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Rassegna stampa alcol e guida del 2 dicembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-Insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


 

CORRIERE DELLA SERA Salute

 

Ricerca neozelandese

 

Contrordine: l’alcol non fa bene al cuore 

 

Uno studio pubblicato su Lancet, e destinato a far discutere, mette in dubbio la validità delle ricerche «pro-alcol» 

 

Cattive notizie per chi si concede un bicchiere di vino o birra ogni tanto, sicuro di fare del bene al cuore oltre che al palato. Nonostante numerose ricerche abbiano suggerito i benefici del bere moderato, secondo uno studio pubblicato sull’ultimo numero di «Lancet» il consumo leggero o moderato di alcolici non fa bene alla salute. Con un contrordine che stupirà gli appassionati di tutto il mondo, il team di Ron Jackson dell’University of Auckland in Nuova Zelanda sostiene che gli studi pro-alcol non erano randomizzati (cioè ad assegnazione casuale dei pazienti ai diversi bracci dello studio), e ogni associazione positiva fra alcol e rischio cardiovascolare poteva tranquillamente essere dovuta a fattori di cui non si è tenuto conto. «Ogni protezione vascolare dovuta al consumo lieve o moderato di alcolici sará molto piccola e difficilmente supererà i danni» legati all’alcol, sostiene Jackson. Insomma, per chi pensa alla salute sarebbe meglio dire addio al bicchiere.

 

L’ADIGE

 

«Basta poesia: l´alcol è un rischio»

 

L´esperta Katia Guerriero illustra i problemi dell´abuso

 

Dall´operatrice del Servizio di algologia un caldo invito a discutere a fondo il tema

 

Di ALESSANDRO CUPPINI

 


PELLIZZANO – Nella sala comunale del municipio di Pellizzano si è tenuto l´altra sera un incontro sull´alcol e i suoi effetti, promosso dal Coordinamento alcol guida e promozione della salute della Val di Sole. Relatore principale Katia Guerriero del Servizio alcologia di Trento. Una breve introduzione di Alberto Pasquesi, responsabile del Servizio di alcologia in valle, ha illustrato i risultati delle iniziative intraprese dal coordinamento e di come tutti i comuni abbiano dato la loro adesione, sottolineando che il problema alcol è sentito.
Importanti gli incontri fatti nelle scuole, elementari e superiori, dagli studenti con l´ispettore capo Mauro Norbiato.
L´impegno è stato raccolto anche dai sacerdoti che hanno inserito, nelle omelie domenicali, l´argomento uso e abuso dell´alcol. Pasquesi ha detto che «parlare del bere, dei problemi alcol e guida, alcol e famiglia, alcol e lavoro è stato molto facile, perché una comunità che ha un problema, deve avere anche le risorse per risolverlo. Ognuno nel suo piccolo deve fare la sua parte».
Katia Guerriero ha acceso l´interesse della sala, gremita di giovani, con il tema «Liberi di… Liberi da…», facendo uso d´immagini, parole e poesie come stimoli di riflessione. «Siamo qui a parlare di noi, della nostra terra e della nostra vita. La responsabilità verso i bambini e del loro e nostro futuro». Liberi di… fare che cosa? e Liberi da… fare che cosa? Con queste domande in continua rotazione tra il pubblico, ha presentato le ricerche dell´Oms, l´Organizzazione mondiale della sanità, che insiste sulla necessità di «Accettare di discutere dei consumi di alcol significa che ognuno può discutere del proprio consumo».
Si è anche parlato dell´immagine che i media danno dell´alcol: viene promosso come stile di vita, se ne parla bene e ciò non è corretto. Bisogna anche illustrare gli aspetti a rischio che il bere comporta e non esaltarne qualità che migliorerebbero la vita.
Anche la campagna promossa tempo fa a livello nazionale che diceva «Trentino, l´unica regione che fa rima con vino» ha ricevuto la sua dose di contestazione, soprattutto ora che il consumo di alcol è alto con tutte le sue controindicazioni. Ci si è interrogati a lungo se bere bevande alcoliche sia o no una scelta consapevole e, soprattutto, se esiste un bere buono e un bere cattivo. Certo è che esistono «l´uso e l´abuso» e la prevenzione medica sull´abuso è inesistente, la cura è solo smettere. «La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non soltanto assenza di malattia o di infermità», dichiara la Carta di Ottawa 1986, che chiarisce come sia importante capire che ognuno di noi è promotore del proprio stato di salute. «Questo si crea avendo cura di se stessi e degli altri acquisendo la capacità di prendere decisioni e di assumere il controllo delle circostanze della vita - ha proseguito la Guerriero - ed ecco perché bisogna distruggere il "bere è bello" e cambiare stile di vita».

L’ADIGE

In trentino 10 mila famiglie colpite

 

 

 

 

PELLIZZANO - Il numero di morti ogni anno in Italia per cause legate all´alcol tocca la cifra di 30.000, contro le 1000 per droghe illegali. Si tratta 30 volte di più e di queste vittime oltre il 70% è legato a consumi non eccessivi di alcol quindi al bere cosiddetto «moderato», «sociale». Si tratta di incidenti alla guida, infortuni sul lavoro, incidenti domiciliari. Situazioni in cui anche poco alcol mette le persone in situazione di rischio. Sono 55.000 i giovani fra i 14 e i 29 anni che in Europa muoiono ogni anno per cause legate all´alcol e l´alcol è la prima causa di morte per i giovani in questa fascia di età. I dati raccolti vedono il 70% dei giovani bere bevande alcoliche e il primo approccio all´alcol avviene in Italia a 11 anni. Questa è l´età più bassa di tutta Europa e un obiettivo dell´Oms è ritardare questo approccio, anche perché l´enzima dell´assuefazione da alcol non si sviluppa prima dei 16 anni. Sono un milione e mezzo le persone che in Italia hanno una dipendenza da alcol e in Trentino 10.000 famiglie vivono questo tipo di problematica.

 

CORRIERE ROMAGNA

 

Carcinoma orale: si abbassa l’età Colpevoli il fumo e l’abuso di alcol

 

Ravenna - Odontoiatri e medici a convegno sul carcinoma orale, per una lezione di aggiornamento organizzata per domani dall’Ordine provinciale per i propri iscritti. L’appuntamento è per le 8.30, alla Sala Bandini di via Boccaccio 22, concessa dalla Cassa di Risparmio di Ravenna. Il tema del “Carcinoma orale: diagnosi precoce e terapia” sarà trattato dal professor Giuseppe Ficarra dell’Università di Firenze e dal professor Maurizio Marangolo, direttore dell’Unità operativa di Oncologia dell’Ausl di Ravenna. “Ogni anno - introducono la materia gli organizzatori - vengono diagnosticati in tutto il mondo circa 400.000 casi, con il risultato di un decesso ogni ora. L’età in cui si manifesta il carcinoma orale è circa 40 anni, ma l’incidenza è in preoccupante aumento al di sotto di tale età e la sua crescita è strettamente correlata al fumo di sigaretta e all’abuso di sostanze alcoliche, da sole responsabili del 70-80 per cento dei casi”. L’incontro si rivolge a odontoiatri, medici di base, dermatologi, otorinolaringoiatri e a tutti i medici interessati alla diagnosi precoce e alla prevenzione di questa patologia. Gli interessati dovranno comunicare la propria adesione alla sede dell’Ordine dei Medici di Ravenna, via De Gasperi 19, tel. 0544 212625.

IL GAZZETTINO (Padova)

ALTA PADOVANA Il dato emerge da uno studio dell’Asl 15 su 587 questionari compilati da giovani tra i 15 e i 20 anni alle visite di idoneità professionale

Un ragazzo che lavora su tre ha provato la droga

 

 

 

Si tratta prevalentemente di cannabis. Viene consumata occasionalmente alle feste, a scuola o in casa degli amici

 

Alta Padovana

 

Il 33% dei ragazzi dell’Alta Padovana, su un campione di 587 tra i 15 ed i 20 anni, dichiara di aver provato sostanze psicoattive, ossia droghe. L’esperienza prevalente è la cannabis. La frequenza è occasionale ed il luogo dove si consuma più frequentemente sono le feste, seguito dalla casa di amici e dalla scuola.

 

Questi alcuni dei dati che emergono da un’indagine svolta dall’Usl 15 su "Fumo, alcol e sostanze illecite tra i giovani avviati al lavoro nell’Alta Padovana". I dati sono stati presentati ieri nel convegno "Dentro le dipendenze nel mondo del lavoro", svoltosi al centro civico "Aldo Rossi" di Borgoricco, che ha visto a confronto esperienze locali e nazionali, addetti ai lavori e istituzioni. L’indagine è stata presentata da Armando Olivieri del dipartimento di prevenzione. Lo studio fa parte di "FuoriLavoro", un progetto per la prevenzione delle tossicodipendenze tra i giovani lavoratori con lo scopo di sensibilizzarli anche in relazione alla sicurezza sul lavoro ed alla prevenzione degli infortuni. È stato predisposto un questionario compilato in forma anonima dai giovani che si presentavano agli ambulatori per le visite di idoneità di avviamento al lavoro. Sono stati raccolti 587 questionari compilati, il 68% rappresentato da maschi, i ragazzi di nazionalità non italiana sono poco più del 5%. In grande maggioranza si tratta di ragazzi tra i 15 ed i 20 anni, c’è una maggiore proporzione di ragazze con titolo di studio superiore. Oltre il 40% ha interrotto gli studi. Tra le motivazioni prevale tra i maschi la voce «non mi piace studiare», seguita per entrambi i sessi da «voglio lavorare».

 

Il lavoro che andranno a svolgere evidenzia una tradizionale differenza tra i sessi: tra i maschi prevalgono le attività di meccanico, elettricista, commesso, edile, idraulico, mentre tra le femmine sono maggiormente rappresentati i lavori di impiegata, commessa, ristorazione e confezionista.

 

Più della metà dei ragazzi dichiara di fumare ed oltre il 40% delle ragazze. Tra i 15 ed i 17 anni il 52% dei maschi ed il 29% delle femmine ha già sperimentato il fumo di sigaretta. Per quanto riguarda l’alcol, oltre la metà dei ragazzi dichiara di consumarlo. La bevanda più indicata è la birra. Per l’uso del tempo libero, tra i maschi prevale «andare in giro con gli amici», tra le femmine «stare in casa». La grande maggioranza frequenta discoteche, in maniera occasionale o una volta la mese.

 

Nicoletta Masetto

 

CORRIERE ROMAGNA

 

Giovani, impegnati e dediti alle dipendenze

 

 

 

RAVENNA - I giovani ravennati, scorrendo le cifre ricavate da interviste su un campione rappresentativo degli adolescenti della Seconda e Terza circoscrizione, non sono troppo diversi da quelli italiani: non hanno un rapporto molto stretto con la famiglia, vedono l’immigrazione più come un rischio che come un’opportunità, sono disgustati dalla politica (in particolare perché non hanno fiducia nei politici), ammettono di assumere droghe leggere, pesanti e alcol. Sono, peraltro, impegnati a livello culturale (in particolare nella Seconda) e sportivo (nella Terza).Sono i dati salienti che emergono dallo studio commissionato dal consorzio Servizi sociali e diretto da Augusto Del Col con la fattiva realizzazione di Andrea Caccìa ed Eleonora Ricci. “Si è proceduto - spiega Del Col - al reperimento di cifre generiche (dati di sfondo) che hanno tratteggiato la realtà studiata. Poi sono stati intervistati rappresentanti di gruppi ‘formali’ (associazioni sportive, culturali, parrocchie, ecc), e non formali. Cui sono seguite le interviste approfondite a 78 giovani della Seconda circoscrizione e a 73 ragazzi della Terza”.Una statistica che secondo il presidente della commissione Sanità, Daniele Perini, non va letta “univocamente, come il riscontro di un disagio. I giovani sono una grande potenzialità e, in questa città, lo dimostrano continuamente con il loro apporto al teatro, alla musica, alla cultura in genere. Questo studio dona indicazioni fondamentali, però, per combattere le tendenze che dal nostro costume sociale portano al disagio. Serve dialogo, comunicazione, ma non solo. Anche strutture e ascolto”.I dati riportati da “Giovani in bilico” (questo il nome della ricerca) sono ad ogni modo emblematici, ma non tutti attesi. Nella circoscrizione Terza, ad esempio, c’è il maggior numero di ragazzi segnalati ai Servizi sociali (11,34 per cento, contro il 6,51 della seconda ed il 7,74 come dato generico), ma sono anche quelli che più si fidano di polizia (il 43,7 per cento, contro il 40,3 dei coetanei nella Seconda). Sempre loro sono i più disgustati dalla politica (39,7 per cento, 31,9 nella Seconda) e affermano che “così tanti immigrati danno fastidio” (42,6 per cento nella Terza, quella con maggior popolazione straniera, e 37,5 nella Seconda). La possibilità che capiti o sia già capitato di rubare in un negozio (35,3 per cento) fare a botte (48,3), assumere droghe leggere (52,3), pesanti (35,6) e ubriacarsi (64,4) è invece più alta nella Seconda circoscrizione, di cui sono riportate le percentuali, rispetto alla Terza

 

GIORNALE DI BRESCIA

 

Scolari: uno su 10 usa tranquillanti per placare l’ansia
IN UNGHERIA


BUDAPEST - Sempre più scolari, ovvero ragazzi che frequentano la scuola d’obbligo, prendono sonniferi o medicinali sedativi, tranquillanti, secondo il risultato sorprendente e preoccupante di un sondaggio, effettuato recentemente da un istituto di sociologia, e pubblicato dal giornale Magyar Hirlap. Il sondaggio ha rilevato che ormai scolari di 11-12 anni, prendono medicinali di questo tipo. La maggior parte, almeno secondo il direttore di un centro di droga, segue l’esempio dei genitori, quando non sono proprio i genitori a suggerire ai ragazzi sonniferi o sedativi per risolvere i loro problemi. Il sondaggio è stato effettuato in campagna, ma nella capitale, secondo gli esperti, la situazione è peggio ancora perchè a Budapest ci sono locali notturni, bar e altri luoghi del genere, aperti anche ai giovani i quali possono quindi ubriacarsi senza dare nell’occhio a nessuno. Almeno il 7-9% dei ragazzi da 13 a 18 anni prendono sonniferi o tranquillanti, molti hanno provato l’alcool, il fumo, e bevono caffè espresso. Secondo gli esperti è un fatto grave che i genitori non si preoccupino del consumo di generi legali come l’alcool o il fumo, e neanche dei medicinali generici.

 

LA PROVINCIA DI CREMONA

 

Casalmaggiore. Nel drammatico tamponamento del 2 febbraio scorso perse la vita il 51enne Roberto Mori
Al volante ubriaco: un morto
Viadanese 70enne patteggia due anni, patente sospesa 12 mesi

 

di Marco Bazzani

 

 

 

CASALMAGGIORE — Era alla guida in stato di ebbrezza, tamponò l’auto che lo precedeva e il cinquantunenne di Casalmaggiore Roberto Mori spirò nove ore più tardi a causa delle ferite riportate nella conseguente terribile uscita di strada. Il fatto avvenne nel pomeriggio del 2 febbraio 2005 sull’Asolana, all’altezza della ‘Bastia’. Ieri, colui che finì sul registro degli indagati per guida in stato di ebbrezza, lesioni e omicidio colposo ha patteggiato una pena due anni e una multa di 1700 euro in tribunale a Cremona. Si tratta del settantenne di Cicognara Bruno Soliani, presidente della quadra ciclistica ‘Pennelli Cinghiale’. Il processo si doveva celebrare con rito abbreviato davanti al Gup Marco Cucchetto. Il pm Francesco Messina ha però accettato la proposta di patteggiamento avanzata dal legale dell’accusato, avvocato Lorenzo Tizzi (mentre la parte civile era costituita dall’avvocato Simonetta Aroldi di Casalmaggiore): una pena comunque pesante per un patteggiamento, cui va aggiunta la pena accessoria di un anno di sospensione della patente di guida, che venne subito ritirata. Mori lottò una mezza giornata in un letto del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Parma: alle 22.30 il suo cuore di fermò. Una gita in auto per prendere un caffè fuori Casalmaggiore si risolse così in una tragedia. Mori viaggiava alla guida di una Punto, con a fianco il padre Aldo, di 82 anni, che accompagnava ovunque, e stava procedendo verso Casalmaggiore quando la Fiat venne tamponata dalla Ford Focus condotta dal viadanese. Entrambe le auto, dopo il violentissimo urto, sono state proiettate fuori dalla carreggiata e sono finite nei fossati a lato. Ai soccorritori il più grave apparve subito Roberto. Più lievi le ferite del padre Aldo e di Soliani, che furono ricoverati all’Oglio Po. La notizia del decesso del 51enne suscitò vasto sgomento a Casalmaggiore. Mori, celibe, viveva in una bella villetta di via Bissolati con il padre, ex orologiaio-orefice con un negozio in piazza Garibaldi, all’angolo con via Cavour.       

IL GAZZETTINO (Padova)

TRA I 21 E I 40 ANNI

Più guidatori ubriachi

 

 

 

Aumentano, nella fascia di età tra i 21 e 40 anni, i guidatori sorpresi al volante sotto l’influenza dell’alcol. Se tra il primo gennaio del 2003 e il 30 settembre dello stesso anno erano 20, nel 2004 (medesimo periodo) 25, al 30 settembre di quest’anno sono stati 57: più del doppio. Diminuiscono dai 18 ai 20 anni, solo uno sempre al 30 settembre del 2005, mentre aumentano ancora oltre i 41 anni. Esattamente, erano 18 nel 2003, 20 nel 2004 e hanno raggiunto, per ora, nel 2005 quota 25.

 

PUBBLICITA’ ITALIA

 

Fisichella sempre in pole per Drive Beer

 

Da sempre attento alle campagne di guida sicura, Giancarlo Fisichella ha accettato immediatamente di diventare testimonial per Drive Beer, la nuova birra a bassa gradazione alcolica prodotta dal gruppo Tarricone. “Quando sono stato contattato per la campagna, circa cinque o sei mesi fa, l’idea di promuovere una birra ‘sicura’ per chi guida mi è sembrata subito molto interessante”, racconta a Pubblicità Italia Today il campione di Formula Uno, impegnato ieri presso lo studio fotografico Color Field di Rozzano (Milano). Nello spot, che sarà on air da marzo 2006, “cerchiamo di far capire in maniera molto simpatica che si può bere senza rischiare al volante”, spiega Fisichella che nel filmato avrà il ruolo di un pilota e al tempo stesso di un maestro d’orchestra. “Anche se verrò fermato da alcuni poliziotti, il lieto fine non manca - aggiunge il testimonial della campagna -. Ma il mio impegno per testimoniare l’importanza della sicurezza stradale non si ferma alla pubblicità: continuerò a tenere corsi nelle scuole per i giovani e, nei primi mesi del 2006, pubblicherò un libro proprio su questo tema”. Il pilota ha quindi sposato a pieno il concept di Drive Beer, ideato dall’agenzia creativa Ads Glen, ‘tanto gusto, alcol giusto’ che promuove la prima birra ‘in regola con il codice della strada’. Complessivamente, l’investimento in pubblicità per la nuova birra nel prossimo triennio ammonterà a circa 15 milioni di euro, di cui 9 destinati alla campagna affissioni che partirà il 12 dicembre. (*)

 

 

 

(*) Nota: il budget a disposizione di chi fa promozione della salute è infinitamente inferiore a quello impegnato in questa campagna pubblicitaria. Si sente tuttavia l’esigenza che qualcuno faccia sentire la propria voce per contestare un’iniziativa spacciata come salutista, ma che ha evidenti ed esclusivi interessi economici. Dobbiamo riconoscere che Fisichella è piuttosto bravo a correre dietro al denaro.

REUTERS ITALIA

Pena di morte, ucciso condannato numero 1.000 in Usa
 

 

 

RALEIGH, Stati Uniti (Reuters) - E’ un uomo condannato per aver ucciso la moglie e il suocero il detenuto numero 1.000 ucciso oggi negli Usa da quando è stata reintrodotta la pena di morte.

 

Kenneth Lee Boyd, 57 anni, è morto alle 8.15 ora italiana, dopo che gli era stata praticata un’iniezione letale nella Central Prison di Raleigh, in North Carolina.

 

L’uomo è stato condannato per l’omicidio, nel 1988, della moglie e del suocero, avvenuto di fronte a due dei suoi figli.

 

Un gruppo di oppositori alla pena capitale, reintrodotta dalla Corte suprema nel 1976, si è riunito di fronte al carcere per manifestare, dopo la celebrazione di una preghiera interconfessionale.

 

L’ultima chance di salvezza per Boyd è svanita prima delle 4 di questa mattina, ora italiana. Il governatore dello Stato, Mike Easley, ha detto che non vi erano ragioni per accordare la grazia al detenuto.

 

L’uomo ha consumato il suo ultimo pasto, una bistecca, patate farcite e insalata, e ha incontrato i familiari. Il suo legale ha detto che Boyd era calmo, ma anche preoccupato del fatto di diventare solo un numero nelle statistiche.

 

Boyd, un veterano del Vietnam con alle spalle una storia di alcolismo, aveva lavorato in un cotonificio e come camionista prima di diventare un assassino, dopo che il suo matrimonio era finito.

 

Trentotto dei 50 Stati Usa, nonché il governo federale degli Usa, praticano la pena di morte, e solo Cina, Iran e Vietnam hanno registrato nel 2004 più esecuzioni degli Stati Uniti, secondo Amnesty International.

 

IL GAZZETTINO (Udine)

 

PREMIATO "ALLA CIECA" UN TOCAI COMPRATO A CERVIGNANO

 

 

 

Il "Tocai friulano" 2004 è stato il tema dell’ultima degustazione dell’Amira Paestum, la sezione campana dell’Associazione Maîtres Italiani Ristoranti e Alberghi. A sorpresa primo classificato è risultato il Tocai friulano della "Fattoria Olimpia" di Spilimbergo, costo alla bottiglia 2,99 euro (al supermercato). (*) Tra i 18 "Tocai" che sono passati sotto l’esame alla cieca di 14 degustatori Amira lo scorso 10 e 11 novembre, si è imposto con grande sorpresa di tutti il Tocai friulano 2004, Grave Doc, Fattoria Olimpia - Gvf di Spilimbergo.

 

«Francamente non ci saremmo mai aspettati che la bottiglia di Tocai friulano acquistata in un supermercato di Cervignano e pagata solo 2,99 euro (la meno cara di tutte), si classificasse al primo posto - ha affermato Diodato Buonora, fiduciario Amira Paestum e responsabile della degustazione - Una bottiglia quasi anonima, bianca trasparente, sull’etichetta non c’è l’indirizzo della cantina, in grande si nota la scritta Fattoria Olimpia, mentre sul retro troviamo la dicitura imbottigliato da Gvf Spilimbergo. Ebbene, senza nulla togliere agli altri, questo vino meriterebbe sicuramente un oscar per il rapporto qualità prezzo. In degustazione è risultato eccellente all’esame visivo, ottimo all’esame olfattivo in tutti i parametri (intensità, persistenza e finezza), dove si percepivano piacevoli sentori di pesca bianca e un misto di frutta esotica. Al gusto ancora tutto ottimo con una finezza eccellente. Un Tocai che se non fosse servito per la degustazione non avremmo mai acquistato. Adesso desideriamo assaggiarne un’altra bottiglia, ma il ’nostro’ supermercato sta a quasi mille chilometri». Per la cronaca il prezzo indicativo in enoteca del Fattoria Olimpia è di 2,99 euro, gradazione alcolica 13%, punteggio finale 85/100, ottimo. Proprio vero, in vino veritas. Fabio Della Pietra

 

 

 

(*) Nota: l’assillante ed enfatica promozione del vino ha fatto perdere il senso della misura a molti produttori e gastronomi. Molti vini vengono venduti a prezzi assolutamente assurdi. Se oltre al costante calo delle vendite ci fossero prezzi realistici, la produzione di vino sarebbe ancora meno redditizia.

 

 

CORRIERE VENETO

 

Il Comune vieta l’alcol prima e dopo le partite


 

 

 

 

 

 


Sabato, 03 Dicembre 2005
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