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Rassegna stampa alcol e guida del 7 dicembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-Insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL GAZZETTINO

DROGA, LEGGE PENALE E MODE CULTURALI

 

 

 

Il disegno di legge del vicepresidente Fini e del ministro Giovanardi sulla droga si caratterizza per un’impostazione assai semplice e chiara e soprattutto in chiave repressiva. Viene abolita ogni distinzione agli effetti penali tra droga e droga, la tabella diventa unica e l’assuntore, se va oltre certi limiti di dosaggio, è considerato ed equiparato allo spacciatore nonchè sottoposto alle relative, pesanti sanzioni penali.

 

Una soluzione di questo tipo è stata in vigore nel nostro ordinamento dal 1954 al 1975, quando fu introdotta la distinzione tra droghe pesanti e leggere e quando, soprattutto, si decise che il consumatore di modiche quantità non potesse più essere sottoposto a sanzioni penali per essere, invece, avviato ad appropriati interventi medici e socio-riabilitativi. Sostanzialmente oggi si vuole tornare indietro. Certamente l’attuale sistema assistenzialistico non ha dato buona prova, ma altrettanto deve dirsi di quello assolutamente rigoristico, che puniva tutto e tutti, e che anzi risultò perfino peggiore.

 

Personalmente, mi occupo di droga da decenni e sono stato più volte in rapporti di collaborazione con colleghi e funzionari di ogni Paese. Le doglianze sono generali e non conosco alcun sistema sanzionatorio e riabilitativo che si sia rivelato veramente soddisfacente. Tutti i Paesi civili lottano con ogni mezzo possibile contro il flagello, ma nessuno, almeno che io sappia, sostiene di essere riuscito a debellarlo. A mio giudizio, non si può rinunciare allo strumento penale, alla carcerazione più o meno lunga dei trafficanti e spacciatori, mentre i vari sistemi penali non sono affatto omogenei tra loro per quanto riguarda il trattamento del consumatore.

 

Quasi ovunque si tiene conto della diversa pericolosità delle singole sostanze, e da qui muove la distinzione tra i cannabici, ritenuti in generale poco o niente affatto pericolosi, e gli oppiacei, gli stimolanti e gli allucinogeni che provocano gravi conseguenze personali e forte dipendenza organica e psichica. Questa distinzione non può essere superata o ignorata solo in base al richiamo del principio, tra l’altro alquanto controverso e obiettivamente discutibile, che una droga, se tale, fa comunque assai male alla salute, non fosse altro che come iniziazione o induzione alle altre. Infatti, se fosse vero, non dovremmo esitare a reprimere il traffico e lo stesso consumo anche delle droghe cosiddette legali come il tabacco, il caffè e l’alcool, a volte più nocive di alcune tra quelle espressamente vietate.

 

Tuttavia, in linea di principio, la tesi della necessità di ricorrere alla sanzione penale contro ogni tipo di traffico e di consumo e nei confronti di qualunque droga, leggera o pesante, non può essere liquidata semplicisticamente o alla leggera.

 

Ma già sappiamo che l’attuale cultura non l’accetta e, anzi, la rifiuta. Sono inequivocabili al riguardo l’intervento legislativo del 1975 e il successivo abrogativo del 1993, in conseguenza del quale, oggi, almeno teoricamente, il consumatore di qualunque droga, in qualunque quantità (salvo il giudizio del giudice circa la correttezza dell’inquadramento dell’accusato nella categoria dei consumatori, spesso nascondendosi dietro tale definizione, affermazione o pretesto un vero e proprio trafficante) non è più punito, ma sottoposto a semplici, irrisorie misure amministrative.

 

Un giro di vite quale quello ipotizzato dal progetto appare perciò decisamente utopico o irrealistico. Forse passerebbe in Parlamento, ma certamente non sarebbe gradito alla maggioranza degli elettori. Non dico che ciò sia un bene in assoluto e che la rinuncia ad un trattamento penale più severo non comporterebbe, anche se non automaticamente, un sostanziale aumento del traffico, ma secondo me le attuali e correnti idee della maggioranza dei cittadini non sono assolutamente in linea con la proposta, tanto più che l’adozione della linea rigoristica implicherebbe ulteriori, gravi problemi, verosimilmente irrisolvibili, come l’impossibilità di un appropriato trattamento sanitario e riabilitativo e il sovraffollamento del carcere, già oggi in condizioni disperate e disumane.

 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

 

Da giovedì a sabato della prossima settimana, volontari della Protezione civile in azione all’uscita dei pub                                                                                               
Nottambuli sicuri al volante col «soffio» di etilotest
Stand a Porta San Biagio, Porta Napoli e in piazza Sant’Oronzo. Liaci: «Un importante progetto per la prevenzione» 

 


«Un soffio per sapere...». Cosa? Se, ad esempio, all’uscita da un pub, siamo in grado di metterci al volante della nostra auto, senza infrangere la legge e, soprattutto, provocare danni a noi e ad altri. Da giovedì a sabato della prossima settimana, ciò sarà possibile grazie alla prova dell’etilotest. Dei volontari della protezione civile, presenti all’interno di tre stand collocati a porta San Biagio, a porta Napoli e in piazza Sant’Oronzo, distribuiranno gratuitamente degli etilometri monouso. E chi vorrà, potrà sapere, semplicemente soffiando all’interno degli stessi, qual è il tasso di alcool presente nel sangue. Il progetto, denominato «Divertimento in sicurezza», è promosso dall’Amministrazione comunale. «Si tratta di un’iniziativa molto importante - ha detto l’assessore alla Polizia municipale, Walter Liaci -. Il nostro obiettivo è infondere nei cittadini leccesi un contenimento del tasso alcolico per una riduzione degli incidenti causati da chi si mette alla guida, dopo aver assunto bevande alcoliche. Da questo punto di vista la prevenzione e la sensibilizzazione sono importantissime». Il sindaco Adriana Poli Bortone vorrebbe poi riproporre, in futuro, un’analoga iniziativa, insieme agli amministratori delle città di Brindisi e Taranto. Mentre l’assessore Liaci ha preannunciato che è intenzione della giunta dotare, quanto prima, il corpo dei vigili di etilometri conformi alla normativa vigente. Il neocomandante dei vigili urbani di Lecce, Donato Zacheo, ha invece fornito i dati degli incidenti stradali, verificatisi in città per abuso di alcol. «Ne abbiamo avuti 5 nel 2004 e altrettanti, sinora, nel 2005. E almeno due sono stati mortali - ha spiegato Zacheo - Il comma 9 dell’articolo 186 del Codice della Strada prescrive che, una volta superato il livello di alcool pari a 1,5 grammi per litro di sangue, non ci si possa mettere alla guida. In caso contrario, scattano il ritiro della patente e il sequestro dell’auto» (*). Nelle tre postazioni individuate saranno presenti anche dei totem alti circa 2 metri, col logo dell’iniziativa disegnato da Gianfranco Belfiore. f.c.

(*) nota: il limite di alcolemia per la sospensione della patente è 0.5 g/l. Il comma 9 dell’art. 186 del Codice della Strada indica il limite di 1.5g/l per la sospensione della patente fino al pronunciamento della commissione medica

 

GIORNALE DI BRESCIA

 

In primo piano la sicurezza: distribuiti 5mila etilometri
INIZIATIVE MINISTERIALI

 

 

 

BOLOGNA - Si chiamano «Soffia e sai» e sono dei piccoli etilotest monouso prodotti dalla Pectrol, semplici da usare prima di mettersi alla guida. Basta soffiarci dentro per sapere, in pochi minuti, il proprio tasso alcolico ed evitare, quindi, di mettersi al volante dell’auto. A distribuirne 5mila gratis, in occasione del Motor Show, è il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che insieme all’Unione nazionale autoscuole e studi di consulenza automobilistica (Unasca) e alla Confederazione titolari autoscuole e agenzie d’Italia (Confedertaai) ha allestito uno stand all’interno del villaggio che ospita il salone dell’ auto per promuovere l’iniziativa «La sicurezza non è un limite», una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani sulla sicurezza stradale. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti vuole così lanciare ai più giovani un messaggio sull’importanza della prevenzione, e gli etilometri costituiscono un mezzo per evitare di mettersi alla guida dell’auto in stato di ebbrezza, soprattutto all’uscita dalle discoteche. Nell’area interamente dedicata alla sicurezza stradale sarà possibile provare il simulatore di velocità per moto, una prova di corretta guida attraverso un percorso cittadino virtuale. Anche l’Osservatorio per l’educazione e la sicurezza stradale della Regione Emilia-Romagna è presente con un proprio stand al Motor Show. Sono in programma avvenimenti e iniziative, anche a carattere ludico, dedicati alla sicurezza stradale e alla diffusione tra i giovani della necessità di osservare le regole ed essere prudenti quando si guida un veicolo. Tra gli appuntamenti più significativi, l’incontro nazionale delle Consulte scolastiche provinciali e il convegno su «Giovani e sicurezza stradale». Tra i testimonial per la sicurezza stradale, al Motor Show ci saranno i cantanti Paolo Vallesi e Neffa, poi Jimmy Ghione di Striscia la notizia e Angela del Grande fratello.

 

L’ADIGE

 

«Strade aperte» per cento ragazzi Il gruppo teatrale e musicale festeggerà 10 anni nel 2006

 

 

 

VAL DI SOLE – In mezzo a gruppi e realtà che si disgregano dall’oggi al domani, vuoi per mancanza di tempo o di entusiasmo, in val di Sole uno è nata diversi anni fa, è cresciuta e ancora pensa ad evolversi e migliorarsi. È il gruppo «Strade aperte» di Vermiglio, che in realtà coinvolge ragazzi e ragazze un po´ da tutti i paesi della val di Sole, con qualche componente proveniente anche dalla vicina val di Non, che nel 2006 festeggerà i suoi dieci anni di vita.
L´idea di costituire il gruppo, impegnato nella realizzazione di spettacoli e musical, risale al novembre del 1995 e porta l´imprimatur di Paolo Bertolini e Marco Panizza (il primo, presidente agli esordi, ha lasciato in seguito il testimone a Panizza, che cura anche la regìa) con lo zoccolo duro costituito dal gruppo locale degli animatori ma anche, fin da subito, da persone di altri paesi, a testimonianza dell´apertura del gruppo che è stata mantenuta fino ad oggi.
Con una formazione supportata anche da esperti del settore, tanto impegno e volontà di trasmettere, tramite i propri musical, messaggi ispirati a valori profondi, quali l´importanza dell´amicizia, il sostegno reciproco anche nei momenti più difficili, la necessità di non soffermarsi alle apparenze, al materialismo, ma di andare oltre e di pensare con la propria testa sempre, ha permesso al gruppo di portare in scena tre spettacoli.
Il primo è stato «Lavori in corso» con musica dal vivo, seguito da «Ma quale vita spericolata», forse il più sentito, come commenta il presidente Panizza, che ha permesso di soffermarsi sulle problematiche che investono il mondo giovanile. E infine «Slegati la testa», incentrato su tematiche come la droga ed i pregiudizi della società. Spettacolo che attualmente «Strade aperte» sta portando in giro per i teatri nonesi e solandri (a Dimaro, all’interno delle iniziative di sensibilizzazione sui problemi legati al consumo di alcolici pensate dal coordinamento «Alcol, guida e promozione della salute») con tappe a Tione, Sondrio, Vicenza e Milano.
Nel corso degli anni sono stati circa un centinaio i ragazzi passati per la scuola di «Strade aperte», mentre attualmente il gruppo è formato da 26 giovani più un´altra ventina di simpatizzanti, attivi anche in altri contesti in cui opera questa realtà, come iniziative benefiche. Ora si sta discutendo sul soggetto di un nuovo spettacolo, che questa volta potrebbe avere come protagonista un personaggio religioso (ad esempio Madre Teresa). Un lavoro che, come commenta Marco Panizza, potrebbe essere pronto per il 2007-2008 e rappresenterà un punto di svolta, un impegno maggiore in un musical che coinvolge tutti e per questo sarà necessario prepararsi anche con la formazione affidata a degli scenografi.
Ai festeggiamenti del prossimo anno dovrebbe partecipare il cantante Gatto Panceri, una serata acustica sarà organizzata con il valsuganotto Mauro Borgogno, leader dei Rising Power, e ci saranno specifici momenti dedicati alla storia del gruppo, raccolta anche in una piccola pubblicazione.
Infine «Strade aperte», affiliato alla Cofas, la Compagnia delle filodrammatiche associate del Trentino, il prossimo anno vuole tentare di partecipare a «Palcoscenico trentino», la più importante manifestazione provinciale di teatro amatoriale.

 

IL GAZZETTINO (Udine)

 

AL MALIGNANI

 

Il vicepreside: «Drogarsi sarà "bello", ma uccide»

 

Dagli anni ‘80 cura progetti combatte l’uso della droga, il fenomeno del tabagismo e dell’alcol nelle scuole.

 


È il professor Alberto Della Piana, stretto collaboratore del preside dell’istituto Malignani di Udine. È lui assieme ai suoi collaboratori a creare un centro d’informazione e consulenza, a istituire collaborazioni con l’associazione La Viarte di Santa Maria alla Longa e con l’Asl. «La droga gira nelle scuole - afferma Della Piana - lo dicono gli stessi ragazzi. Bisogna capire che cosa s’intende per droga. Gli spinelli sono pericolosi, ancor di più le pastiglie che girano, sono spesso a base di cocaina. Quando chiedi ad un ragazzo perché si droga, risponde che drogarsi è bello e che dà soddisfazioni. Il problema aggiungo io, è che può uccidere. Anche bere è "bello", ma diventare alcolista, significa rischiare la vita».

 

Secondo Della Piana ci troviamo nel cosiddetto ambito del principio dei piaceri, una delle principali pulsioni dell’essere umano. (*) Quando si esagera però si perde il principio di realtà che viene praticamente demolito. «Gli insegnanti non possono fare i poliziotti - afferma Della Piana - devono fare gli educatori. Al Malignani quando ci sono situazioni sospette vengono subito segnalate a chi di dovere. Se apprendiamo che un ragazzo si spinella, contattiamo la famiglia, c’è chi ci ringrazia e chi invece s’inalbera difendendo i propri ragazzi. A quel punto il nostro compito è finito. La famiglia è il nostro ultimo referente, noi non andiamo oltre». Della Piana sostiene anche il principio dell’educazione alla legalità, stringendo rapporti con le forze dell’ordine, ma traccia l’identikit dello studente medio friulano. Secondo Della Piana, insegnante di religione, non basta l’azione di prevenzione, ma i controlli sono necessari. I mercati hanno eliminato le droghe socialmente non accettate (eroina, anfetamine), dando spazio agli stupefacenti invisibili, secondo il vicario c’è una precisa politica dei mercati della morte. «Lo studente medio assorbe le subculture giovanili - dice Della Piana - spesso sposando lo sballo, vedi talvolta il consumo di birra, ma anche la trielina. Studia per l’interrogazione, si applica in maniera settoriale, finalizzando il tutto al successo scolastico e non alla formazione personale. Rischiamo qualche volta di diplomare degli ignoranti. Ma ci sono anche dei lati positivi: lo studente è spesso in possesso di un’intelligenza molto aperta, generoso e con un grande spirito di solidarietà».

 

Daniele Paroni

 

(*) nota: dissuadere dall’uso delle droghe trasmettendo contemporaneamente l’ idea che bere è bello è una battaglia persa in partenza. Se bere è bello, bere molto sarà molto bello e tutte le raccomandazioni sulla moderazione perdono di significato.

 

Solo trasmettendo modelli, comportamenti e divertimenti che comprendano il piacere di non bere si propone una consapevolezza alternativa.

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

copertino Due giorni di sport e di educazione civica al palasport                        

Sicurezza stradale, giovani a lezione
Una manifestazione di judo sarà l’occasione per sensibilizzare alla prudenza

 

 

 

 

COPERTINO Judo e sicurezza stradale a braccetto per sensibilizzare soprattutto i giovani al rispetto del Codice stradale. Domani e domenica, quindi, si svolgeranno gare regionali di judo presso il palazzetto dello sport. L’organizzazione è della «Olimpia Sport» diretta da Marcello Ciccarese in collaborazione con la «Olimpia» di Lizzanello, guidata da Gianfranco Marchello. La «due giorni» si avvale del patrocinio del comune di Copertino, della Fijlkam, del Coni, del Csen provinciale, dell’Aci, della Polizia stradale e dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada. Aci e Polizia stradale saranno presenti per sottolineare al pubblico e ai giovani la necessità di «tenersi stretta la vita». La Polstrada, tra l’altro, illustrerà l’equipaggio delle volanti e farà conoscere il funzionamento dell’etilometro, mentre l’Aci, grazie all’interessamento di Sista De Donatis, distribuirà alcuni gadget e materiale informativo, tra cui un vademecum comportamentale. (…)

 

Giovanni Greco

 

IL MESSAGGERO (Pesaro)

 

URBINO 

 

«Contro i vandali si può fare di più» 

 

Il comandante della polizia municipale preoccupato per gli episodi di sabato notte
di MAURO BERNARDINI

 

 
URBINO Gli atti di vandalismo che sono stati compiuti tra sabato e domenica hanno lasciato il segno tra gli urbinati. Soprattutto coloro che hanno potuto vedere direttamente lo scempio compiuto da persone, rimaste per ora ignote, che il sindaco non ha esitato a definire “delinquenti”. Le immagini di quei lampioncini nuovi di zecca che sporgevano da terra a completamento dell’arredo urbano di corso Matteotti, maniacalmente presi a calci, uno ad uno, sono rimaste stampate negli occhi dei tanti urbinati che la domenica mattina sono soliti passeggiare in quella via, proprio sotto i “Torricini”. Un «danneggiamento gratuito» che anche il comandante della Polizia municipale di Urbino, Roberto Matassoni, definisce «di una certa gravità». «In passato – spiega – furono accertati atti vandalici compiuti su automobili in sosta. Ma quello che è accaduto nella notte tra sabato e domenica è un fatto nuovo». Questo per Matassoni fa sorgere «una certa preoccupazione». «E’ necessario mettere in atto un’opera di prevenzione e di controllo energico del territorio, anche durante le ore notturne». Per riuscire a trovare una soluzione, «bisogna mettere in piedi un “tavolo”. Noi come polizia municipale – continua – cerchiamo di fare la nostra parte. La sera svolgiamo servizio fino alle ore 21. Il giovedì siamo presenti addirittura fino alle 4 di notte». Il comandante non si tira indietro e sostiene che «con sindaco e giunta si valuteranno eventuali servizi aggiuntivi. Ma – precisa – noi abbiamo anche altri compiti da espletare durante la giornata: il servizio alle scuole, di viabilità e di controllo del territorio. Ricordiamoci che l’ordine pubblico spetta in prevalenza alle altre forze di polizia». Matassoni aggiunge, comunque, che «la collaborazione è la cosa che ci interessa maggiormente. Sicuramente è necessario portare avanti un’attività di controllo compiuta in sinergia tra tutte le forze dell’ordine presenti in città».
Riguardo agli episodi di teppismo il comandante non sa siano legati al consumo di bevande alcoliche. «Ma bisognerà valutare gli orari legati alla chiusura degli esercizi pubblici». E quella delle telecamere per Matassoni «potrebbe essere una soluzione da sperimentare. Ma è chiaro che non se ne può installare una per ogni angolo: non si può blindare la città».

 

IL GAZZETTINO (Padova)

 

L’assessore Sinigaglia continua la sua battaglia: «Bisogna responsabilizzare i gestori dei bar». E con l’Uls lancia un’altra campagna informativa

 

Immigrati ubriachi, fenomeno in crescita

 

Dopo l’abuso dello spritz un nuovo allarme sociale: nei call center si venderebbero anche alcolici agli stranieri

 

 

 

Guerra aperta allo spritz da sballo, il colorato apertivo che manda in tilt, il mix esplosivo che non segue regole codificate ma shakera insieme più e più ingredienti difficili da smaltire per l’organismo. Un problema che acquista connotati anche extra, nel senso che il rito dello spritz viene abusato anche dagli extracomunitari che, un drink dopo l’altro, si prendono delle ciucche colossali. «Gli stranieri che si ubriacano sono un fenomeno in preoccupante crescita - osserva Claudio Sinigaglia, assessore alle politiche sociali del Comune di Padova, promotore della campagna "Alza la testa non il gomito" - tanto che gira voce che nei call center dove gli extracomunitari si rivolgono per telefonare vengano venduti anche alcolici». Difficile quantificare il sommerso, più agevole accorgersi di come molti bar del centro siano passati in mano ai cinesi che la "Didattica del cocktail" - il corso di formazione e approfondimento sulle buone norme da adottare quando si confeziona un drink e sugli effetti dei cocktail più disparati - non sanno neppure cosa sia. Dei 47 barman che hanno accolto l’invito del Comune a partecipare al corso tenuto dalla psicopedagogista Gabriella Baiguera, nessuno era straniero.

 

«E’ necessario che gli esercenti, sia italiani che extracomunitari, compiano un salto di qualità, si sforzino di ’capire’ il prodotto, di offrire un drink qualitativamente adeguato, magari soft, a basso tasso alcolico: bisogna stimolare il senso di responsabilità. Che l’utente rimanga sobrio - sottolinea Sinigaglia - è un vantaggio per tutti: per l’utente stesso, che resta lucido e consuma di più, per l’esercente, per l’ordine pubblico. Ma per vincere è necessario il concorso di tutti». Soprattutto dei baristi di quelle zone "calde" che sono le piazze, che al corso di formazione non si sono visti. Per sensibilizzare i giovani ad un uso accorto dell’alcol il Comune in collaborazione con l’Usl 16 sta distribuendo i volantini "Io c’ero fino a un bicchiere fa" dove si ricorda che è opportuno non bere se si ha meno di 16 anni, una gravidanza in corso, si allatta, si assumono farmaci, si soffre di una malattia acuta o cronica, se si è alla guida. "Un bicchiere di una qualunque bevanda alcolica contiene circa 12 grammi di alcol; le quantità attualmente considerate a basso rischio - si legge - non devono superare i 20-40 grammi per gli uomini e i 10-20 per le donne". (*)

 

Federica Cappellato

 

(*) nota: questo è un buon esempio di iniziativa senza nessuna possibilità di successo. Cercare di vendere più alcolici possibile e invocare il senso di responsabilità degli avventori è come distribuire armi raccomandandosi di mirare bene. Senza mettere in discussione la guerra.

IL GAZZETTINO (Vicenza)

Un tragico incidente stradale in cui aveva perso la vita un ventunenne rievocato in tribunale

Patteggia per la morte dell’amico
Un anno al guidatore perchè era in stato di ebbrezza e la velocità era elevata
 

Altivole. Nell’incidente stradale era morto Nicolò Scardellato, 21 anni, di Altivole: l’auto su cui viaggiavano insieme lui e l’amico Luca Vudafieri, 21 anni, era finita contro un platano.

 

Vudafieri ha patteggiato ieri un anno perchè giudicato responsabile di aver guidato l’auto in stato di ebbrezza mentre la strada era bagnata e dunque più pericolosa; era notte e la velocità era elevata. La pena è sospesa perchè il giovane è incensurato.

 

La prova alcolimetrica ha dato un risultato - al tempo del fatto, il 9 aprile scorso - di 209 rispetto allo 0.50 consentito dalla legge.

 

L’incidente era avvenuto sulla sp 101, ad Altivole e Scardellato, che viaggiava a fianco del conducente, era deceduto.

 

La scomparsa del giovane aveva provocato un grande rammarico, così come la responsabilità dell’altro giovane che guidava, che certamente ha pagata cara una leggerezza dettata dall’età.

 

Al tempo dei fatti era stato chiesto e ottenuto in segno di lutto il rinvio della gara di campionato, perchè Nicolò, mezz’ala della prima squadra altivolese, era anche l’allenatore della formazione "pulcini" della società. Scardellato - che era nato il 25 agosto del 1984 - ha lasciato il papà Loris, geometra presso l’Impresa Costruzioni Geom. Corrado Tiziano di Caerano S. Marco, la mamma Francesca Bortolon, responsabile dell’ufficio finanziario e segreteria del Comune di Altivole, la sorella Irene studentessa.

 

Il 5 maggio del 1999 Nicolò aveva perso la cugina quindicenne Federica in un altro incidente della strada a Caselle. Nicolò era al secondo anno di Ingegneria Civile all’Univesità di Padova.

 

IL GAZZETTINO(Treviso)

 

LO SCHIANTO DI CASALE Indagato il guidatore che non avrebbe dato la precedenza all’auto su cui viaggiava la donna incinta

 

Omicidio colposo per l’altro conducente

 

La signora morì al Pronto soccorso del Ca’ Foncello mentre la bimba fatta nascere spirò un’ora dopo

 

 

 

Casale sul Sile. La tragedia avvenuta a Casale Sul Sile venerdì scorso continua, oltre che per la famiglia della poveretta morta, con il dramma del conducente dell’altra vettura.

 

Il giovane è ora indagato per l’omicidio colposo: aveva bevuto forse una birra, ma nulla più. Il suo tesso alcolemico era di 0.70: la legge da qualche anno dispone in Italia 0.50 come limite massimo, ma precedentemente (e ancora in altri Paesi d’Europa) era di 0.80. Il giovane - che non avrebbe dato la precedenza all’auto su cui viaggiava la signora in attesa di una bambina da sette mesi - è disperato per quello che è accaduto.

 

La signora è spirata al pronto soccorso del Ca’ Foncello poco dopo il ricovero, la bambina è stata fatta nascere ed è morta un’ora dopo; uno strazio. Lei si chiamava Silvia Cappuccini, 38 anni, bresciana, e abitava a Sirmione. In auto era con un’amica, erano le 19.30; la Punto delle due donne si è scontrata con la Opel Corsa condotta dal 19enne, in fase di svolta. Lo schianto ha immediatamente mobilitato i soccorsi.

 

La vicenda ovviamente, dato che ha annientato due vite, ha sollevato ancora una volta il problema della guida sulle strade del trevigiano. Il Procuratore della Repubblica di Treviso, Antonio Fojadelli, ha detto ieri che «non si può dire "l’incrocio killer", perchè se le regole venissero rispettate, quello che è accaduto sarebbe stato evitato». È vero però che un omicidio colposo è questione di una frazione di secondo e di un attimo di disattenzione. (*) Il diciannovenne alla guida della Opel è stato ricoverato per qualche lesione, ma forse la cintura di sicurezza - che la povera signora era autorizzata dalla legge a non portare allacciata per lo stato di avanzata gravidanza - lo ha salvato.

 

(*) Nota: la frazione di secondo che fa la differenza tra la vita e la morte è uguale alla differenza che c’è tra guidare sobrio e guidare con un’alcolemia di 0,7 g/l.

LA VOCE DI MANTOVA

Lettere

Condanna mite (ritiro della patente) a chi ha privato della vita una persona

I morti non tornano dopo un anno

 

 

 

 

Gentile Direttore,

 

mi rivolgo a lei per l’articolo uscito sulla Voce di Mantova il giorno 26 novembre 2005, pag.19, scritto da Katia Mutti, inerente alla sentenza emessa dal Tribunale di Mantova sul caso (Minoglia Mattesco), dove il signor Claudio Mattesco è stato condannato per aver tamponato a velocità elevatissima e ucciso in stato di ebbrezza (tasso alcol 2,45) in centro abitato Matteo Minoglia. Mi riferisco al titolone "se non lo controllano, mi metterò davanti a casa sua" e ad alcune dichiarazione emesse dai familiari, che non corrispondono a ciò che è stato detto telefonicamente dovute anche dal rumore di sottofondo. La signorina Katia Mutti già interpellata si è scusata per non aver capito bene. Le chiedo pertanto di rettificare l’articolo, grazie.

 

"I familiari non sono per nulla contenti della sentenza. Solo 10 week end! I 10 week end sono una sentenza ridicola e offensiva, non contano nulla sapendo che lui è libero di circolare dal lunedì al venerdì e proprio di giovedì sera lui ha ucciso Matteo Minoglia, unico figlio di Giovanni Minoglia e Gladys Annovazzi e unico nipote di Vera Ghisolfi e di Denis Annovazzi. La vita di una persona vale meno di quella di un gatto?

 

Se si uccide un animale si prende la galera.

 

Se si uccide una persona no.

 

Il ritiro della patente per un anno? Si doveva toglierla a vita!

 

I morti non tornano dopo un anno e i familiari sono morti con lui su quella strada e condannati all’ergastolo del dolore senza sconto di pena!".

 

Cordiali saluti.

 

Denis Annovazzi (Solferino)

IL GIORNALE DI VICENZA
Non si ferma all’incrocio di Tezze. Incolume
Alticcia al volante attraversa la “47”

 


(ca. b.) Tornava da una festa dove, evidentemente, aveva fatto bisboccia, tanto da non accorgersi nemmeno di aver attraversato la statale Valsugana senza neppure fermarsi.
Fortunatamente se l’è cavata solo con qualche graffio. La buona sorte, inoltre, ha voluto che al momento del suo passaggio sulla 47 non transitasse nessuno. Ciò, però, non le ha evitato la denuncia per guida in stato di ebbrezza, il ritiro della patente e la sottrazione di 10 punti.
Protagonista C.C., una ventottenne, di Borso. La giovane, verso le due di notte di lunedì, dopo una serata di festa a Tezze, si stava dirigendo verso la statale percorrendo via Sole a Belvedere.
Giunta all’incrocio con la 47 ha tirato dritto abbattendo tutto ciò che ha trovato dalla parte opposta: pali di recinzione segnali stradali.
Chiamati da un residente del luogo, all’incrocio di via Sole sono giunti i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Bassano che hanno eseguito i rilievi di rito, provvedendo a sottoporre la giovane ad alcolimetria: 175 mg/dl, oltre il triplo del consentito. Di qui la denuncia.

 

IL GAZZETTINO

 

Dopo l’aggressione di un 18enne marocchino ad una studentessa friulana il nuovo episodio ha avuto per protagonisti un gruppo di romeni

 

Bologna, violentata donna con problemi psichici

 

A Lanciano scoperto un altro caso di stupro di una ragazzina - Il «branco» di adolescenti arrestati nega le accuse

 

Bologna Altro caso di stupro, in due settimane, a Bologna. Dopo la violenza subita da una studentessa friulana il 23 novembre ad opera di un 18enne marocchino (identificato grazie alle telecamere ma irreperibile) che verso le 20,30 l’aveva seguita scendendo con lei da un autobus alla periferia della città; e dopo il fermo di un 47enne che venerdì aveva tentato di approfittare di una ragazza sofferente di proble

Giovedì, 08 Dicembre 2005
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