fa" dove si ricorda che è opportuno non bere se si ha meno di 16 anni, una gravidanza in corso, si allatta, si assumono farmaci, si soffre di una malattia acuta o cronica, se si è alla guida. "Un bicchiere di una qualunque bevanda alcolica contiene circa 12 grammi di alcol; le quantità attualmente considerate a basso rischio - si legge - non devono superare i 20-40 grammi per gli uomini e i 10-20 per le donne". (*) Federica Cappellato (*) nota: questo è un buon esempio di iniziativa senza nessuna possibilità di successo. Cercare di vendere più alcolici possibile e invocare il senso di responsabilità degli avventori è come distribuire armi raccomandandosi di mirare bene. Senza mettere in discussione la guerra. |
IL GAZZETTINO (Vicenza) Un tragico incidente stradale in cui aveva perso la vita un ventunenne rievocato in tribunale Patteggia per la morte dell’amicoUn anno al guidatore perchè era in stato di ebbrezza e la velocità era elevata |
Altivole. Nell’incidente stradale era morto Nicolò Scardellato, 21 anni, di Altivole: l’auto su cui viaggiavano insieme lui e l’amico Luca Vudafieri, 21 anni, era finita contro un platano. Vudafieri ha patteggiato ieri un anno perchè giudicato responsabile di aver guidato l’auto in stato di ebbrezza mentre la strada era bagnata e dunque più pericolosa; era notte e la velocità era elevata. La pena è sospesa perchè il giovane è incensurato. La prova alcolimetrica ha dato un risultato - al tempo del fatto, il 9 aprile scorso - di 209 rispetto allo 0.50 consentito dalla legge. L’incidente era avvenuto sulla sp 101, ad Altivole e Scardellato, che viaggiava a fianco del conducente, era deceduto. La scomparsa del giovane aveva provocato un grande rammarico, così come la responsabilità dell’altro giovane che guidava, che certamente ha pagata cara una leggerezza dettata dall’età. Al tempo dei fatti era stato chiesto e ottenuto in segno di lutto il rinvio della gara di campionato, perchè Nicolò, mezz’ala della prima squadra altivolese, era anche l’allenatore della formazione "pulcini" della società. Scardellato - che era nato il 25 agosto del 1984 - ha lasciato il papà Loris, geometra presso l’Impresa Costruzioni Geom. Corrado Tiziano di Caerano S. Marco, la mamma Francesca Bortolon, responsabile dell’ufficio finanziario e segreteria del Comune di Altivole, la sorella Irene studentessa. Il 5 maggio del 1999 Nicolò aveva perso la cugina quindicenne Federica in un altro incidente della strada a Caselle. Nicolò era al secondo anno di Ingegneria Civile all’Univesità di Padova. |
IL GAZZETTINO(Treviso) LO SCHIANTO DI CASALE Indagato il guidatore che non avrebbe dato la precedenza all’auto su cui viaggiava la donna incinta Omicidio colposo per l’altro conducenteLa signora morì al Pronto soccorso del Ca’ Foncello mentre la bimba fatta nascere spirò un’ora dopo |
Casale sul Sile. La tragedia avvenuta a Casale Sul Sile venerdì scorso continua, oltre che per la famiglia della poveretta morta, con il dramma del conducente dell’altra vettura. Il giovane è ora indagato per l’omicidio colposo: aveva bevuto forse una birra, ma nulla più. Il suo tesso alcolemico era di 0.70: la legge da qualche anno dispone in Italia 0.50 come limite massimo, ma precedentemente (e ancora in altri Paesi d’Europa) era di 0.80. Il giovane - che non avrebbe dato la precedenza all’auto su cui viaggiava la signora in attesa di una bambina da sette mesi - è disperato per quello che è accaduto. La signora è spirata al pronto soccorso del Ca’ Foncello poco dopo il ricovero, la bambina è stata fatta nascere ed è morta un’ora dopo; uno strazio. Lei si chiamava Silvia Cappuccini, 38 anni, bresciana, e abitava a Sirmione. In auto era con un’amica, erano le 19.30; la Punto delle due donne si è scontrata con la Opel Corsa condotta dal 19enne, in fase di svolta. Lo schianto ha immediatamente mobilitato i soccorsi. La vicenda ovviamente, dato che ha annientato due vite, ha sollevato ancora una volta il problema della guida sulle strade del trevigiano. Il Procuratore della Repubblica di Treviso, Antonio Fojadelli, ha detto ieri che «non si può dire "l’incrocio killer", perchè se le regole venissero rispettate, quello che è accaduto sarebbe stato evitato». È vero però che un omicidio colposo è questione di una frazione di secondo e di un attimo di disattenzione. (*) Il diciannovenne alla guida della Opel è stato ricoverato per qualche lesione, ma forse la cintura di sicurezza - che la povera signora era autorizzata dalla legge a non portare allacciata per lo stato di avanzata gravidanza - lo ha salvato. (*) Nota: la frazione di secondo che fa la differenza tra la vita e la morte è uguale alla differenza che c’è tra guidare sobrio e guidare con un’alcolemia di 0,7 g/l. |
LA VOCE DI MANTOVA Lettere Condanna mite (ritiro della patente) a chi ha privato della vita una persona I morti non tornano dopo un anno
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Gentile Direttore, mi rivolgo a lei per l’articolo uscito sulla Voce di Mantova il giorno 26 novembre 2005, pag.19, scritto da Katia Mutti, inerente alla sentenza emessa dal Tribunale di Mantova sul caso (Minoglia Mattesco), dove il signor Claudio Mattesco è stato condannato per aver tamponato a velocità elevatissima e ucciso in stato di ebbrezza (tasso alcol 2,45) in centro abitato Matteo Minoglia. Mi riferisco al titolone "se non lo controllano, mi metterò davanti a casa sua" e ad alcune dichiarazione emesse dai familiari, che non corrispondono a ciò che è stato detto telefonicamente dovute anche dal rumore di sottofondo. La signorina Katia Mutti già interpellata si è scusata per non aver capito bene. Le chiedo pertanto di rettificare l’articolo, grazie. "I familiari non sono per nulla contenti della sentenza. Solo 10 week end! I 10 week end sono una sentenza ridicola e offensiva, non contano nulla sapendo che lui è libero di circolare dal lunedì al venerdì e proprio di giovedì sera lui ha ucciso Matteo Minoglia, unico figlio di Giovanni Minoglia e Gladys Annovazzi e unico nipote di Vera Ghisolfi e di Denis Annovazzi. La vita di una persona vale meno di quella di un gatto? Se si uccide un animale si prende la galera. Se si uccide una persona no. Il ritiro della patente per un anno? Si doveva toglierla a vita! I morti non tornano dopo un anno e i familiari sono morti con lui su quella strada e condannati all’ergastolo del dolore senza sconto di pena!". Cordiali saluti. Denis Annovazzi (Solferino) |
IL
GIORNALE DI VICENZA |
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IL GAZZETTINO Dopo l’aggressione di un 18enne marocchino ad una studentessa friulana il nuovo episodio ha avuto per protagonisti un gruppo di romeni Bologna, violentata donna con problemi psichici A Lanciano scoperto un altro caso di stupro di una ragazzina - Il «branco» di adolescenti arrestati nega le accuse |
Bologna
Altro caso di stupro, in due settimane,
a Bologna. Dopo la violenza subita da una studentessa friulana il 23
novembre ad opera di un 18enne marocchino (identificato grazie alle
telecamere ma irreperibile) che verso le 20,30 l’aveva seguita scendendo
con lei da un autobus alla periferia della città; e dopo il fermo di un
47enne che venerdì aveva tentato di approfittare di una ragazza sofferente
di proble
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